Cronaca
Autismo, in Lombardia approvato il primo “Piano operativo”
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4 anni fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – La Giunta di Regione Lombardia, su proposta della vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti, di concerto con l’assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari Opportunità, Alessandra Locatelli, ha approvato il primo ‘Piano operativo regionalè sull’autismo.
Le innovazioni principali consistono soprattutto in: diagnosi precocissima del Disturbo dello spettro autistico (Asd), già in età neonatale; grande attenzione all’età di transizione; focus sull’età adulta.
Il Documento, che sarà ora sottoposto al parere della Commissione Consiliare competente, declina per il prossimo biennio obiettivi ed azioni per coordinare i servizi esistenti e arricchire le risposte in un’ottica di omogeneità, fruibilità e sostenibilità, con percorsi di cura integrati.
Un Piano, dunque, volto a garantire la continuità assistenziale tra i servizi per l’età evolutiva e quelli per l’età adulta, anche attraverso un network strutturato e secondo il principio di sussidiarietà. Per una diagnosi estremamente precoce e il trattamento dei casi in età adulta.
“L’adozione del primo Piano regionale sull’autismo – sostiene la vicepresidente Moratti – rappresenta per Regione Lombardia un traguardo importante, sfidante e ambizioso. Perchè recepisce l’aggiornamento delle ‘Linee d’indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualità e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nei Disturbi dello spettro autistico (Asd)’, testo approvato in Conferenza unificata il 10 maggio 2018”. “Il Piano realizza inoltre l’iter avviato dalla legge sulle ‘Disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famigliè (134/2015), che è alla base dell’attuazione dei nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea)”. “L’adozione del Piano – commenta l’assessore Alessandra Locatelli – è un traguardo importante per Regione Lombardia, che da sempre interviene nella diagnosi precoce, nella definizione di percorsi terapeutici e nella presa in carico, a partire dall’età evolutiva, di persone con disturbo dello spettro autistico. Ritengo che il passo più importante per il futuro sarà quello di proseguire lungo la strada tracciata dal nuovo Piano e di mettere al centro la persona, impegnandoci a dare risposte appropriate per ogni singolo caso”.
“Il tutto – aggiunge – senza trascurare la crescita e l’ingresso in età adulta, perseguendo un progetto di vita personalizzato che accompagni la persona ad una piena partecipazione della vita quotidiana. La prossima sfida che ci attende è infatti il potenziamento di percorsi formativi mirati, che consentano l’inclusione lavorativa e la piena realizzazione delle persone con disturbo dello spettro autistico. E’ necessario garantire il diritto di scelta, sostenere le famiglie e tutelare il futuro di tutte le persone più fragili, perchè nessuno resti solo”.
Il programma è stato predisposto da una èquipe qualificata costituita nel 2019 e denominata Gruppo di approfondimento tecnico (Gat). E’ redatto in rispetto dell’accordo del 22 novembre 2012, sancito in Conferenza unificata Stato-Regioni, sempre in merito alle ‘Linee d’indirizzò, e in attuazione del decreto del Consiglio regionale lombardo del 19 novembre 2019 ‘in ordine all’autismò.
“Il Piano per noi è un punto di partenza – chiarisce Letizia Moratti – e la sua applicazione sarà oggetto di attenta valutazione e di costante monitoraggio, anche attraverso il Gruppo di lavoro. L’iniziativa, da un punto di vista non solo metodologico ma anche umano, pone la persona al centro di ogni decisione lungo l’intero arco della vita, secondo la prospettiva integrata bio-psico-sociale, che abbiamo assunto come paradigma per ogni futuro intervento ed è una chiave di lettura del Piano stesso”.
“Il Piano – aggiunge la vicepresidente Moratti – intende realizzare una rete integrata e interdisciplinare che faciliti l’individuazione precoce delle persone a rischio. Un insieme di relazioni, persone e servizi per supportare i percorsi di diagnosi e il riconoscimento delle eventuali comorbidità e patologie associate. Il piano punta a garantire in modo sostenibile la cura, l’abilitazione e riabilitazione delle persone, in base a priorità specifiche e intensità”.
Dunque, una rete ‘interdisciplinarè e non più solo ‘multidisciplinarè, che veda al suo interno non soltanto le competenze tecniche delle numerose figure e professionalità coinvolte, incluse famiglia e scuola. Ma che racchiuda la capacità e la possibilità d’interfacciarsi e convergere sui bisogni e sulla loro evoluzione nel tempo. In particolare, il Piano autismo sviluppa i seguenti temi: inquadramento epidemiologico, sistema dell’offerta, diagnosi precoce, presa in carico nelle diverse età della vita: evolutiva, di transizione, età adulta. Ogni area quindi enuclea e indica principali criticità, indicazioni operative, obiettivi e azioni prioritarie per il prossimo biennio con la specifica del soggetto attuatore, dei temi e degli indicatori.
