Politica
Renzi “Il Governo durerà fino al 2023, saremo al fianco di Draghi”
Pubblicato
3 anni fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Spero che Draghi riprenda il timone del governo con più forza. Che non significa ignorare il Parlamento ma sfidare la politica in positivo. Draghi non è indebolito. Ma il suo governo oggi può fare di più e meglio: sbloccare le infrastrutture, semplificare le regole della dad a scuola, mettere a terra i progetti del Pnrr, combattere in Europa la battaglia sul debito. Tutte cose che il premier farà, ne sono certo. E noi saremo al suo fianco. La legislatura durerà fino al 2023: mai avuto dubbi a tal proposito, anche se Conte ha sognato di interromperla prima”. Così, in un’intervista al Corriere della Sera, il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Quanto ai raporto con il segretario Pd Leta, dice: “Sui temi di fondo siamo sempre dalla stessa parte. Enrico si è tranquillizzato quando ha capito che non avrei mai fatto asse sulla Casellati. In tanti pensavano che avrei votato Casellati pur di diventare presidente del Senato. Ma io mi chiamo Matteo Renzi: combatto contro tutti per le mie idee, non per un tornaconto personale. Quando davanti a un caffè ho chiarito a Letta che non avrei mai accettato lo scambio di poltrone è cambiato il clima. E abbiamo lavorato meglio”, spiega. Forza Italia si è dissociata dal centrodestra, questo passaggio può essere foriero di novità? “Sì. Il centrodestra non c’è più, ha detto Meloni. E non è che i Cinque Stelle siano messi meglio. Saranno mesi di cantieri all’interno dei vari schieramenti politici. Ma è prematuro immaginare che cosa accadrà. La conferma di Mattarella e di Draghi portano stabilità al Paese e questo paradossalmente consentirà l’evoluzione del quadro partitico”.
(ITALPRESS).
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Politica
Meloni “A Gaza situazione umanitaria ingiustificabile, Governo in prima fila sulla vicenda”
Pubblicato
7 ore fa-
14 Maggio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “C’è un costante impegno a sostegno degli sforzi dei mediatori per porre fine al conflitto, ho in più riprese sentito Netanyahu, sono state conversazioni spesso difficili in cui ho sempre richiamato l’urgenza di trovare una strada per terminare le ostilità e rispettare il diritto internazionale umanitario a fronte di una situazione umanitaria a Gaza che non ho difficoltà a definire sempre più drammatica e ingiustificabile”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso del premier time alla Camera.
“Fin dall’inizio del conflitto a Gaza il governo è stato in prima fila, un ruolo riconosciuto da tutti gli attori in campo. L’Italia ha svolto un ruolo di primo piano per fornire gli aiuti alla società civile”, ha aggiunto, sempre in riferimento alla vicenda di Gaza.
Parole decise, poi, nei confronti di Netanyahu: “Non condividiamo le recenti proposte del governo israeliano e non abbiamo mancato di dirlo ai nostri interlocutori. Consapevoli però come siamo, che non è stato Israele a iniziare l’ostilità e che c’era un disegno alla base dei disumani attacchi di Hamas. Quel disegno puntava all’isolamento e questo non può non farci riflettere su quanto sarebbe pericoloso assecondare i terroristi che non si sono fatti scrupoli a sacrificare la vita di israeliani e palestinesi”.
Sui dazi interni UE: “E’ fondamentale rimuovere i dazi interni che minano la competitività europea, è arrivato il tempo di invertire la rotta in modo deciso. E’ chiaro a noi, è quello che chiedono imprese e lavoratori ed è quello che hanno ribadito i cittadini europei con il loro voto”.
Sul Pil italiano: “Ricordo i dati positivi dell’Italia conseguiti in questi anni nonostante la situazione internazionale complessa. I dati non sono un’opinione e raccontano un’Italia va meglio rispetto al passato”.
