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Cronaca

Milano Art Week, con Banca Generali ingresso gratis a Museo Novecento

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MILANO (ITALPRESS) – Battute finali per Milano Art Week 2023, l’iniziativa dedicata all’arte moderna in corso fino a domenica 16 aprile organizzata dal Comune di Milano, frutto della cooperazione con Miart e le principali istituzioni pubbliche e private milanesi. Sponsor principale anche in questa occasione è Banca Generali. Per tutta la giornata di oggi l’istituto bancario ha offerto a tutti i visitatori l’ingresso gratuito al Museo del Novecento, il più importante museo cittadino d’arte contemporanea. All’entrata del Museo, tutti i visitatori hanno ricevuto in omaggio un vademecum sull’educazione finanziaria sviluppato da Banca Generali, nell’ambito dei propri programmi sociali.
E’ stata l’occasione anche per una tavola rotonda con la presenza di Vincenzo De Bellis, Direttore di Art Basel, Gianfranco Maraniello, Direttore del Museo del Novecento, e Nicola Ricciardi, Direttore Artistico Miart sul tema “Il valore dell’arte”. A moderare l’incontro Maria Ameli, Head of Corporate, Real Estate, Art Advisory della banca private.
“Siamo molto orgogliosi di essere al fianco del Comune di Milano come main sponsor dell’Art Week” commenta Ameli. “Si tratta di una settimana molto speciale durante la quale abbiamo accolto qui i nostri clienti e collezionisti all’interno del Museo del Novecento, una vera e propria icona del panorama museale del nostro paese”.
A tenere banco anche la (spinosa) questione del valore delle opere d’arte, della loro quotazione e del loro ruolo nella nostra contemporaneità.
“Il valore dell’arte è un tema complesso” continua Ameli. “Grazie al contributo molto esperto dei nostri ospiti, siamo riusciti a comprendere come il mercato dell’arte possa essere uno strumento per creare una grande collezione e come questo possa avere delle ricadute rilevanti in maniera allargata, anche a livello sociale e al di fuori di quegli ambiti strettamente legati alla fruizione delle opere come musei, collezioni e gallerie. Da non sottovalutare anche gli aspetti di ricaduta sociale e nel mondo dell’educazione, da vedere sempre più come vasi comunicanti”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Maraniello, Direttore del museo: “Abbiamo assistito a un bel confronto sul tema del valore e dei valori dell’arte. Il valore è ispirato dall’evento fieristico, da una mostra mercato, e di conseguenza si associa anche una valenza economica dell’arte. Ma questa è solo la conseguenza. Oggi in questa occasione assistiamo ad un incrocio di interessi, progettualità e condivisioni di idee”.
“Banca Generali ha mostrato con evidenza di essere un esempio, di dimostrare capacità di creare una piattaforma, di cooperare in maniera armonica con gli altri player in campo” continua Maraniello.
“Convergenza di valori di vita e di interessi culturali, questi costituiscono il filo rosso tra tutti noi. L’accessibilità al pubblico è quello che poi conta, soddisfare i bisogni primari legati al mondo della cultura. Il privato stimola produttivamente ma questo non mette in discussione che ci sia una comune visione di fondo di idee e progetti con le altre istituzioni coinvolte”.

Foto: f01/Italpress
(ITALPRESS).

Cronaca

Giustizia, Foti “Centrodestra coerente, per la sinistra referendum contro Meloni”

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ROMA (ITALPRESS) – “La separazione delle carriere è una battaglia che il centrodestra ha sempre proposto agli elettori e che ogni volta che il centrodestra ha vinto è stata riproposta: questa volta è stata conclusa”. Così il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti, ad “Agorà” su Rai3.

Dall’altra parte si vuol fare un referendum contro Meloni” che “ha attuato una parte anche di quelle che erano le idee dell’attuale opposizione e che oggi nega: faccio riferimento a quanto si leggeva nel programma dell’onorevole Martina come segretario del PD dove c’era la separazione delle carriere e al programma elettorale del PD delle elezioni del 2022 dove era prevista un’altra Corte per giudicare il comportamento dei giudici”, ha sottolineato.

Il centrodestra è stato coerente: non è una battaglia politica, è una battaglia di libertà. Decidono gli elettori come ritengono più opportuno”, ha detto ancora Foti.

