Economia
Confcommercio, in calo a marzo l’Indice del Disagio Sociale
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2 anni fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – A marzo il Misery Index di Confcommercio, l’Indice del Disagio Sociale, si è attestato su un valore stimato di 16,6 “in significativa riduzione rispetto al mese precedente”. L’indicatore nella formulazione attuale sottostima la disoccupazione estesa in considerazione dell’impossibilità di enucleare il numero di scoraggiati e sottoccupati. “Il dato dell’ultimo mese riflette, quasi esclusivamente, il deciso rallentamento del tasso di variazione dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza di acquisto – spiega Confcommercio -. A marzo il mercato del lavoro ha continuato a segnalare moderati elementi di vivacità, in linea con la ripresa registrata dall’attività economica. Il numero di occupati è aumentato di 22mila unità sul mese precedente e le persone in cerca di lavoro sono diminuite nella stessa misura; nello stesso periodo il numero di persone inattive è risultato invariato. Queste dinamiche hanno portato il tasso di disoccupazione ufficiale al 7,8%. Nello stesso mese le ore autorizzate di CIG sono state di poco superiori ai 42 milioni, a cui si sommano quasi di 1,4 milioni di ore per assegni erogati dai fondi di solidarietà”.
In termini di ore di CIG effettivamente utilizzate, destagionalizzate e ricondotte a Unità di lavoro si stima che questo corrisponda a circa 60mila unità lavorative standard. Il combinarsi di queste dinamiche ha comportato una contenuta riduzione del tasso di disoccupazione esteso sceso all’8,7%. A marzo 2023 i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto hanno mostrato una variazione tendenziale del 7,6%, in deciso ridimensionamento rispetto al mese precedente. Le prime stime di aprile segnalano una ripresa del tasso di crescita dei prezzi per questa tipologia di beni e servizi (+8,2% su base annua). Si consolidano, pertanto, i timori di un percorso di rientro non agevole, in considerazione sia delle turbolenze che ancora agitano alcuni mercati sia della presenza, all’interno del sistema, di residue pregresse tensioni. “Il persistere di un’inflazione su livelli elevati, con i conseguenti effetti sul potere d’acquisto delle famiglie, in un contesto di naturale riduzione dei sostegni nella direzione di una maggiore selettività degli stessi, potrebbe limitare nei prossimi mesi le capacità di ripresa della domanda e dell’economia, riducendo allo stesso tempo le possibilità di riportare l’area del disagio sociale su valori più contenuti”, sottolinea Confcommercio.
– foto Agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).
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Aspi, Cda nomina Arrigo Giana nuovo amministratore delegato
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18 Aprile 2025di
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ROMA (ITALPRESS) – Il consiglio di amministrazione di Autostrade per l’Italia, riunitosi sotto la presidenza di Antonino Turicchi, ha nominato Arrigo Giana quale amministratore delegato e Andrea Valeri vicepresidente.
Il consiglio, inoltre, con il parere favorevole del Collegio Sindacale, ha confermato Piergiorgio Peluso come dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari sino all’approvazione del bilancio della Società al 31 dicembre 2027.
-Foto Aspi-
(ITALPRESS).
Economia
Confindustria “Incertezza e dazi deteriorano il quadro economico”
Pubblicato
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18 Aprile 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Il Pil italiano è atteso in crescita modesta nel 1° trimestre 2025: i servizi frenano e l’industria rallenta il calo. Prosegue il taglio dei tassi ma l’ondata di incertezza generata dai continui annunci sui dazi e i dazi stessi frenano scambi e, con l’instabilità dei mercati finanziari, decisioni di spesa e investimento. Unico effetto collaterale positivo: scende il costo dell’energia”. E’ l’analisi dell’ultima congiuntura flash del Centro studi di Confindustria. “A marzo si è deteriorato per il secondo mese il clima di fiducia, scendendo sotto la media del 2024. È aumentata l’incertezza di politica economica, che frena le scelte di investimento delle imprese. I giudizi sulle condizioni per investire nel 1° trimestre 2025 peggiorano rispetto a fine 2024, sia nei servizi che nelle costruzioni, mentre restano quasi invariati nell’industria”, prosegue l’analisi.
