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Cronaca

Casasco “L’età biologica può avere un risvolto anche economico”

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ROMA (ITALPRESS) – “L’età biologica è per noi un tema molto caro che portiamo all’attenzione non solo del mondo scientifico, ma anche del mondo politico ed economico perchè possiamo e vogliamo utilizzare la conoscenza che deriva dall’esperienza sviluppata sul massimo livello olimpico per trasferirla a tutta la popolazione. Questo trasferimento della conoscenza scientifica può avere un impatto e un risvolto sul sistema sociale ed economico, noi abbiamo la possibilità e il know-how per capire e stabilire la funzionalità dell’atleta e l’individuo; quindi, la capacità funzionale che va oltre la valutazione clinica dello stato di salute; abbiamo la possibilità di stabilire un parametro e questo può avere un risvolto molto importante sul piano politico ed economico”. Così Maurizio Casasco, deputato di Forza Italia e presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress.
Nel ricordare l’avvio del Congresso nazionale di medicina dello sport a Roma “che prevede la presenza di tremila medici sportivi e proprio il tema dell’età biologica ed età anagrafica”, Casasco fa l’esempio dell’età pensionabile che “è definita sulla base delle aspettative di vita dell’Istat e sulla contrattazione che avviene tra mondo sindacale, politico e datoriale; noi crediamo e riteniamo corretto che ci sia un nuovo parametro scientifico che vada a integrare l’aspettativa di vita che è diversa se c’è un’età biologica rispetto a quella anagrafica. Stabilire un’età biologica per categorie di lavoratori può essere un parametro importante, questo arriva se utilizzi la scienza. Portare anche nel nostro Paese un parametro medico credo sia estremamente importante. Noi cerchiamo di portare al governo e al sistema Paese una introduzione medica che può essere utile”, aggiunge. Casasco spiega poi che in Italia esiste “una legge sulla idoneità sportiva agonistica dove tutte le persone che fanno sport devono fare uno screening, questo screening ha ridotto le morti improvvise sui campi di gara, questo è estremamente importante perchè il concetto di prevenzione nasce dalla nostra cultura. L’idoneità sportiva e agonistica non permette solo di ridurre le morti sui campi sportivi di gara, ma permette di individuare quelle piccole patologie che non costituiscono una non idoneità, ma che prese per tempo costituiscono salute e risparmio per il Sistema sanitario nazionale. La nostra Federazione è improntata soprattutto sul tema della prevenzione”.
Il presidente della Fmsi osserva che la Federazione “offre una grande medicina a costo zero che è l’attività fisica, una grandissima medicina che combatte i rischi dell’alterazione cellulare. L’infiammazione cellulare che è la prima causa di tutte queste patologie può essere combattuta attraverso l’attività fisica soprattutto a livello aerobico, la nutrizione e l’ambiente. L’attività fisica è il primo elemento che incide sulla soluzione dell’infiammazione, questo è molto importante ma deve essere correttamente prescritta”. Un obiettivo da raggiungere secondo Casasco è “il riconoscimento della sedentarietà come patologia. Se la sedentarietà diventa una patologia, l’attività fisica correttamente prescritta può avere dei sostegni non solo dal punto di vista istituzionale e governativo ma anche aziendale. Quando ero presidente di Confapi avevo proposto nelle 40 ore di lavoro due di formazione e due di attività fisica. Quindi la sedentarietà come patologia con la soluzione di un intervento sia da parte del sistema pubblico ma anche privato in cui in azienda potrebbe essere un vantaggio non solo per i lavoratori e per i datori di lavoro, ma per l’intero Paese”.
Infine, parlando di lavoro e salario, argomento al centro della discussione politica, evidenzia come “il tema della garanzia del salario giusto, non del salario minimo che non deve essere pretestuoso, deve essere assolutamente attenzionato in tutte le componenti del salario compreso il welfare, ferie e tempo libero, e deve essere attenzionato con una sensibilizzazione maggiore. La prevenzione deve essere un bene per il Paese anche economico e sociale”, conclude.

