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Gemelli Filippini 50 anni “Orgogliosi di quanto raccolto”

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BRESCIA (ITALPRESS) – Un rapporto simbiotico dentro e fuori dal campo. Gemelli, in tutto e per tutto. Lunedì 3 luglio Antonio e Emanuele Filippini, i primi gemelli a giocare nel campionato di Serie A, spegneranno 50 candeline. Due simboli del calcio italiano raggiungono il grande traguardo del mezzo secolo di vita. “Siamo felici di festeggiare questo primo capitolo della nostra esistenza, fieri e orgogliosi di quanto abbiamo raccolto” hanno detto all’Italpress. Saranno festeggiamenti in famiglia per Antonio ed Emanuele insieme a compagne, figli e nipoti. Non mancherà la solita dose di allegria, di energia positiva e vivacità che da sempre li contraddistingue. “Non faremo nulla di eclatante anche se di indole siamo casinisti -ha sottolineato Emanuele Filippini-. Se poi per caso saltasse fuori una chitarra…” ricordando il grande amore per la musica. “Si dice che ai 50 si è in cima alla vetta per poi iniziare a scendere -ha proseguito il gemello -. Per me sono stati anni belli ed intensi sotto tanti profili: professionale, sentimentale e per gli hobby. Ho fatto tutto quello che potevo fare, ho girato il mondo e non mi sono mai fermato proprio come facevo in campo e come dice la canzone del mio idolo Bruce Springsteen, Born to run”.
Antonio segue il fratello a ruota. “Traguardo bellissimo e importante: dire mezzo secolo fa un certo effetto! Sono felice di quello che ho fatto e raccolto fino ad ora, non ho rimpianti: ho sempre dato il massimo in ogni cosa”. Oggi Antonio ha da poco centrato la salvezza al comando del Genoa Femminile in Serie B mentre Emanuele è il braccio destro del ct Nunziata nell’Under 20 italiana fresca di secondo posto ai recenti mondiali. Ma i gemelli Filippini sono passati alla storia del calcio come il simbolo della forza di volontà legata alla passione per la professione del calciatore. “Giocare insieme è stata la nostra forza -ha raccontato Antonio-. Bastava un’occhiata per capirci, in campo sapevi sempre a chi passare la palla”. Il gemello Emanuele incassa la fiducia e aggiunge: “Ci davamo forza l’un con l’altro. E’ stato bello condividere tantissimi anni di carriera insieme e grandi soddisfazioni”. Nati e cresciuti sui campi di periferia bresciani, hanno raggiunto la gloria con la maglia dei biancazzurri lombardi, trampolino di lancio per due incredibili carriere.
“Con le qualità che avevo ho giocato oltre 300 partite in Serie A senza contare le altre categorie” ha sottolineato Emanuele. “Ricordo che all’inizio della nostra carriera nessuno avrebbe scommesso su di noi. Ci siamo ritagliati il nostro spazio guadagnandoci tutto, partita dopo partita” gli fa eco Antonio. Con tenacia, voglia ed energia hanno conquistato i consensi di molte piazze italiane. Ovunque sono stati (oltre Brescia, tra le altre anche Palermo, Lazio, Treviso, Livorno), i gemelli Filippini hanno lasciato un segno tangibile del loro passaggio oltre ad un ricordo indelebile nelle tifoserie. Roberto Baggio, Pep Guardiola, Luca Toni sono solo alcuni dei compagni che li hanno sempre elogiati. Di loro Ronaldo il Fenomeno disse: “I gemelli Filippini erano il mio incubo. Erano dappertutto, correvano tantissimo, sempre. Andavano a due mila all’ora e sembravano in cinque”. Parole di stima rimaste impresse nella memoria di entrambi: “Quelle dichiarazioni sono state un vero onore per noi” l’Emanuele pensiero. “Ci hanno fatto capire la tipologia di carriera che abbiamo fatto” la sottolineatura di Antonio. Tanti i momenti emozionanti vissuti sul rettangolo verde. Uno in particolare, per entrambi, è indelebile. “La morte di Vittorio Mero e il mio primo gol in Serie A -racconta fortemente emozionato Emanuele-. Andiamo a Lecce dopo la scomparsa di Vito, e segnai. Da una disgrazia è nato un segno del destino per la mia carriera. A fine anno arrivò anche la prima salvezza in Serie A del Brescia, indescrivibile”.
Anche per Antonio la scomparsa del compagno di squadra e la permanenza nella massima categoria ancora oggi sono emozioni fortissime. “Vincendo in casa all’ultima giornata con il Bologna 3-0 conquistammo la salvezza. Era l’anno della scomparsa di Vittorio e per tutti noi la salvezza non fu solo in campo”. Oltre ai fatti della stagione 2001-2002 Antonio ne aggiunge altri due. “Tra i ricordi più belli c’è il successo nel derby di Roma per 3-1: la stracittadina della capitale è la partita più sentita in assoluto, vincerla è apoteosi. Ricordo inoltre con piacere il successo contro l’Auxerre in Coppa Uefa con il Livorno”. Dei tanti allenatori avuti in carriera per i gemelli Filippini il top in assoluto è stato Carlo Mazzone. “Ho avuto tanti bravi tecnici ma lui è stato il migliore. Oltre ad essere un allenatore era un papà calcistico -il ricordo di Emanuele-. Mi ha insegnato ad avere equilibrio nelle sconfitte e nelle vittorie”. Sulla stessa lunghezza d’onda il fratello: “E’ stato il più grande di tutti -ammette Antonio-. Il mister metteva prima davanti la persona e dopo il calciatore, non potevi non dargli tutto”. Ma c’è qualcosa che, tornando indietro, cambierebbero della propria carriera? “Io vorrei rigiocare la finale di Intertoto contro il PSG -sorride amaro Antonio-. Pareggiammo 0-0 al Parco de Principi e pareggiando 1-1 in casa fummo eliminati. Quella partita la rigiocherei oggi stesso! Non aver portato il Brescia in Coppa Uefa, ancor più nella storia, mi ha lasciato l’amaro in bocca”.
Per Emanuele Filippini invece indigesto è stato il trasferimento al Treviso. “Fu una scelta sbagliata. Se tornassi indietro non la farei. Mi sarebbe invece piaciuto fare un paio di anni in Premier League per imparare il calcio e per la lingua. Ma negli anni della nostra carriera l’Italia era il paese più in voga per la Dea del pallone”. Sempre insieme, associati come un’unica persona, i gemelli Filippini raccontano ridendo un aneddoto. “Una squadra si presentò da Gino Corioni, allora presidente del Brescia, dicendogli di volere i Filippini per 1 miliardo delle vecchie lire. Lui rispose: 1 per ogni giocatore, quindi 2. L’affare saltò”. Oggi quei ragazzi sono cresciuti e di anni ne hanno 50. Ma la loro voglia e determinazione nel raggiungere gli obiettivi ha fatto scuola ed è presa come monito per le giovani leve. Tanti auguri Gemelli Filippini.
– foto Image –
(ITALPRESS).

