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Cronaca

“Stories”, 40 maxisculture sostenibili in mostra fino al 10/7 a Palermo

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PALERMO (ITALPRESS) – Chiocciole, conigli, gatti, rondini, elefanti, tartarughe e pinguini. Sono oltre 40 le maxisculture dalle dimensioni più svariate pronte a invadere due spazi iconici della città di Palermo: dal 10 maggio fino al 10 luglio, arriva nel capoluogo siciliano Cracking Art, uno dei fenomeni d’arte contemporanea più conosciuti al mondo, con la mostra Stories.
La natura nella Natura; una nuova vita e una nuova atmosfera si impossessano del verde palermitano attraverso l’apparizione di creature sorprendenti in plastica rigenerata, con una mostra “diffusa” che prende dimora proprio nei lussureggianti e storici giardini di Villa Malfitano e Villa Trabia.
Un’invasione di sculture “sostenibili”, creature in dialogo con lo spazio urbano, prendono possesso del luogo con lo spirito leggero e favolistico di un gioco meraviglioso.
Grandissimi animali dalle tinte sgargianti rendono il cuore di Palermo una galleria d’arte a cielo aperto, uno speciale museo senza barriere dove protagonisti sono sempre la natura e il rispetto per essa.
Sono tante le storie che si possono quotidianamente raccontare attraverso l’utilizzo degli smartphone e delle applicazioni ad essi connesse. Narrazioni che vengono condivise in brevi spezzoni – ormai note come “stories”, appunto – e che vengono spesso arricchite dall’uso di filtri, stickers, musiche che aggiungono elementi di fantasia a ciò che si vede, creando delle vere e proprie interpretazioni personalizzate della realtà circostante.
Le opere Cracking Art sono anche questo: inserimenti inaspettati di elementi di fantasia che popolano il mondo reale per reinterpretarlo e dare significati diversi.
Ogni opera si inserisce nel contesto per dare un messaggio, per interpretare il luogo o per dare una visione inaspettata di un luogo conosciuto.
Le “stories” che si incontrano nelle installazioni a Villa Malfitano e Villa Trabia traggono la loro origine dalla storia del luogo per reinterpretarla sotto forma di favola contemporanea.
La mostra, con il patrocinio del Comune di Palermo e dell’assessorato alle CulturE, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale per volontà del suo presidente Emmanuele F. M. Emanuele, realizzata dalla Fondazione Cultura e Arte con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia, in collaborazione con la Fondazione G. Whitaker, è curata dal collettivo Cracking Art ed è pensata e voluta gratuita e all’aperto, affinchè possa essere alla portata di tutti, non solo in termini di accessibilità ma anche perchè possa essere interiorizzata stimolando le reazioni e l’attenzione del singolo e – allo stesso tempo – della collettività verso importanti tematiche di interesse sociale.
La plastica, infatti, si trasforma e si rende mezzo di comunicazione: da semplice materiale di uso comune e sostanza potenzialmente dannosa per l’ambiente, si modella divenendo elemento decorativo e fonte di ispirazione.
