Cronaca
Vinitaly, a Veronafiere 4.400 aziende da 19 paesi e buyer da 50 stati
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4 anni fa-
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Redazione
VERONA (ITALPRESS) – Torna in presenza, dopo due anni di stop, l’appuntamento più atteso per il business e la promozione del settore vitivinicolo: Vinitaly è di nuovo a Veronafiere, dal 10 al 13 aprile. La 54^ edizione del salone internazionale dei vini e dei distillati si presenta con un quartiere espositivo sold out con 4.400 aziende provenienti da 19 nazioni, oltre 30 convegni e 76 super-degustazioni in programma. Un sistema integrato con la piattaforma b2b online di VinitalyPlus, con oltre 17mila etichette caricate in formato digitale dai produttori.
Sono 700 i top buyer esteri di vino italiano accreditati a Vinitaly da 50 Paesi: 650 sono arrivati grazie alla campagna promossa da Veronafiere insieme a ICE-Agenzia; a questi si aggiungono i 50 operatori profilati della domanda al loro debutto a Verona, parte di un nuovo progetto di incoming ‘tailor madè, frutto della collaborazione diretta della fiera con 30 aziende espositrici di Vinitaly.
Tra le novità all’interno dei 17 padiglioni, oltre all’area del ‘quarto colore del vinò sugli Orange wine, “MicroMegaWines – Micro Size, Mega Quality”, la nuova sezione riservata alle produzioni di nicchia a tiratura limitata e di altissima qualità, Organic Hall che implementa l’offerta di Vinitaly Bio e la sezione Mixology che debutta ufficialmente con un proprio format.
A Vinitaly spazio anche agli espositori esteri nell’International Wine Hall, il padiglione riservato alle produzioni internazionali di Francia, Brasile, Slovenia, Argentina, Spagna, Serbia, Macedonia, Libano e Sud Africa.
In contemporanea a Vinitaly si svolgono anche Sol&Agrifood, il salone internazionale dell’agroalimentare di qualità, Enolitech, il salone internazionale delle tecnologie per la produzione di vino, olio e birra, e Vinitaly Design, l’area dedicata all’oggettistica per la degustazione e il servizio, agli arredi per cantine, enoteche e ristoranti e al packaging personalizzato e da regalo.
I wine lover, invece, possono partecipare al fuori-salone Vinitaly and the City, in calendario fino all’11 aprile con un palinsesto di eventi, spettacoli e degustazioni nelle vie e nelle piazze del centro storico di Verona.
Al convegno inaugurale della mattina dal titolo “Vinitaly Restart” hanno preso parte il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli, il presidente di Veronafiere Maurizio Danese, il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, il sindaco di Verona Federico Sboarina, il presidente di ICE Carlo Ferro, il presidente della Provincia di Verona Manuel Scalzotto e il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani. Nel corso dell’evento sono stati presentati da Carlo Flamini, responsabile dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly, i risultati della ricerca “The way to North America”, dedicata a presente e futuro del mercato del vino italiano negli Stati Uniti e in Canada.
Secondo Maurizio Danese, presidente di Veronafiere, “dopo la pandemia, il vino italiano è nel pieno del vortice di aumenti che rischiano di impattare per 1,3 miliardi di euro di costi aggiuntivi, facendo perdere quote di mercato a favore di Paesi produttori del nuovo mondo ed europei, meno esposti alla crisi energetica. Un tema, questo, particolarmente delicato e strategico, che sarà al centro delle giornate di Vinitaly e che, conseguentemente, imporrà anche nuovi criteri di selezione di mercati e di buyer ad alto potenziale. Il ritorno a pieno regime delle rassegne fieristiche in presenza si traduce in occasione di rilancio dell’export per le piccole medie imprese anche nel comparto vino. Settore che vede l’Italia maggior produttore al mondo con una quota del 18,5%, grazie a 130 mila imprese agricole, oltre 45.600 aziende vinificatrici e 1,3 milioni di addetti. Ed è in questo contesto che Vinitaly torna a giocare un ruolo centrale, di vero protagonista nella promozione e nell’internazionalizzazione”.
Per Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere: “Vinitaly è il brand ombrello del vino italiano più conosciuto al mondo. Questo è un dato di base oggettivo su cui costruire le trame comunicative e di marketing in favore del made in Italy. In questa edizione abbiamo lavorato moltissimo per garantire il record di buyer provenienti da Stati Uniti e Canada. Un record non solo numerico ma anche qualitativo, frutto di una selezione importante realizzata con Ice del peso dei singoli operatori che sono oggi a Verona. Riguardo al mercato Nordamericano, il settore dovrà rinnovarsi in termini di posizionamento, marketing, comunicazione ma anche di prodotto. E’ una sfida, una delle tante, che il vino italiano saprà gestire nel migliore dei modi”.
Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali: “Incontri come quello di Vinitaly, dopo 2 anni di interruzione, rappresentano per le filiere produttive italiane occasioni di scambio di informazioni tra i diversi attori del mercato, capaci di rafforzare rapporti commerciali a livello nazionale e internazionale. Straordinario ritrovarci e straordinari i numeri che emergono: record di esportazioni nel 2021 di vino pari a 7,1 miliardi di euro, con una crescita del 12,4% dati che non contengono tutto il potenziale che ancora possiamo offrire e su cui dobbiamo investire. Ciò ci fan ben sperare per il futuro, anche se Istituzioni, aziende e associazioni si debbono impegnare per fronteggiare al meglio le non poche sfide che troviamo difronte in questo particolare momento. Questi numeri però sono freddi. Non contengono tutto il portato di valori, di cultura, di storia, di sapiente mix di innovazione e tradizione che è parte essenziale del mondo del vino. Quelle sensazioni e significati che acquistano valore solo con le nostre eccellenze. Noi non produciamo solo eccellenze. Noi produciamo distintività, territorialità, gusto. La stessa differenza che c’è tra il freddo know-how e quanto stiamo esprimendo in termini di innovazione pur mantenendo e valorizzando le nostre specificità territoriali, culturali e strategiche”.
Secondo Carlo Ferro, presidente di ICE, “Vinitaly è l’occasione per ribadire una volta di più la centralità delle fiere nazionali. Per ICE lo stanziamento di 30 milioni di euro a supporto degli eventi in Italia va proprio nella direzione di collaborare con le nostre fiere verso l’internazionalizzazione stessa dell’industria fieristica. Le rassegne, infatti, sono strumenti fondamentali per il supporto all’export. Da questo punto di vista mi fa molto piacere che la partnership con Vinitaly vada in questa direzione: penso alle tappe a New York, Londra, Hong Kong, e alle altre iniziative di promozione del vino nel mondo. Riguardo all’impatto della guerra, in collaborazione con il Ministero degli affari esteri, abbiamo annunciato uno stanziamento di 15 milioni di euro destinati a facilitare una diversificazione sui mercati per le imprese che esportano verso Russia, Bielorussia e Ucraina”.
FOTO: VERONAFIERE-ENNEVI FOTO
(ITALPRESS).
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Cronaca
Spalletti “Roma esame di maturità, dobbiamo giocare da Juve”
Pubblicato
23 minuti fa-
19 Dicembre 2025di
Redazione
TORINO (ITALPRESS) – La Roma di Gasperini come banco di prova ideale per capire se a Bologna è davvero nata un’altra Juve. Luciano Spalletti ammette che la gara del “Dall’Ara” ha evidenziato “un’evoluzione. Ora bisogna andare a prendere altre cose, che abbiamo a portata di mano ma non sappiamo riconoscere. E’ mantenerle nel lungo periodo che fa la differenza”. E la sfida di domani all’Allianz Stadium può dire se la Juve è sulla strada giusta, non solo a livello di risultati ma anche di prestazioni. “L’essere belli dipende da quello che è attraente, trascinante per gli sportivi. E’ meglio avere gli abiti un pò stropicciati ma essere disponibili a fare quello che serve fare in partita: l’intensità, la corsa per recuperare una palla, le giocate di talento. Abbiamo dei margini di miglioramento, bisognerà vedere se in questo contesto di livello così tremendo a livello di corsa, di impegno mentale riusciamo a trovare gli spazi. Bisogna uscire dalla codifica, le situazioni cambiano in maniera rapida dentro la partita e devi essere bravo a riconoscerle velocemente”.
Anche per questo bisognerà fare una partita completa. “Se giochi contro la Roma senza uno che fa la fase difensiva loro te lo fanno pesare. La scatola della partita va riempita con giocate, fisico, corsa. Quello di domani è un esame di maturità, da università, e sono curioso. Ho visto il gruppo allenarsi bene, ho visto i giocatori interessati e al livello necessario per giocarsela alla pari. E’ la continuità che crea l’eccezionalità”.
