Cronaca
Intesa Sanpaolo, alle Pmi 4 mld per progetti di economia sostenibile
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3 anni fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – “Sostenibilità e circolarità del Sistema Casa”. E’ il dibattito organizzato da Intesa Sanpaolo, partner istituzionale del Salone del Mobile.Milano 2022, che si è svolto presso l’installazione Design with Nature nel padiglione 15.
Quella guidata da Carlo Messina è la prima banca italiana nel supporto finanziario al settore del mobile e del sistema casa italiano.
Al dibattito hanno partecipato illustri imprenditori dell’arredo e del design italiano per una riflessione sullo sviluppo del settore, alla luce delle tematiche fondamentali del Salone di quest’anno: transizione ecologica ed economia circolare in un’ottica di sviluppo sostenibile e cultura del recupero dei materiali.
L’incontro è stato introdotto da Daniele Pastore, direttore generale di Intesa Sanpaolo Casa, la società di intermediazione immobiliare del Gruppo Intesa Sanpaolo, che ha nell’attenzione all’ambiente e alle ricadute dello sviluppo edilizio sul territorio uno dei tratti peculiari del suo approccio innovativo applicato al mercato immobiliare italiano. Tale approccio corrisponde a una logica coerente con le inclinazioni del Gruppo Intesa Sanpaolo, posizionato ai vertici dei più importanti indici internazionali di sostenibilità.
Ai saluti di benvenuto ha fatto seguito la presentazione dello scenario economico del settore del mobile curata da Stefania Trenti, Responsabile Industry Research Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. A seguire, Anna Roscio, Executive Director Sales&Marketing Imprese Intesa Sanpaolo e l’architetto Mario Cucinella, fondatore dello Studio MCArchitects e curatore dell’installazione Design with Nature nell’ambito della 60esima edizione del Salone del Mobile.Milano, hanno dialogato con gli imprenditori Gianni Caimi, CEO Caimi Brevetti, una delle principali realtà produttive europee design-oriented che ha diretto le proprie ricerche scientifiche e tecnologiche al settore del benessere acustico, Daniele Lago, CEO e Head of Design LAGO, leader nel settore dell’arredamento e del design con una forte attenzione all’ambiente e alla riduzione di scarti e consumi energetici, Tiziana Monterisi, CEO e co-founder RiceHouse, startup innovativa italiana che riutilizza gli scarti del riso per produrre materiali per il settore edile e Andrea Tagliabue, vicepresidente di Tabu, eccellenza italiana nella tintoria del legno che fa dell’economia circolare una vocazione e un impegno quotidiano.
Dall’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo presentata nel corso del dibattito, “essere green conviene” non solo perchè i fattori ESG migliorano le performance delle aziende e sono abilitanti per l’accesso al credito in una nuova ottica sostenibile, rispettosa dell’ambiente e orientata alla cultura del recupero, ma comporterà sempre maggiori benefici sociali attraverso la creazione di nuova occupazione. Per favorire la transizione ecologica delle PMI e facilitare la misurabilità delle azioni per perseguirla, Intesa Sanpaolo ha dedicato un plafond pari a 1,5 miliardi di euro a favore di investimenti volti a ridurre l’impatto ambientale pensati per premiare e valorizzare i modelli di business sostenibili delle aziende, come gli S-Loan Climate Change. Inoltre, la Banca con il nuovo piano d’Impresa 2022-2025 conferma la propria leadership per le tematiche ESG, destinando nuovo credito per 88 miliardi di euro a favore di green economy e transizione ecologica delle aziende strutturate e delle PMI.
Su queste direttrici prosegue e si rafforza la partnership tra Intesa Sanpaolo e il Salone, iniziata nel 2017, nel solco di un affiancamento pluriennale che vede il primo gruppo bancario del Paese impegnato a supportare con iniziative specifiche il settore del mobile, dell’arredo e del design italiano, per accompagnare le imprese di tutta la filiera nel loro percorso di crescita sostenibile in Italia e all’estero.