Le installazioni Cracking Art – movimento noto nel mondo per la sua attenzione all’ambiente, per il suo forte impegno ecologista e per la pratica della rigenerazione che ha reso iconiche le sue creazioni – si inseriscono e si confrontano con la storia e l’architettura dei luoghi che le ospitano e si animano con le interazioni empatiche che vengono stabilite con il pubblico. Ogni opera, col soggetto rappresentato, è portatrice di un messaggio che ogni visitatore è chiamato a interpretare e diffondere.
“Desidero, in particolare, soffermarmi sulla valenza artistica del movimento Cracking Art, nato nei primi anni Novanta, che in principio si richiama alle esperienze della Land Art, mettendo in relazione natura e umanità, ed in seguito attinge agli stilemi della Pop Art e del graffitismo, dai quali mutua il gusto per l’esagerazione, la voglia di stupire, lo stretto legame con le vicende della società, uniti ad una prioritaria attenzione alla questione ambientale – afferma il professor Emanuele -. Dagli inizi del nuovo secolo, gli interventi e le performances del movimento si susseguono a ritmo serrato, ricordando in questo le manifestazioni del Dadaismo – che postulava la negazione dell’arte in quanto portatrice dei valori e delle convenzioni borghesi, colpevoli di frenare la libertà espressiva – e trovando un illustre precursore nel Nouveau Rèalisme, i cui artisti furono fra i primi a porsi il problema del riciclo negli anni Sessanta”. “La nuova mostra dal titolo “Cracking Art. Stories”, che approda questa primavera in Sicilia, a Palermo, la mia città natale, si declina in particolare sul concetto della reinterpretazione di luoghi conosciuti, che assumono in tal modo identità e significati diversi da quelli usuali – continua -: nel nostro caso, che ha come scenario la sontuosa Villa Malfitano, sede della Fondazione G. Whitaker di cui mi pregio essere il presidente onorario, le opere si inseriscono nel contesto prescelto – con il quale instaurano un’interazione meditata, del tutto particolare – per fornirci una visione inaspettata del luogo o per veicolare un messaggio specifico, sempre legato al rispetto della natura, alla valorizzazione del territorio, alla sostenibilità ambientale”.
“Amore per la natura e impegno eco-sostenibile. Credo – dice il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando – si possa riassumere così questa mostra en plein air che racchiude il senso di due valori fondamentali per la città di Palermo: la riscoperta del verde e il rispetto della natura. Questa mostra ci insegna ad avere cura degli spazi urbani e ci ricorda soprattutto che costituiscono un bene collettivo da salvaguardare e da promuovere. Esprimo, dunque, un sentito ringraziamento alla Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale, in particolar modo al presidente Emmanuele F. M. Emanuele, e ad Arthemisia perchè con questa installazione contribuiscono, inoltre, ad esaltare la bellezza di Villa Trabia e Villa Malfitano”.
“Il progetto artistico Cracking Art viene condiviso con l’Assessorato Verde e Giardini. Le sculture che vedono gli animali protagonisti, intendono dialogare armonicamente con gli spazi urbani e i giardini storici con un linguaggio artistico innovativo che non mancherà di attivare processi di riflessione sui temi legati alla sostenibilità e alla difesa dell’ambiente – sottolinea Mario Zito, assessore alle CulturE del Comune di Palermo -. Palermo ancora una volta si rivela protagonista nelle sue molteplici espressioni e potenzialità artistiche”.

