Economia
A Bari due giornate su Made in Italy, industria e infrastrutture
Pubblicato
2 anni fa-
di
Redazione
BARI (ITALPRESS) – Due giornate dedicate al made in Italy, all’industria e alle infrastrutture, questi i principali temi al centro della quinta edizione de “La Ripartenza, liberi di pensare”, svoltosi al Teatro Petruzzelli di Bari e nato da un’idea di Nicola Porro, direttore e fondatore del sito NicolaPorro.it. Nella prima giornata di venerdì si è discusso di mercato del lusso e di made in Italy con la partecipazione di protagonisti dell’impresa italiana nel mondo.
Per Remo Ruffini, presidente e Ad di Moncler, ‘ogni giorno mi metto in discussione, siamo i più piccoli in un mondo di giganti, sempre più complesso. Tutti i giorni penso a quale sia il prossimo passo per conquistare il consumatore e per essere globale, ma al contempo domestico. La cosa importante è creare un sogno ed essere molto unicì. Secondo Diana Frescobaldi, Ceo di Frescobaldi Retail & Restaurant, ‘abbiamo una tradizione di 700 anni. Vogliamo che i nostri vini riflettano il territorio puntando sul valore del prodotto. La cantina per noi è un luogo di lavoro, non deve essere solamente estetica, deve esserci soprattutto la sostanza. I tempi dell’agricoltura sono lenti per la borsa, che vuole risultati immediati, bisogna avere pazienza”.
Per Marco De Benedetti, co-Head Europe Carlyle, ‘per le aziende come la nostra è necessario essere globale. La vera sfida infatti è conciliare l’artigianalità e la qualità del prodotto, privilegiando la dimensione con la scala globalè.
Diego Della Valle, presidente e Ad di Hogan e Tod’s, ha sottolineato come ‘lo stile di vita di questo Paese è proprio ciò che la gente va cercando. Un grande Paese, tollerante, dove ognuno può dire la sua. Dobbiamo mettere in gioco una parte del nostro tempo e dei nostri utili per capire cosa fare per il futuro dei giovani. Il lavoro artigianale è il lavoro del futuro, dobbiamo solo dargli la giusta importanza. Noi imprenditori siamo tutti ex artigiani, conosciamo benissimo cosa vuol dire. La chiave è l’amore per il proprio Paesè.
All’interno del primo panel, tenutosi oggi, il dibattito si è incentrato sul mercato del turismo in Italia con la partecipazione di esponenti delle istituzioni e protagonisti dell’impresa del nostro Paese. Per Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, ‘come Paese siamo cresciuti dal punto di vista turistico, Bari in modo particolare è una delle più importanti per il settore. Ad oggi è fondamentale, però, consolidare questo risultato attraverso i servizi diretti ai turisti. Il turismo a Bari ha avuto un incremento molto alto in percentuale. Questo è un grande stimolo a fare sempre di più, soprattutto con nuovi investimenti, per il futuro della nostra città e del nostro Paese”. Secondo Bernardo Mattarella, Ad di Invitalia, ‘la domanda nel settore del turismo resta sempre molto alta. In Italia non abbiamo avuto una carenza di risorse ma una loro inefficiente allocazione. Occorre uscire fuori dalla logica dell’emergenza e programmare interventi a lungo termine per supportare le aziende privatè. Guido Grimaldi, commercial director Grimaldi Group e presidente Ais, ha osservato come ‘abbiamo la fortuna di avere un’azienda strutturata che ha investito in sostenibilità, tuttavia abbiamo una carenza di manodopera specializzata. Siamo un Paese che ha investito male in formazione. Fare azienda in questo è da eroi, ma ci crediamo e siamo orgogliosi di restare in Italia. Abbiamo volumi di crescita importanti ma abbiamo bisogno di più infrastrutture e libera concorrenza per far crescere il settorè. Secondo Anna Roscio, executive director sales & marketing imprese di Intesa Sanpaolo, ‘siamo qui per raccontare il nostro impegno su settori strategici per il Paese a partire dal turismo che rappresenta il petrolio dell’Italia. Parliamo di un comparto che sta trainando la ripresa. Le nostre stime, infatti, prevedono una forte crescita. In tal senso, occorrono più investimenti per rendere la nostra accoglienza sempre più competitivà. Per Michele Centemero, Country Manager Italy Mastercard, ‘per quanto riguarda il turismo noi italiani stiamo beneficiando di un flusso importante riscontrando una crescita particolarmente significativa. Nel 2022 il 19% di tutti i volumi dell’ecommerce ha riguardato il settore viaggi e ospitality. Come Mastercard invitiamo i nostri partner a sviluppare nuovi prodotti a sostegno del compartò.