– foto Italpress –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Formazione Continua in Lombardia, 9.800 lavoratori aggiornati nell’ultimo anno

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MILANO (ITALPRESS) – La parola ‘mismatch’, ormai diventata di uso comune, è spesso associata a ‘lavoro’ ed esprime la difficoltà di numerosi imprenditori lombardi che non riescono a trovare manodopera qualificata, o comunque personale con adeguate competenze per ricoprire le posizioni ricercate dalle loro aziende.

A questa criticità offre una risposta concreta la misura Formazione Continua promossa da Regione Lombardia che si inserisce in modo strutturale nell’ambito delle Politiche Attive del Lavoro. L’obiettivo è proprio il contrasto al ‘mismatch’ tra domanda e offerta di competenze, sostenere la crescita occupazionale e accompagnare le persone nei momenti di transizione lavorativa.

Nell’annualità 2024-2025, sono 9.883 i lavoratori formati sull’intero territorio lombardo, di cui 4.606 donne (pari al 46%) e 5.277 uomini (54%), grazie a un investimento regionale complessivo di 10.525.789 euro. Un’azione capillare che ha coinvolto 2.366 imprese, testimoniando una crescente integrazione tra mondo del lavoro e sistema della formazione.

Regione Lombardia promuove infatti la formazione continua dei lavoratori, degli imprenditori e dei liberi professionisti per migliorare le competenze e sviluppare la competitività d’impresa. E’ finalizzata a favorire il riallineamento delle competenze, delle conoscenze e la valorizzazione del capitale umano, in considerazione delle profonde trasformazioni del mercato del lavoro e dell’evoluzione dei modelli organizzativi e di business.

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“La misura Formazione Continua – chiarisce l’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro Simona Tironiè uno degli strumenti più rappresentativi dell’impegno di Regione Lombardia per la valorizzazione delle competenze e agevolare l’occupabilità. Investire in formazione significa costruire il futuro economico e sociale dei nostri territori. Possiamo affrontare le sfide poste dalla transizione digitale, ecologica e demografica solo se mettiamo al centro la persona, sostenendone la crescita professionale con percorsi mirati, flessibili e rispondenti ai reali bisogni delle imprese”.

“Abbiamo compiuto – prosegue Tironi una scelta chiara e convinta: promuovere una cultura della formazione permanente, coerente con i profondi cambiamenti del lavoro e capace di integrare politiche attive, orientamento e aggiornamento continuo. I risultati ottenuti dimostrano che la direzione intrapresa è quella giusta: lavoratori più qualificati, imprese più competitive, territori più resilienti”.

La misura Formazione Continua riaprirà a metà settembre. L’approccio adottato da Regione Lombardia si distingue per la sua capacità di coniugare aggiornamento professionale, orientamento e inserimento lavorativo, con un’attenzione trasversale alle pari opportunità, come dimostra la significativa partecipazione femminile al programma.

“Formare – conclude l’assessore Tironi – significa dare un futuro. Alle persone, alle imprese, alla nostra Regione. E’ con questa visione che continuiamo a investire, consapevoli che la competitività lombarda passa dalla qualità delle competenze, dalla forza del lavoro e dalla capacità delle istituzioni di offrire risposte tempestive, concrete, efficaci”.

La misura, interamente finanziata da Regione Lombardia, ha interessato tutte le province lombarde, rispondendo con puntualità alle esigenze formative espresse dai diversi contesti territoriali: Milano: 3.427 lavoratori formati (1.555 donne, 45%), 793 imprese coinvolte, oltre 3,4 milioni di euro investiti.

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Brescia: 2.450 lavoratori (1.129 donne, 46%), 621 aziende, 2,68
milioni di euro stanziati.
Bergamo: 1.264 lavoratori (648 donne, 51%) in 292 imprese, 1,3
milioni di euro di finanziamento.
Monza e Brianza: 727 lavoratori (302 donne, 42%) in 156 aziende,
con 797.000 euro investiti.
Varese: 610 lavoratori (300 donne, 49%) in 166 imprese, per un
totale di 778.000 euro.
Mantova: 357 lavoratori (196 donne, 55%) in 80 imprese, con
354.000 euro di fondi.
Como: 273 lavoratori (123 donne, 45%) in 72 imprese, 350.000 euro
investiti.
Cremona: 267 lavoratori (123 donne, 46%) in 62 aziende, 280.000
euro di risorse regionali.
Lecco: 161 lavoratori (69 donne, 43%) in 47 imprese, con 176.000
euro erogati.
Pavia: 235 lavoratori (96 donne, 41%) in 37 imprese, 201.000 euro
stanziati.
Lodi: 54 lavoratori (30 donne, 56%) in 22 imprese, 67.000 euro di
investimento.
Sondrio: 58 lavoratori (35 donne, 60%) in 18 imprese, per 98.000
euro complessivi.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS)