I principali obiettivi del Piano in sintesi sono quelli di:
– garantire alla persona con Disturbi dello Spettro Autistico (Asd) la globalità e la continuità di presa in carico in tutte le fasce di età; integrare e stabilizzare gli esiti positivi delle azioni innovative e le buone prassi; delineare un modello di riferimento unitario per Ats, Asst ed Enti gestori, nella direzione di una presa in carico integrata; stabilire sinergie tra i diversi ambiti d’intervento; offrire un’attività di comunicazione per aiutare la persona con Asd ad esercitare consapevolmente i propri diritti.
“Il Disturbo dello spettro autistico (Asd) – conclude l’assessore al Welfare – è una ‘perturbazionè del neuro-sviluppo, caratterizzato da difficoltà socio-comunicative e dalla presenza di comportamenti, attività e interessi ristretti e ripetitivi, che spesso sono associati a una grave disabilità intellettiva. La modalità operativa che ci siamo dati si propone di volgere in positivo la complessità delle implicazioni che tale disturbo ha sul minore, sul suo nucleo familiare e sui suoi contesti di vita. Ci siamo proposti di trasformarla quindi in un importante modello di rete tra servizi sanitari, socio-sanitari e sociali, in grado di salvaguardare la continuità assistenziale lungo tutto il loro percorso di vita”. Il Piano si rivolge in particolare agli Enti individuati quali attuatori delle azioni che sono previste. Si tratta di Ats, Asst, Irccs, Aria, erogatori dei servizi privati accreditati e ‘contrattatì di Neuropsichiatria infanzia adolescenza (Npia) e di riabilitazione dell’età evolutiva, strutture residenziali e semiresidenziali socio-sanitarie, associazioni e lo stesso Gruppo tecnico di approfondimento autismo.
(ITALPRESS).
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Cronaca
Bergamo, smantellata organizzazione dedita all’immigrazione clandestina
Pubblicato
29 minuti fa-
29 Luglio 2025di
Redazione
BERGAMO (ITALPRESS) – Quattro persone arrestate e cinque deferite in stato di libertà: è questo il bilancio dell’operazione “Yolcu” condotta dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Bergamo e coordinata dalla Procura della Repubblica di Bergamo.
Tutti cittadini di etnia curda residenti in provincia e responsabili a vario titolo del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina con l’aggravante della transnazionalità, nonchè del reato di riciclaggio. Durante la mattinata, effettuate anche perquisizioni e sequestri (da completare eventualmente), presso le abitazioni e le pertinenze degli indagati, tra cui tre veicoli utilizzati per il trasporto dei clandestini.
L’indagine avviata nel 2023, dopo che un numero sempre maggiore di cittadini turchi si è presentato presso il locale Ufficio Immigrazione per richiedere asilo politico, ha consentito di ricostruire e accertare l’esistenza di una organizzazione dedita alla gestione di un flusso illecito di persone lungo la cosiddetta “Tratta Balcanica”.
In particolare, il gruppo criminale ha pianificato e attuato l’ingresso irregolare di numerosi migranti provenienti dal Kurdistan turco in Italia, con l’obiettivo di proseguire poi il viaggio verso altri paesi europei. Gli investigatori hanno riscostruito i viaggi relativi ad un centinaio di migranti e il modus operandi del gruppo criminale: agganciare i clandestini in Turchia per farli arrivare a Sarajevo via aereo da Istanbul dove, grazie ad altre cellule dell’organizzazione, venivano trasportati su furgoni e camion sino al confine bosniaco-croato prima e da qui, in ultimo, fino al confine italo sloveno.
Un’ultima parte di viaggio particolarmente pericolosa ed insidiosa: per eludere i controlli della Polizia, infatti, i migranti – spesso donne e bambini – erano costretti ad attraversare in pieno inverno zone boschive e montane a piedi lungo percorsi non tracciati. E’ una volta raggiunta l’Italia che entrano in gioco i soggetti indagati. I migranti infatti venivano proprio trasportati dagli indagati o nella Provincia di Bergamo in attesa di future destinazioni o direttamente in altri paesi del nord Europa in particolare Austria, Germania, Francia e Svizzera, anche grazie alla collaborazione di un soggetto svizzero.
I migranti pagavano direttamente in Turchia somme di denaro che, tramite intermediari e passaggi tra conti correnti turchi e italiani, i trafficanti ricevevano direttamente in contanti su Bergamo a mano di alcuni gestori di locali di rivendita di kebab. I quattro soggetti arrestati sono stati posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per le successive fasi processuali e sono in corso attività volte all’arresto di altri complici fuori dal territorio italiano, mentre le indagini proseguono al fine di identificare eventuali ulteriori ramificazioni della rete criminale.
(ITALPRESS).
