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LA FESTA DEL RINGRAZIAMENTO CON LA MAISON DE BETHANIE: DA VOGHERA AL TOGO

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Dopo due anni di pandemia che ha bloccato anche le attività delle associazioni di volontariato, ecco tornare anche un appuntamento molto sentito per la comunità della Maison de Bethanie del Togo: la festa del ringraziamento, in occasione della Pentecoste, presso la Chiesa del Carmine di Voghera. La funzione è stata come sempre accompagnata dai canti gospel e spiritual del gruppo San Germano Gospel Choir di Rivanazzano Terme, diretto da Isabella Salvo. E poi, fuori dalla Chiesa, ecco il mercatino con gli articoli artigianali preparati da ByBy Olympio, oltre ad un rinfresco a base di prodotti tipici del Togo. Tutto il ricavato sarà come sempre devoluto alla comunità di Lomè, dove vive Sr. Victoire, sorella di Byby: ha costruito un centro per ragazzi senza famiglia, una casa dell’accoglienza per dare loro un tetto, cibo, assicurare studi e lavoro. “E’ stato bello tornare a fare festa tutti insieme – commenta Byby -. Continuiamo così dove eravamo rimasti, aiutiamo mia sorella a portare avanti questo progetto e a renderlo sempre più concreto, visto che vogliamo arrivare presto ad assicurare cento posti letto ai bimbi di Lomè. Per questo chiedo a tutti di aiutarci, anche acquistando ai nostri mercatini solidali, con oggetti artigianali che preparo io e che sono a disposizione in ogni periodo dell’anno”. Un progetto che vede impegnati con Byby anche i volontari di Associazione Insieme di Voghera e di Porana Eventi. Per destinare offerte al Centro Maison Bethanie del Togo i riferimenti sono: Banque Postale Rhone – Alpes – France ; IBAN FR5320041010123937115N03370. N° DE COMPTE 3937115N033 ; 33Rue Ernest Laval ; 92170 Vanves (France). Tutto il lavoro svolto presso il Centro è anche sulla pagina facebook della onlus e sul sito www.maisonbethanie.org.

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Tg News 17/10/2024

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Tg News 17/10/2024
I fatti del giorno: Il leader di Hamas Sinwar ucciso a Gaza dall’esercito israeliano – Neonati morti, riesame dispone carcere per Chiara Petrolini – Milano, arrestato barista che ha ucciso il ladro di Gratta e Vinci – Donna uccisa a Firenze, arrestato nipote barricato in casa – Maltempo, chiuso casello A12 a Recco per allagamenti – La Bce taglia per la terza volta tasso di interesse di 0,25 punti – Istat, nel 2023 in povertà assoluta 2,2 milioni di famiglie – Anas al Festival dello Sport per la cultura della sicurezza stradale – Previsioni 3B Meteo 18 Ottobre

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BREAKING NEWS LOMBARDIA – 17/10/2024

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BREAKING NEWS LOMBARDIA – 17/10/2024
I fatti del giorno: Ladro ucciso a Milano con 20 colpi di forbice, fermati barista e complice – Disordini durante video: 3 anni al trapper Baby Gang – Arrestato per droga Domenico Papalia, figlio del boss – In metro a Milano con armi finte per fare video, denunciati – Operaio folgorato nel bresciano, è grave – Grave incidente sulla A4, tra Peschiera e Sirmione – Medico no vax radiato dall’Ordine a Cremona – Dieci scafisti arrestati, tre erano nel Pavese – La protesta degli studenti al liceo Volta di Pavia – Attacchi hacker alla sanità, Lombardia rafforza sicurezza. Previsioni del tempo in Lombardia per 18 Ottobre.

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LA VOCE PAVESE – INFANZIA, LA LEZIONE DELLO SCRITTORE BRUNO MAIDA

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LA VOCE PAVESE – INFANZIA, LA LEZIONE DELLO SCRITTORE BRUNO MAIDA
Ieri sera la città di Voghera ha risposto con entusiasmo all’invito di Libreria Ticinum in Sala Zonca per la presentazione-dibattito con Bruno Maida, nell’ambito di VogherAutori, con il patrocinio del Comune di Voghera. A presentare l’ospite e il libro "Sciuscià" edito da Einaudi sono state con grande garbo ed efficacia Alessandra Bazardi (agente letteraria) e Federica Scarrione (docente dell’IIS Galilei). Tra il pubblico molti esponenti del mondo politico, del giornalismo, della scuola, delle professioni e tanti amanti della lettura. Si è parlato di passato ma anche di sfide che riguardano l’infanzia e l’integrazione ancora oggi, in un mondo forse più cambiato nelle parole che nei fatti, con tante convenzioni che restano lettera morta e tante iniziative che spesso non arrivano a quel risultato di far sentire pienamente parte di una comunità.
L’autore ha invitato ad abbassare la telecamera, come i grandi registi che hanno raccontato gli anni del dopoguerra, per cambiare il punto di vista sulla condizione di tanti minori che chiedono di essere guardati come individui e non come fossero anche loro parti di un sistema di burocrazie.
«Sciuscià» è una delle parole italiane piú conosciute al mondo. Resa celebre dall’omonimo film di Vittorio De Sica è arrivata a incarnare e rappresentare la condizione dell’infanzia povera e abbandonata nell’Italia nel dopoguerra, forse piú di ogni altro aspetto sociale ed economico. Dalla liberazione di Napoli nel 1943 fino alla fine del decennio, i bambini e i ragazzi di strada sono il simbolo del contrasto tra un’infanzia come immagine positiva del futuro e un’infanzia “pericolosa” che vive ai margini della società e spesso è costretta a delinquere. Nascono moltissime iniziative assistenziali, religiose e laiche, per nutrirli, vestirli, educarli. Gli sciuscià diventano cosí protagonisti di un progetto di salvezza dell’infanzia e le loro storie sono raccontate dal cinema, dalla letteratura, dalla fotografia, dai diari e dalle memorie.
Le pagine che si leggono in questo libro raccontano le vicende di quei bambini e ragazzi di strada chiamati «sciuscià». Non è quindi in senso stretto la storia dei lustrascarpe che nei primi anni del dopoguerra popolano le grandi città italiane, in particolare Roma e Napoli, invase dai militari alleati a cui di fatto si deve il nome. Non è neanche la storia del film di Vittorio De Sica, vincitore del premio Oscar come migliore pellicola straniera nel 1948, che ha reso la parola «sciuscià» famosa in tutto il mondo. Eppure questo libro è anche la storia dei lustrascarpe e del film di De Sica, per tre motivi. Il primo è politico e culturale. L’intreccio di creatività e avversità di cui parla la motivazione dell’Oscar al film sembra dipingere il tradizionale stereotipo dell’italiano che se la cava in qualche modo, si arrangia e alla fine o sparisce nel gorgo luciferino della miseria o, baciato dalla fortuna, conquista il successo. Il secondo motivo è che «sciuscià» è una sineddoche. I lustrascarpe sono la parte visibile di una massa di bambini e ragazzi orfani, poveri e profughi che vivono e sopravvivono nelle strade delle città italiane del dopoguerra. Il terzo motivo è il valore per cosí dire universale, nel tempo e nello spazio, dello sciuscià. La sua figura di bambino è quella che aggruma l’idea di tutte le infanzie vissute ai margini della società nel corso del Novecento: vittime dei cambiamenti che investono le comunità dopo guerre e catastrofi oppure espressioni icastiche dell’umanità dimenticata e offesa a ogni latitudine.

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