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Cronaca

Gruppo Cap, a Ecomondo i depuratori-bioraffinerie modelli di circolarità

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MILANO (ITALPRESS) – Tredici incontri e una tavola rotonda per raccontare la rivoluzione del settore idrico all’insegna dell’economia circolare. Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, porta alla 25ma edizione di Ecomondo, l’evento di riferimento per la transizione energetica che si svolge alla Fiera di Rimini dal 26 al 29 ottobre, tutti i suoi progetti di simbiosi industriale.
Il settore idrico ha un ruolo fondamentale nel contribuire a cambiare radicalmente le logiche della produzione e dei consumi per dare avvio a uno sviluppo veramente sostenibile del territorio e dell’utilizzo razionale delle risorse finite, a partire dall’acqua. E’ questo il punto di partenza da cui nasce la Tavola Rotonda “Dalla linearità alla circolarità: simbiosi industriale e valorizzazione degli asset pubblici nella transizione green”, l’incontro dove il gestore del servizio idrico lombardo presenterà il modello dei depuratori-bioraffinerie, piattaforme integrate per l’economia circolare capaci di coniugare la gestione sostenibile dell’acqua con quella dei rifiuti e che nel territorio della Città metropolitana di Milano sono già realtà consolidate.
Al centro dei temi affrontati, ZeroC e Neutalia, società nate nel 2021 dalla visione strategica della water utility lombarda per gestire nella logica della circular economy i rifiuti e le materie riconvertite, in linea con le strategie di efficientamento green previste dal PNRR e dal Masterplan europeo per raggiungere l’obiettivo “net 0 emission” nel 2050. In calendario il 28 ottobre alle 10.00, l’evento si terrà alla presenza dell’Assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo e del presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP Alessandro Russo, della presidentessa di Assimpredil Ance Regina De Albertis, e dei sindaci di Legnano e Cinisello Balsamo.
“La simbiosi industriale e l’economia circolare sono i concetti alla base di tutta la strategia di sviluppo sostenibile delle nostre infrastrutture e sono la premessa per una rivoluzione del settore idrico nel segno della circolarità, afferma Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP. Solo con il modello del sistema di rete che prevede sinergie con istituzioni nazionali e locali e con i partner pubblici e privati, possiamo costruire il servizio idrico del futuro seguendo gli obiettivi tracciati dalla rivoluzione green dettata dal PNRR. Grazie a questi progetti stiamo mostrando come sia possibile creare una vera sinergia tra il modo dell’acqua e quello dei rifiuti, trasformando infrastrutture pubbliche già esistenti in hub di economica circolare in grado di intercettare i flussi urbani e agricoli di materie organiche”.
