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Butini “Europei nuoto trampolino di lancio verso Parigi 2024”

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ROMA (ITALPRESS) – “Se c’è un’Italia del nuoto vincente anche senza la Pellegrini? Sì, Federica ci ha insegnato molto, ci ha fatto capire cosa sia la determinazione unita alla voglia di fare e la professionalità. L’Italia sta raccogliendo i frutti di un periodo molto intenso, in cui ha lavorato parecchio nel cercare atleti e stiamo andando nella direzione giusta”. Così il direttore tecnico dell’Italnuoto, Cesare Butini, ai microfoni di Radio Anch’io Sport, su Rai Radio 1, dopo il trionfale Europeo concluso dalla Nazionale azzurra. “La nostra attività è la punta di un iceberg, ma a noi piace che queste manifestazioni rappresentino un volano per tutto lo sport – sottolinea ancora Butini – Questi successi, uniti all’esaltante cornice di pubblico, porterà a più praticanti nelle piscine e ad allargare la base, con la possibilità di trovare più talenti nel futuro”. Ricordato che l’Italnuoto ha giovanissimi di grande valore come Galossi e Pilato, atleti del calibro di Martinenghi ed esperti come Pizzini “che tengono duro e prendono ispirazione dai ragazzi per andare ancora più veloce”. Un fuoriclasse come Paltrinieri merita un capitolo a parte: “Si è fatto scoprire tardi come personalità, noi lo abbiamo inserito nel cento federale di Ostia nel 2011. E’ cresciuto con noi, sotto la guida di Morini, ha vinto le Olimpiadi nel 2016 e adesso ha cambiato allenatore per confrontarsi anche nelle acque libere. E’ eccezionale, ci ha regalato grande emozioni ed è una figura di riferimento del nostro sport: se deciderà di fare solo il fondo, non ci saranno problemi da parte nostra, l’open water per noi è un vaso comunicante, visto che dalla piscina arriva anche Acerenza”. Per Butini, il numero di podi raccolto dagli azzurri a questi Europei “sarà difficile da ripetere, ma è un trampolino di lancio verso Parigi. Bisogna rimanere umili, lavorando duramente e restando coi piedi per terra: è importante mantenere questi successi ottenuti a livello di prestazione. Possiamo fare qualcosa di buono alle Olimpiadi”.
– foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).

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Luciano Buonfiglio “Nel mio Coni anima aziendale e spirito sportivo”

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ROMA (ITALPRESS) – “Il giorno della cerimonia d’apertura di Montreal ’76 è stato il più bello della mia vita”. Luciano Buonfiglio lo rivela in un’intervista alla Gazzetta dello Sport e chissà che il 26 giugno non possa scalare le classifiche e togliere la vetta alle emozioni olimpiche vissute da canoista. Il numero 1 della Fick (Federazione italiana canoa e kayak), infatti, è uno dei candidati alla presidenza del Coni, ha un passato da atleta, ma anche da alto dirigente di azienda (“Fino a diventare direttore centrale del gruppo Alliance Europa”) e sono esperienze che vuole mettere al servizio del Comitato olimpico. “Allo sport serve una pianificazione aziendale e una grande cura dell’atleta. Io ho portato nel lavoro l’entusiasmo e la determinazione dello sportivo e nello sport l’organizzazione aziendale. Il mio obiettivo è che al Coni tutti sappiano quale sia il percorso da fare e diano il proprio contributo, come avveniva nelle aziende in cui sono stato. Ogni presidente è un imprenditore con competenze specifiche che vanno valorizzate. Dobbiamo metterci a disposizione di tutti per costruire un percorso di crescita, che va verificato periodicamente e che sia misurabile. Dobbiamo essere credibili e affidabili, vicini a federazioni e atleti, sostenendoli per quelle che sono le loro esigenze. Il territorio? Andremo regione per regione portando competenza e sperando nella volontà politica, così che il modello Caivano si possa davvero replicare”.

Il tutto appoggiandosi anche a Sport e Salute. “Se proponiamo cose fatte bene difficilmente ci direbbero di no, come pure la politica. Il Coni ha un brand di altissimo valore, ha un Consiglio e una Giunta fatti di persone preparate, insieme a Sport e Salute si possono fare progetti bellissimi. La rivalità del passato? Dobbiamo giocare nella stessa squadra. Io poi mi ritengo un tessitore di sinergie. La politica? Sta a loro definire le linee guida, assieme a noi – prosegue Buonfiglio -. Il ministro Abodi poi l’ho conosciuto in un modo speciale: nel 2006 gli passai la torcia olimpica di Torino, eravamo tedofori. Poi ci siamo incontrati di nuovo al Credito Sportivo, abbiamo un ottimo rapporto. Tifa per Pancalli? Siamo uomini, ognuno fa come vuole, ma il ministro mi sembra piuttosto laico”.

Il presidente uscente, Giovanni Malagò, si è pubblicamente schierato dalla sua parte. “La mia candidatura nasce in modo autonomo, mi sentivo pronto, ma ho comunque voluto vincolare la mia corsa alla possibile permanenza di Giovanni. È stato un percorso pianificato, stile azienda. Giovanni ha una leadership indiscutibile, ha rapporti con chiunque nel mondo e una capacità straordinaria di occuparsi dei problemi di tutti. Pancalli, con cui ho un ottimo rapporto, ha parlato di discontinuità. Non sono d’accordo, nel mio programma non c’è discontinuità, c’è evoluzione”.

