Economia
Oltre 417 mila assunzioni previste dalle imprese a marzo
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2 anni fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Sono oltre 41 7mila i contratti programmati dalle imprese nel mese di marzo e sono circa 1,3 milioni quelli previsti per il trimestre marzo-maggio, con un incremento della domanda di lavoro pari a quasi 59mila unità rispetto a marzo 2022 (+16,3%) e 143 mila unità sul corrispondente trimestre 2022 (+12,6%). In aumento la domanda di giovani che passa da 101mila entrate programmate di marzo 2022 alle 132mila entrate previste per il mese in corso. Aumenta anche la richiesta di lavoratori immigrati, attestandosi a quasi 79 mila entrate mentre erano poco più di 60 mila a marzo 2022. A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.
L’industria nel suo complesso è alla ricerca di 135 mila lavoratori per il mese di marzo che salgono a 385 mila nel trimestre marzo-maggio. Per il manifatturiero, che è alla ricerca di 87 mila lavoratori nel mese e di 249 mila nel trimestre, le maggiori opportunità di lavoro riguardano le industrie della meccatronica che ricercano 23mila lavoratori nel mese e 64 mila nel trimestre, seguite dalle industrie metallurgiche (18 mila nel mese e 52 mila nel trimestre) e da quelle alimentari (11 mila nel mese e 32 mila nel trimestre).
Si mantiene elevata anche la richiesta proveniente dal comparto delle costruzioni: 48 mila i contratti di assunzione programmati per marzo e 136 mila fino a maggio. Per quanto riguarda i settori del terziario sono 283 mila i contratti di lavoro che le imprese intendono attivare a marzo e oltre 891 mila quelli previsti nel trimestre marzo-maggio. Il turismo sta offrendo le maggiori opportunità di impiego nei servizi con oltre 70 mila lavoratori ricercati nel mese e 261 mila nel trimestre, seguito dal commercio (57 mila entrate programmate nel mese e 165 mila nel trimestre) e dai servizi alle persone (43 mila nel mese e 132 nel trimestre).
Si attesta complessivamente al 47,4% la quota di assunzioni di difficile reperimento (+6,3 punti percentuali rispetto a un anno fa), soprattutto a causa della mancanza di candidati per ricoprire le posizioni lavorative aperte. A incontrare le maggiori difficoltà di reperimento sono i settori legno-arredo (59,2%), costruzioni (58,5%), metallurgia (58,3%), tessile-abbigliamento-moda (58%).
Rispetto a un anno fa, aumentano le opportunità di assunzione per i giovani “under 30” che sfiorano le 132 mila unità, pari al 31,6% delle entrate complessive previste dalle imprese (+3,4 punti percentuali rispetto a marzo 2022). ICT, industrie della carta e stampa, commercio, servizi finanziari e assicurativi e industrie meccatroniche si distinguono perchè stanno ricercando giovani per oltre il 40% dei contratti da attivare. La quota di assunzioni che le imprese prevedono di ricoprire ricorrendo a immigrati si attesta sul 18,8% delle entrate complessive, in crescita rispetto al 16,8% di marzo 2022 (+2 p.p.). Logistica, servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone, industrie metallurgiche, industrie del legno-arredo e costruzioni sono i settori in cui la necessità di lavoratori immigrati superiora il 20% degli ingressi programmati.
Il flusso delle assunzioni è caratterizzato da una prevalenza di contratti a tempo determinato (215 mila unità; 51,4% del totale), seguono i contratti a tempo indeterminato (88 mila; 21,2%) e quelli in somministrazione (45 mila; 10,7%).
Sotto il profilo territoriale è da sottolineare l’elevato mismatch riscontrato dalle imprese nel Nord est per cui sono difficili da reperire circa il 54% dei profili ricercati con punte del 59,1% per il Trentino-Alto Adige.
– foto Agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).
