Cronaca
Sanità, Salutequità “Gravi ritardi nelle Relazioni al Parlamento”
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3 mesi fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Dovrebbero essere il fondamento conoscitivo della programmazione sanitaria. Monitorano gli effetti di norme, indicano le priorità emergenti, aiutano a evitare che le scelte siano solo frutto di mode o pressioni esterne, e il loro valore è massimo se sono tempestive e discusse davvero nelle sedi istituzionali. “Si tratta di informazioni, dati ed evidenze contenute nelle molteplici relazioni, rapporti e piattaforme che devono essere curate e pubblicate, per legge, dal Ministero della Salute o dai suoi Enti vigilati. Ma rischiano di diventare adempimenti formali, burocratici, distanti dalla realtà e realizzati in ritardo rispetto alle tempistiche previste dalle norme. Rappresentano invece preziose informazioni rivolte all’organo rappresentativo dello Stato, il Parlamento, che propone e approva le Leggi e che controlla l’operato di Governo – afferma Salutequità in una nota -. E per farlo, è intuitivo, c’è necessità di disporre di informazioni costanti ed aggiornate per monitorare l’implementazione delle leggi emanate. Non solo: interessano i cittadini in ottica di trasparenza ed accountability. Non è un caso che per leggi ritenute importanti, lo stesso Parlamento abbia previsto che il Ministro della Salute -con una periodicità definita- invii aggiornamenti sull’avanzamento dell’implementazione dei contenuti delle norme stesse”.
L’Osservatorio Salutequità, in vista della pausa estiva, ha messo in fila le tempistiche di relazioni/rapporti al Parlamento che mancano all’appello e da quanto tempo, selezionandone alcuni che intercettano aspetti generali del SSN; organizzazione, accessibilità, equità ed umanizzazione; patologie e procedure, “consapevoli che nell’ultimo quadrimestre del 2025, ci sono appuntamenti importanti per operare scelte, a partire dalla cruciale legge di Bilancio e che i dati forniti potrebbero essere utili”.
“In pole position – spiega Salutequità -, con oltre 7 anni di buco informativo per Parlamento (e cittadini), proprio mentre le Camere discutono la legge sul fine vita, c’è la Relazione sullo stato di implementazione della legge 38/2010 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”. L’ultima è stata trasmessa a gennaio 2019 (la norma prevede la trasmissione annuale entro il 31 dicembre) ed è riferita al 2015-2017. Eppure, si tratta di un tema centrale per l’umanizzazione delle cure, l’attenzione alla qualità di vita del paziente e dei suoi familiari, la dignità della vita e del fine della vita. Grazie a questo lavoro dovremmo disporre di un quadro chiaro delle evidenze sulla prescrizione e utilizzazione dei farmaci, in particolare quelli analgesici oppiacei; sulle attività di ricerca; sullo stato di implementazione e sviluppo delle reti di cure palliative, comprese quelle pediatriche, e di terapia del dolore in termini di funzionamento, prestazioni, esiti, aspetti economici”.
“Segue poi la Relazione sullo stato sanitario del Paese, i cui dati si riferiscono al quinquennio 2017- 2021 ed il buco informativo è di circa 3 anni – prosegue Salutequità -. Anche in questo caso la funzione è nevralgica: rappresentare lo strumento di valutazione dell’attuazione del Piano Sanitario Nazionale; illustrare le condizioni di salute della popolazione; descrivere risorse impiegate e attività svolte dal Servizio Sanitario Nazionale; esporre i risultati conseguiti rispetto agli obiettivi fissati dal Piano Sanitario Nazionale; riferire i risultati conseguiti dalle Regioni in riferimento all’attuazione dei Piani Sanitari Regionali; fornire indicazioni per l’elaborazione delle politiche sanitarie e la programmazione degli interventi. La pubblicazione della Relazione sullo stato sanitario del Paese, oltre ad essere prevista dalla Legge istitutiva del SSN la L. 833/78 e dal D.lgs. 502/92 e successive modificazioni, sarebbe particolarmente utile, vista la previsione contenuta nell’Atto di indirizzo del Ministro della Salute per l’anno 2025 di voler approvare il nuovo Piano Sanitario Nazionale 2025-2027”.