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Cronaca

Banche, a giugno prestiti +1,1% su base annua

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ROMA (ITALPRESS) – A giugno i prestiti al settore privato, corretti sulla base della metodologia armonizzata concordata nell’ambito del Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC), sono aumentati dell’1,1 per cento sui dodici mesi (0,7 nel mese precedente). Lo rende noto la Banca d’Italia.

I prestiti alle famiglie sono aumentati dell’1,8 per cento (1,5 nel mese precedente) mentre quelli alle società non finanziarie sono aumentati dello 0,3 per cento (-1,4 nel mese precedente). I depositi del settore privato sono aumentati dello 0,5 per cento (3,8 per cento in maggio); la raccolta obbligazionaria è aumentata dell’1,4 per cento (era diminuita dello 0,2 per cento a maggio).

A giugno il Tasso Annuale Effettivo Globale (TAEG) sui nuovi prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni si è collocato al 3,60 per cento (3,58 a maggio); la quota di questi prestiti con periodo di determinazione iniziale del tasso fino a un anno è stata dell’8,8 per cento (7,2 nel mese precedente). Il TAEG sulle nuove erogazioni di credito al consumo si è collocato al 10,15 per cento (10,18 nel mese precedente).

I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 3,61 per cento (3,66 nel mese precedente), quelli per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari al 4,17 per cento, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati al 3,32 per cento. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,67 per cento (0,70 nel mese precedente).

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– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Chieti, 20 chili di marijuana nascosti tra la vegetazione

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CHIETI (ITALPRESS) – Il Comando Provinciale di Chieti, insieme al Reparto Operativo Aeronavale di Pescara, nell’ambito di specifici servizi di controllo del territorio e di prevenzione al traffico di sostanze stupefacenti, ha sequestrato una coltivazione illecita di canapa indica.
Seppur bene occultate da una folta area boschiva nel territorio di Giuliano Teatino, sono state individuate 15 piante di marijuana, dal peso lordo complessivo di oltre 20 chili, dai militari del dipendente Gruppo Chieti.
Di fondamentale ausilio, considerato l’abile mascheramento della piantagione di soli 100 mq, è stata l’attività di sorvolo di un aeromobile della Sezione Area di Pescara che ha consentito, oltretutto, di localizzare tutte le strade d’accesso al campo (in seguito perlustrato via terra, constatando la presenza di un impianto di irrigazione e specifica attrezzatura da lavoro).
Le Fiamme Gialle, dopo aver posto l’area sotto sequestro, hanno prelevato i campioni destinati alle analisi chimiche di rito, catalogato gli arbusti (di altezza fino a 210 cm) ed estirpato la piantagione che, giunta quasi a completa maturazione, era pronta per la raccolta delle infiorescenze, fruttando, una volta immessa sul mercato, circa 280.000 di euro.
Una successiva indagine ha permesso di identificare il responsabile deferito alla Procura della Repubblica di Chieti per traffico di sostanze stupefacenti, al quale, con l’intervento delle unità cinofile, è stata perquisita l’abitazione rinvenendo quattro contenitori di vetro con circa 150 grammi di marjuana, ricavata dal taglio di piante già estirpate.
Al vaglio degli investigatori, che si avvarranno di altre perlustrazioni aeree, c’è la concreta possibilità che, a celarsi dietro alla persona denunciata, ci sia un gruppo di persone esperte nella gestione di questa specifica coltivazione, infatti l’ipotesi scaturisce dall’osservazione della superficie requisita che era ben organizzata e dotata di cisterna per accumulo di acqua per l’irrigazione.
-foto Gdf-
(ITALPRESS).

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