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Ai Mondiali Ponzio nono, attesa per la finale di Tamberi

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EUGENE (USA) (ITALPRESS) – Un centimetro nega a Nick Ponzio la piccola gioia dell’accesso tra i primi otto della finale del getto del peso ai Mondiali di atletica leggera, in scena a Eugene, negli Stati Uniti. Il 20,81 dell’azzurro, risultato, peraltro, inferiore al 21,35 ottenuto in qualificazione, viene superato al terzo turno dal 20,82 del neozelandese Jacko Gill. Ponzio, purtroppo, non riesce a mettere insieme, in nessuna delle tre prove, tutte le tessere del suo lancio. Piccolo giallo in occasione del terzo tentativo: un contatto con il fermapiede giudicato irregolare porta il giudice ad annullare la prova, ma poi, dopo le proteste, il lancio viene dapprima misurato, poi considerato valido. Il 20,76 che se ne ricava non è comunque sufficiente a rimettere Ponzio in gioco per gli ultimi tre lanci, condannandolo al nono posto finale. Gli statunitensi portano a casa l’ennesimo successo e la seconda tripletta dei campionati, dopo l’1, 2 e 3 dei 100 metri. Ryan Crouser (22,94) fa suo il titolo iridato, interrompendo la maledizione che lo voleva sempre battuto ai Mondiali, anche se Joe Kovacs, campione a Doha tre anni fa e qui argento (22,89) lo costringe alla rincorsa dopo il sorpasso del quinto turno; il bronzo finisce al collo di Josh Awotunde (22,29).
A ruota è doppietta Usa nei 110 a ostacoli e tripletta Giamaica nei 100 metri donne. Sulla pista dell’Hayward Field negli ostacoli alti lo squadrone Usa perde prima per squalifica (contestata) Devon Allen, con un tempo di reazione di un solo millesimo di secondo inferiore al limite fissato per le false partenze (0.099), e poi piazza l’uno, due con Grant Holloway (13.03, +1.2) e Trey Cunningham (13.08). Bronzo allo spagnolo Asier Martinez (13.17). Neanche il tempo di pensare e arriva il momento della finale dei 100 metri donne. La tripletta è un capo che va di moda quest’anno e non lo portano solo gli Stati Uniti. La Giamaica se ne impossessa con le sue formidabili velociste: Shelly-Ann Fraser-Pryce mantiene le promesse e vince in 10.67 (+0.8), superando Shericka Jackson (10.73) e la campionessa olimpica di Tokyo Elaine Thompson-Herah (10.81). La britannica Dina Asher-Smith, pur autrice di un formidabile 10.83, è quarta, fuori dal podio. Per la 35enne Fraser-Pryce, pocket-rocket ormai per chiunque segua l’atletica, è la decima medaglia d’oro mondiale tra individuale e staffetta, il quinto titolo iridato nei 100 metri, in un palmares nel quale brillano anche gli ori olimpici individuali di Pechino 2008 e Londra 2012.
Zaynab Dosso conclude il suo viaggio mondiale, come ampiamente prevedibile, nelle semifinali iridate. Il suo 11.28 (+0.4), due centesimi in più rispetto al crono della batteria, vale il settimo posto parziale, in una prova letteralmente dominata da Shelly-Ann Fraser-Pryce, prima sul traguardo in 10.93. La Dosso può guardare con fiducia al futuro, anche a quello prossimo, ai Campionati Europei di Monaco, dove andrà a caccia di un posto in finale.
Cresce intanto l’attesa per Gianmarco Tamberi. Nella notte italiana tra oggi e domani ci sarà la finale del salto in alto con il campione olimpico in scecna. L’azzurro, che ha superato la qualificazione con 2,28 alla terza prova, sarà in pedana alle 17.45 dell’Oregon, quando in Italia saranno le 2.45, alla ricerca di una medaglia mondiale nella finale che lo vedrà opposto ad altri dodici saltatori, tra cui il qatarino Mutaz Barshim con cui ha condiviso l’oro di Tokyo e il coreano campione del mondo indoor Woo Sanghyeok. Questa la progressione prevista: 2,19, 2,24, 2,27, 2,30, 2,33, 2,35.
In programma anche un’altra finale con un azzurro: è quella dei 3000 siepi, alle 4.20 italiane, con Ahmed Abdelwahed, avanti in batteria con il quattordicesimo tempo (8:21.04).
Primo round per i campioni olimpici della staffetta 4×100 Filippo Tortu e Fausto Desalu, in pista nelle batterie dei 200 metri dalle 2.05: Desalu sarà nella quarta batteria, in quarta corsia, con l’argento olimpico Kenny Bednarek (Usa) in seconda; mentre Tortu incontrerà nella sesta batteria (quinta corsia) il campione olimpico Andre De Grasse (Canada, in seconda). Accedono alla semifinale i primi tre, più tre tempi di recupero. Primo turno anche per Dalia Kaddari nei 200 al femminile: la sarda è nella prima batteria, in quarta corsia, alle 3 di notte al fianco della giamaicana argento dei 100 Shericka Jackson (quinta corsia). Pass per le prime tre più sei tempi. Comincia anche il Mondiale di Daisy Osakue, nel turno di qualificazione del disco alle 2.10: per la promozione diretta servono 64 metri, altrimenti bisogna rimanere tra le prime dodici.
– foto livephotosport.it –
(ITALPRESS).