– foto ufficio stampa Fondazione Terzo Pilastro –
(ITALPRESS).

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Ucraina, Papa “Condivido il dolore per le vittime di guerra insensata”

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ROMA (ITALPRESS) – “La fede del vostro Popolo ora è messa a dura prova. Molti di voi, da quando è iniziata la guerra, sicuramente si sono chiesti: Signore, perchè tutto questo? Dove sei? Che cosa dobbiamo fare per salvare le nostre famiglie, le nostre case e la nostra Patria? Credere non significa avere già tutte le risposte, ma confidare che Dio è con noi e ci dona la sua grazia. La Vergine Maria, tanto cara al popolo ucraino, che con il suo umile e coraggioso sì ha aperto la porta alla redenzione del mondo, ci assicura che anche il nostro sì, semplice e sincero, può diventare strumento nelle mani di Dio per realizzare qualcosa di grande. Vi esorto a condividerla con i vostri cari, con i vostri connazionali e con tutti coloro che il Signore vi farà incontrare. Dire sì oggi può permettere di aprire nuovi orizzonti di fede, di speranza e di pace, soprattutto a tutti quanti sono nel dolore”.

Così Papa Leone XIV ricevendo nella Basilica di San Pietro i pellegrini della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina. “Sorelle e fratelli, accogliendovi qui desidero esprimere la mia vicinanza alla martoriata Ucraina, ai bambini, ai giovani, agli anziani e, in modo particolare, alle famiglie che piangono i propri cari. Condivido il vostro dolore per i prigionieri e le vittime di questa guerra insensata. Affido al Signore le vostre intenzioni, le vostre fatiche e tragedie quotidiane e, soprattutto, i desideri di pace e di serenità”, ha concluso il Santo Padre.

-Foto IPA Agency-

(ITALPRESS)

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Cronaca

Taormina, Nations Award a Besson e Gilliam. Premio “green” a De Mozzi

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TAORMINA (MESSINA) (ITALPRESS) – Terry Gilliam, Emir Kusturica, Luc Besson ed Enrico Vanzina sono i quattro grandi maestri del cinema insigniti del Premio Nations Award 2025, consegnato al Teatro Antico di Taormina per le carriere costellate di successi e riconoscimenti prestigiosi, ai quali si aggiunge il Premio delle Nazioni, già assegnato a tante star. La XIX edizione, con madrina l’attrice e modella rumena Madalina Diana Ghenea, ha accolto diversi ospiti: Hande Soral, attrice turca tra le interpreti della serie di successo “Terra Amara”, Celeste Dalla Porta, milanese, volto dell’ultimo film di Paolo Sorrentino, “Parthenope”, l’attrice Elisabetta Pellini, il comico Uccio De Santis e il cantautore Luca Madonia.
“Abbiamo fatto un racconto del cinema tra passato, presente e futuro – sottolineano Michel Curatolo e Marco Fallanca, rispettivamente presidente e direttore artistico dell’evento – grazie alla presenza, da un lato, di firme di prim’ordine del grande schermo europeo, dall’altro di interpreti femminili che si stanno distinguendo sulla scena mondiale, apprezzate sia dal pubblico che dalla critica”.
Ai maestri Gilliam e Kusturica sono state consegnate anche due bottiglie speciali, realizzate con oltre 3000 cristalli attaccati uno per uno a mano, che fanno parte della collezione “Bottega Prosecco Stardust” ideata da Bottega Spa, tra i partner dell’evento.
“Si tratta di un vino molto pregiato, coltivato nel piccolo borgo veneto di Arfanta, vicino Coregliano – ha spiegato l’imprenditore Sandro Bottega che ha donato il prosecco durante la conferenza stampa – la collezione è chiaramente ispirata al celebre film Polvere di stelle con Alberto Sordi e Monica Vitti. Questo vino, imbottigliato seguendo le rigorose regole della produzione del prosecco, può raggiungere una longevità di oltre 10 anni e si sposa perfettamente con piatti eleganti e raffinati, tipici della dieta mediterranea ma anche come momento di celebrazione o per preparare raffinati cocktail come il Bellini. La storia della nostra azienda Bottega è profondamente legata al cinema, fin dalle origini: la settima arte è nel nostro DNA e tanti attori e star ci hanno accompagnato nel percorso di crescita, tra questi, ad esempio Stefania Sandrelli e Giovanni Soldati”.
Anche quest’anno un importante spazio alla sostenibilità grazie al Thinkingreen, il salotto istituzionale che ha accolto per due giorni rappresentanti istituzionali, autorità e relatori a confronto sulle sfide dell’economia sostenibili in una serie di panel. Il riconoscimento per l’impegno sul fronte green è stato assegnato al direttore generale di 4PeopleHolding Andrea De Mozzi, che ha presentato per la prima volta il brevetto di un innovativo e ingegnoso sistema di purificazione dell’acqua, utile sia per uso abitativo che per fini industriali, capace di eliminare contaminanti grazie al principio della cavitazione, già presente in natura. Plauso anche da parte dell’assessore regionale all’Energia Francesco Colianni.
Agli otto panel hanno preso parte il ministro del Made in Italy Adolfo Urso, la viceministra dell’Ambiente Vannia Gava, la sottosegretaria ai Rapporti col Parlamento Matilde Siracusano, l’assessora regionale al Turismo, Sport e Spettacolo Elvira Amata, l’assessore alle Infrastrutture e mobilità Alessandro Aricò, l’assessore ai Beni culturali Francesco Scarpinato, l’assessore alle Infrastrutture e mobilità Alessandro Aricò, il sindaco di Taormina Cateno De Luca, il direttore Generale del Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Regione Siciliana Mario La Rocca, i deputati regionale Pino Galluzzo e Calogero Leanza, il direttore generale del Comune di Messina Salvo Puccio, il presidente del CAS Filippo Nasca, il direttore del CAS Franco Fazio; la direttrice Sviluppo Commerciale Estero, Business Affairs e Sostenibilità Irene Gionfriddo, il responsabile Area Sud di Webuild Fabio Romani e tanti altri.
I Nations Award si sono svolti sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo e del Senato della Repubblica, col patrocinio e sostegno di Regione Siciliana, ARS e Parco Archeologico di Naxos, col patrocinio di Comune di Taormina, Città Metropolitana di Messina e Università di Messina.

