Cronaca
PRESENTATI IL PRESIDIO SLOW FOOD DEL PEPERONE DI VOGHERA E LA 4° SAGRA DEL PEPERONE
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2 anni fa-
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Redazione
Il peperone di Voghera è stato il leit motiv della conferenza stampa tenutasi questa mattina in Sala Consiglio, presso il Comune di Voghera. Nell’occasione, sono stati presentati il Presidio Slow Food del Peperone di Voghera e la 4° Sagra dedicata a questo rinomato prodotto, che si terrà Domenica 10 Settembre in piazza Duomo e di cui Pavia Uno TV e Lombardia Live 24 sono media partner.
Tra i prodotti di eccellenza che sono un vanto per Voghera che ne ha istituita una De.C.O., il Peperone è assoluto protagonista, anche alla luce del riconoscimento di un Presidio Internazionale Slow Food.

Il peperone di Voghera diventa Presidio Slow Food
Fino a metà del secolo scorso era diffusissimo, poi una micosi ne ha stroncato la coltivazione. Un lungo lavoro di recupero lo ha fatto tornare nella pianura tra Pavia e Alessandria
Per lungo tempo, nel secolo scorso, Voghera ha fatto rima con peperone: coltivato un po’ ovunque nella pianura tra il Pavese e l’Alessandrino, era conosciuto e apprezzato ben al di là di quei confini. Voghera ospitava un importante mercato ortofrutticolo ed esportava anche fuori dall’Italia quei peperoni verdi, dolci, facilmente digeribili che un po’ tutti coltivavano nel proprio orto. Poi, intorno alla metà del Novecento, il Voghera si perse: colpa di una micosi, che in breve ne decretò la pressoché totale scomparsa. Oggi, dopo più di quindici anni di lavoro finalizzato al recupero del seme, il peperone di Voghera è tornato nei campi e sulle tavole, diventando Presidio Slow Food.
Un peperone che va raccolto verde
«Il peperone di Voghera ha forma cubica, dimensione tra gli 8 e i 12 cm ed è quadrilobato, cioè normalmente ha quattro coste, ma può presentarne anche solo tre» spiega Andrea Olezza, referente dei sei produttori che aderiscono al Presidio. Tra gli aspetti che colpiscono maggiormente c’è sicuramente il colore: «Il peperone è verde chiaro, così come le foglie. In piena maturazione diviene giallo, quasi arancione, ma la particolarità è che è buono già quando è verde: proprio per questo motivo, il Voghera normalmente si raccoglie uno o due giorni prima che diventi giallo. È il momento in cui è più consistente, l’ideale per essere conservato sottoaceto, come vuole la tradizione». Il peperone di Voghera non è però buono solo sottoaceto: consumarlo crudo, in insalata o in pinzimonio, ne esalta la dolcezza, ed è abitudine usarlo anche come condimento di un classico risotto.
La lunga via per il recupero
Nella sua epoca d’oro, il peperone di Voghera era conosciuto anche in Germania e negli Stati Uniti. Ma allora che cosa è successo, che cosa ha causato la repentina scomparsa della pianta? «Erano gli anni Cinquanta – spiega Olezza – quando un fungo colpì le radici delle piante, facendole morire rapidamente». La causa? «L’eccessiva coltivazione: a forza di seminarlo negli stessi orti, la malattia si è diffusa. Abbiamo imparato la lezione, oggi non mettiamo mai il peperone nella stessa porzione di orto per almeno tre o quattro anni e il disciplinare di produzione prevede rotazioni annuali».
Per sfuggire al fusarium, il patogeno che tanti danni inflisse alle coltivazioni di peperone, chi poté si spostò di qualche chilometro. «Mio nonno, una volta sposato, si trasferì nella zona di Porana, un paese poco distante da Voghera con un terreno più sabbioso e qui continuò a riprodurre il Voghera» racconta Olezza. «Ci ha davvero sempre creduto, pur essendo rimasto l’unico, ed è riuscito a trasmettermi la stessa passione». Proprio da quei semi, nel 2006 è partito il progetto di recupero che, in collaborazione con l’Istituto tecnico agrario Gallini di Voghera, l’Istituto di Patologia Vegetale dell’Università di Milano e dal Centro Ricerca Agraria di Montanaso Lombardo (Lodi), nel giro di alcuni anni ha consentito di riprendere la produzione e la commercializzazione del peperone di Voghera.