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Ranieri “Daremo tutto, ma in Champions solo se le altre crollano”

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ROMA (ITALPRESS) – “Qualcuno scommetterebbe un euro sulla Roma in Champions? Siamo onesti: se succede è perché le altre ‘sbragano e noi facciamo un capolavoro. Non è possibile, vogliamo essere seri con i nostri tifosi. Diamo il massimo e alla fine vedremo quello che potremo fare”. Lo ha detto l‘allenatore della Roma, Claudio Ranieri, in conferenza stampa alla vigilia del match contro il Verona.

“Teniamoci stretti questi ragazzi che stanno lottando con passione e voglia di far bene per la Roma. Chiedo ai tifosi l’aiuto in questo rush finale, spero capiscano la situazione che stiamo vivendo”. “I tifosi meritano il massimo ed è quello che la proprietà vuole raggiungere: una squadra stabilmente nelle prime quattro-cinque e che possa lottare per vincere uno o più campionati”, ha aggiunto il tecnico giallorosso che torna al presente e alla sfida contro l’Hellas di mister Zanetti, ancora alla ricerca di qualche punto salvezza, così come la Roma ha bisogno di continuare a raccogliere risultati in chiave Europa e deve farlo senza un giocatore importante comne Dybala e altri non al top della condizione.

“El Shaarawy e Dovbyk hanno fatto allenamento differenziato, ma stanno bene e tra stasera e domani mattina prenderò una decisione. Sarà una partita difficilissima e importantissima, il Verona chiude tutti gli spazi e riparte a mille all’ora. Dovremo stare attenti a non farci intrappolare nella loro ragnatela“.

Soddisfatto, ma anche consapevole che c’è sempre qualcosa da migliorare. “Quello che hanno fatto i ragazzi è prodigioso. Fisicamente la squadra sta bene, ma lo stato di forma non è ottimale. Prima la squadra giocava ad uno o due tocchi e faceva tutto con leggerezza. Nelle ultime due partite non ci siamo riusciti e il merito è anche di Juventus e Lazio, ma stiamo dando il massimo. Sono molto deluso e arrabbiato per i calci piazzati nel derby. Dobbiamo lavorare di più. A volte ci manca la scaltrezza, la furbizia e l’essere determinati a non far entrare l’avversario nell’area di rigore. In alcuni momenti pensiamo di andare a prendere la palla da soli, ma non funziona così: se non prendo la palla io, non la prende nemmeno l’avversario, questo è il mio credo”.