“Penso che rispetto all’Italia che raccontate voi il giudizio vada chiesto ai cittadini e penso che i cittadini vedano un cambio di passo, una linea più chiara. Un cambio di passo anche rispetto al variegato mondo delle opposizioni che, quando è al governo fa delle riforme e quando è all’opposizione fa i referendum perché vuole abolirle. Penso che gli italiani vedano che noi abbiamo una linea chiara di politica economica”, ha aggiunto sul referendum.
Il presidente del M5S, Giuseppe Conte, ha presentato un’interrogazione sulle spese per la Difesa. Questa la risposta della premier: “La libertà, la sovranità e la difesa degli interessi nazionali hanno un costo, se fai pagare ad altri significa che non sarai tu a decidere del tuo futuro. Noi dobbiamo lavorare per rafforzare la nostra sicurezza non perché dobbiamo fare un favore agli Usa ma a noi stessi. Oggi Italia ed Europa non sono autonomi e io non cambio idea rispetto a come gira il vento. Non vi seguo quando dite che le spese per la difesa sono risorse sprecate, è noto a tutti che investire anche in questi ambiti genera effetti espansivi sull’economia. Non accetto grandi lezioni da chi ha sempre detto che si deve investire su competitività e filiera, ma non mi pare che su questo si siano messi centinaia di migliaia di euro cruciali. Quindi grazie, ma no grazie”.
Infine, in risposta a Schlein sulla sanità: “In Italia quali sono le priorità e come si deve operare sulla sanità è deciso dal Piano sanitario nazionale e l’ultimo è stato scritto nel 2011, era un governo di centrodestra, siete stati al governo 10 anni e non avete non avete mai scritto un Piano sanitario nazionale e oggi ci venite a spiegare quanto sia importante la sanità? Spero che la gente capisca il gioco che si sta portando avanti. Noi vogliamo scrivere il nuovo Piano sanitario nazionale, speriamo che su questo almeno ci vogliate dare una mano invece che stare lì a fare le macumbe perché le cose vadano male e magari potete risalire nei sondaggi”.
– foto screenshot video Palazzo Chigi –
(ITALPRESS).
Politica
Ue, Mattarella “Sulla difesa comune siamo in ritardo e su competitività progredire senza indugi”
Pubblicato
9 ore fa-
14 Maggio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Occorre mettere in campo misure efficaci e allo stesso tempo ambiziose. Ne cito una, che nella sua attualità e urgenza ben esemplifica le conseguenze dell’inazione e delle ingiustificate ritrosie a procedere lungo il cammino dell’integrazione. La Difesa comune europea. Gli Stati membri ne discutono da oltre settant’anni. Non è difficile immaginare quale sarebbe oggi la condizione dell’Unione, di fronte al mutato contesto geopolitico, se avessimo scelto a suo tempo di compiere quel salto di qualità politico nel processo di integrazione”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento al Simposio Cotec Europa, a Coimbra, in Portogallo. “Oggi siamo in ritardo, in rincorsa rispetto agli eventi e dobbiamo, di conseguenza, avvertirne l’urgenza”, ha aggiunto.
IL VIDEO DEL DISCORSO DI MATTARELLA
“Le iniziative avviate in materia dalla Commissione europea sono un primo fondamentale passo e testimoniano piena consapevolezza della posta in gioco. Rappresentano anche una dimostrazione di concretezza, volendo porre a fattor comune strumenti e vantaggi di scala propri di un ordinamento sovranazionale che già in passato ha dimostrato capacità di adattamento a diversi shock esogeni”, ha sottolineato il capo dello Stato.
“La competitività compare in cima all’agenda dei governi europei e in quella delle istituzioni comunitarie. Progredire senza indugi e con efficacia in quest’ambito è largamente considerata condizione indispensabile all’approfondimento ulteriore del progetto d’integrazione continentale, al rilancio strategico dell’Unione Europea e alla preservazione di un’economia prospera per i suoi Stati Membri e per i suoi cittadini – ha proseguito il Capo dello Stato – Un’Europa rinnovata, più competitiva, più resiliente, più presente nello scacchiere internazionale. È una sfida epocale per il nostro continente, tanto più urgente se raffrontata a recenti evoluzioni negli equilibri mondiali”, ha aggiunto.