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Sfida scudetto al Napoli, Atalanta sconfitta 3-2

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BERGAMO (ITALPRESS) – Il Napoli vince 3-2 contro l’Atalanta, un successo fondamentale per la corsa scudetto. Quella di Bergamo è stata una partita avvincente, decisiva la rete di Lukaku nel finale, un colpo di testa da tre punti che lancia la fuga della squadra di Conte. Quinta partita senza vittorie per i bergamaschi, ancora a secco nel nuovo anno.
Gian Piero Gasperini ha dovuto affrontare l’emergenza difesa, con Kolasinac squalificato (e Kossounou infortunato, stagione finita per l’ivoriano) il tecnico sul centro-sinistra ha mandato in campo Scalvini. La mossa a sorpresa è stato Samardzic alle spalle dei due attaccanti, con Lobotka spesso ingabbiato dai centrocampisti nerazzurri. La squadra di Conte ha fatto fatica soprattutto nella prima parte quando la Dea non lasciava nessuno spazio ai palleggiatori azzurri: al 16′ è arrivato il gol del vantaggio con Retegui, abile a sfruttare un pasticcio difensivo del duo Di Lorenzo-Rrahmani. Il gol è servito per dare una svolta, al 27′ Politano – dopo una lettura difensiva sbagliata da parte di Djimsiti -, ha trovato la rete del pari con un sinistro sotto la traversa. Il pari ha dato maggior coraggio a Lukaku e compagni, al 40′ Anguissa ha strappato un pallone decisivo che ha innescato il gol di McTominay dopo una giocata di tacco di Neres nello stretto. L’Atalanta nella ripresa ha cercato di impostare di nuovo un ritmo elevato, il primo squillo è arrivato all’8′ quando Retegui ci ha provato con un diagonale terminato però alto. Il pareggio nerazzurro, al 10′, è stato frutto di una giocata personale di Lookman: prima il dribbling su Politano, poi il gol in mezzo a quattro giocatori. I padroni di casa hanno cercato di spingere per trovare la terza rete, ma la squadra di Conte ha atteso fino al 33′ quando Lukaku, sul pallone di Anguissa, ha trovato il definitivo sorpasso. Sesta vittoria consecutiva per il Napoli – che nel prossimo turno affronterà la Juventus -, ora a quota 50 e a +7 sulla Dea terza.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Sinner e Sonego agli ottavi di finale all’Australian Open