I produttori oggi sono riuniti nell’associazione di valorizzazione e tutela del PepeVo, di cui fa parte anche Olezza, che si occupa personalmente della riproduzione della semente: «Direi che ho un legame quasi morboso con questa varietà di peperone – scherza –. Ci sento il vero gusto del peperone, mentre le altre mi sembrano più acquose. Sarò di parte, sarà che sono nato e cresciuto tra le piante di mio nonno, ma io il Voghera ce l’ho nel cuore: lo trovo più buono e ai clienti del mercato lo propongo più volentieri degli altri».
«La Condotta Slow Food Oltrepò Pavese si è occupata del peperone di Voghera per più di un decennio, sia per quanto riguarda le ricerche sul fronte scientifico e storico sia per riuscire a coinvolgere nuovi produttori e promuovere il prodotto» conclude Elisa Nervetti, referente Slow Food del Presidio. «Ora lavoriamo per un nuovo obiettivo: far comprendere al consumatore che il peperone è buono appena raccolto e che i trasformati sono altrettanto gustosi».
La zona di produzione del Presidio Slow Food del peperone di Voghera comprende l’area che spazia dalla provincia di Pavia a quella di Alessandria vicino alla confluenza dei torrenti Scrivia, Curone e Staffora nel fiume Po.
Il Presidio Slow Food del peperone di Voghera è sostenuto da FedEx.
La 4^ Sagra del Peperone di Voghera Main Sponsor Intesa Sanpaolo
Valorizzazione e promozione delle filiere agroalimentari del territorio sono i fili conduttori del ciclo di eventi riguardanti le Filiere Agroalimentari Pavesi “Aspettando San Martino”, un’iniziativa organizzata dalla COOP 381 Onlus Multiservizi Agricoli e Sociali Oltrepo’, con la presenza di diversi partner d’eccezione tra i quali, in qualità di main sponsor, Intesa Sanpaolo, con il patrocinio e il contributo del Comune di Voghera, il patrocinio della Camera di Commercio e della Provincia di Pavia.
Il prossimo appuntamento è in programma il 21 Ottobre con la Festa del Risparmio e della Sostenibilità, e la vera e propria festa del ringraziamento di San Martino del 12 Novembre.
Presenti alla conferenza stampa Simona Virgilio, Vicesindaco del Comune di Voghera, Maria Cristina Malvicini, Assessore al Commercio del Comune di Voghera, Luca Benicchi, Responsabile progetti di sviluppo COOP 381, Danilo Zani Head of Coordination Agribusiness Specialists Direzione AgribusinessIntesa Sanpaolo, Misael Diaz Marrero Senior External Communications Specialist, Italy | FedEx Express Europe, Elisa Nervetti, Fiduciario Slow Food Oltrepo’ Pavese, Andrea Olezza, presidente Associazione Pepe Vo, il Prof. Mario Zefilippo, Agronomo, la Prof.ssa Laura Toppini, Ricercatrice CREA, la Prof.ssa Maria Grazia Bottone, Ricercatrice Dip. Biotecnologie Biologia Università di Pavia.
Sindaco Paola Garlaschelli: “L’identità di una città e di una comunità si costruisce sull’interazione tra il territorio e le persone che lo vivono: il Peperone di Voghera, in questo senso, è perfetto esempio di un legàme speciale in virtù del quale Voghera ha saputo impegnarsi per tutelare e sviluppare un brand vincente, che oggi può vantare riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. Tutto questo è possibile solo quando un territorio nella sua completezza si unisce: il ciclo di eventi dedicati alle nostre filiere agroalimentari e alle nostre eccellenze è un perfetto esempio di un lavoro di rete, partecipato da tante realtà del territorio. E’ un metodo, prima di tutto, vincente, attraverso il quale ogni anima della città offre un contributo con un fine comune, ovvero la crescita del territorio e delle nostre eccellenze”.