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Fumarola “Contrari ai dazi, bisogna proteggere le imprese e il lavoro”
Economia
Fumarola “Contrari ai dazi, bisogna proteggere le imprese e il lavoro”
Pubblicato
1 ora fa-
22 Agosto 2025di
Redazione
RIMINI (ITALPRESS) – “Noi siamo assolutamente contrari ai dazi perchè creano problemi alle imprese, ai lavoratori, all’economia e alle filiere. Certo, dazi al 15% sono meglio che al 50%, noi continuiamo a dire che serve continuare a intervenire sull’Ue perché è l’Europa che se ne deve occupare. Continuiamo a sostenere che bisogna proteggere le imprese, il lavoro e trovare nuovi sbocchi commerciali per non dipendere da situazioni di questo tipo”. Così Daniela Fumarola, segretaria generale Cisl, a margine del 46° Meeting di Rimini.
“I salari crescono se si rinnovano i contratti pubblici e privati, se si interviene sul cuneo fiscale, noi coglieremo l’opportunità della nuova manovra per chiedere di continuare su questo passo. Dobbiamo però avere attenzione a salari e pensioni, chiediamo di intervenire sul ceto medio e famiglie perché sono state le più colpite in questi anni difficili, ma il ceto meglio e le famiglie sono quelle che più di altri hanno sofferto. Nel chiedere un incontro al governo rispetto alla nuova manovra che si apprestano a fare, pensiamo che debba essere uno dei temi”, ha aggiunto. “Inoltre, noi pensiamo che si debba passare dal 35% al 32%, pensiamo che bisogna continuare un’azione che favorisca lavoratori, pensionati e famiglie. Dobbiamo unire il Paese e possiamo farlo anche attraverso questi interventi”, osserva.
“Siamo contrari al salario minimo legale perché pensiamo che l’azione contrattuale, che nel nostro Paese è particolarmente diffusa, sia lo strumento e il modo attraverso il quale bisogna elevare i salari, anche di chi ad oggi è al di sotto dei 9 euro. Crediamo che, per quanto riguarda le materie lavoristiche l’intervento per legge non debba esserci, devono essere le parti sociali, le imprese e il governo a trovare i rimedi giusti”, ha spiegato in merito al salario minimo.
“Noi continuiamo a rilanciare l’idea del patto sociale per la crescita del nostro Paese, abbiamo trovato un’apertura da parte della premier che si è resa disponibile a ragionare su questo tema, abbiamo trovato apertura anche da parte di associazioni imprenditoriali. Dobbiamo costruire le condizioni affinché il patto si realizzi anche perchè noi abbiamo l’emergenza che sovrasta tutte le alte: sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, ogni giorno troppe vite spezzate, dobbiamo lavorare per una strategia comune che continui a portare risultati. Abbiamo bisogno di unire le forze perché le sfide sono importanti”, ha concluso la segretaria generale della Cisl.
– foto Meeting Rimini 2025 –
(ITALPRESS).
Economia
Dazi, Orsini “Il quadro è più chiaro, ma ora gli eurobond sono indispensabili”
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5 ore fa-
22 Agosto 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Con la formalizzazione dell’accordo Usa-Ue finalmente siamo a un punto fermo. Da quanto afferma Palazzo Chigi si ha la certezza che siamo al 15% anche su settori come il farmaco e l’automotive. Elemento estremamente importante è che il 15% assorbe il 4,8% dei dazi attuali. Quindi l’incremento non è del 15% ma del 10,2%, un livello che pone la Ue al di sotto dell’aumento medio dei dazi americani nel mondo che è intorno al 12-13%: un aspetto che ci tengo a sottolineare, fermo restando che tutto quello che fa aumentare il prezzo delle nostre merci può avere un impatto negativo sulla nostra competitività”. Così Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, in un’intervista al Sole 24 ore. “Ma non è questione solo di dazi: dobbiamo riequilibrare il cambio eurodollaro. Oggi c’è un incremento dell’11,5% ma potrebbe arrivare al 20 o 24%. Dobbiamo lavorare su questo aspetto, che va monitorato. Noi come imprenditori dobbiamo proteggerci, ma è il momento che l’Europa metta in campo misure come gli eurobond per realizzare gli obiettivi che ha in mente, a partire dalle transizioni, ma anche le infrastrutture e il prosieguo del Pnrr, mettendo al centro l’industria e la competitività”, spiega.