Sotto i riflettori le più recenti esperienze di ZeroC e Neutalia, portate per la prima volta all’attenzione di un palcoscenico internazionale da Andrea Lanuzza, direttore generale gestione di CAP e amministratore unico ZeroC e Michele Falcone, direttore sviluppo strategico di CAP e presidente Neutalia.
ZeroC nasce per gestire la Biopiattaforma di Sesto San Giovanni, il primo polo di economia circolare a 0 emissioni di carbon fossile, ora in costruzione, realizzato per trasformare i fanghi di depurazione e la FORSU in energia pulita e biometano. Neutalia è invece la società benefit fondata a luglio di quest’anno per dare vita a una svolta green nella governance del termovalorizzatore di Borsano, nell’alto milanese, grazie al network con Gruppo Amga e AGESP S.p.A., partner specializzati nella gestione dei rifiuti.
Nei 4 giorni della manifestazione l’azienda pubblica sarà presente a Ecomondo con altri 13 eventi per approfondire insieme al pubblico e agli addetti ai lavori strategie, tecniche innovative e progetti incentrati sulla simbiosi industriale fra il settore dei rifiuti e quello del ciclo idrico integrato a partire dalla valorizzazione degli asset pubblici esistenti.
Il boost di risorse pianificate per i prossimi 10 anni da CAP -oltre 100 milioni di euro in aggiunta agli oltre 1.200 milioni previsti fino al 2033 – servirà a potenziare il ruolo dei 40 depuratori-bioraffinerie distribuiti sul territorio per i quali è previsto un programma di produzione di biogas e biometano generati da rifiuti organici, provenienti dall’industria agro-alimentare dell’hinterland milanese. Sono nate in quest’ottica le sinergie industriali con Danone e con altri operatori della filiera alimentare e della GDO con l’intento di ridurre gli sprechi alimentari.
Tra gli ultimi progetti in ordine di tempo spicca l’accordo con Milano Ristorazione, in base al quale confluiscono nei biodigestori anaerobici presenti nel depuratore di Robecco sul Naviglio gli scarti alimentari prelevati dal centro di via Sammartini per diventare bioenergia e autoalimentare l’impianto, comportando benefici sul costo della bolletta per i cittadini e riduzione delle emissioni inquinanti. Il progetto pilota, autorizzato dalla Città metropolitana di Milano nel dicembre 2020 rientra tra gli obiettivi indicati dal Piano di Sostenibilità di CAP che mira a ridurre entro il 2033 dell’impatto di CO2 del 40% e il volume dei fanghi prodotti dalla depurazione dell’acqua dell’87%.
Il 27 ottobre Alessandro Russo sarà inoltre uno dei protagonisti degli Stati Generali della Green Economy, l’evento annuale inserito nel programma di Ecomondo, in occasione della “sessione plenaria internazionale dedicata al tema imprese e governi verso la neutralità climatica (9.30-13.00, Sala Neri 1). L’iniziativa è promossa dal Consiglio Nazionale, composto da 68 organizzazioni di imprese della green economy in Italia, in collaborazione con il Ministero della Transizione ecologica e il patrocinio della Commissione Europea.
(ITALPRESS).