– news in collaborazione con A.C. Nations Awards –
– foto ufficio stampa A.C. Nations Awards –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Allarme AME, in Italia una donna su dieci è obesa. Incidenza in aumento

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ALBANO LAZIALE (ITALPRESS) – Erano attesi da tempo e ora sono disponibili anche in Italia. L’ingresso di nuovi farmaci, e in particolare degli agonisti del recettore GLP-1 (GLP-1RA) e ora anche il dual agonist (GLP1 + GIP) che mimano ormoni naturali prodotti nell’intestino che stimola il rilascio di insulina e che favoriscono il controllo dei livelli di zucchero nel sangue nel paziente con diabete di tipo 2, si stanno dimostrando efficaci e sicuri anche nel contrasto del peso in contesti di obesità. Questi farmaci stanno dunque cambiando lo scenario di approccio e cura in questo setting di pazienti e sul tema se ne discute al “3° AME Obesity Update: trattamento dell’obesità e delle sue complicanze” (Albano Laziale, Roma, 28-29 Giugno), promosso da AME (Associazione Medici Endocrinologi), presso l’auditorium dell’Ospedale Regina Apostolorum – Gruppo Lifenet Healthcare.
Negli ultimi decenni, specie in corso e nel post pandemia, l’obesità ha subito una forte crescita con un incremento del 38% tra il 2003 e il 2023, secondo gli ultimi dati Istat, coinvolgendo all’incirca 6 milioni di italiani, soprattutto giovani adulti (+1,6 milioni), con percentuali passate dal 2,6% al 6,6% nella fascia di età 18-34, a discapito soprattutto delle donne una incidenza triplicata (si stima che il 10% della popolazione femminile sia obesa) – a fronte di numeri “solo” raddoppiati nell’uomo. Non va meglio nella forbice tra 35 e 44 in cui si osserva una crescita dal 6,4% al 9,8% e tra gli over 74 con tassi incrementati dall’11% del 2003 al 13,8% del 2023. Oggi nuovi farmaci consentono di meglio gestire e controllare l’obesità.
“I nuovi farmaci – spiega Andrea Frasoldati, Presidente AME – rappresentano uno strumento terapeutico innovativo in grado di modificare la storia naturale della malattia, in sinergia con un ampio armamentario di altre opzioni di trattamento come il counselling dietologico e psicoterapico, la chirurgia bariatrica quando indicata. A portare il “peso” maggiore dell’obesità sono tradizionalmente le donne che pagano un prezzo più alto, rispetto all’uomo, in temini di stigma sociale e di colpevolizzazione, a causa di barriere culturali e modelli estetici dominanti, talora di implicazione sessista, che hanno portato a idealizzare una bellezza femminile tendente alla magrezza. Diversamente dal maschio in cui qualche chilo in eccesso viene erroneamente interpretato come segno di benessere. Non vanno poi trascurate le implicazioni sulla fertilità e gravidanza nella donna con obesità esposta a importanti rischi per sè e per il nasciturò.
Difficoltà al concepimento, problemi a portare a termine la gravidanza, aborto spontaneo, parto pretermine, distacco di placenta, diabete gestazionale, disordini di natura fetale (bambini di più grandi o di più piccole dimensioni rispetto all’età gestazionale), ipoglicemia neonatale: sono solo alcune delle problematiche che possono insorgere nella donna con obesità alla ricerca di una maternità.
