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1 MINUTO DIVINO – ISIMBARDA E IL RIESLING D’OLTREPO’ DA PODIO

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1 MINUTO DIVINO – ISIMBARDA E IL RIESLING D’OLTREPO’ DA PODIO
Insieme a Monsupello è anche l’azienda Isimbarda a portare il Riesling Renano sul podio dei Tre Bicchieri 2023 del Gambero Rosso. Ci sono aziende vitivinicole che fanno la differenza nel valorizzare un territorio e nell’allargare la platea di chi può comprendere e apprezzare un vino grande e difficile che ne è massima espressione. E’ un percorso scandito dal sacrificio, dalla vigna alla vinificazione e fino all’elevazione. Daniele Zangelmi, enologo dell’azienda Isimbarda, sta raccogliendo i frutti di una missione: prendere un vitigno prezioso e poliedrico come il Riesling Renano, che ha studiato bene nel suo percorso di ricerca internazionale, per farne la bandiera di un territorio vocato come le colline di Santa Giuletta e dell’Oltrepò Pavese. Zangelmi ci ha provato dal 2003 da quando è stato scelto dall’imprenditore Luigi Meroni al suo arrivo al timone di Isimbarda, azienda che deve il suo nome all’antica famiglia dei marchesi Isimbardi, patrizi lombardi divenuti feudatari del tenimento alla fine del secolo XVII. Zangelmi negli ultimi anni ha ricevuto una vera consacrazione, fino ad arrivare ai Tre Bicchieri 2023 del Gambero Rosso per il Riesling Le Fleur, che è andato ad affiancare la referenza Vigna Martina, iconica referenza del Riesling oltrepadano. Isimbarda, dal 2019 rilevata da una nuova proprietà, occupa una superficie di circa 42 ettari totali, dei quali 37 vitati tra Santa Giuletta e Mornico Losana con terreni tra 200 e quasi 400 metri. Alla massima altitudine c’è un vigneto storico di 2,8 ettari, Vigna Martina, composto da 4 quadrati magici per il Riesling Renano. Il progetto Le Fleur nasce da una precisa vigna identificata a catasto, caratterizzata da terreno bianco marnoso, ideale per il Riesling Renano. La Vigna Martina è divisa in quattro precisi appezzamenti che venivano vinificati insieme. Il Le Fleur nasce delle uve delle due parti più alte del vigneto, vinificando solo quelle e solo il fiore di pressa. Nasce così un grande bianco da Riesling Renano, fiore all’occhiello dell’Oltrepò Pavese.

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PRONTO METEO – PREVISIONI DAL 24 FEBBRAIO

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Le previsioni del tempo in Lombardia, sempre aggiornate con Arpa Lombardia sul nostro sito prontometeo.it.

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI
Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.

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TURISMO, LA REGIA CHE MANCA

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LA VOCE PAVESE – TURISMO, LA REGIA CHE MANCA
L’Oltrepò Pavese potrebbe offrire un contesto unico, in cui il turismo diventerebbe un motore di sviluppo integrato. Se si puntasse su questo settore, le eccellenze locali – dal patrimonio enogastronomico ai paesaggi naturali e culturali – verrebbero valorizzate attraverso la creazione di una rete collaborativa e di una regia centralizzata. Tale approccio consentirebbe di coordinare risorse, competenze e iniziative, offrendo ai visitatori esperienze autentiche e sostenendo una crescita economica duratura nel territorio. Da dove partire? L’Amministrazione Provinciale di Pavia ci sta provando e questo è un buon segnale ma…

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