L’Osservatorio evidenzia inoltre che “ci sono innovazioni importanti nel SSN che impattano sulla qualità ed appropriatezza delle cure, come la medicina di genere e la procreazione medicalmente assistita divenuta LEA. La Relazione sulla legge 40/2004 (Procreazione Medicalmente Assistita), ad esempio, trasmessa a gennaio 2025, presenta i dati relativi al 2022. Vale la pena ricordare che dal 1° gennaio 2025 la Procreazione Medicalmente Assistita, grazie al decreto tariffe, finalmente è divenuta un diritto esigibile in tutto il Paese. Mantenendo il ritmo delle attuali relazioni, rischiamo di avere informazioni sugli effetti delle novità intercorse a partire dal 2027/2028 con un ritardo di 2/3 anni”.
Infine, parlando di equità e personalizzazione delle cure, “non si può trascurare l’importanza della restituzione al Parlamento sull’andamento delle attività relative alla medicina di genere – a seguito del Piano approvato nel 2019 – che come previsto dalla norma si occupa di “divulgazione, formazione e indicazione di pratiche sanitarie che nella ricerca, nella prevenzione, nella diagnosi e nella cura tengano conto delle differenze derivanti dal genere, al fine di garantire la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale in modo omogeneo sul territorio nazionale”. L’ultima relazione è stata trasmessa alle Camere a dicembre 2024 ed i dati sono relativi al 2020-2021″.
I dati più recenti di cui dispone il Parlamento per monitorare gli effetti delle leggi approvate si fermano al 2023 in diversi ambiti o patologie e sono stati trasmessi tra il 2024 (diabete) ed il 2025 (celiachia).
Nel caso dell’Intramoenia, la relazione annuale è stata rilasciata da qualche giorno e si riferisce al 2023. “E’ importante sottolineare che si riferisce a due temi caldi – prosegue Salutequità -: liste d’attesa e politiche del personale sanitario medico. Dovrebbe infatti restituire informazioni non solo sulle disposizioni contrattuali regionali e aziendali, spazi istituzionali per l’esercizio dell’intramoenia e proventi, ma anche sulla riduzione delle liste di attesa in relazione all’attivazione dell’attività libero professionale, il rapporto fra attività istituzionale e attività libero professionale; le iniziative ed i correttivi necessari per eliminare le disfunzioni ed assicurare il corretto equilibrio fra attività istituzionale e libero professionale. I dati offerti oggi, quindi, non fotografano la dinamica alimentata dalle misure di contenimento e governo delle liste d’attesa messe in campo dal Governo. Nè le informazioni sembrano integrarsi con la piattaforma sulle liste d’attesa”.
“Se vogliamo garantire una legislazione che affronti, per tempo e bene, il diritto alla salute e il buon funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale – dichiara Tonino Aceti, presidente di Salutequità – è indispensabile poter contare sulla produzione e pubblicazione tempestiva di dati, informazioni ed evidenze. Tutto questo è fondamentale per garantire politiche pubbliche e una legislazione di qualità, a partire dall’annunciato nuovo Piano Sanitario Nazionale e dalla prossima Legge di Bilancio, ma anche per realizzare in pratica trasparenza e accountability del nostro Servizio Sanitario Pubblico”.
– Foto Pexels.com –
(ITALPRESS).
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Cronaca
PERCHE’ NON HA PIU’ SENSO CAMBIARE L’ORA E VEDERE LE CITTA’ BUIE ALLE 17
Pubblicato
4 ore fa-
27 Ottobre 2025di
Redazione
L’immagine del Ponte Coperto di Pavia poco dopo le 17, con le luci già accese, rende bene l’idea. Ma questo vale ovviamente per tante altre città nel nostro Paese. Perché ci ostiniamo, nel 2025, a voler cambiare ancora l’ora due volte l’anno quando, mantenendo sempre l’ora legale, non saremmo costretti ad accendere le luci un’ora prima la sera (anzi, al pomeriggio, perché poi d’inverno si arriverà ad accenderle alle 16) per poi vedere la luce alle 5, quando a quell’ora in movimento c’è una micropercentuale di lavoratori? La domanda posta l’altro giorno dal leader spagnolo Sanchez alla Commissione europea non è affatto da sottovalutare.
