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LA VOCE PAVESE – GLI INGEGNERI O LE LOGISTICHE?

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 La Voce Pavese di Emanuele Bottiroli: il commento in diretta alle ore 20 al fatto del giorno in provincia di Pavia. 

Che tipo di sviluppo vuole inseguire la provincia di Pavia? Il dibattito è aperto dopo che nei giorni scorsi il sottosegretario Gian Marco Centinaio (Lega) aveva polemizzato e punto l’amministrazione di San Cipriano Po dove è in arrivo, salvo ripensamenti, una nuova logistica da 25.000 metri quadrati su un terreno in via Cantarana. Centinaio ha attaccato: «Altro suolo agricolo vittima della logistica, il sindaco non mantiene le promesse elettorali». Mentre tutto ciò accadeva a poca distanza, al Polo Tecnologico di Pavia, cosa succede? Che un altro pezzo di distretto di microelettronica cresce. Photeon Technologies ha inaugurato i suoi nuovi uffici nella sede del Polo tecnologico e conta di raddoppiare, nel giro di qualche anno, dagli attuali 25 a 50 il numero di ingegneri che lavorano per la sede pavese della società austriaca che si occupa di ideazione, progettazione e implementazione di soluzioni digitali per grandi clienti. Logistiche oppure digitale, idee, creatività e innovazione? Siamo una provincia moderna o una provincia troppo vecchia che fa buono tutto?

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Scrivete al conduttore per le vostre segnalazioni o per chiedere diritto di replica: emanuele@bottiroli.it

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Tg News 27/05/2025

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Tg News 27/05/2025
ROMA (ITALPRESS) – Rapina a un distributore vicino a Roma, ucciso un benzinaio – Meloni a Confindustria: “Bruxelles rimuova dazi interni” – Mosca: “Per la pace serve tempo”, minacce a Berlino – In corso negoziati diretti tra Siria e Israele – Garlasco, il killer non si lavò le mani – ‘Ndrnagheta, allarme della Dia su grandi opere – Strage Viareggio, confermata condanna a 5 anni per Moretti – Su Amazon tornano le eccellenze del Made in Italia – Previsioni 3B Meteo 28 Maggio.

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OMICIDIO GARLASCO, IPOTESI ALTERNATIVA: “IL KILLER NON SI LAVÒ LE MANI”

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OMICIDIO GARLASCO, IPOTESI ALTERNATIVA: “IL KILLER NON SI LAVÒ LE MANI”
Secondo la ricostruzione alternativa dell’omicidio di Chiara Poggi, su cui indagano i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano e la Procura di Pavia nel fascicolo a carico di Andrea Sempio indagato in concorso con altri, l’aggressore, a differenza di quanto riportato nella sentenza di condanna definitiva per Alberto Stasi, non si sarebbe lavato le mani in bagno e non avrebbe pulito poi dispenser e lavabo dalle tracce di sangue.

Uno scenario del tutto diverso da quello messo nero su bianco dalla sentenza d’appello bis su Stasi, confermata dalla Cassazione coi 16 anni di pena, che indicò tra le prove a carico dell’ex bocconiano quelle "due impronte" trovate "sul dispenser del sapone" che l’aggressore "sicuramente" utilizzò "per lavarsi le mani dopo il delitto". La posizione delle due impronte "e la non commistione del Dna della vittima", per la Corte, "dimostrano che maneggiò il dispenser per lavarlo accuratamente, dopo essersi lavato le mani e aver ripulito il lavandino".

Gli investigatori, che tentarono di riaprire le indagini già cinque anni fa, segnalarono che era vero sì, come accertato dal Ris, che il lavandino del bagno del piano terra era "privo di tracce ematiche", ma che "è impossibile che il lavandino e il dispenser" siano stati "lavati accuratamente dall’aggressore". E ciò perché su quel dispenser, oltre alle due impronte di Stasi, vennero repertate "numerose impronte papillari sovrapposte" che sarebbero state "cancellate" in caso di lavaggio. Vi fu trovato pure Dna di Chiara e della madre, altro elemento che dimostrerebbe che non venne ripulito. Infine, una fotografia scattata nei primi sopralluoghi mostrava la presenza di 4 capelli "neri lunghi" (mai repertati), alcuni vicino allo scarico e ciò indica, per inquirenti e investigatori, che "il lavandino non è mai stato lavato dalla presenza di sangue". Altrimenti sarebbero stati "portati via dall’acqua".

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In questo quadro gli investigatori inseriscono pure quell’ormai nota impronta 10 sulla porta d’ingresso dell’abitazione, in particolare sulla parte interna, che si ritiene potrebbe essere stata lasciata dall’assassino prima di fuggire. Delitto, stando alle ultime ipotesi, che potrebbe essere stato commesso da più persone.

Intanto l’ex comandante dei carabinieri di Garlasco Francesco Marchetto torna a parlare del testimone che avrebbe visto una ragazza in bici con in mano un attizzatoio la mattina dell’omicidio di Chiara Poggi. Una testimonianza resa in Procura nei giorni successivi al delitto e ritrattata poco dopo. Secondo l’ex carabiniere l’uomo avrebbe ritrattato perché "minacciato o intimidito" da "qualcuno che era all’interno della Procura in quel momento". E per questa sera alle Iene, su Italia 1, il supertestimone svelerà altri particolari sull’intricata vicenda, questa volta mettendoci la faccia.

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MOTOTREK500 4^EDIZIONE – DI REMO TAGLIANI

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Ancora un successo per la 4^ edizione di Mototrek500, la manifestazione ideata da Massimo Tamburelli che, con partenza e arrivo a Varzi, raggiunge la costa ligure attraverso strade, borghi, panorami e paesaggi indimenticabili.

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