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LA VOCE PAVESE – ELEZIONI REGIONALI, LE VERITÀ DI FRUSTAGLI

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LA VOCE PAVESE – ELEZIONI REGIONALI, LE VERITÀ DI FRUSTAGLI
L’appuntamento elettorale del 12 e 13 febbraio è sempre più vicino. Emanuele Bottiroli invita a riflettere sulle parole coraggiose del candidato consigliere regionale Andrea Frustagli della Lega, che invita tutti i candidati ed anche il suo partito a un bagno di realtà per ripartire in crescendo senza mentire agli elettori. Frustagli, assessore a Stradella e capogruppo in consiglio provinciale, spiega: “Inutile mettersi in posa e auto lodarsi. Bisogna chiedere scusa, rimboccarsi le maniche, fare squadra e non puntare a una Lega dirigista e al guinzaglio di nessuno. Mi dispiace per chi ha ricoperto ruoli regionali in questi ultimi anni, ma il rilancio della provincia di Pavia non è nemmeno cominciato e per portarlo a compimento occorre votare chi è determinato a farlo in concreto. I tempi biblici per un esame negli ospedali della nostra provincia, gli organici medico-infermieristici carenti e la medicina generale al collasso sono temi che tutti toccano con mano quotidianamente. Su un altro fronte l’ultimo report di Trenord classifica ancora larga parte delle nostre tratte ferroviarie come le peggiori per puntualità dell’intera regione. È un problema annoso che mette alla prova tante famiglie di lavoratori, gli studenti e le imprese. Questi trasporti non sono degni di una provincia lombarda popolosa e importante come quella di Pavia, in cui si sono scritte pagine importanti della storia ferroviaria regionale”. Frustagli aggiunge: “La nostra provincia è ultima nella classifica relativa alla qualità della vita 2022 anche per le carenze nei trasporti e per le infrastrutture sottodimensionate e obsolete. Il neo ministro Matteo Salvini ha fatto molto in soli tre mesi di mandato, ma anche in Regione Lombardia la nostra provincia deve trovare più attenzione rispetto a dossier prioritari come i trasporti e poi per la manutenzione stradale, quella dei ponti e l’immediata realizzazione di nuove infrastrutture. Pavese, Oltrepò e Lomellina non possono attrarre residenti e nuove imprese senza scelte precise. Se non creiamo economia e appetibilità restiamo ai margini. Negli anni scorsi hanno prevalso scelte che hanno privilegiato altri territori, ora dev’essere il nostro turno, anche perché noi partivamo più svantaggiati di altri. Se sarò eletto questo sarà uno dei miei impegni più importanti e so che troverò certo la condivisione del centrodestra e del governatore Attilio Fontana”.

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LOMBARDIA LIVE 24 NEWS – 27 MAGGIO

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Le notizie principali dalla Lombardia in aggiornamento su siti e quotidiani on line. In studio Diego Bianchi

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Tg News 27/05/2025

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Tg News 27/05/2025
ROMA (ITALPRESS) – Rapina a un distributore vicino a Roma, ucciso un benzinaio – Meloni a Confindustria: “Bruxelles rimuova dazi interni” – Mosca: “Per la pace serve tempo”, minacce a Berlino – In corso negoziati diretti tra Siria e Israele – Garlasco, il killer non si lavò le mani – ‘Ndrnagheta, allarme della Dia su grandi opere – Strage Viareggio, confermata condanna a 5 anni per Moretti – Su Amazon tornano le eccellenze del Made in Italia – Previsioni 3B Meteo 28 Maggio.

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OMICIDIO GARLASCO, IPOTESI ALTERNATIVA: “IL KILLER NON SI LAVÒ LE MANI”

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OMICIDIO GARLASCO, IPOTESI ALTERNATIVA: “IL KILLER NON SI LAVÒ LE MANI”
Secondo la ricostruzione alternativa dell’omicidio di Chiara Poggi, su cui indagano i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano e la Procura di Pavia nel fascicolo a carico di Andrea Sempio indagato in concorso con altri, l’aggressore, a differenza di quanto riportato nella sentenza di condanna definitiva per Alberto Stasi, non si sarebbe lavato le mani in bagno e non avrebbe pulito poi dispenser e lavabo dalle tracce di sangue.

Uno scenario del tutto diverso da quello messo nero su bianco dalla sentenza d’appello bis su Stasi, confermata dalla Cassazione coi 16 anni di pena, che indicò tra le prove a carico dell’ex bocconiano quelle "due impronte" trovate "sul dispenser del sapone" che l’aggressore "sicuramente" utilizzò "per lavarsi le mani dopo il delitto". La posizione delle due impronte "e la non commistione del Dna della vittima", per la Corte, "dimostrano che maneggiò il dispenser per lavarlo accuratamente, dopo essersi lavato le mani e aver ripulito il lavandino".

Gli investigatori, che tentarono di riaprire le indagini già cinque anni fa, segnalarono che era vero sì, come accertato dal Ris, che il lavandino del bagno del piano terra era "privo di tracce ematiche", ma che "è impossibile che il lavandino e il dispenser" siano stati "lavati accuratamente dall’aggressore". E ciò perché su quel dispenser, oltre alle due impronte di Stasi, vennero repertate "numerose impronte papillari sovrapposte" che sarebbero state "cancellate" in caso di lavaggio. Vi fu trovato pure Dna di Chiara e della madre, altro elemento che dimostrerebbe che non venne ripulito. Infine, una fotografia scattata nei primi sopralluoghi mostrava la presenza di 4 capelli "neri lunghi" (mai repertati), alcuni vicino allo scarico e ciò indica, per inquirenti e investigatori, che "il lavandino non è mai stato lavato dalla presenza di sangue". Altrimenti sarebbero stati "portati via dall’acqua".

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In questo quadro gli investigatori inseriscono pure quell’ormai nota impronta 10 sulla porta d’ingresso dell’abitazione, in particolare sulla parte interna, che si ritiene potrebbe essere stata lasciata dall’assassino prima di fuggire. Delitto, stando alle ultime ipotesi, che potrebbe essere stato commesso da più persone.

Intanto l’ex comandante dei carabinieri di Garlasco Francesco Marchetto torna a parlare del testimone che avrebbe visto una ragazza in bici con in mano un attizzatoio la mattina dell’omicidio di Chiara Poggi. Una testimonianza resa in Procura nei giorni successivi al delitto e ritrattata poco dopo. Secondo l’ex carabiniere l’uomo avrebbe ritrattato perché "minacciato o intimidito" da "qualcuno che era all’interno della Procura in quel momento". E per questa sera alle Iene, su Italia 1, il supertestimone svelerà altri particolari sull’intricata vicenda, questa volta mettendoci la faccia.

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