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Cronaca

A MILANO SCATTA “AREA B”, PUNITI LAVORATORI E MENO ABBIENTI MA IL SINDACO BEPPE SALA TIRA DRITTO

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di Emanuele Bottiroli

Il sindaco Beppe Sala tira dritto e non ipotizza alcun ripensamento dopo l’entrata in vigore (accolta tra le polemiche) dell’Area B a Milano, che di fatto penalizza tutti coloro che non possono permettersi di cambiare l’automobile. Nei giorni scorsi il primo cittadino ha spiegato alla stampa: «Non c’è nessuna possibilità che io cambi idea».

Il Sindaco di Milano, Beppe Sala

L’opposizione consiliare chiedeva di tornare ad un tavolo per riconsiderare in parte o ritardare l’attivazione di Area B. Dal primo ottobre, in gran parte del capoluogo lombardo, sono entrate in vigore le nuove regole sulla circolazione delle automobili. L’ingresso in città non è più consentito alle vetture a benzina fino all’Euro 2 e a quelle a diesel fino all’Euro 5. Una decisione presa con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento a Milano, ma che sta colpendo a livello economico e lavorativo la popolazione che già vive un periodo di forti difficoltà legate al caro vita e al caro energia. Fratelli d’Italia spinge per indurre Sala a congelare il provvedimento e a rinviare i nuovi divieti attraverso una raccolta firme.

«Questa scelta massacra gli studenti ma anche i lavoratori e i vantaggi che si ottengono in termini di qualità dell’aria sono minimi», spiega il coordinatore cittadino di Fdi, Stefano Maullu. «Non è il momento di costringere le persone a cambiare auto». Dal canto suo invece in un’intervista al Corriere della Sera, il segretario milanese della Cgil, Massimo Bonini, ha definito l’Area B «un provvedimento classista: la gente deve fare i conti con bollette raddoppiate, costi insostenibili per la casa e noi diciamo a 340mila persone che dovrebbero cambiare la macchina per venire in città a lavorare?».

Gli attacchi ai nuovi divieti di circolazione in vigore a Milano non si limitano alle accuse di classismo. Il sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano (Lega), sostiene che Sala non voglia risolvere il problema inquinamento, ma solo spostarlo. Vietando alle auto di entrare in città, si ipotizza fondatamente che le fermate della metropolitana a corona del centro di Milano saranno intasate dal traffico dei pendolari, «oltre 450mila veicoli che non possono entrare e che si fermeranno al confine». Per questo motivo Di Stefano ipotizza l’istituzione di un’Area S: in questo modo, il «milanese che vuole entrare nei nostri confini dovrà pagare e quelle risorse le utilizzeremo per compensare l’inquinamento che Sala sta scaricando sui Comuni della prima cintura».

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Cronaca

Tajani “Pizzaballa a Gaza con aiuti, Israele fermi operazioni”

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ROMA (ITALPRESS) – “Sono in contatto con il Cardinale Pizzaballa che assieme al patriarca Teofilo sta entrando a Gaza con un carico di 500 tonnellate di aiuti per la popolazione civile”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani che aggiunge: “Il Governo italiano chiede a Israele di interrompere le azioni militari e di garantire in maniera totale la sicurezza dei due inviati nella loro importante missione. Israele e Hamas devono raggiungere un cessate il fuoco, la guerra a Gaza deve cessare, bisogna scegliere definitivamente la via del negoziato diplomatico per interrompere gli attacchi che coinvolgono la popolazione civile, per liberare tutti gli ostaggi israeliani, per far entrare al più presto gli aiuti necessari”.

-foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Forte scossa di terremoto ai Campi Flegrei, magnitudo 4.0

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NAPOLI (ITALPRESS) – Una forte scossa di terremoto di magnitudo 4.0 è stata registrata alle ore 9:14 nell’area dei Campi Flegrei, a una profondità di circa 2,5 chilometri, tra le località di Pozzuoli e Bagnoli. Il sisma è stato avvertito anche a Napoli.
-foto screenshot sito Ingv-
(ITALPRESS).