Dal tecnico di Certaldo parole al miele per il collega, il cui impatto nel calcio viene paragonato a quello di Sacchi. “Gasperini è uno di quello che mi ha messo curiosità da sempre, fa la differenza con il suo modo di ragionare, di praticare un mestiere. Da quelli come lui c’è da imparare, è un modello di fabbrica, il Gasp-Brand. Già da quando era a Crotone faceva uomo contro uomo e tutti i suoi ex calciatori che ora fanno gli allenatori giocano come lui. La Roma è una squadra veramente tosta, gioca un calcio totale”.
Ma la Juve ha tutto per non essere da meno. “E’ una questione di agire, non di reagire. Le cose che fai, devi farle da Juve, non conta con chi vai a giocare, conta giocare da Juve, è quello che fa la differenza”, insiste Spalletti, che glissa sul mercato e sul possibile arrivo a gennaio di un regista (“Non ho parlato di niente con la società, non mi interessa, non vado a cercare niente e non chiedo niente”) ma ritrova Bremer in difesa (“Domani gioca”) anche se Rugani e Cabal sono in dubbio. Ma la vera notizia è il ritorno di Milik, di nuovo arruolabile a oltre 570 giorni dall’ultima partita. “Milik per domani è convocato. E’ come un bambino felice che ha la possibilità di fare il gioco che gli è sempre piaciuto. Ha entusiasmo, sa che tipo di ruolo fa, è uno che ha delle caratteristiche importanti”.
Non poteva mancare, infine, una battuta su David e sulle voci relative a un giocatore isolato dal resto dello spogliatoio ed escluso dalle cene di squadre. “Hanno fatto bene a non portarlo alle cene perchè la prima volta a cena ha messo il parmigiano sulla pasta alle vongole e non l’hanno più portato”, ironizza il tecnico bianconero.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
Riccardi “Camera italiana in Cina supporta la nostra comunità d’affari”
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23 minuti fa-
19 Dicembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – La Camera di Commercio italiana in Cina “promuove le relazioni economiche, commerciali, industriali tra i due Paesi, fornisce supporto e mostra quello che è il valore della comunità d’affari italiana nel mercato cinese”. Lo ha dichiarato il presidente della Camera di commercio italiana in Cina, Lorenzo Riccardi, intervistato dall’agenzia Italpress che, dopo aver celebrato il 17 dicembre l’accordo con l’agenzia cinese Xinhua, a gennaio aprirà un desk a Pechino proprio in collaborazione con l’associazione camerale italiana. Secondo Riccardi, gli investimenti italiani in Cina oggi “equivalgono a 15 miliardi di capitale aggregato investito”, impiegano 130 mila addetti e generano un fatturato di 30 miliardi di euro. “Ovviamente ci sono alcuni settori, alcune geografie, in particolare la Cina orientale, dove si concentra il maggior numero di investimenti”, ha precisato. La presenza italiana, se la si prova a dividere per settori, vede in prima linea, sia in termini di export che di investimenti, “i segmenti economici di maggior valore per l’Italia”, e quindi, secondo Riccardi, la meccanica, la tecnologia, il lifestyle, l’abbigliamento, la moda, il lusso e il design. “Certamente anche la sanità è un settore molto rilevante nelle relazioni tra i due Paesi”, ha proseguito. “Quello a cui puntare, quello che è più interessante, è nei dati dell’anno scorso: la crescita maggiore è stata dell’agri-food, quindi del settore alimentare, con un più 17% rispetto all’anno precedente”, ha infine aggiunto. Sempre secondo Riccardi, i due Paesi promuovono anche l’innovazione, la cooperazione in ambito finanziario il turismo e la cultura, “che sono anche componenti di rilievo della nostra economia”. La cooperazione e gli investimenti devono confrontarsi con una mentalità spesso diversa. La Cina, conferma Riccardi, è caratterizzata da strategie a lungo termine e piani quinquennali. “Il concetto stesso di piano quinquennale, che è la strategia del governo cinese per promuovere la propria direzione nello sviluppo economico, mostra che è necessario pianificare nel lungo o lunghissimo periodo. Bisogna investire, avere una propria presenza e anche un proprio management che coordini il progetto e sappia cogliere quelli che sono gli incentivi che la Cina promuove all’interno delle strategie di attrazione”, ha detto il presidente della Camera italiana in Cina. “Abbiamo menzionato l’innovazione: oggi la Cina, in particolare, ha delle agevolazioni per gli investimenti ad alto contenuto tecnologico o investimenti che promuovono la sostenibilità e il green. Ci sono anche alcune aree specifiche, come l’isola a sud di Hainan, la Greater Bay Area che ancora aggrega Hong Kong al Guangdong, e alcuni distretti di Shanghai con fiscalità privilegiata e politiche di attrazione”, ha concluso Riccardi.