“Sta crescendo la consapevolezza delle nostre PMI verso i temi della transizione ecologica e verso la necessità di misurare l’efficacia di questo percorso con criteri condivisi – spiega Anna Roscio, Executive Director Sales&Marketing Imprese Intesa Sanpaolo -. Infatti, secondo i dati della nostra Direzione Studi e Ricerche, le imprese del mobile che hanno ottenuto certificazioni ambientali tra il 2008 e il 2019 hanno creato maggiore occupazione e ottenuto risultati migliori in termini di crescita del fatturato e redditività, rispetto a quelle senza certificazioni. Le imprese riconoscono che essere green conviene, non solo per un più agile accesso al credito, ma soprattutto per accelerare progetti virtuosi di sostenibilità sociale oltre che ambientale. Questo genera impatti positivi sulla diffusione di nuovi valori culturali oltre che economici, legati al recupero e riutilizzo delle materie, alla gestione efficiente degli scarti, alla circolarità dei cicli. La relazione pluriennale con il Salone del Mobile ci offre un osservatorio importante su questo mondo: per il Sistema Casa abbiamo messo a disposizione un plafond di 1,5 miliardi di euro oltre a strumenti premianti che valorizzano gli obiettivi ESG delle imprese e abbiamo già erogato oltre 4 miliardi in S-Loan e circular economy a favore delle PMI italiane”.
Lo Studio condotto e presentato da Stefania Trenti, responsabile Industry Research Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, evidenzia come il mobile sia uno dei settori più rappresentativi del Made in Italy nel mondo che proprio grazie all’export nel 2021 aveva ottenuto ottimi risultati, con un balzo dell’8,3% rispetto ai livelli 2019, raggiungendo i 10,8 miliardi di euro grazie mercati USA, Francia, Germania e Cina, contribuendo a generare un saldo di 8,3 miliardi di euro. Le ottime performance all’estero si sono unite al buon dinamismo della domanda interna, in presenza di incentivi e di una maggiore attenzione all’ambiente domestico post-pandemia, portando il fatturato a superare ampiamente i livelli pre-Covid: +15,7% rispetto al 2019, meglio dell’industria manifatturiera italiana (+9,1%) e di alcuni grandi competitor europei del settore, quali Germania (+0,6%), Francia (+1,2%) e Spagna (+1,5%). Anche l’avvio del 2022 si è caratterizzato per un andamento altrettanto brillante che ha visto la crescita nel primo trimestre sia del fatturato +13,9%, sia delle esportazioni +20,7%.
Lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina muta lo scenario anche per le imprese del mobile: prezzi dell’energia ai massimi, esportazioni verso il mercato russo e ucraino del valore di 3,7% verso il 2% medio manifatturiero nel 2021 e soprattutto una domanda per durevoli penalizzata sia in Italia che negli altri paesi europei dall’incertezza e dalle bollette energetiche porteranno a una frenata del fatturato a prezzi costanti. La crescita attesa dei prezzi consentirà tuttavia al settore di registrare un nuovo incremento nel fatturato a prezzi correnti (+13,1% in media d’anno). In assenza di una escalation del conflitto, il settore potrà riprendere buoni ritmi di sviluppo nei prossimi anni con una previsione di crescita del 2,7% medio annuo a prezzi correnti nell’orizzonte al 2026. Per ottenere questi risultati sarà cruciale per il settore del mobile proseguire sulla strada del rafforzamento competitivo, accelerando sul fronte degli investimenti orientati in particolare verso: transizione green e digitalizzazione, processi e funzioni di vendita, R&S e formazione del capitale umano.
Premianti per la crescita dell’industria del mobile saranno anche gli investimenti in economia circolare, intensificando gli sforzi sul fronte della gestione delle risorse idriche e dei rifiuti e dell’utilizzo di materie prime di riciclo all’interno dei processi produttivi, politiche che già ora sono più diffuse tra le imprese del mobile rispetto alla media manifatturiera (il 32,7% delle imprese del mobile utilizza materie prime seconde contro il 25,4% del manifatturiero).