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Cronaca

Imprese, Rampino “Tra Italia e Paesi arabi cresce l’interscambio”

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MILANO (ITALPRESS) – Le incertezze sui dazi statunitensi stanno spingendo le aziende italiane che esportano a valutare possibili mercati di sbocco alternativi, come i Paesi arabi. Ne ha parlato Pietro Paolo Rampino, presidente della Joint Italian Arab Chamber of Commerce, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy.
Il susseguirsi di annunci e trattative “non sta facendo altro che spingere le esportazioni verso i Paesi arabi, perchè le aziende italiane che hanno perso export negli Usa sono obbligate a trovare nuovi mercati di sbocco, e tra questi i Paesi arabi – afferma Rampino -. Alcuni sono già solidi e consolidati, altri stanno crescendo a dismisura, come per esempio l’Arabia Saudita che per i prossimi 10-15 anni rappresenterà uno dei principali mercati al mondo”.
La Camera di Commercio Italo Araba è nata “per soddisfare le esigenze delle aziende italiane nel mondo arabo, ma anche per soddisfare le esigenze delle aziende del mondo arabo in Italia – spiega il presidente -. E’ un ponte tra le due realtà, che fornisce formazione, informazione, networking e tutta una serie di servizi per agevolare l’export delle aziende italiane presso questi paesi e attrarre investimenti e aziende straniere in Italia”.
Lo scambio tra Italia e Paesi arabi “è importante”, prosegue Rampino che ricorda “gli ultimi accordi siglati dal presidente del Consiglio Meloni, a gennaio a Riad, intese per 10 miliardi, e nei mesi successivi il presidente emiratino è venuto in Italia per siglare intese per 40 miliardi. Sicuramente lo scambio è interessante. Noi esportiamo circa 7,5 miliardi negli Emirati Arabi, un pò meno oggi in Arabia Saudita, ma è un mercato destinato a crescere. Potremmo e attrarre capitali maggiori. Non siamo attrattivi in termini di grandi corporation, ma lo siamo con il nostro Made in Italy, con le nostre medie aziende che sono interessanti per il mondo arabo”. L’Italia potrebbe diventare quindi più attrattiva per una parte di quei 4.500 miliardi di dollari all’anno che è il mondo della finanza islamica del mondo.
“Per religione e per legge i soldi islamici non possono essere prestati perchè l’interesse è vietato, ma al contempo non possono restare fermi, improduttivi sui conti correnti – spiega Rampino -. Oggi accade che che nelle banche londinesi, ogni anno ci sono depositati oltre 1.200-1.300 miliardi di dollari che cercano investimenti in giro per il mondo e non li trovano”.
Per le aziende italiane che vogliono investire nei Paesi arabi “il consiglio prima di tutto è di informarsi, di non essere attendisti, ma essere pionieri, soprattutto in certi mercati, bisogna avere il coraggio di andare, visitarli, informarsi, puntare su questi Paesi e avere quella pazienza per poter creare un futuro – sottolinea il presidente della Joint Italian Arab Chamber of Commerce -. Ci sono tanti Paesi molto interessanti, non solo gli Emirati Arabi e l’Arabia Saudita”.
“La prima cosa è viaggiare informati, cioè essere consapevoli di quello che si sta facendo e soprattutto farsi aiutare dalle istituzioni. Noi per esempio abbiamo aperto desk in molti Paesi arabi per aiutare le aziende”, prosegue.
Rampino dà un giudizio molto positivo del Piano Mattei. “E’ molto importante, uno degli elementi che dovranno caratterizzare il futuro. L’Italia non può prescindere dal fatto di essere al centro del Mediterraneo”. Ed è decisivo l’aspetto della formazione, “è un approccio win-win”.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

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