– Foto IPA Agency –

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Cronaca

Accesa a Olimpia la fiamma olimpica di Milano Cortina 2026

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OLIMPIA (GRECIA) (ITALPRESS) – Il viaggio della torcia di Milano Cortina 2026 è iniziato. Nel Museo archeologico di Olimpia – sede scelta in alternativa al tradizionale tempio di Hera a causa delle avverse condizioni meteorologiche previste – è stata accesa la fiamma olimpica dei prossimi Giochi Olimpici invernali. La fiaccola è stata affidata al primo tedoforo Petros Gkaidatzis, canottiere bronzo nel due di coppia pesi leggeri a Parigi 2024, che dopo un primo breve tratto solitario è stato affiancato da Stefania Belmondo, fondista vinctrice di dieci medaglie olimpiche. A raccogliere il testimone è stato poi Armin Zoeggeler, primo atleta nella storia ad aver conquistato sei medaglie individuali nella stessa disciplina (nel suo caso lo slittino) in sei edizioni consecutive delle Olimpiadi Invernali, dal 1994 al 2014.
Durante la cerimonia al Museo grande commozione da parte della presidente del Cio, Kirsty Coventry. “Questi Giochi si presentano in un momento particolare, non avrei dovuto piangere ma questo luogo è speciale – ha ammesso – In un mondo diviso, come quello in cui viviamo, i Giochi sono un momento simbolico ed è nostro dovere e nostra responsabilità garantire che gli atleti da tutto il mondo possano giungere in maniera pacifica, ispirando le speranze e i sogni di chi ci segue nel mondo. Questo è lo spirito olimpico: innalzare i valori che ci guidano”. Coventry ha sottolineato che “in Italia la passione è viva nelle persone e questa passione non ispirerà solo l’Italia ma tutto il mondo, i Giochi brilleranno in ogni momento. Saremo a Milano Cortina fra qualche settimana e per me saranno i primi Giochi da presidente del Cio. Siamo molto felici di assistere a questa cerimonia che ci ricorda l’importanza di valori come pace, rispetto, amicizia. La fiamma olimpica nel suo viaggio continuerà a trasportare il passato verso il futuro, un futuro che vogliamo vedere: crediamo nell’abbattimento delle barriere ed è sempre vivo il desiderio di un futuro migliore”. La fiamma, nel suo viaggio, “non porterà solo le speranze degli atleti ma anche i sogni di tutti quelli che creano nel potere dello sport, che ci unisce, ci ispira”. Un potere richiamato anche da Giovanni Malagò, presidente della Fondazione Milano-Cortina 2026. “L’idea è creare nuove opportunità per le nuove generazioni attraverso lo sport. Sarà un privilegio portare nuovamente questa torcia lungo le sponde del fiume Tevere e portarla a Roma ripercorrendo la stessa strada di venti anni fa in occasione dei Giochi di Torino. Ogni passo ci ricorderà l’importanza dello sport nello spezzare le barriere e nel creare un futuro più sostenibile insieme”. “Inizia il viaggio della torcia verso Milano Cortina e celebriamo la stessa idea di armonia che unirà assieme tutto il mondo in soli 72 giorni – ha aggiunto – Il passaggio della torcia costituisce un ponte tra antichità ed era moderna”.
La cerimonia ha dato il via a una staffetta in territorio ellenico della durata di nove giorni, che attraverserà circa 2.200 km toccando sette regioni della Grecia, con 36 cerimonie di benvenuto previste lungo il percorso. Saranno oltre 450 i tedofori che prenderanno parte a questa prima fase del viaggio della fiamma, che si concluderà in terra ellenica il 4 dicembre ad Atene, con la consegna allo Stadio Panatenaico, dove una delegazione del Comitato organizzatore di Milano Cortina 2026 riceverà ufficialmente la fiamma olimpica per poi portarla in Italia il giorno stesso. La fiamma arriverà a Roma nel tardo pomeriggio – sarà ricevuta al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella – e il giorno dopo, il 5 dicembre alle 11, ci sarà la cerimonia di inaugurazione del viaggio della torcia. Un viaggio che durerà 63 giorni, con 60 tappe lungo 12.000 km, attraversando 110 province e oltre 300 comuni. Il percorso si concluderà la sera del 6 febbraio 2026 a Milano, con la cerimonia di apertura allo stadio di San Siro. Qui si accenderanno i riflettori sulla quarta edizione olimpica di sempre ospitata in Italia, dopo Cortina 1956, Roma 1960 e Torino 2006.
– foto Ipa Agency –
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Radioterapia di ultima generazione al San Raffaele di Milano