Mara Panajia, presidente e Ad di Henkel Italia, ha invece osservato come ‘ricopro ruoli di responsabilità nell’azienda non perchè donna ma perchè ho portato risultati. Per le donne è arrivato il momento di buttarsi e di comprendere di essere un valore aggiunto. Da un lato il Governo deve sostenere l’occupazione femminile con defiscalizzazioni, assegni familiari e asili nido, dall’altro le aziende devono garantire maggiore flessibilità’. Per Paolo Barletta, Ceo di Arsenale, ‘le grandi aziende italiane sono nate negli anni ’50 e ’60. Oggi bisogna mettere in condizione i giovani di aprire un’impresa attraverso risorse e investimenti. Abbiamo interlocuzioni con diversi Stati stranieri ma restiamo inseriti nel tessuto economico italiano a supporto della crescita e dello sviluppo del Paesè.
Il terzo panel ha visto la presenza di protagonisti dell’industria italiana e delle infrastrutture.
Pietro Labriola, Ad e direttore generale Tim, ha affermato che ‘il settore delle telecomunicazioni ha perso molto negli ultimi anni e questo ha messo in crisi il sistema ed è fondamentale per la digitalizzazione. Senza infrastrutture di telecomunicazione la digitalizzazione di questo Paese non ci sarà. Oggi dobbiamo recuperare della redditività per poter investire. Attraverso il Pnrr abbiamo chiesto al Governo italiano di sussidiare le costruzioni nelle aree rurali”. Secondo Mario Rossetti, Ad e direttore generale Open Fiber, ‘il Sud è centrale nella strategia di Open Fiber. La Puglia in particolare assume un ruolo centrale in questo contesto. Siamo presenti sul territorio in modo molto distribuito e abbiamo già iniziato i lavori nell’ambito del Pnrr per la digitalizzazione degli altri Comuni. Siamo soddisfatti perchè stiamo lavorando in modo molto importante, l’obiettivo è raggiungere le 5mila assunzionì. Marco Bonometti, presidente e Ad di Officine Meccaniche Rezzatesi, ha rilevato che ‘le fonderie sono un asset strategico per l’industria europea. Le imprese hanno dimostrato di saper reagire e resistere di fronte al Covid prima e alla guerra poi e anche all’Europa, perchè nonostante le decisioni di quest’ultima noi siamo qui che riusciamo ancora a esportare i nostri prodotti. Dobbiamo riscoprire il valore della nostra Nazione perchè solo così potremo portare gli altri Paesi a condividere con noi le politiche industrialì.
Per Diego Cattoni, Ad di Autostrada del Brennero e presidente Aiscat, ‘l’Autostrada del Brennero collega il nostro sistema economico, che è il secondo in Europa, con il primo, che è la Germania, ed è importantissima perchè da lì passa la maggior parte del nostro import ed export. Questo traffico crescerà tantissimo. Le nostre autostrade sono un fattore di vanto del sistema italiano perchè il nostro sviluppo tecnologico non ha pari”. La giornata è stata arricchita dall’intervento del critico d’arte e sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, il quale ha illustrato alcune opere del Perugino e del Caravaggio.
‘L’arte antica è cercare qualcosa che si è disperso, che si credeva perduto. Ritrovare opere che si credevano perdute è come entrare in una macchina del tempo. Questa è l’emozione straordinaria del mio lavoro, come l’ho interpretato io. La volontà di andare avanti, di entrare in luoghi chiusi, di scoprire opere dimenticate e dargli nuova vità.
Tra gli altri hanno preso parte all’evento: il giornalista Massimiliano Lenzi; l’attrice Sarah Biacchi; l’autore Luigi Marco Bassani, l’attrice Ludovica Frasca; Alessandro Sallusti, Giornalista e direttore responsabile di Libero; i giornalisti Giuseppe Cruciani, Paola Ferrari e Pietrangelo Buttafuoco.
(ITALPRESS).
-foto ufficio stampa ItalCommunication-
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Spese obbligate in aumento, superano il 42,2% dei consumi
Economia
Spese obbligate in aumento, superano il 42,2% dei consumi
Pubblicato
5 ore fa-
6 Agosto 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Nel 2025 le spese obbligate – ovvero quelle legate a beni e servizi di cui le famiglie non possono fare a meno, come casa, energia, bollette, sanità, trasporti e assicurazioni – continuano a erodere quote crescenti dei bilanci familiari, arrivando a rappresentare il 42,2% della spesa totale, con un aumento di 5,2 punti rispetto al 1995.
E’ quanto emerge dai dati dell’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio, secondo cui si tratta di una dinamica, ormai strutturale, che riduce sempre di più l’area delle scelte libere di consumo, limitando il potenziale di crescita dell’economia legata alla domanda interna.