Foto: Ufficio stampa Questura di Bergamo
Cronaca
Dazi, Lollobrigida “Impatto su alcuni settori non così drammatico”
Pubblicato
2 ore fa-
29 Luglio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Per un Paese esportatore come il nostro i dazi sono sempre un problema, ma da una prima analisi l’impatto per alcuni settori potrebbe non pare essere così drammatico”. A parlare, intervistato dal Corriere della Sera, è il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.
“Intanto – afferma – alcuni prodotti nostri non sono replicabili negli Stati Uniti. Pensiamo all’olio di oliva, che importano per il 95%, o al pecorino, che lì non sanno fare”. A prescindere dal prezzo “dovranno continuare a importare certi beni dai paesi in grado di produrli. Probabile che gran parte dei dazi non saranno pagati dai produttori italiani, ma verranno spalmati sull’intera filiera, che per la maggior parte dei prodotti, per valore, è negli Stati Uniti”.
Per Lollobrigida “il vino è quello che preoccupa di più. Ma su questo sembra che ci sia ancora la possibilità di rivedere la trattativa. Più facile quella sugli spiriti prodotti anche dagli Usa che potrebbe finire con zero a zero. Ma vedremo alla luce dei prossimi giorni se ci sarà davvero una riduzione dell’export. Lunedì 4 a Chigi abbiamo convocato una riunione del sistema produttivo per affrontare la questione vino, non solo legata ai dazi ma anche a una strategia complessiva”.
“Non voglio essere ottimista a tutti i costi, ma nemmeno catastrofista come chi lo sta facendo in queste ore in modo del tutto strumentale”, aggiunge. Per il ministro “è paradossale che il Pd, che ha sostenuto dall’inizio Ursula von der Leyen, confermandole la fiducia, e dall’inizio ha detto che la trattativa la doveva fare l’Ue, adesso stigmatizzi l’accordo che lei ha concluso come il peggiore possibile”.
-foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
Udine, operazione “Carta bianca”. Fatture false per oltre 50 milioni
Pubblicato
2 ore fa-
29 Luglio 2025di
Redazione
UDINE (ITALPRESS) – I militari del Comando Provinciale di Udine, nell’ambito dell’operazione “Carta bianca” hanno segnalato alle competenti Autorità Giudiziarie 14 soggetti di etnia cinese, a vario titolo, dediti all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, per un ammontare complessivo di 50 milioni di euro (cui corrisponde un’IVA evasa di 11 milioni di euro), per il tramite di 6 imprese cartiere, appositamente costituite ed intestate a meri prestanome nullatenenti, dislocate sull’intero territorio nazionale.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Udine, sono state sviluppate dai Finanzieri della Compagnia Cividale del Friuli, mediante l’esaustiva analisi delle molteplici segnalazioni di operazioni sospette, attraverso l’esame della copiosa documentazione contabile, bancaria ed extracontabile acquisita nel corso delle investigazioni nonchè avuto riguardo al particolare tessuto economico caratterizzante il ciclo produttivo della sedia.
All’esito, è emerso che 3 aziende locali, gestite da cittadini cinesi, avevano inserito, nella loro contabilità, fatture per operazioni inesistenti per oltre 2,3 milioni di euro (cui corrisponde un’IVA pari ad oltre 500 mila euro), emesse dalle “cartiere” rilevate – anch’esse formalmente intestate sempre a soggetti sinici – rivelatesi delle vere e proprie “scatole vuote”, create per il solo fine di evadere l’IVA e abbattere il risultato d’esercizio su cui le imprese friulane avrebbero dovuto pagare le imposte dovute allo Stato.
L’indagine ha travalicato i confini regionali, infatti, a seguito degli accertamenti esperiti, sono state inoltrate alle competenti Autorità Giudiziarie (Torino, Milano, Firenze, Lecco, Treviso e Roma) specifiche comunicazioni di notizia di reato a carico dei referenti delle imprese “cartiere” rilevate nonchè apposite segnalazioni ai Reparti del Corpo territorialmente competenti, per la ripresa ai fini fiscali delle imposte evase dagli altri 109 utilizzatori delle false fatture, non ricadenti nella circoscrizione del Reparto, con la conseguenziale aggressione dei rispettivi patrimoni.
All’esito delle investigazioni coordinate dalla locale Procura della Repubblica, l’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari presso Tribunale di Udine ha emesso due distinti provvedimenti di sequestro preventivo, per complessivi euro 974.890,96, nei confronti di 4 persone, a vario titolo, amministratori di diritto e di fatto di 3 imprese esercenti l’attività di “laboratori di tappezzeria” nel distretto industriale c.d. “Triangolo della sedia”, permettendo il sequestro di disponibilità finanziarie, beni mobili ed immobili per oltre 600.000 euro.
Foto: Ufficio stampa Guardia di Finanza
(ITALPRESS).


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