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MELBOURNE (AUSTRALIA) (ITALPRESS) – Jannik Sinner e Lorenzo Sonego approdano agli ottavi di finale dell’Australian Open, primo Slam stagionale in corso sul cemento di Melbourne Park. Sinner, 23 anni, numero 1 del ranking Atp e del tabellone,
campione in carica, si è imposto al terzo turno in tre set sullo
statunitense Marcos Giron, 46esimo della classifica mondiale,
liquidato con il punteggio di 6-3 6-4 6-2, dopo due ore e un
minuto di gioco. Per un posto nei quarti il fuoriclasse
altoatesino se la vedrà con il vincente della sfida tra il danese
Holger Rune, n.13 Atp e del seeding, e del serbo Miomir Kecmanovic (51 Atp). Sonego, 29 anni, numero 55 del ranking Atp, ha superato in rimonta l’ungherese Fabian Marozsan, 59esimo della classifica mondiale, in quattro set per di 6-7(3) 7-6(6) 6-1 6-2, dopo tre ore e 16 minuti di gioco. Tra Sonego e i quarti, mai raggiunti in carriera in uno Slam, c’è il 19enne qualificato statunitense Learner Tien, 121esimo della classifica mondiale, che ha eliminato il francese Corentin Moutet per 7-6(10) 6-3 6-3. Niente da fare, invece, per Lorenzo Musetti. Il 22enne tennista carrarino, numero 15 del ranking Atp e 16 del tabellone, si è arreso per 6-3 3-6 6-4 7-6(5) allo statunitense Ben Shelton, 20esimo della classifica mondiale e n.21 del seeding, al termine di un match durato due ore e 52 minuti. Nel tabellone femminile, terzo turno fatale anche per Jasmine Paolini. La 29enne toscana, numero 4 del ranking Wta e del tabellone, è stata battuta dall’ucraina Elina Svitolina, 27esima della classifica mondiale e 28esima forza del seeding, per 2-6 6-4 6-0 dopo un’ora e 47 minuti di partita.
– Foto Ipa Agency –
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Sonego approda agli ottavi di finale all’Australian Open

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MELBOURNE (AUSTRALIA) (ITALPRESS) – Per la prima volta in carriera, Lorenzo Sonego approda alla seconda settimana nello Slam ‘aussie’. Il 29enne tennista torinese, numero 55 del ranking Atp, si è infatti qualificato per gli ottavi di finale dell’Australian Open, primo Slam stagionale in corso sui campi in cemento di Melbourne Park. L’azzurro ha superato in rimonta al terzo turno l’ungherese Fabian Marozsan, 59esimo della classifica mondiale, in quattro set con il punteggio di 6-7(3) 7-6(6) 6-1 6-2, dopo tre ore e 16 minuti di gioco. Per un posto nei quarti Sonego se la vedrà con il 19enne qualificato statunitense Learner Tien, 121esimo della classifica mondiale, che ha eliminato il francese Corentin Moutet per 7-6(10) 6-3 6-3. Niene da fare, invece, per Lorenzo Musetti. Il 22enne tennista carrarino, numero 15 del ranking Atp e 16 del tabellone, si è arreso per 6-3 3-6 6-4 7-6(5) allo statunitense Ben Shelton, 20esimo della classifica mondiale e n.21 del seeding, al termine di un match durato due ore e 52 minuti.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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