Secondo Sánchez, la misura “aiuta a malapena a risparmiare energia e ha un impatto negativo sulla salute e sulla vita delle persone”. Il premier di Madrid annuncia un’iniziativa: “Il governo spagnolo proporrà all’UE, in sede di Consiglio Energia, di porre fine al cambio stagionale dell’ora e chiederà che venga messo in atto il relativo meccanismo di revisione”. Sarebbe bello che anche il governo italiano pensasse ad accodarsi a questa proposta e finalmente si desse una svolta definitiva alla questione. Già nel 2018 la Commissione europea guidata da Jean-Claude Juncker aveva proposto di porre fine agli spostamenti stagionali delle lancette, dopo una consultazione pubblica in cui l’84% dei 6,4 milioni di cittadini europei partecipanti si era espresso contro il sistema attuale. Il Parlamento europeo approvò l’idea, ma la mancanza di un accordo tra i Paesi membri bloccò tutto. La proposta di Juncker, che avrebbe dovuto entrare in vigore entro il 2019, si scontrò con le perplessità di diversi governi. Portogallo e Grecia si erano opposte apertamente, sostenendo che l’abolizione del cambio avrebbe potuto creare confusione nei trasporti, nei mercati e nei sistemi energetici. Altri Paesi, come Finlandia e Polonia, pur favorevoli alla fine dell’alternanza, avevano invece chiesto un maggiore coordinamento europeo per evitare fusi orari disallineati. Secondo le regole dell’UE, per modificare il sistema occorre l’approvazione di almeno 15 Stati membri che rappresentino il 65% della popolazione dell’Unione. Finora, il quorum non è stato raggiunto. Ma il governo spagnolo spera di riaprire la discussione: se arrivano proposte di buon senso perché non considerarle? Il sistema energetico è cambiato radicalmente negli ultimi anni. Il principio dell’ora legale è semplice: sfruttare meglio la luce del sole nelle ore estive e ridurre l’uso di illuminazione artificiale. Ma oggi, con la diffusione di lampade LED e tecnologie a basso consumo, il beneficio energetico è considerato marginale, come appunto evidenziato da Sánchez. Studi recenti stimano un risparmio medio inferiore all’1% sul consumo annuo di elettricità. E l’impatto a livello di salute non è da sottovalutare. Lo spostamento anche solo di un’ora può creare disturbi temporanei: insonnia, irritabilità, difficoltà di concentrazione – effetti più marcati in persone con problemi metabolici o cardiovascolari.
Studi indicano che l’ora solare può migliorare la qualità del sonno, perché più in linea con il ritmo naturale della luce, ma l’ora legale rimane popolare anche per i suoi effetti sociali: prolungare le ore di luce la sera può favorire uscite e turismo. Qualcuno dei nostri politici sarà in grado di dare una svolta e a mantenere tutto l’anno questa benedetta ora legale o dobbiamo lanciare l’ennesima petizione che suoni da sveglia?
Cronaca
Intesa Cnel-Presidenti Assemblee Legislative Regioni su salute, imprese e lavoro
Pubblicato
5 ore fa-
27 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – E’ stato firmato un Protocollo d’intesa tra il CNEL e la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.
L’Accordo – sottoscritto dal Presidente del CNEL Renato Brunetta e dal Presidente del Consiglio regionale del Lazio e Coordinatore della Conferenza Antonello Aurigemma – consolida la collaborazione istituzionale tra il Consiglio e le Assemblee legislative regionali, definendo un quadro stabile di cooperazione su temi di comune interesse e in particolare: servizi per il lavoro, formazione professionale, apprendistato e politiche attive del lavoro, contrattazione collettiva, salute e sicurezza sul lavoro, nonchè gli ambiti relativi alle politiche industriali e al sostegno alle imprese, al rafforzamento della rete integrata dei servizi sociali territoriali, alle aree interne, alle analisi dei flussi migratori e delle conseguenti problematiche connesse all’integrazione degli stranieri.
La collaborazione riguarderà anche le attività relative alla predisposizione della Relazione CNEL sui servizi pubblici e gli interventi volti a promuovere l’inclusione socio-lavorativa delle persone private della libertà personale, mediante il lavoro, lo studio e la formazione in carcere e fuori dal carcere. Inoltre, prevede azioni per la sperimentazione di quanto disposto dalla legge 15 maggio 2025 n. 76, soprattutto in materia di partecipazione gestionale e organizzativa nelle aziende a partecipazione pubblica le cui quote di maggioranza sono possedute dalle Regioni.
“Questo accordo – ha dichiarato il Presidente del CNEL Renato Brunetta – assume per noi un grande significato, perchè si colloca nel quadro di un intenso lavoro di rete portato avanti dal CNEL sin dall’avvio della XI Consiliatura. In particolare, l’intesa va a rafforzare la tessitura di relazioni interistituzionali sul piano locale, quello più vicinoalle esigenze dei cittadini e delle imprese sui territori. L’obiettivo è di rilanciare la collaborazione e il raccordo con le autonomie territoriali e al tempo stesso valorizzare il contributo delle Assemblee legislative regionali alla definizione delle politiche pubbliche”.
