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Cronaca

Calderoli “Il Sud dimostri quanto vale, il centralismo ha fallito”

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ROMA (ITALPRESS) – “Sono pronto a riscrivere la bozza sull’autonomia differenziata. Guardo il Paese dalla parte del Sud, perchè il Nord lo conosco già”. Roberto Calderoli, ministro leghista degli Affari regionali e delle Autonomie, è convinto che questa sia la volta buona per il federalismo.
“L’Autonomia – spiega in un’intervista a la Repubblica – consentirà alle Regioni che vanno meno veloci di mettersi al passo con quelle che corrono. Nessuno pensa a 20 scuole, ma a funzioni che creeranno maggiore efficienza. E’ lo Stato centrale che ha fallito finora accentuando le disparità”. E assicura: “Prima di far partire l’autonomia garantiremo uguali diritti sociali e civili, i cosiddetti Lep, i livelli essenziali di prestazione”.
“Il Paese – sottolinea -, oggi, non viaggia a due velocità, ma a 4 o 5 velocità. Non è colpa dell’Autonomia che ancora non c’è, ma di come è stato gestito finora. Una gestione centralista, nonostante la Costituzione del 1947 avesse un orientamento regionalista. Spero ora di realizzare l’autonomia differenziata che nasce dalla riforma del Titolo V del 2001 fatta dal centrosinistra e validata da un referendum costituzionale”.
“In quella che per ora è solo una bozza – aggiunge -, parto dai contenuti degli articoli 116 e e117 della Costituzione scritti dal centrosinistra: con l’autonomia differenziata cercherò di avvicinare le varie velocità del Paese verso quella che corre di più”. “Ma non ci saranno venti scuole: chi l’ha detto? Le materie che si potranno devolvere alle Regioni non le ho scritte io, ma sono negli articoli 116 e 117 della Carta – ricorda -. La mia sarà una attività di ricognizione che consentirà di stabilire quali funzioni sono connesse a quella materia. Sarà poi il governo, in sede di intesa con la Regione, a decidere quale singola funzione devolvere”.
“Il Friuli, che è Regione a statuto speciale – dice, come esempio – vorrebbe avere competenze sull’ufficio scolastico regionale. Significa avere venti modelli diversi di scuola? No. Ma se all’inizio dell’anno scolastico tutte le Regioni riusciranno a evitare che le classi siano scoperte perchè mancano gli insegnanti, allora sarà un successo”.
Secondo Calderoli “è l’occasione d’oro per sviluppare le potenzialità di ogni Regione. Il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, forzista, ha detto che se avesse la competenza sulla gestione dell’energia verde, dal momento che la sua Regione ne produce più di quanto ne consumi, i cittadini calabresi potrebbero addirittura non pagare l’energia elettrica”. “Ma una Regione che vuole restare com’è, che non chiede l’Autonomia, potrà farlo: continuerà ad andare a velocità ridotta. Il gap tra le varie aree del Paese c’è ora – dichiara -. L’autonomia è una opportunità per dimostrare di sapere amministrare meglio di come fa lo Stato e portare maggiori risorse ai propri territori”.
“A chi dice che questo progetto è anti costituzionale, replico che non attuare la Costituzione è incostituzionale. De Luca punta a essere il Masaniello del Sud”, sottolinea, facendo riferimento al Governatore della Campania, Calderoli, spiegando che per adesso “si tratta di appunti di lavoro che sono stati utili. Ma sono disponibile anche a riscrivere tutta la bozza, avendo avviato il confronto. Ascolto i suggerimenti dei governatori e le richieste di buonsenso. Ma se mi attaccano sostenendo che spacco l’Italia, allora rispondo: vai fare il comizio da un’altra parte. Se mi dicono che il reddito medio al Sud è più basso che nel resto d’Italia e che c’è un maggiore calo della popolazione o un deficit di strade e ferrovie, è colpa dello Stato centrale”.
“L’autonomia è una legge ordinaria, il presidenzialismo costituzionale – aggiunge -. Possono viaggiare in parallelo, a condizione di tenere la mia velocità”.
credit photo agenziafotogramma.it
(ITALPRESS).

Cronaca

Ranieri “Il progetto Roma non dipende dalla Champions”

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ROMA (ITALPRESS) – “Il progetto è uguale, Champions o non Champions. Vogliamo migliorare. E’ stato un anno particolarissimo, iniziato male, poi andato di male in peggio, ma c’è stata una grande reazione da parte dei giocatori e un grande aiuto dei tifosi che hanno sempre riempito lo stadio. Ci stiamo giocando qualcosa di importante, sarà difficile ma dobbiamo uscire dal campo a testa alta con la consapevolezza di aver dato il massimo”. In vista della sfida di lunedì a Bergamo contro l’Atalanta, crocevia fondamentale per la Roma che rincorre la Champions, Claudio Ranieri mette le cose in chiaro: quarto posto o meno, il progetto va avanti. “Posso dire che dal giorno in cui mi sono insediato, il lavoro è iniziato per portare la squadra nei quartieri alti della classifica italiana”, assicura il tecnico giallorosso, che ha avuto modo di confrontarsi direttamente con la proprietà.