Assessore Malvicini: “In questo bellissimo ciclo di eventi dedicati alle nostre filiere agroalimentari il Peperone di Voghera non poteva non essere assoluto protagonista. Il Presidio Internazionale Slow Food è certificazione di eccellenza per un prodotto che per il nostro territorio diventa un vero e proprio valore, perché i frutti di una terra sono valori che una Comunità ha il dovere di difendere, promuovere, divulgare e valorizzare. E i prodotti di eccellenza sono anche storie: il Peperone di Voghera in questo senso porta con sé una storia strettamente legata alla laboriosità e all’amore per il territorio, con un’opera di recupero e tutela che merita di essere raccontata, scoperta e riscoperta. Con questi eventi e con questa sagra la Comunità si riunisce intorno a un valore importante: il gusto diventa amore per la nostra città, la qualità diventa orgoglio comune, l’eccellenza diventa occasione di festa, di accrescimento culturale, di socialità e di partecipazione”.
Danilo Zani Head of Coordination Agribusiness Specialists Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo:“Siamo a fianco di questa manifestazione condividendone la volontà di mettere al centro le eccellenze del nostro made in Italy e i valori che lo contraddistinguono. Intesa Sanpaolo, attraverso la Direzione Agribusiness, la struttura che il Gruppo ha creato a supporto dello sviluppo dell’agroalimentare italiano, vuole offrire ogni giorno ai propri clienti gli strumenti per accompagnarli nel percorso di promozione dei prodotti e valorizzazione del business. Siamo a fianco delle tante realtà che rendono i nostri territori virtuosi e ricchi di eccellenze, come quella del peperone di Voghera, dove la tradizione deve essere preservata e sostenuta nel percorso di recupero e sviluppo. In questo senso, le filiere di prossimità consentono di tutelare i valori dei nostri prodotti, attraverso l’attenzione ai temi della sostenibilità, che la nostra banca vuole promuovere.”
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ROMA (ITALPRESS) – Dal 30 aprile, eCLUTCH debutta ufficialmente su Tivùsat. Grazie a una distribuzione ibrida che integra televisione lineare, canali FAST e Video on Demand (VOD), la piattaforma offre sei canali tematici dedicati a esports, gaming e padel: eCLUTCH LIVE con eventi e tornei in diretta, GINX TV con news e approfondimenti sul gaming, Gametoon con serie animate e competizioni, BIGG TV con documentari e contenuti dietro le quinte, Esport24 con azione esports no-stop, Padel Time TV, il primo canale interamente dedicato al padel.
La piattaforma trasmetterà in esclusiva tornei di grande richiamo come la Fortnite Champion Series (FNCS), le gare di Trackmania Esports, i campionati INIT eRacing, e le competizioni di League of Legends e Rocket League.
Fiore all’occhiello dell’offerta, Padel Time TV coprirà i principali eventi internazionali, tra cui la Hexagon Cup, la Pro Padel League USA, la Reserve Cup e i tornei FIP in Francia e Asia, con match in diretta, approfondimenti tecnici e produzioni esclusive.
-foto ufficio stampa Tivusat –
(ITALPRESS).
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La Spagna verso il ritorno alla normalità dopo il blackout, Sanchez annuncia una commissione d’inchiesta
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29 Aprile 2025di
Redazione
MADRID (SPAGNA) (ITALPRESS) – Secondo quanto reso noto dal gestore della rete elettrica spagnola (Ree), oltre il 99% dell’elettricità è stata ripristinata dopo il blackout che ha ieri colpito la penisola iberica. Intanto la rete della metropolitana di Madrid rimane chiusa e l’azienda continua a lavorare per ripristinare il servizio.
Tutte le linee rimangono inattive e viene raccomandato l’uso dei mezzi pubblici in superficie. In Portogallo circa 6,2 milioni di abitazioni su un totale di 6,5 milioni hanno avuto la corrente elettrica ripristinata già durante la notte.
