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1 MINUTO DIVINO – ASCOVILO E I SOMMELIER AIS RACCONTANO I VINI DI BERGAMO E BRESCIA

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1 MINUTO DIVINO – ASCOVILO E I SOMMELIER AIS RACCONTANO I VINI DI BERGAMO E BRESCIA
Ascovilo, l’associazione dei Consorzi di tutela dei vini lombardi sarà protagonista con Ais-Associazione italiana sommelier, a Brescia il 26 febbraio di un singolare open day che racconta i vini delle Capitali della cultura. Domenica 26 febbraio l’Open day Ais di Brescia si aprirà in Via Triumplina 11 con il banco di assaggio, dalle 10 alle 18:30, con nove denominazioni e oltre cinquanta etichette in degustazione (Valcalepio Doc, Moscato di Scanzo Docg, Lugana Doc, Valtènesi Riviera del Garda Classico Doc, San Martino della Battaglia Doc, Garda Doc, Capriano del Colle Doc, Botticino Doc, Valcamonica Igt). La prima master class delle 11 e 15 sarà dedicata all’abbinamento cibo/vino, assaggio del piatto tipico bresciano "manzo con la spuma all’olio" abbinato a tre vini bresciani: Lugana Doc, Valtènesi Riviera del Garda Classico Doc, Garda Doc. Alle 14:30, invece, la master class avrà come protagonisti le denominazioni bresciane. Sei vini in degustazione: Lugana Doc, Valtènesi Riviera del Garda Classico Doc, Garda Doc, Capriano del Colle Doc, Botticino Doc, Valcamonica Igt.
Alle 15:45 appuntamento con le denominazioni bergamasche. Sei vini in degustazione: tre Valcalepio Doc, tre Moscato di Scanzo Docg, mentre alle 17 per l’abbinamento cibo/vino sarà possibile assaggiare il piatto tipico bergamasco "cannellone di polenta, cicoria e taleggio" abbinato a tre vini bergamaschi Valcalepio Doc.

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PRONTO METEO – PREVISIONI DAL 24 FEBBRAIO

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Le previsioni del tempo in Lombardia, sempre aggiornate con Arpa Lombardia sul nostro sito prontometeo.it.

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI
Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.

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TURISMO, LA REGIA CHE MANCA

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LA VOCE PAVESE – TURISMO, LA REGIA CHE MANCA
L’Oltrepò Pavese potrebbe offrire un contesto unico, in cui il turismo diventerebbe un motore di sviluppo integrato. Se si puntasse su questo settore, le eccellenze locali – dal patrimonio enogastronomico ai paesaggi naturali e culturali – verrebbero valorizzate attraverso la creazione di una rete collaborativa e di una regia centralizzata. Tale approccio consentirebbe di coordinare risorse, competenze e iniziative, offrendo ai visitatori esperienze autentiche e sostenendo una crescita economica duratura nel territorio. Da dove partire? L’Amministrazione Provinciale di Pavia ci sta provando e questo è un buon segnale ma…

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