Inoltre “nel 4° trimestre 2024 si è avuta una correzione al ribasso del reddito reale delle famiglie (-0,6%), limitando l’espansione annua a +1,2%; è scesa verso valori pre-pandemia la quota di risparmio (8,5% da 9,1%), favorendo i consumi. Indicatori negativi a inizio 2025: a febbraio le vendite al dettaglio sono rimaste ferme (+0,1% gli alimentari); a marzo è caduta la fiducia delle famiglie”. Secondo il Csc “a febbraio la produzione è calata (-0,9%), dopo il rimbalzo a gennaio (+2,5%). La variazione acquisita nel 1° trimestre è positiva (+0,4%) dopo 5 trimestri in calo. RTT indica un calo profondo del fatturato a febbraio, il PMI segnala ancora flessione a marzo (46,6 da 47,4), la fiducia peggiora. I dazi agiranno negativamente principalmente sul manifatturiero”.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).
Economia
Istat, a febbraio import ed export in crescita. Ecco tutti i dati
Pubblicato
7 ore fa-
18 Aprile 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – A febbraio l’Istat stima una crescita congiunturale più ampia per le esportazioni (+3,5%) rispetto alle importazioni (+1,7%). L’aumento su base mensile dell’export riguarda entrambe le aree, Ue (+3,7%) ed extra-Ue (+3,2%).
Nel trimestre dicembre 2024-febbraio 2025, rispetto al precedente, l’export cresce del 4,0%, l’import del 3,0%. A febbraio l’export cresce su base annua dello 0,8% in termini monetari, mentre si riduce del 4,3% in volume. La crescita tendenziale dell’export in valore è sintesi di un incremento per i mercati Ue (+3,0%) e di una contrazione per quelli extra Ue (-1,6%). L’import registra una crescita tendenziale del 4,1% in valore, che coinvolge in misura più marcata l’area extra-Ue (+8,7%), rispetto a quella Ue (+1,0%); in volume, le importazioni si riducono del 2,7%.
Tra i settori che più contribuiscono alla crescita tendenziale dell’export si segnalano: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+31,2%) e mezzi di trasporto, esclusi autoveicoli (+9,6%).
Diminuiscono su base annua le esportazioni di coke e prodotti petroliferi raffinati (-25,8%), macchinari e apparecchi non classificati altrove (n.c.a.) (-4,1%) e autoveicoli (-11,5%). Su base annua, i paesi che forniscono i contributi maggiori all’aumento dell’export nazionale sono: Germania (+14,5%), Spagna (+21,1%), Svizzera (+17,3%), Regno Unito (+10,4%), paesi OPEC (+12,9%) e Paesi Bassi (+13,3%). All’opposto, Stati Uniti (-9,6%), Belgio (-11,8%), Turchia (-9,9%) e Austria (-9,0%) forniscono i contributi negativi più ampi.
Nei primi due mesi del 2025, l’export registra un incremento tendenziale dell’1,6%, cui contribuiscono soprattutto le maggiori vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+32,3%), mezzi di trasporto, esclusi autoveicoli (+8,2%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+4,9%).
Apporti negativi, invece, derivano dalle minori esportazioni di coke e prodotti petroliferi raffinati (-21,1%), autoveicoli (-13,7%) e macchinari e apparecchi n.c.a. (-3,8%). Il saldo commerciale a febbraio 2025 è pari a +4.466 milioni di euro (era +6.000 milioni nello stesso mese del 2024). Il deficit energetico (-5.000 milioni) è superiore rispetto a un anno prima (-3.749 milioni). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici si riduce in misura contenuta, attestandosi a +9.466 milioni (da +9.749 milioni di febbraio 2024). A febbraio i prezzi all’importazione aumentano dello 0,6% su base mensile e del 2,2% su base annua (era +1,4% a gennaio).
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).


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