Essere green conviene: secondo una analisi originale su un campione di oltre 2500 bilanci, nel decennio 2008-2019 le imprese del mobile con una maggiore attenzione alla sostenibilità, testimoniata dall’ottenimento di certificazioni ambientali, hanno creato occupazione (+10,2%) e registrato migliori performance sia in termini di crescita del fatturato (+20,7% in mediana vs -6,9% per le non certificate) che di EBIDTA margin (+0,6% tra il 2008 ed il 2019 vs una riduzione dello 0,7% per le altre).
Anche le filiere di fornitura di prossimità, già tipiche della struttura del settore, potranno essere funzionali a un miglior presidio degli obiettivi di sostenibilità dell’intera filiera. Le forniture ravvicinate potrebbero, tra l’altro, intensificarsi nei prossimi anni, come reazione alle difficoltà logistiche incontrate durante la fase più critica della pandemia. Secondo l’inchiesta di Intesa Sanpaolo presso i propri gestori, poco meno del 50% dichiara di aver osservato tra le imprese clienti del mobile l’intenzione di avvicinare gli approvvigionamenti a favore di fornitori localizzati o nella stessa regione o comunque in Italia.
Le iniziative di Intesa Sanpaolo per le imprese del “Sistema Casa” La prima banca italiana rinnova il supporto al settore del mobile, dell’arredo e del design italiano, cui ha già destinato un plafond per erogazioni di credito pari a 1,5 miliardi di euro a favore di investimenti volti a ridurre l’impatto ambientale delle imprese e a svilupparne le attività all’estero.
L’iniziativa attiene alla più ampia collaborazione con il sistema FederlegnoArredo e con il Salone del Mobile.Milano e rientra in Motore Italia, il programma strategico di Intesa Sanpaolo avviato nel 2021 per sostenere le PMI con nuovo credito e liquidità.
Attraverso soluzioni per la liquidità delle PMI, impulso agli investimenti, finanza straordinaria e soluzioni per accompagnare le imprese verso la transizione digitale e sostenibile, Intesa Sanpaolo rafforza ulteriormente il ruolo di banca leader per le tematiche ESG.
In questo ambito si inseriscono anche le recenti misure introdotte a favore delle imprese alla luce dell’aumento dei prezzi e dei rischi collegati alla volatilità delle materie prime oltre alle nuove iniziative immediate per supportare le PMI energivore e quelle con fatturato derivante in larga parte dall’export.
Inoltre, per supportare le imprese che ambiscono a migliorare il profilo di sostenibilità e con l’obiettivo di affiancarle in un percorso di cambiamento strutturale, correlando le decisioni di natura economica ai loro impatti ambientali e sociali, Intesa Sanpaolo ha ideato una innovativa formula di finanziamento premiante ossia gli S-Loan legati alle tematiche ESG, come ad esempio S-Loan Climate Change, dedicato a PMI e mid-cap che intendono investire per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e ridurre il proprio impatto ambientale attraverso progetti per una trasformazione sostenibile; S-Loan ESG, finalizzato a investimenti di sostenibilità in tutte le tematiche ambientali, sociali e di buona governance; S-Loan Diversity, destinato a favorire la parità di genere e poi a fine anno anche S-Loan Agribusiness e l’S-Loan Turismo.
Complessivamente, dal lancio del finanziamento di tipo S-Loan nel 2020 e dall’istituzione del plafond per la circular economy nel 2019, Intesa Sanpaolo ha erogato alle PMI più di 4 miliardi di euro con oltre 1.500 operazioni concluse.
Nell’ambito del nuovo Piano di Impresa 2022-2025, il Gruppo destinerà 115 miliardi di euro alla comunità e alla transizione verde riservando nuovo credito a green economy, economia circolare e alla transizione ecologica per 88 miliardi di euro, con forte attenzione alla transizione ecologica di aziende strutturate e delle piccole e medie imprese.
Da qui al 2026, inoltre, Intesa Sanpaolo programma erogazioni a medio lungo termine per oltre 410 miliardi di euro, di cui 120 destinati alle PMI.
– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –
(ITALPRESS).