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MILANO (ITALPRESS) – L’Unità di Radioterapia del San Raffaele di Milano tratta tumori in tutti i distretti corporei, inclusi encefalo, testa-collo, polmone, mammella, pancreas, fegato, apparato gastrointestinale, apparato urologico, ginecologico ed ematologico. “Il concetto dell’utilizzo della radioterapia come unico trattamento si è evoluto, soprattutto in questi ultimi anni, grazie a tecnologie sempre più sofisticate e sempre più precise, che i centri possono utilizzare. Ma l’aspetto più innovativo è proprio l’utilizzo della radioterapia, in particolare con modalità stereotassica, in sostituzione della chirurgia”, spiega la professoressa Nadia Di Muzio, primario dell’Unità di Radioterapia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e ordinario di Radioterapia all’Università Vita-Salute San Raffaele. “Questa è già una realtà consolidata per i tumori della prostata ed è ampiamente dimostrata anche nei tumori del polmone in stadio iniziale. Sempre più evidenze scientifiche sostengono l’impiego di questa modalità anche per i tumori della mammella e per i tumori del rene. E’ possibile utilizzare la radioterapia anche in alcuni sottogruppi di pazienti con tumori della vescica in uno stadio iniziale, ma una delle applicazioni più frequenti della radioterapia stereotassica riguarda i pazienti con metastasi. La radioterapia può infatti avere un effetto curativo per metastasi polmonari, ossee, encefaliche, linfonodali, epatiche e può essere impiegata prima o dopo trattamenti chemioterapici, oppure come alternativa ad altre opzioni terapeutiche a seconda della patologia di origine”. Il San Raffaele è dotato di tecnologie avanzate come CyberKnife e Tomoterapia. La professoressa Di Muzio precisa che la “Tomotherapy è un’apparecchiatura innovativa che abbiamo avuto per primi in Europa nel 2004. L’innovazione consiste nell’avere una TAC integrata alla macchina di trattamento, una TAC che permette di controllare il posizionamento del paziente e dei suoi organi interni e quindi di verificare che il trattamento venga somministrato con estrema precisione”. Inoltre, “le modalità di erogazione della dose di questa apparecchiatura permettono di irradiare target anche molto complessi: è possibile trattare sia volumi estesi, come nelle total body, sia aree molto circoscritte, ad esempio nei tumori della prostata”. Mentre, il CyberKnife aggiunge a questo livello di precisione la possibilità di seguire le lesioni in movimento e quindi di adattare i margini in modo estremamente conforme alla loro forma”. Questo consente di “ridurre i tempi del trattamento e, allo stesso tempo, di ottenere dei risultati in termini di guarigione e di riduzione delle tossicità estremamente validi”. “Il livello tecnologico di cui disponiamo grazie a queste apparecchiature – prosegue il primario dell’Unità di Radioterapia – ci ha consentito di ridurre progressivamente il numero di sedute: in alcune situazioni oncologiche è possibile effettuare il trattamento in un’unica sessione, la cosiddetta radiochirurgia. Questa modalità è già attiva nel nostro istituto per il trattamento radicale dei tumori della prostata e per alcune lesioni cerebrali, e trova applicazione anche nei noduli polmonari primitivi e secondari ed epatici. Inoltre, molte metastasi possono essere trattate in singola seduta – a livello encefalico, osseo, polmonare, epatico o linfonodale – con un evidente vantaggio per i pazienti, che possono recarsi in Ospedale e ricevere un solo trattamento. Oltre al risparmio economico, questi approcci garantiscono migliori outcome clinici e tossicità minime”. Infine, la possibilità di erogare il trattamento in una singola seduta viene sfruttato anche in ambito non oncologico. “Oggi esistono patologie come il Parkinson, il tremore essenziale, i neurinomi dell’acustico ma anche alcune condizioni psichiatriche che possono essere affrontate con la radioterapia e anche in questi casi la seduta è singola”, conclude la professoressa Di Muzio.
-foto IRCCS Ospedale San Raffaele –
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