In trent’anni la quota di consumo destinata ai beni e ai servizi commercializzabili è passata dal 37% al 42,2%. La parallela compressione della quota destinata al consumo di beni e servizi commercializzabili (nel 2025 si stima un’incidenza complessiva del 57,8%), vale a dire quelli il cui acquisto è legato a scelte e preferenze personali e familiari, sottende a sua volta dinamiche articolate.
La spesa per i servizi commercializzabili, che aveva registrato un deciso arretramento nel 2020, è tornata, nei periodi più recenti, ad aumentare in misura più significativa rispetto agli altri consumi ed è stimata attestarsi nel 2025 al 20,8%. Quota che risulta ancora inferiore al 21,3% raggiunto nel 2019. Per contro i beni commercializzabili dovrebbero vedere nell’anno in corso un’ulteriore riduzione dell’incidenza attestandosi al 36,9%.
Vanno anche considerati gli importanti mutamenti demografici intervenuti nell’arco temporale oggetto d’osservazione. Oltre all’invecchiamento della popolazione, che ne ha mutato le esigenze e le preferenze in materia di consumi, a partire dal 2015 il numero di residenti in Italia ha mostrato una progressiva riduzione (nella media del 2025 il calo rispetto al picco del 2014 dovrebbe approssimarsi a 1,4 milioni) fornendo un inevitabile contributo negativo allo sviluppo della domanda. I risultati segnalano come gran parte dei cambiamenti, in termini di spostamento dei volumi tra obbligati e commercializzabili si sia rilevato tra il 1995 ed il 2007.
Elemento che fa emergere il ruolo dei prezzi nel determinare gli andamenti a valore. Altro fattore che spicca è il sostanziale immobilismo dei volumi acquistati per abitante, con una spesa, ai prezzi del 2025, che nell’anno in corso sarà ancora inferiore di circa 200 euro a quella del 2007 nonostante gli apprezzabili miglioramenti degli ultimi anni.
Analizzando più nel dettaglio le voci, si conferma il ruolo preponderante delle spese per l’abitazione, i cui volumi per abitante sono in continua crescita ed ammontano, ai prezzi attuali, a poco meno di 5mila e duecento euro l’anno (in aumento nel solo 2025 di 109 euro). Dinamiche più recenti evidenziano come per i beni commmercializzabili il miglioramento degli ultimi anni, guidato in buona parte dalle apparecchiature informatiche e per le comunicazioni, si vada esaurendo, con una stima per il 2025 di riduzione dei volumi acquistati di 57 euro per abitante. In questo contesto le maggiori difficoltà si confermano quelle relative ai beni più tradizionali come l’alimentare.
Per l’anno in corso i miglioramenti più significativi, in termini di volumi, sono attesi per i servizi commercializzabili per i quali si stima una crescita delle quantità acquistate di 134 euro per residente. Dato che permetterebbe di tornare, e superare di poco, i livelli del 2019. Le dinamiche di lungo periodo, e non solo, fanno emergere ancora una volta come i prezzi dei consumi a cui le famiglie non possono rinunciare, si siano mossi ad una velocità nettamente superiore rispetto ai beni e servizi commercializzabili. Tra il 1995 e il 2025 l’incremento complessivo è stato del 132,1 a fronte di una crescita del 55,2% dei beni commercializzabili e dell’81,4% dei servizi il cui acquisto è da considerarsi una libera scelta delle famiglie. Tra le spese obbligate continua a spiccare il ruolo degli energetici che, nonostante l’attesa di una riduzione dei prezzi nel 2025, hanno visto il deflatore aumentare del 178,3% nel periodo.
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6 Agosto 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – A giugno l’Istat stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenti dello 0,2% rispetto a maggio. Nella media del secondo trimestre si registra un aumento del livello della produzione dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mostra un calo congiunturale solo per i beni di consumo (-0,9%); viceversa si osservano aumenti, sebbene assai contenuti, per i beni intermedi (+0,2%) e per l’energia e i beni strumentali (+0,1% per entrambi i settori).
Al netto degli effetti di calendario, a giugno l’indice generale diminuisce in termini tendenziali dello 0,9% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 20 come a giugno 2024). Si registrano incrementi tendenziali solo per l’energia (+7,3%); calano, invece, i beni strumentali (-1,4%), i beni intermedi (-2,1%) e i beni di consumo (-3,0%).
I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+15,7%), l’attività estrattiva (+6,2%) e la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+4,7%). Le flessioni più rilevanti si riscontrano, invece, nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-8,0%), nella produzione di prodotti chimici (-3,2%) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-3,0% per entrambi i settori).
– Foto IPA Agency –
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