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“A Milano possono esserci state operazioni immobiliari non corrette, ma che nella stragrande maggioranza quelle che sono state fatte hanno un senso. Anzi le rivendico – ha aggiunto – È inutile che mi nasconda dietro un dito, è inutile che dica non me ne sono accorto. Secondo me Milano è meglio di anni fa. Alcuni errori ci possono stare. Ma se il tema è stare fermi per non sbagliare e lasciare la realtà come sono… vabbè non credo sia il motivo per cui i milanesi mi hanno eletto. Però lungi da me dire: ‘No, non non è colpa mia’. Se ci sono errori la colpa è mia, poi vediamo la forma della colpa”.
Sul futuro dello Stadio di San Siro, “vedremo a settembre cosa succede. Noi dobbiamo passare dal consiglio comunale perché le transazioni che riguardano delle proprietà pubbliche vanno approvate nel consiglio comunale. Prima abbiamo pensato a una cessione in affitto, poi abbiamo provato la via della ristrutturazione e adesso siamo alla vendita. Anche per dignità personale io voglio portare avanti questa iniziativa, ma deve essere approvata dal consiglio. Dal mio punto di vista io voglio avere la coscienza a posto e fare il mio lavoro fino alla fine, poi vedremo se la politica seguirà questa via. Quello che io noto, essendo una persona che ha sempre molto viaggiato per il mondo, è che le grandi città normalmente hanno stadi nuovi mentre San Siro non lo è”.
“Ho saputo di essere indagato alle 10 di sera da una telefonata del direttore del Corriere della Sera che mi ha detto: ‘domani scriviamo questa cosa’ – ha proseguito il primo cittadino di Milano – È evidente che qualcuno l’aveva detto ai giornalisti e questo è qualcosa che a mio avviso in un paese democratico non va assolutamente bene, però vedo che lo si accetta”.
“Il Gip ha negato che io abbia fatto induzione, quindi pressione per far approvare delle cose. Rimane un’accusa: aver firmato la nomina della Commissione del Paesaggio. Vi dico come funziona: fai un bando pubblico e una commissione del comune con dirigenti del comune sceglie in base a una valutazione tecnica i componenti di questa commissione e il sindaco firma. Ma cosa pensiamo? Che il sindaco nel momento in cui qualcuno ha fatto questo lavoro si mette lì e fa un’analisi sua uno per uno dei componenti? Io ho firmato rispetto a una proposta che viene fatta da una commissione che ci ha lavorato dai mesi”, ha concluso.
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ROMA (ITALPRESS) – “Oggi mi è stato notificato il provvedimento dal Tribunale dei ministri per il caso Almasri: dopo oltre sei mesi dal suo avvio, rispetto ai tre mesi previsti dalla legge, e dopo ingiustificabili fughe di notizie. I giudici hanno archiviato la mia sola posizione, mentre dal decreto desumo che verrà chiesta l’autorizzazione a procedere nei confronti dei Ministri Piantedosi e Nordio e del Sottosegretario Mantovano. Nel decreto si sostiene che io “non sia stata preventivamente informata e (non) abbia condiviso la decisione assunta”: e in tal modo non avrei rafforzato “il programma criminoso”. Si sostiene pertanto che due autorevoli Ministri e il sottosegretario da me delegato all’intelligence abbiano agito su una vicenda così seria senza aver condiviso con me le decisioni assunte. E’ una tesi palesemente assurda”. Lo scrive sui social il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
“A differenza di qualche mio predecessore, che ha preso le distanze da un suo ministro in situazioni similari, rivendico che questo Governo agisce in modo coeso sotto la mia guida: ogni scelta, soprattutto così importante, è concordata. E’ quindi assurdo chiedere che vadano a giudizio Piantedosi, Nordio e Mantovano, e non anche io, prima di loro”, evidenzia Meloni. “Nel merito ribadisco la correttezza dell’operato dell’intero Esecutivo, che ha avuto come sola bussola la tutela della sicurezza degli italiani – conclude la premier -. L’ho detto pubblicamente subito dopo aver avuto notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati, e lo ribadirò in Parlamento, sedendomi accanto a Piantedosi, Nordio e Mantovano al momento del voto sull’autorizzazione a procedere”.
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