“È necessario rafforzare la capacità europea di crescere, generare opportunità e benefici economici, creando le condizioni affinché ciascun cittadino possa accedervi secondo equità. Questo vuol dire lavorare, con unità d’intenti tra Stati Membri, per migliorare quelli che sono i nostri punti di forza, a cominciare dal Mercato Unico Europeo. Esso contribuisce già in maniera significativa al prodotto interno lordo dell’Unione, ponendola tra i principali attori dell’economia mondiale. Il rapporto Letta ha presentato proposte valide per estendere il mercato unico a settori che in passato ne sono stati esclusi. Tra questi: la finanza, l’energia, le telecomunicazioni. Ma anche – ed è questo un aspetto fondamentale – la ricerca, l’innovazione e l’istruzione”, ha concluso.
-Foto ufficio stampa Quirinale-
(ITALPRESS).
Politica
Foti “Transizione demografica fondamentale per il futuro della nazione”
Pubblicato
16 ore fa-
14 Maggio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Questi sono temi fondamentali per il futuro della nostra nazione, ma anche dell’Europa, poiché vi sono delle situazioni che ormai rappresentano qualcosa di più di un indicatore, ma ahimè è una tendenza, e quando si ha una tendenza che si consolida nel tempo, bisogna cercare di intervenire nel limite del possibile, perché devo dire che di soluzioni in tasca pronte non ce ne sono molte”. Lo ha detto il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione, Tommaso Foti, nel corso dell’audizione nella commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica.
Il ministro Foti ha spiegato che “oggi le dinamiche della transizione demografica portano a un aumento della longevità e ad una diminuzione della natalità, questo determina degli effetti di difficile equilibrio sociale che non possiamo ignorare. Uno degli argomenti di forte preoccupazione è che il valore del livello di sostituzione generazionale, due figli che sostituiscono i due genitori, in Europa non lo raggiunge nessuna nazione. Questo indica un mutamento fatale sia sulla composizione della popolazione europea e italiana in termini numerici, sia soprattutto sulle prospettive nell’ambito del welfare. Questa è una situazione che ci deve far riflettere”.
“Gli studi, sulla base dei dati Istat, ci dicono che, raggiunto il livello record dei 60,3 milioni di abitanti del 2014, vi è stato un progressivo, lento ma inesorabile calo del numero di abitanti nel nostro paese, calo che ha già portato alla perdita di circa un milione e 500-900 mila abitanti. Lo scenario e gli scenari che devono preoccupare di più sono quelli del futuro, tra l’altro l’inversione della curva demografica è un’inversione che non si fa in un anno – ha spiegato il ministro -. Occorrono almeno 18-20 anni per poter stabilizzare una inversione della curva demografica – ha aggiunto – e le previsioni, pubblicate dall’Istat, dicono che secondo uno scenario mediano la popolazione residente scenderà dagli attuali 59 milioni a meno di 55 milioni nel 2050 e a 46,1 milioni nel 2080″.
Foti ha sottolineato: “Facciamo e prendiamo uno scenario che non sia mediano ma uno scenario più ottimistico, e questo però comunque ci dice che nel 2080 l’Italia perderà ad esempio più di 6 milioni di abitanti. Non è solo un problema numerico, ma è un problema che poi va a incrociarsi con una situazione, per esempio, che vede cambiare il rapporto tra i 65enni e la fascia da 0 a 14 anni, con inevitabili riflessi anche per quanto riguarda il mondo della produzione, dei consumi, la necessità o meno di abitazioni, i servizi sociali che fatalmente rischiano di cambiare. Se vogliamo fare una politica di cambiamento dobbiamo partire da oggi”.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).


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