“Le sfide del lavoro che cambia, delle imprese che devono adattarsi all’innovazione tecnologica e adottare modelli sostenibili, e della sanità che deve essere sempre più integrata e vicina ai cittadini, richiedono – ha dichiarato Antonello Aurigemma, Presidente del Consiglio regionale del Lazio e Coordinatore della Conferenza – una rete di cooperazione istituzionale. Ecco perchè il protocollo che oggi firmiamo ha un valore strategico: consente di condividere analisi, studi, dati, buone pratiche, e di promuovere proposte e indirizzi comuni su temi che toccano da vicino la vita quotidiana delle persone. L’intesa che oggi inauguriamo, quindi, non è solo un impegno reciproco tra istituzioni, ma un patto nei confronti dei cittadini, per l’eliminazione delle diseguaglianze, la valorizzazione delle specificità dei singoli territori e la realizzazione di un Paese più competitivo e più solidale”.
“Tutto parte – ha spiegato Aurigemma – da alcuni cambiamenti che si sono registrati nella società: alcune relazioni della Bankitalia che evidenziavano l’inverno demografico, l’aumento dell’età media della popolazione, senza dimenticare le nuove sfide future come l’innovazione tecnologica (compresa l’intelligenza artificiale) e la sostenibilità. Come assemblee legislative regionali, l’interlocutore migliore con cui affrontare queste sfide future non poteva che essere il CNEL, che è la sede della rappresentanza economica e sociale organizzata, il luogo del dialogo tra le parti, dove si incontrano le esperienze del mondo produttivo, dei lavoratori, delle professioni e del terzo settore. La Conferenza, dal canto suo, è la voce dei territori, che ogni giorno vivono le istanze concrete dei cittadini e delle comunità, ed è l’organismo di valorizzazione del ruolo istituzionale delle Assemblee delle Regioni e delle Province autonome, costituendo sede di coordinamento e di scambio delle esperienze per le attività di interesse delle Assemblee legislative regionali – ha proseguito -. Oggi abbiamo firmato questo protocollo che deve essere un punto di partenza, su tematiche strategiche come salute, imprese, lavoro. Quindi, questo documento segna l’inizio di una sinergia, di una collaborazione tra le realtà produttive (nonchè quelle lavorative e dei lavoratori) del Paese, e le Assemblee legislative che rappresentano le istanze dei cittadini. Nel cronoprogramma, il primo punto che affronteremo è sicuramente la sanità, con tematiche di rilevanza assoluta come la ripartizione dei fondi e l’adeguamento dei Drg a livello nazionale. Naturalmente, colgo l’occasione per ringraziare il Presidente Brunetta e tutti coloro che in queste settimane hanno lavorato per questo Protocollo, che ha una rilevanza strategica”.
Il Protocollo d’intesa è stato siglato a Villa Lubin al termine dell’evento “Salute, imprese e lavoro”, promosso dal CNEL in collaborazione con la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. L’incontro ha rappresentato un momento di confronto istituzionale sui temi della qualità dei servizi pubblici, delle politiche per il lavoro e dello sviluppo territoriale.
Ad aprire i lavori è stato il Presidente del CNEL Renato Brunetta, seguito dall’introduzione della consigliera Marcella Mallen, coordinatrice del Gruppo di lavoro sulla Relazione al Parlamento e al Governo in materia di livelli e qualità dei servizi delle pubbliche amministrazioni. Nel corso dei lavori sono intervenuti i consiglieri CNEL FiovoBitti, Rossana Dettori, Mario Braga e Paolo Pirani, oltre a rappresentanti e funzionari delle Regioni e ai Presidenti dei Consigli regionali Roberto Ciambetti (Veneto), Quintino Pallante (Molise) e Stefano Balleari (Liguria). Le conclusioni sono state affidate ad Antonello Aurigemma, Presidente del Consiglio regionale del Lazio e Coordinatore della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.
– Foto Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome –
(ITALPRESS).
Cronaca
PRONTO METEO – PREVISIONI PER 28 OTTOBRE 2025
Pubblicato
5 ore fa-
27 Ottobre 2025di
Redazione
Pronto Meteo è il servizio di meteorologia di Pavia Uno Tv e Lombardia Live 24 in onda ogni giorno alle 19,30. Fornisce interessanti bollettini meteo per il fine settimana su Pavia e provincia e le province confinanti, visionabili anche sui nostri siti paviaunotv.it, lombardialive24 e sui nostri canali social. Ogni giorno, poi, ci sono aggiornamenti nelle Breaking News della sera e un sito dedicato alle previsioni, prontometeo.it, edito sempre da Agenzia CreativaMente.

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