“L’Europa deve darsi una sveglia. Abbiamo visto i vari omnibus, ma abbiamo bisogno che si faccia molto presto, sia sulla burocrazia che costa alle imprese il 6,7 per cento del pil europeo, sia per eliminare i dazi interni che frenano il mercato unico. Oggi vediamo troppi capitali andare dall’Europa verso gli Stati uniti, 300 miliardi all’anno. Gli eurobond devono essere realizzati prima possibile per attrarre investimenti, realizzare infrastrutture e puntare sulle imprese. Diventa necessario come difesa dell’industria europea”, continua Orsini. “Occorrono un piano straordinario europeo e un piano italiano per l’industria con una visione per lo meno a tre anni. L’Eurostat qualche giorno fa ha scritto che la produzione industriale è caduta del l’1,3 per cento. Nel 2025 scadono quasi tutti gli incentivi all’industria per gli investimenti. Ricerca e sviluppo hanno una quota bassissima per i prossimi anni, dobbiamo sviluppare misure che possano rilanciare gli investimenti per essere più competitivi, utilizzando misure che hanno dato risultati, come la Zes unica che, con uno stanziamento di risorse pubbliche di 4,8 miliardi negli ultimi 2 anni ha generato 28 miliardi di investimenti e 35mila posti di lavoro”, conclude.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Economia
Dazi, Cattani “Sui farmaci il compromesso evita una escalation”
Pubblicato
20 ore fa-
21 Agosto 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Esprimo i miei ringraziamenti sinceri al Governo italiano per l’azione convinta e determinata a sostegno della limitazione dei dazi sui farmaci a non oltre il 15 per cento, come tetto massimo sulle esportazioni verso gli Usa, che includerà quanto previsto dall’indagine in corso negli Stati Uniti sul settore. Un particolare ringraziamento va al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Ministro Antonio Tajani, per l’approccio costruttivo nel dialogo transatlantico e anche per la puntuale informazione alle imprese, attraverso una task force specifica”. Lo afferma in una nota Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, sulla dichiarazione congiunta Ue-USA sui dazi.
“La dichiarazione congiunta di oggi ufficializza un compromesso che – nonostante i costi importanti per le imprese, i rischi per la disponibilità dei farmaci e di barriere per la R&S, che derivano dai dazi – date le premesse rappresenta la migliore soluzione ipotizzabile, evita l’escalation commerciale e chiude una fase di incertezza, stabilendo al tempo stesso la volontà di liberare il potenziale delle economie e rafforzare ulteriormente l’alleanza economica e strategica tra Ue e USA. Ora per l’Europa è fondamentale compensare i costi dei dazi con più produttività e più competitività. Per questo è importante che la Commissione Europea dimostri lo stesso impegno per cambiare radicalmente scelte del passato che penalizzano l’economia e costituiscono dei dazi che l’Ue si è auto-imposta”.
“L’Europa, per lentezze nell’accesso alle cure e restrizioni al finanziamento, sta perdendo posizioni nella farmaceutica sullo scacchiere globale, in un settore strategico, primo per valore aggiunto, innovazione e saldo estero (+193 miliardi nel 2024), e dunque prioritario, sia per la sicurezza, sia per la salute dei cittadini, sia per la crescita. Per la farmaceutica è urgente una politica che contribuisca a mantenere la leadership globale delle nostre imprese attraverso misure urgenti a tutela della proprietà intellettuale incredibilmente penalizzata dalle proposte di revisione della legislazione UE – sottolinea il presidente di Farmindustria -. E con la correzione di altri provvedimenti che rischiano di mettere fuori gioco il settore in Europa, imponendo costi altissimi sulle aziende, come nel caso della direttiva sulle acque reflue. È ora di cambiare rotta immediatamente partendo proprio dal risultato di oggi. Siamo ancora in tempo, ma sta per scadere. E siamo certi che anche stavolta il nostro Governo saprà far valere ancora di più gli interessi dell’Italia e dell’Europa. Da un lato, come già fatto sui dazi e su molti altri provvedimenti, incidendo sull’agenda UE, dall’altro continuando il processo di modernizzazione della governance in atto in Italia, che ci auguriamo possa portare a breve ulteriori progressi nella prossima Legge di Bilancio e con il Testo Unico della legislazione farmaceutica, in particolare riducendo i payback nel breve periodo e superandoli nel medio”
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).


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