Cronaca

Rapporto Maciste, il mercato illecito del tabacco si sposta online e cambia volto

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ROMA (ITALPRESS) – Il mercato illecito di tabacco e sigarette elettroniche sta attraversando una fase di profonda trasformazione, sempre più segnata dalla digitalizzazione e da una crescente frammentazione che ne rende complessa l’individuazione. E’ questa la fotografia delineata dall’analisi del Tavolo M.A.C.I.S.T.E., promosso dalla Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” e dedicato al monitoraggio dell’evoluzione del traffico irregolare di tabacchi e sigarette elettroniche in Europa e in Italia.
Nel corso del panel “La difesa del Made in Italy attraverso la lotta all’illecito: il caso dei tabacchi”, ospitato nella sede di Coldiretti all’interno del convegno “Crescita sostenibile e competitività del Made in Italy: opportunità e sfide per le nostre filiere”, è emerso come le tradizionali reti criminali si stiano intrecciando con nuovi canali digitali di distribuzione. Questo fenomeno sta producendo ripercussioni significative su entrate fiscali, legalità, salute pubblica e posti di lavoro.
Il rapporto MACISTE segnala che nel 2024, in Europa, sono state consumate 52 miliardi di sigarette illegali, causando una perdita fiscale di 14,9 miliardi di euro. Il fenomeno mostra differenze marcate tra Paesi: la Francia sfiora il 38% di consumo irregolare, mentre nei Paesi Bassi – dove è stato attuato un forte aumento dei prezzi – si registra un incremento di circa dieci punti percentuali in un solo anno. A questa dinamica si somma la diffusione delle cosiddette white illicit provenienti dall’Est Europa e una crescente presenza su piattaforme e-commerce e circuiti criptati, che permettono transazioni rapide, anonime e difficili da tracciare.
In Italia, il mercato illecito del tabacco combusto si attesta all’1,8%, grazie alla costante attività di controllo e contrasto delle autorità e delle forze dell’ordine, supportata da un quadro normativo solido e avanzato. Ciò rende l’Italia un esempio virtuoso a livello europeo. Ne sono prova le recenti operazioni che hanno portato alla scoperta di opifici clandestini in Lazio, Piemonte e Lombardia, spesso legati a lavoro irregolare e capaci di produrre milioni di sigarette al giorno destinate ai mercati europei più redditizi.
La ricerca MACISTE mette però in luce una rapida trasformazione nel comparto delle sigarette elettroniche, sempre più trasferite verso canali digitali dove i controlli risultano meno efficaci. L’illegalità in questo settore riguarda circa un milione e mezzo di consumatori e un valore di 1,2 miliardi di euro, pari al 5% del mercato italiano. Per alcune tipologie, come le e-cig usa e getta e le capsule, il tasso di irregolarità stimato supera il 40-60%.
Nel 2024, il danno economico complessivo derivante dalla vendita illegale di prodotti del tabacco e della nicotina in Italia è quantificato in 620 milioni di euro di imposte non incassate e 540 milioni di fatturato sottratto alla filiera legale, con un impatto diretto sull’occupazione pari a circa 5.100 posti di lavoro. A ciò si aggiungono i rischi sanitari legati a prodotti non controllati e gli effetti ambientali dovuti allo smaltimento scorretto dei componenti elettronici.
Un apporto significativo allo studio proviene dal report “Illicit tobacco trade 2025”, presentato al tavolo MACISTE dalla Guardia di Finanza. Il documento, oltre a fornire dati aggiornati sui risultati delle attività di contrasto al contrabbando di tabacchi e sigarette elettroniche, evidenzia un trend criminale sempre più marcato negli ultimi due anni: l’investimento, da parte delle organizzazioni criminali, in capacità produttive illegali localizzate direttamente sul territorio nazionale, tramite opifici clandestini e manodopera irregolare.
Tra settembre 2024 e settembre 2025, secondo il report, la Guardia di Finanza ha scoperto e sequestrato in Italia 10 opifici illegali. Sono fabbriche abusive attive 24 ore su 24, dotate di attrezzature avanzate e sistemi di sorveglianza, in grado di generare profitti ingenti in tempi ridotti.
Al panel hanno preso parte Carlo Ricozzi, già Gen. C.A. della Guardia di Finanza e coordinatore del tavolo M.A.C.I.S.T.E.; Luigi Vinciguerra, Gen. B. capo del III reparto operazioni del Comando generale della Guardia di Finanza; Gennarino Masiello, presidente UNITAB Europa e vicepresidente nazionale Coldiretti; Piergiorgio Marini, senior manager value chain and illicit prevention di Philip Morris Italia. La presentazione dello studio è stata curata da Stefano Liberti, ricercatore della Fondazione Agromafie.
-foto ufficio stampa Coldiretti-
(ITALPRESS).

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BREAKING NEWS LOMBARDIA – 4 DICEMBRE 2025

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I fatti del giorno: Dna di Chiara Poggi, dubbi sulla perizia – Arresti a Pavia per cocaina e bici rubata – A Vigevano Ztl sotto accusa – Sabato funerali ex sindaco di Stradella Maggi – Elicottero precipita in Valtellina, una vittima – Amazon e FedEx, svolta su algoritmi e tasse – Pronto Meteo Lombardia per il 5 Dicembre.

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Jakala, il ruolo dell’IA in azienda al centro dell’ultimo Digital Coffee del 2025