“Con Friedkin c’è stato un buonissimo incontro, ha fatto i complimenti alla squadra per l’aspetto calcistico. Vuole fare bene, sa che in questi anni è stato sbagliato qualcosa”. Ranieri ha avuto rassicurazioni anche per quello che sarà il suo ruolo. “Il presidente è contento di quello che ho fatto. Mi ha ribadito che avrò voce in capitolo. E’ importante per me che questo aspetto sia stato confermato – ha aggiunto il futuro senior advisor della proprietà – Non sono uomo immagine, sono l’uomo che deve assumersi responsabilità. So che ormai sono diventato un garante, ma non sono uomo immagine. Il mio cassetto della vanità è piccolo e si è riempito anni fa”.

Per quanto riguarda invece il suo successore in panchina, “ho letto che alcuni allenatori si sarebbero tirati fuori in caso di mancata Champions League. Non mi sembra che si sia tirato fuori nessuno. Questo è il massimo che posso dire. L’ufficialità del nuovo tecnico ci sarà quando vorrà il presidente. Parliamo di tutto, non soltanto perchè è venuto ieri. Non mi ha detto quando ci sarà l’annuncio perchè non gliel’ho chiesto”.

Da Ranieri, infine, una battuta su Lorenzo Pellegrini, la cui stagione si è chiusa in anticipo per la lesione del tendine del retto femorale della coscia destra. “Quando non riesco a far rendere qualcuno ai suoi livelli, la sento come una sconfitta personale. Dispiace tantissimo non averlo a disposizione perchè un giocatore con la sua classe e la sua motivazione mi mancherà tanto. Era una freccia molto importante nel mio arco. L’avevo già allenato e sapevo quel che mi poteva dare e che ha cercato di darmi ogni volta. La sento come una sconfitta personale”.

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– foto Ipa Agency –

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Referendum, Giordano “Non andare a votare una grave colpa dei cittadini”

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ROMA (ITALPRESS) – “In un momento in cui il Parlamento è stato sostanzialmente defraudato di molte sue prerogative, la volontà popolare si deve esprimere comunque e in qualsiasi direzione. Non andare a votare è una grave colpa per tutti i cittadini che poi si lamentano di non contare abbastanza”. E’ con questa affermazione forte che Bruno Giordano, magistrato di Cassazione, già direttore generale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, lancia il suo appello a non disertare le urne il prossimo 8 e 9 giugno.
Il monito del giuslavorista non si ferma qui, afferma infatti il magistrato: “Per questi referendum andare a votare è ancora più importante perchè oltre alla cittadinanza, oltre al lavoro sono messi nelle schede referendarie dei quesiti che riguardano la dignità del lavoro, la dignità delle persone, la sicurezza dei lavoratori”.
Ma c’è di più, per Giordano l’8 e 9 giugno i quesiti riguarderanno “la base della nostra democrazia che come dice l’articolo 1 della Costituzione, è fondata sul lavoro”.
Non sfugge al merito dei quesiti il cassazionista, che spiega: “In particolare, non dimentichiamo che esprimere la propria opinione su licenziamenti, appalti, cittadinanza significa, in questo momento storico, affermare quanto conti essere cittadini e non rinunciare a essere cittadini ma tornare a essere pienamente soggetti di una cittadinanza attiva”.
“Non c’è migliore occasione – conclude Giordano intervistato da Collettiva.it – che parlare attraverso la scheda referendaria”.

Fonte foto: IPA agency
(ITALPRESS).

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Cronaca

Teatro, Pirovano porta in scena a Luino “Johan Padan a la descoverta delle Americhe” di Dario Fo

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MILANO (ITALPRESS) – Domenica 11 maggio, nell’ambito del Festival dei Mezaràt, l’attore Mario Pirovano porta in scena a Luino “Johan Padan a la descoverta delle Americhe” di Dario Fo. Il Festival dei Mezaràt, alla sua seconda edizione, è un omaggio a Dario Fo e Franca Rame, due figure emblematiche del teatro italiano, profondamente legate al territorio del Lago Maggiore, in particolare, di Luino e Sangiano.

Il titolo del festival richiama il “Paese dei Mezaràt”, come Fo stesso chiamava Porto Valtravaglia, sottolineando l’importanza delle radici culturali e locali nell’opera dell’autore. Un testo nato con la consueta irriverenza di Fo, che proprio nel 1991 si rese protagonista – involontario – di una clamorosa gaffe in Spagna: episodio dove io fui diretto testimone.

“Durante una conferenza stampa a Siviglia, per la presentazione di Mistero Buffo, Il responsabile Culturale del Festival, gli propose di tornare e l’anno dopo con “Isabella, tre caravelle e un cacciaballe. Ignorando il contenuto della commedia; Una satira tagliente proprio contro la regina Isabella, la quale veniva celebrata in quei giorni, da una campagna per la sua beatificazione. Dopo aver accennato alla trama, e notato il gelo calato in sala, Fo con prontezza virò su una storia più “neutra”, ambientata proprio a Siviglia, e tutti tirarono un sospiro di sollievo”.

Il Festival è ideato e curato da Serena Nardi e vede anche il coinvolgimento dei Comuni di Sangiano, Luino, Leggiuno e della Provincia di Varese.

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– foto ufficio stampa Mario Pirovano –

(ITALPRESS).

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