(ITALPRESS).
-Foto Italpress-
Cronaca
BAT Italia, Di Paolo “Corporate Affairs chiave per trasformazione azienda”
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23 minuti fa-
19 Dicembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Il corporate affairs è una figura manageriale a 360 gradi che racchiude public affairs e communication, fondamentale per operare in mercati altamente regolati come quello della nicotina”. Lo afferma Andrea Di Paolo, vicepresidente di BAT Italia e presidente del Comitato Esecutivo di Impact, la nuova community nata per promuovere questa professione, intervistato da Claudio Brachino per Primo Piano di Italpress.
Di Paolo, con oltre 20 anni di esperienza come General Counsel, è passato da poco più di un anno alla guida del corporate affairs di BAT Italia, multinazionale presente in 180 paesi con oltre 40 mila dipendenti e 69 siti produttivi. “All’interno di BAT le funzioni legal e corporate affairs erano state unite più di dieci anni fa. Recentemente sono state divise e mi è stata offerta l’opportunità di proseguire in quest’altra funzione”, spiega.
“La professione sta cambiando radicalmente, soprattutto per le competenze richieste”, richiamando il sondaggio SWG da cui è partita l’iniziativa Impact. “Pochi conoscono la figura del corporate affairs, molti invece conoscono il lobbista ma lo vedono negativamente, come qualcosa di poco trasparente. Questo accade soprattutto perchè in Italia, a differenza del mondo legale, non esiste una disciplina specifica nè un percorso universitario dedicato”.
Il manager evidenzia come il ruolo del corporate affairs moderno vada ben oltre la vecchia concezione di lobbying: “Servono competenze specifiche perchè il corporate affairs promuove standard etici condivisi, richiede investimenti in formazione e multidisciplinarità, lavora sulla comunicazione per posizionare e costruire la reputazione del brand aziendale attraverso progetti di shared value che diano valore alla comunità”.
I prossimi anni vedranno BAT impegnata su due direttive comunitarie cruciali: la Tobacco Excise Directive sulla fiscalità e la Tobacco Product Directive. “I prodotti di nuova generazione sono in continua evoluzione, senza combustione e a rischio ridotto, ma l’attuale normativa non li disciplina adeguatamente. Si sta lavorando a livello europeo per trovare la giusta tassazione e regolamentazione”, spiega Di Paolo.
L’Italia si distingue positivamente: “E’ stata molto virtuosa perchè tutti i prodotti di nuova generazione – tabacco scaldato, sigarette elettroniche e bustine di nicotina – sono già regolamentati sia da un punto di vista di prodotto che fiscale, secondo una visione di riduzione del danno graduata in base alla scala di rischio rispetto alle sigarette tradizionali”.
Il 2025 è stato un “anno di soddisfazioni”, con BAT Italia che ha posto “le fondamenta per una componente centrale del gruppo”. Nel 2021 l’azienda aveva avviato un investimento di mezzo miliardo in cinque anni a Trieste, anticipato ora di due anni: “Abbiamo ampliato lo stabilimento da 10 mila a 30 mila metri quadri di area produttiva, inaugurando a settembre 16 nuove linee produttive per le nuove categorie, fregiandoci del Made in Italy, sinonimo di standard qualitativi elevati”.
Parallelamente, BAT ha rinnovato con il Ministero dell’Agricoltura il memorandum di intesa per l’acquisto fino a 15mila tonnellate di tabacco italiano nei prossimi tre anni. “Sosteniamo la filiera agricola nazionale più importante d’Europa, formata da 400 piccole e medie imprese con 6mila occupati in Campania e Veneto, dando loro certezza per il futuro”, afferma Di Paolo.
L’innovazione tecnologica caratterizza anche l’agricoltura: “Abbiamo introdotto un progetto basato su intelligenza artificiale e satelliti che digitalizza la filiera e fornisce suggerimenti ai tabacchicoltori. Il sistema monitora le singole piante e invia alert in tempo reale sui fabbisogni di acqua, pesticidi e concimi, evitando sprechi e spargimenti a largo spettro”.
“Siamo riusciti a far vedere alla casa madre che in Italia le cose si fanno e si possono fare bene”, conclude Di Paolo.
– Foto Italpress –
(ITALPRESS).

Tg News 19/12/2025
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