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MILANO (ITALPRESS) – Palazzo Mellerio, sede milanese di Jakala, ha ospitato l’evento conclusivo del ciclo dei Digital Coffee, il format di incontri che, lungo tutto il 2025, ha analizzato le traiettorie della trasformazione digitale nei principali settori dell’economia. Dopo sei edizioni dedicate a temi verticali – pianificazione media, largo consumo, energia, automotive, lusso, privacy – l’appuntamento finale ha composto una visione d’insieme, concentrandosi sul tema più trasversale e strategico: il valore di un modello di Intelligenza Artificiale realmente industrializzato, scalabile e capace di generare impatto sul business.
L’edizione, dal titolo “Costruire l’AI Factory: dal dato all’impatto di business”, ha ribadito l’esigenza, per le imprese, di superare la fase degli esperimenti isolati. Non basta più testare l’AI in laboratorio e nei progetti pilota: serve un sistema organizzativo e tecnologico che trasformi dati e algoritmi in valore concreto, portando l’AI dentro le decisioni e i processi operativi quotidiani. In sintesi, una capability aziendale stabile, che renda l’Intelligenza Artificiale un vero motore di competitività.
Il dibattito si è articolato a partire dal concetto di AI Factory, il modello operativo che Jakala utilizza per industrializzare l’Intelligenza Artificiale in azienda.
Il modello si sviluppa su tre livelli: un’architettura dati solida e scalabile; la trasformazione dei processi attraverso automazione e AI; l’impatto misurabile su produttività, efficienza operativa, performance di marketing e vendite.
L’elemento distintivo è la knowledge base ontologica: un sistema che organizza le informazioni aziendali mappando le relazioni tra dati, processi e contesti di business. Invece di progetti AI isolati che lavorano su silos separati, l’AI Factory crea una base di conoscenza condivisa dove l’intelligenza artificiale comprende le connessioni tra funzioni diverse, generando valore in modo coerente e scalabile.
Dopo il benvenuto di Vittorio Di Tomaso, Solution Design Managing Director (Jakala), e Stefano Brigaglia, Head of AI, Data Science & Location Intelligence Executive Director (Jakala), si è tenuta la tavola rotonda moderata da Andrea Cabrini, Direttore di Class CNBC. Sono intervenuti Davide Consiglio, Country Data Officer (Generali); Alexis Grigoriadis, CMO (Eurobet); Carlo Luzzi, Ingegnere (Honda Racing Corporation); Alessandro Penasa, CEO (DAO); Marcello Savarese, Chief Data Analytics Officer (Wind Tre)
La tavola rotonda ha evidenziato come la trasformazione in atto non riguardi più soltanto l’evoluzione della cultura del dato, ma stia entrando in una seconda fase, guidata dall’integrazione concreta dell’Intelligenza Artificiale nei processi aziendali. Un tema centrale è l’AI governance: le competenze, un tempo concentrate in pochi team specialistici, si stanno distribuendo nelle funzioni operative, rendendo l’AI parte effettiva del lavoro quotidiano di sempre più persone nell’organizzazione.
Tra i casi presentati, particolare attenzione è stata dedicata ai nuovi modelli di automazione intelligente applicati allo store management, che includono tecnologie di tracciamento dei flussi in negozio e sensoristica avanzata per rilevare i prodotti prelevati dallo scaffale. L’integrazione con applicazioni mobile abilita percorsi di acquisto completamente automatizzati. Sono esempi concreti di come l’AI stia ridisegnando l’intera esperienza retail, dalla soglia del negozio al checkout.
E’ emerso, inoltre, come l’analisi dei dati in tempo reale diventi decisiva in ambienti operativi ad alta complessità: la capacità di interpretare i segnali nel momento in cui si verificano e trasformarli immediatamente in azioni concrete rappresenta oggi un fattore critico di performance, specialmente in settori dove ogni secondo conta.
L’incontro ha permesso di approfondire l’elemento più critico dell’approccio di Jakala: il ruolo della knowledge base ontologica come fondamento dell’AI Factory.
“La differenza tra AI che funziona e AI che fallisce sta nella qualità della conoscenza sottostante. Jakala costruisce knowledge base che rappresentano non solo i dati, ma le relazioni tra entità, processi e contesti di business – ha detto Di Tomaso -. Questo approccio trasforma l’AI da strumento di automazione puntuale a sistema integrato: un’infrastruttura che collega dati, processi e modelli attraverso una rappresentazione condivisa, permettendo all’AI di operare in modo coerente su tutte le funzioni aziendali e generando un impatto reale e continuativo”.
Il Digital Coffee conclusivo ha mostrato come l’AI Factory rappresenti il percorso necessario per portare l’AI oltre lo stadio sperimentale e renderla parte dell’infrastruttura aziendale permanente: “Parlare di AI oggi significa parlare di architettura della conoscenza. Con l’AI Factory vogliamo far superare alle aziende l’idea dell’esperimento isolato: serve una knowledge base strutturata che permetta all’AI di comprendere il business nella sua interezza – ha aggiunto Di Tomaso -. Solo quando l’intelligenza artificiale è radicata in una base di conoscenza solida può operare su scala aziendale, accelerare le decisioni e diventare un motore permanente di competitività”.

– foto f50/Italpress –
(ITALPRESS).

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