Il premier spagnolo, Pedro Sanchez, ha annunciato la formazione di una commissione d’inchiesta, guidata dalla ministra dell’Ambiente Sara Aagsen, per indagare sul blackout che ha colpito ieri il Paese. Sanchez ha poi rigettato l’ipotesi che il blackout sia stato causato dalla mancanza di energia nucleare. Chi lo afferma, ha sottolineato il premier, “o mente o dimostra ignoranza”. “Se avessimo avuto una maggiore dipendenza dall’energia nucleare, la ripresa non sarebbe stata così rapida come quella che stiamo vivendo”, ha aggiunto secondo quanto riferisce El Pais. Sanchez ha infine annunciato che richiederà un “rapporto indipendente” a Bruxelles per ottenere un quadro “molto più accurato” di quanto accaduto dalle 12:33. di ieri, quando la luce è mancata in tutto il territorio nazionale.
Secondo il direttore tecnico dell’operatore di rete, l’interconnessione instabile con il resto dell’Europa e l’integrazione iberica hanno contribuito al collasso. Secondo alcune ipotesi, il blackout potrebbe essere stato provocato da un raro fenomeno atmosferico. Forti variazioni di temperatura nell’entroterra spagnolo avrebbero causato vibrazioni atmosferiche indotte sulle linee ad altissima tensione, generando gravi oscillazioni e guasti di sincronizzazione tra i sistemi elettrici.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS)
Cronaca
Florovivaismo, Confagricoltura “Settore in crescita ma serve attenzione”
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1 ora fa-
29 Aprile 2025di
Redazione
GENOVA (ITALPRESS) – Oltre 3 miliardi di valore prodotto dal florovivaismo in Italia, circa il 4,7% della produzione agricola totale, numeri che mettono l’Italia al terzo posto nell’Unione Europea dopo Paesi Bassi e Spagna. Una vetrina straordinaria per il comparto in questi giorni a Euroflora, esposizione di piante e fiori in corso a Genova fino al 4 maggio, dove Confagricoltura fa il punto della situazione tra punti di forza e preoccupazioni per la situazione economica internazionale.
“L’Italia negli ultimi anni con l’agricoltura dell’agroalimentare ha contribuito in maniera significativa a migliorare la nostra bilancia commerciale – spiega Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura -. Dieci anni fa eravamo a 27 miliardi di euro, oggi siamo arrivati a 70, quindi una crescita esponenziale. Siamo un paese forte sui mercati e in questa forza ovviamente anche il settore florovivaistico è una parte importante. Oggi quasi il 40% di quello che produciamo viene esportato. In alcune aziende del settore florovivaistico addirittura abbiamo aziende che fanno il 90% di export in tutto il mondo. Ci stiamo caratterizzando sull’alta qualità, sui prodotti premium. E ancor di più qui oggi in Euroflora si vede dove siamo arrivati. Grazie al lavoro dei nostri straordinari imprenditori, alla ricerca, all’innovazione delle nostre aziende, siamo leader a livello globale e questa leadership però va mantenuta, va coltivata”.
“Euroflora io la definisco la fashion week del florovivaismo, la settimana della moda del florovivaismo. In Italia ci sono 20mila aziende, un settore estremamente produttivo, un settore che è orgogliosamente nato in Italia – aggiunge Luca De Michelis, presidente della Federazione nazionale del florovivaismo -. Oggi stiamo lavorando col ministero perchè il florovivaismo è l’unico settore che non ha rappresentanza, a differenza di altri Paesi. Abbiamo bisogno di questa attenzione particolare”.
Secondo i dati di stima preliminare dei conti economici dell’agricoltura nel 2024 dell’Istat il settore fiori e piante a livello Ue ha raggiunto 24,5 miliardi di euro (+1% rispetto al 2023). La crescita del valore è sostanzialmente dipesa dall’aumento di prezzo (+5,5%) mentre la quantità prodotta ha mostrato una contrazione del 4,2% rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda l’Italia invece, la crescita ha riguardato sia l’aumento dei volumi (+1%) che quello dei prezzi (+2,5) ed ha portato ad un valore complessivo di 3,25 miliardi di euro (+3,5%).