In corsa c’è anche Carraro. “Avrà i suoi motivi per candidarsi. Da lui, Petrucci e Pescante ho imparato tanto, vorrei continuare a farlo: sono persone che hanno fatto la storia”. Da presidente della Fick Buonfiglio sa quanto conti vincere. “Le medaglie sono importanti, sono la nostra mission. Se vogliamo vincere a Brisbane 2032 dobbiamo iniziare ora a lavorare sui ragazzini. Perché dovrebbero votare me come presidente del Coni? Perché sono un uomo di sport e avrò un’unica ossessione: essere all’altezza di rappresentare un mondo che vale tanto”.

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Buonfiglio sa già cosa farebbe nel suo primo giorno da presidente. “Convocherei Consiglio e Giunta per definire le priorità all’interno del programma che abbiamo costruito insieme. E formerò dipartimenti che si occuperanno di situazioni specifiche, con verifiche ogni cinque settimane. Sarà un Coni di partecipazione condivisa e fattiva”. Per la sera della vigilia rivela di avere “invitato gli 80 votanti a una spaghettata, credo sia importante anche divertirci”. La mattina dopo verrà eletto il nuovo presidente del Coni e Buonfiglio l’ultimo atto della sua corsa lo vive così: “Sono uno sportivo, a fine gara mi guarderò a destra e sinistra e scoprirò se la punta della mia canoa sarà davanti alle altre…”.

– foto IPA Agency –

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Palmeiras e Inter Miami volano agli ottavi del Mondiale per Club, Porto eliminato

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ROMA (ITALPRESS) – Il Palmeiras come prima del girone, l’Inter Miami come seconda, il Porto eliminato insieme all’Al Ahly. Questi i verdetti del girone A del Mondiale per Club dopo le due gare che si sono disputate nella notte italiana, entrambe finite in parità e con tanti gol. Lo spareggio tra le prime si è chiuso sul 2-2 ed è un risultato che permette ai brasiliani di passare agli ottavi come primi del gruppo e di trovare sulla strada per i quarti i connazionali del Botafogo.

Il 2-2 con i padroni di casa dell’Inter Miami matura in rimonta per il Palmeiras che si trova sotto di due reti (Allende al 16° e Suarez al 65°), ma nel finale trova la forza per rispondere con i gol di Paulinho (80°) e Mauricio (87°). Il 2-2 finale mette Messi e compagni di fronte al Psg campione d’Europa e per il fuoriclasse argentino sarà una sfida da ex di grande interesse, anche perché il divorzio con i parigini non è stato semplice.

Torna a casa il Porto che chiude con un pirotecnico 4-4 contro l’Al Ahly. Di Mora, William Gomes, Samu e Pepe le reti dei portoghesi, mentre il trascinatore degli egiziani è il palestinese Wessam Abou Ali che realizza una tripletta. Del tunisino Mohamed Ali Ben Romdhane l’altro gol. Porto e Al Ahly chiudono con 2 punti, a -3 da Palmeiras e Inter Miami, avanti con 5 punti a testa e con i brasiliani primi per la migliore differenza reti nei confronti degli statunitensi.

– foto IPA Agency –

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Psg e Botafogo agli ottavi del Mondiale per Club, Atletico condannato dalla classifica avulsa

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ROMA (ITALPRESS) – Paris Saint Germain e Botafogo agli ottavi del Mondiale per Club, Atletico Madrid fuori. Niente impresa per i colchoneros di Simeone, che avrebbero dovuto battere i brasiliani con tre gol di scarto per passare il turno ma al Rose Bowl di Los Angeles il Fogao si conferma squadra ostica. Come contro il Psg, il Botafogo si difende bene e poi riparte e Oblak è miracoloso a tu per tu con Savarino per tenere a galla i suoi. L’Atletico esce alla distanza e Alvarez al 41′ ha una ghiotta occasione ma non inquadra la porta mentre poco più tardi si vede negare un rigore per una precedente spinta di Sorloth pescata dal Var. Nella ripresa la squadra del Cholo continua ad attaccare anche se quasi mai riuscendo a pungere, poi Griezmann (entrato dopo l’intervallo per Gallagher) al 60′ tenta la giocata d’astuzia ma trova solo la base del palo mentre qualche minuto dopo Sorloth di testa manda abbondamente a lato. Il Botafogo, però, è pienamente dentro la partita e al 67′ ci vuole un altro intervento prodigioso di Oblak per negare il gol ai brasiliani sulla deviazione volante di Igor Jesus. Simeone tenta il tutto per tutto ma solo all’87’ l’Atletico riesce a sbloccarla con Griezmann pronto a raccogliere sul secondo palo l’assist di Alvarez. L’1-0 non basta, agli ottavi da secondo del gruppo B ci va il Botafogo che con tutta probabilità incrocerà una fra Palmeiras e Inter Miami, in campo nella notte italiana per la sfida che dovrebbe decidere il primato nel girone A.

Agli ottavi va anche il Psg, grazie al 2-0 sui Seattle Sounders. Dopo la sconfitta col Botafogo, Luis Enrique non intende correre rischi e ripropone di fatto la stessa formazione della finale di Monaco con l’unica eccezione di Mayulu al posto di Dembelè. Ma al Lumen Field di Seattle i campioni d’Europa – che rischiano la beffa su un pasticciato retropassaggio di Fabian Ruiz a Donnarumma – impiegano 35 minuti per sbloccarla, fino a quando Kvaratskhelia non devia fortunosamente una conclusione da fuori di Vitinha. Nella ripresa spazio a Zaire-Emery e Barcola e proprio quest’ultimo, a conclusione di una micidiale ripartenza, al 67′ trova in area Hakimi che tutto solo non sbaglia. Il Psg chiude primo e sulla sua strada potrebbe trovare l’ex Messi.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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