“I nuovi trattamenti farmacologici, specificatamente gli analoghi recettoriali del GLP1- prosegue Silvia Irina Briganti, membro della commissione obesità AME – possono essere finalizzati anche a ridurre il peso “in vista” di una eventuale gravidanza. Tuttavia, al riguardo, gli studi sono pochi per la difficoltà a effettuare studi clinici randomizzati in questa specifica fascia di popolazione e per la recente introduzione in Italia, pertanto le ridotte evidenze, soprattutto in termini di sicurezza, spingono ad un uso cautelativo. La somministrazione di GLP1 e dual agonist richiede, ad esempio, l’”obbligo” di sospensione di semaglutide e tirzepatide nei due mesi che precedono il concepimento o in caso della liraglutide, oggi in dismissione, di un paio di settimane. A tale proposito le donne vanno correttamente informate per evitare che incorrano in rischi soprattutto di malformazioni fetali, così come della necessità di seguire un percorso terapeutico ben definito, multidisciplinare e che coinvolga più figure professionali, in primo luogo l’endocrinologo e il ginecologo, lungo tutta la gravidanza. Quindi le donne devono essere parte attiva di un attento programma, oltre che terapeutico, anche di counselling e educazionale”.
Spesso nella gestione dell’obesità si trascura la possibile implicazione con un disturbo compulsivo, una fame emotiva, che spinge la persona a ricercare il cibo come atto compensatorio-consolatorio o come valvola antistress e un sedativo dell’ansia.
“Se l’aspetto emotivo non è conosciuto o non viene riconosciuto – precisa Simonetta Marucci, Coordinatrice Commissione Rapporti Slow Medicine di AME – si rischia di fallire nell’approccio al paziente, anche nel caso in cui si impeghi il farmaco, il quale è un supporto allo stile di vita non il sostituto. La fame emotiva caratterizza 1 obeso su 3 (35%) con disturbo alimentare compulsivo, cui si aggiunge una fascia grigia con manifestazioni sottosoglia, che possono preludere alla manifestazione di una patologia conclamata. Recenti studi sembrano dimostrare l’efficacia degli agonisti GLP1 anche nel trattamento di forme obesità in cui prevale l’aspetto compulsivo, ad esempio nel Binge Eating Disorder (BED, Disturbo da Alimentazione Incontrollata), grazie al meccanismo di azione a livello centrale che va a impattare sui centri che regolano fame, sazietà, piacere e mangiare edonico legato più a gratificazione che alla nutrizione. Oggi obiettivo della ricerca clinica è confermare l’efficacia di farmaci GLP1 anche a lungo termine e l’aderenza terapeutica stante che l’abbandono della terapia, come noto, porta a un effetto rebound del peso. Attualmente queste terapie sono legate ad almeno due criticità: la prescrivibilità, consentita solo a pazienti diabetici, l’elevato costo, non sostenibile per tutti i pazienti e comunque non in continuità, rendendo di fatto il farmaco “selettivo”. Quindi anche le forme di obesità da disturbo compulsivo richiedono un approccio multidisciplinare che preveda il confronto fra medico internista, endocrinologo, nutrizionista/dietista con una azione di counselling educativi sul paziente, in sinergia con percorso piscologico/psichiatrico di almeno due anni seguito da un periodo di follow-up dilazionato nel tempo all’interno di servizi dedicati, pubblici, ambulatoriali residenziali per i casi più gravi, ricordando che i disturbi alimentarsi sono classificati nel DSM V come malattie mentali ma si caratterizzano anche per una gravità a livello fisico, endocrinologico, cardiologico, e non solo, con un impatto sulla salute mentale”.
