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DRAGHI ALLA CAMERA: PARTITI, SIETE PRONTI A RICOSTRUIRE QUESTO PATTO?

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“Partiti, siete pronti a ricostruire questo patto? Siete pronti? Siamo qui in quest’Aula solo perchè gli italiani lo hanno chiesto. È una risposta che dovete dare non a me, ma a tutti gli italiani”. Mario Draghi conclude così il suo discorso al Senato. M5s e Lega non applaudono quest’ultima parte. Il presidente del Consiglio richiama le forze politiche alla responsabilità di portare a termine l’agenda di governo senza fare sconti e definisce ‘tanto sofferte quanto dovute’ le dimissioni, respinte dal capo dello Stato, presentate il 14 luglio per il venir meno del patto di fiducia nella maggioranza: ‘L’unica strada, se vogliamo ancora restare assieme, è ricostruire daccapo questo patto, con coraggio, altruismo, credibilità’. La risposta dei partiti è attesa dal dibattito.

IL DISCORSO DI DRAGHI

“Mercoledì – ha sottolineato in apertura del suo discorso – scorso ho rassegnato le dimissioni. Questa decisione è seguita al venir meno della maggioranza di unità nazionale che ha appoggiato il governo dalla sua nascita. Il capo dello Stato le ha respinte e chiesto di informare il Parlamento. Decisione che ho condiviso. Oggi mi permette di spiegare a voi e agli italiani questa decisione tanto sofferta quanto dovuta”. Il premier ha rivendicato i risultati ottenuti dal suo governo in questi 17 mesi. Ma ha anche indicato una serie di obiettivi per i quali, ha evidenziato, serve un nuovo patto di fiducia”. “Non serve una fiducia di facciata – ha evidenziato – che svanisca di fronte ai provvedimenti scomodi”. Bisogna spingere sui contratti collettivi, punto di forza del sistema industriale, ha evidenziato. “Serve una riforma delle pensioni – ha proseguito – che garantisca meccanismi di flessibilità in uscita e un impianto sostenibile ancorato al sistema retributivo”. “Il disegno di legge” sulla concorrenza, che riguarda anche “i taxi” e le concessioni balneari” deve “essere approvato prima della pausa estiva. Ora c’è bisogna di un sostegno convinto all’azione dell’esecutivo” non il sostegno a proteste talvolta violente.

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“Il presidente della Repubblica mi affidò l’incarico” di premier con l’obiettivo di affrontare “tre emergenze: pandemica, economica e sociale”, “tutti i principali partiti, con una sola eccezione, decisero di rispondere positivamente a quell’appello. Nel discorso che tenni in quest’Aula feci riferimento all’unità nazionale, che in questi mesi è stata la miglior garanzia di questo esecutivo e della sua efficacia. Ritengo che un presidente del Consiglio che non si è mai presentato davanti agli elettori debba avere il consenso più ampio”. “Grazie alle misure di contenimento sanitario, alla campagna di vaccinazione, ai provvedimenti di sostegno economico a famiglie e imprese, siamo riusciti a superare la fase più acuta della pandemia, a dare slancio alla ripresa economica”, ha detto. Le “riforme della giustizia, della concorrenza, del fisco, degli appalti oltre alla corposa agenda delle semplificazioni sono un passo essenziale per l’Italia. Ad oggi tutti gli obiettivi del Pnrr sono stati raggiunti”. “Il merito dei risultati” raggiunti “è vostro, della vostra disponibilità a lavorare nell’interesse del paese. La vostra è stata la migliore risposta all’appello del presidente della Repubblica”. Gli “italiani hanno sostenuto le misure che di volta in volta abbiamo messo in campo, sono diventati veri protagonisti politiche, penso al paziente rispetto durante le restrizioni della pandemia, della vaccinazione, dell’accoglienza spontanea ai profughi ucraini accolti con affetto e solidarietà. Penso alle comunità locali con il Pnrr: mai come in questi momenti sono stato orgoglioso di essere italiano”.

La seduta andrà avanti con il discorso di Draghi fino alle 10.30, quando il presidente del Consiglio si recherà alla Camera per consegnare il testo delle comunicazioni rese a Palazzo Madama. Alle ore 11.00 riprenderà la seduta del Senato, con una discussione generale prevista fino alle 17, quando Draghi replicherà. Alle 17.30 inizieranno le dichiarazioni di voto ed alle 19 partirà la “chiama” dei senatori. Poi il voto di fiducia e domani si replica alla Camera.

L’ASTERISCO: LA CHIAREZZA DI DRAGHI, NON SERVE UNA FIDUCIA DI FACCIATA. ORA I PARTITI DECIDANO SE ANDARE AVANTI O ALLE ELEZIONI 

“Le sfide che l’Italia deve affrontare richiedono un governo forte e coeso. Al Paese serve un nuovo patto di sviluppo concreto e sincero, non serve una fiducia di facciata, dopo che c’è stata una rottura del patto di fiducia iniziale che non poteva essere ignorata”. Si può dire quel che si vuole di Draghi ma non si può non apprezzarne la chiarezza e la franchezza con la quale mette in evidenza la sua posizione. Anche e soprattutto questa volta. Qui c’è da decidere, fa sapere ai partiti: “Siete pronti a riconfermare il patto di fiducia?”. Tradotto: Se facciamo le cose seriamente io continuo, altrimenti vi saluto. Ci fossero politici così coerenti e seri, lui che non è certo un politico ma un tecnico di spessore, prima in Europa e poi nel nostro Paese. Discorso che è stato accolto con freddezza dai 5 Stelle, ed era più che evidente, ma anche dalla Lega, che non si aspettava l’inciso finale sugli aiuti anche in armamenti da passare all’Ucraina. Ora però la Lega e i 5 Stelle devono dire chiaramente se intendono accettare le condizioni di Draghi di fronte a tutti gli italiani, per evitare di trovarci tra qualche settimana nella situazione di oggi. E’ una situazione di responsabilità molto forte di fronte a quello che appare un ultimatum del premier: prendere o lasciare. Ne va della credibilità del nostro Paese in Italia, in Europa e Oltreoceano. La decisione più rilevante in questo momento è nelle mani della Lega, dato per assodato che i 5 Stelle non voteranno la fiducia, alle prese con lo tsunami interno, che sicuramente porterà ad una ulteriore spaccatura, con una parte dei parlamentari che si staccherà dalla linea di Conte votando la fiducia. E lì sarà davvero la fine del Movimento. 

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Valorizzare le tradizioni, recuperando il nostro passato, attualizzando il presente e proiettandosi verso il futuro, andando a conoscere quello che la scienza e la tecnologia ci mettono a disposizione per migliorare la qualità della nostra vita. Giovanna Gabetta è la prima donna laureata in ingegneria nucleare in Italia, il suo grande amore è la ricerca. Con Alessandro Paola Schiavi ogni Sabato alle 21,30 conduce “L’Ingegnera di Voghera” su Pavia Uno Tv e Lombardia Live 24, la tv per tutti.

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