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Criticato Dovbyk per la prestazione nel derby, Ranieri difende il suo centravanti ma continua a stimolarlo. “Le colpe non ci sono in una squadra: c’è sempre un 50-50. Lui si dovrebbe far vedere di più e la squadra dovrebbe servirlo quando si muove. Quello che gli dico sempre è che oltre al gol, deve darci anche la prestazione: deve lottare, pressare, rientrare e farsi vedere. Non sono ancora soddisfatto e credo che neanche lui lo sia. Deve dare di più”. Col Verona potrebbe esserci qualche cambio. “Sì possiamo cambiare, ma serve il bilancino del farmacista”, ha concluso il tecnico romano.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Messi “Dopo il Psg volevo tornare al Barcellona, ma non fu possibile”

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MIAMI (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Quando nel 2023 ha lasciato dopo due stagioni il Paris Saint Germain, Lionel Messi ha scelto l’Inter Miami e la Mls per proseguire la sua carriera. Eppure, prima di finire dall’altra parte dell’Oceano, il fuoriclasse argentino ha provato a vestire di nuovo la maglia del suo Barcellona.

Ospite del canale YouTube “Simplemente Futbol”, è lo stesso Messi a svelare questo retroscena:Avevo l’intenzione di tornare al Barcellona e stare dove ho sempre voluto ma anche stavolta non è stato possibile e a quel punto ho fatto una scelta pensando alla mia famiglia. Anche il fatto di aver vinto il Mondiale ha pesato molto. Avevo chiaro in testa che non potevo giocare in un altro club in Europa per cui assieme alla mia famiglia abbiamo deciso di vivere negli Usa e giocare nella Mls in un club in crescita e che punta a fare grandi cose. Dopo i due anni al Psg, dove non mi sono sentito a mio agio nella quotidianità degli allenamenti, volevamo essere sicuri di andare in un posto dove poter vivere bene e dove io potessi divertirmi a fare quello che mi piace”. E finora sta andando come sperato. “Non posso chiedere di più. Voglio continuare a competere e vincere, è la mia essenza, sono cresciuto così”, dice ancora il 37enne argentino, per il quale il trionfo con la Seleccion in Qatar è stato l’ideale chiusura del cerchio.

“Essere arrivato in finale nel 2014 e non vincere è stata una tortura – ammette a proposito della sconfitta contro la Germania – Aver vinto qualche anno più tardi ha reso tutto un po’ più facile: certo, avrei potuto vincere due Mondiali ma almeno una Coppa del Mondo ce l’ho”.

A questo proposito, fra poco più di un anno ci sarà la prima edizione a 48 squadre che si giocherà fra Canada, Usa e Messico ma l’ex Barça non ha ancora sciolto le riserve. “Il prossimo Mondiale è ancora lontano anche se il tempo passa in fretta. Ho fatto una buona preparazione per quest’anno, ho iniziato bene e sto bene ma sarà una stagione lunga, che si chiuderà a dicembre e con in mezzo il Mondiale per Club. Guardo o osservo ma non voglio fissarmi obiettivi. Andrò di giorno in giorno, vedrò come starò fisicamente e cercherò di essere sincero con me stesso”.

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Ripercorrendo la sua carriera, Messi non poteva non citare Guardiola. “Lui è di un altro mondo, è diverso, vede le cose che nessuno vede. Ha cambiato il calcio. Tutti volevano copiarci, volevano giocare come il nostro Barcellona ma noi eravamo una squadra speciale, a centrocampo avevamo Xavi, Busquets e Iniesta, era tutto perfetto fra giocatori e allenatore. Guardiola è unico, ama i dettagli, ha una mentalità diversa, una visione che altri non hanno”

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Jannik Sinner è tornato ufficialmente ad allenarsi

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ROMA (ITALPRESS) – Dopo il periodo di stop, a seguito dell’accordo con la Wada per il “caso Clostebol”, Jannik Sinner è tornato ufficialmente oggi ad allenarsi e a calpestare i campi da gioco. L’azzurro, numero 1 del tennis mondiale, ha giocato con Jack Draper sulla terra rossa indoor del Tennis Club di Beaulieu-sur-Mer.

Da qui ricomincia l’attività del giocatore nato a San Candido, in attesa del suo rientro nelle competizioni internazionali, previsto a maggio agli Internazionali BNL d’Italia, a Roma. Sinner figura poi fra gli iscritti anche nel torneo Atp 500 di Amburgo, in scena la settimana successiva agli Internazionali d’Italia e subito prima del Roland Garros. L’azzurro a ruota sarà in campo a Parigi, dove potrebbe arrivare da numero 1 del mondo e completare così 52 settimane consecutive in vetta al ranking internazionale.

– foto IPA Agency –

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