I territori dove si concentra maggiormente la produzione florovivaistica nazionale sono: la Liguria che detiene il primato delle aziende di coltivazione di fiori e fronde recise in piena aria e piante in vaso, la Sicilia e la Campania specializzate nella coltivazione di fiori e piante in vaso, e poi Toscana e Lombardia dove sono presenti le principali attività vivaistiche ornamentali arbustive e forestali. Più precisamente, secondo l’elaborazione Ismea dei dati Istat, la Toscana rappresenta un terzo della produzione florovivaistica nazionale in valore; seguono Liguria (14,2%), Sicilia (9,6%), Lombardia (8,8%), e Lazio (6,1%) che, insieme alla Toscana, racchiudono il 70% della produzione italiana. Ancor più nel dettaglio, la Toscana rappresenta più della metà della produzione vivaistica nazionale (54,9% in valore) mentre la Liguria un terzo di quella di fiori e piante in vaso (29,9%) a cui seguono Sicilia (14,3%), Campania (11%) e Lazio (9,5%).
L’export florovivaistico nazionale nel 2024 è di 1,2 miliardi di euro, in crescita, ma rispetto a questo valore vendite verso gli Usa rappresentano solo l’1,3%, peraltro in calo del 3,3% rispetto allo scorso anno e del 21% rispetto al 2022. Tutto questo però non basta per dormire sonni tranquilli.
“Il florovivaismo è proprio il classico esempio di quando non conviene utilizzare lo strumento dei dazi e delle barriere tariffarie per fare la guerra agli altri – riprende Giansanti -. Le esportazioni del settore florovivaistico negli Stati Uniti sono ad una percentuale bassissima, prossima allo zero, proprio perchè gli Stati Uniti hanno imposto barriere fitosanitarie all’ingresso dei nostri prodotti. Quando ascolto l’amministrazione americana che dice a noi europei che dobbiamo abbassare le nostre barriere, nel caso del florovivaismo ci aspettiamo altrettanto, perchè per noi sarebbe un mercato importante”.
Cosa può fare il Governo italiano? “Per ora deve mantenere il profilo europeo, quindi in una trattativa a Bruxelles, se e quando ci sarà, quando si discuterà di barriere non tariffarie, dovremo farci sentire. Sul fitosanitario americano dobbiamo rivedere alcune norme, altrimenti alcune nostre straordinarie produzioni del florovivaismo non arriveranno mai”.
Non solo economia, però. A Euroflora si discute anche di innovazione nel mondo delle piante e delle ricadute sociali sulle nostre città. “Se pensiamo al tema più ampio del verde pubblico – aggiunge Giansanti – si arriva alla dimensione del benessere. In questa dimensione noi abbiamo investito molto, stiamo continuando a investire sul Libro bianco del verde. Nei prossimi giorni presenteremo la nuova edizione”.
“Secondo gli studi – spiega il produttore Enrico Noberini, attivo soprattutto nella gestione del verde pubblico – fra circa 50 anni in Liguria avremo lo stesso clima che attualmente c’è a Marrakech, quindi si andrà sempre più verso piante del basso Mediterraneo, tipiche del Nord Africa, che si adatteranno meglio al clima futuro e contemporaneamente avranno anche bisogno di molta meno acqua. Questa sarà destinata più che altro all’agricoltura e a soddisfare i bisogni principali di noi esseri umani”.
“Confagricoltura si fregia di essere all’avanguardia per innovazione. I più grandi ibridatori sono soci di Confagricoltura – conclude De Michelis -. L’innovazione serve non solo per un colore più bello del fiore, ma per avere piante più resistenti, più compatibili col nuovo cambiamento climatico, più sostenibili e quindi per avere un’agricoltura più innovativa e più facile”.
-foto xa8/Italpress-
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