Sono diminuiti nel corso del tempo pregiudizi di tipo culturale, sociale, etico, religioso, sessuale. Non verso l’obesità ritenuti in cresciti a livello mondiale, similmente ai numeri della patologia, con un discrimine maggiore, come detto, per le donne.
“Assistiamo, nei confronti dei pazienti con obesità, a pregiudizi e stigmatizzazione esternalizzata – afferma Anna Nelva, Coordinatrice Commissione Lipidologia e Metabolismo di AME – che si ripercuotono ad esempio sul mondo del lavoro portando a stimare che la persona con patologia sia priva di disciplina e di organizzazione, con effetti penalizzanti in termini di assunzione ma anche di avanzamento di carriera o a pregiudizi in ambito sociale, famigliare, in contesti scolastici con atti di bullismo fino a ripercussioni in contesti assistenziali in cui un paziente con obesità potrebbe ricevere follow-up meno ravvicinati rispetto a persone normopeso. Dall’altro l’internalizzazione dei pregiudizi induce la persona con obesità ad accettare stereotipi negativi che ne minano l’autostima e innescano stati d’ansia e depressione, a loro volta causa di alterazioni dell’alimentazione che peggiorano l’obesità stessa, oltre che di maggiore difficoltà a accedere alle cure appropriate. Società, personale sanitario, educatori, Società Scientifiche, Istituzioni devono unire gli sforzi per contrastare pregiudizi e stigma che fanno ritenere l’obesità una conseguenza di scelte e comportamenti individuali determinati dal libero arbitrio, non da condizione patologica quale è l’obesità. Bisognerà lavorare anche per rimuovere i pregiudizi che spesso circondano chi si avvale di terapia farmacologica o della chirurgia bariatrica, come se avesse scelto ‘la via più facilè invece di affrontare il problema con volontà e autocontrollo. La disponibilità di questi nuovi farmaci così efficaci nel contrastare l’obesità è diventata anche un’occasione per una riflessione fra i clinici sugli effetti causali rilevanti di caratteristiche genetiche e pressioni di un ambiente obesogeno, oltre a far accrescere la consapevolezza su questa condizione. Per permettere al paziente con obesità di avere il massimo beneficio dalle attuali possibilità di cura, comunque, sarà necessaria una forte azione di supporto sociale e sanitario, oltre che un aiuto per superare i pregiudizi internalizzati riguardanti il pesò.
“Occorre un cambio di visione anche istituzionale per la cura del paziente obeso, altamente complesso – conclude Marco Chianelli, Coordinatore Commissione Obesità AME e responsabile scientifico del Congresso -. A livello governativo va posta una maggiore partecipazione attraverso l’inclusione dell’obesità in percorsi diagnostici terapeutici e con processi che possano riguardare ambienti importanti come la scuola, dove la cultura della corretta alimentazione e dell’attività fisica devono essere promosse sin dall’infanzia o negli ambienti di lavoro. A livello di sistema sanitario nazionale invece, non soltanto pubblico ma anche quello privato, il ruolo maggiore si gioca sulla gestione di oltre sei milioni di pazienti obesi, una vera pandemia, indagando con cura le diverse componenti che concorrono al sovrappeso e obesità: genetiche, ambientali, psicoemotive. Solo un approccio sistemico e collaborativo, con la partecipazione attiva di tutti gli attori impegnati nella gestione di obesità e il sovrappeso contente e consentirà di affrontare la sfida globale contro questa “pandemia”.

– foto ufficio stampa Associazione Medici Endocrinologi –
(ITALPRESS).

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