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Cronaca

Nasce Erion Textiles, Consorzio per la gestione dei rifiuti tessili

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MILANO (ITALPRESS) – Assicurare una gestione efficiente del fine vita dei prodotti tessili finiti, diffondendo una sempre maggiore consapevolezza sulle opportunità offerte dall’economia circolare: nasce con questo obiettivo principale Erion Textiles, il Consorzio del Sistema Erion dedicato alla Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) applicata al settore del tessile.
Il nuovo Consorzio, il sesto del Sistema Erion, è stato fortemente voluto da alcuni tra i principali player del settore (rappresentato dai soci fondatori Amazon, Artsana, Essenza, Miroglio Fashion, Rimoda Lab e Save The Duck) che hanno deciso di unire le loro forze per dar vita a un sistema collettivo al servizio dei Produttori. Il Consorzio – aperto a tutti i Produttori del settore – intende non solo esprimere la volontà di perseguire ambiziosi obiettivi di sostenibilità, ma anche rappresentare un interlocutore affidabile, sicuro e trasparente nel nuovo percorso verso la Responsabilità Estesa del Produttore che, da febbraio 2023, ha visto protagonista prima l’Italia e poi la Commissione Europea nella definizione di sistemi EPR obbligatori e armonizzati per tutti i Paesi UE.
“Tra le finalità di Erion Textiles c’è la volontà di essere protagonisti di un cambio di paradigma che metta l’ambiente al primo posto per una gestione corretta e trasparente del fine vita dei prodotti tessili, anticipando i prossimi obblighi normativi per la Responsabilità Estesa del Produttore – spiega Raffaele Guzzon, Presidente di Erion Textiles (nella foto) -. Siamo determinati a contribuire alla transizione del settore tessile verso l’economia circolare mediante una collaborazione con tutti gli attori della filiera che possa essere equilibrata e non guidata da interessi particolari, ma impegnata unicamente nel raggiungimento di benefici ambientali, economici e sociali per promuovere un futuro sostenibile. L’esperienza del Sistema Erion costituirà la solida base da cui partire su temi quali la tracciabilità, la definizione di elevati standard di qualità, l’efficienza operativa ed economica, la sensibilizzazione dei cittadini e l’innovazione tecnologica. Per questo, invitiamo tutte le aziende che abbracciano questa vision a entrare a far parte di Erion Textiles per dar vita, insieme, a una sostenibilità vera che non sia solo di moda, ma un nuovo modo di fare tendenza”.
La volontà europea ed italiana di implementare la Responsabilità Estesa del Produttore anche nel settore del Tessile introdurrà nuovi obblighi e adempimenti per le aziende produttrici e importatrici (ovvero quelle che immettono per prime sul mercato italiano) di prodotti tessili finiti come – ad esempio – abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori e tessili casa. In particolare, nei prossimi mesi la Commissione Europea lavorerà alla definizione di requisiti armonizzati secondo il principio di Responsabilità Estesa del Produttore, il quale prevede che tutti coloro che producono o importano Prodotti tessili finiti si facciano carico del ciclo di vita dei propri prodotti dal momento in cui li immettono sul mercato fino al momento in cui questi diventano rifiuti. Il Produttore dovrà quindi adempiere a questa responsabilità attraverso l’adesione ad un Consorzio per il finanziamento e l’organizzazione di un sistema di raccolta, recupero e riciclo dei rifiuti tessili post-consumo.
“Erion è lieto di accogliere Textiles – ha dichiarato Danilo Bonato, Direttore di Erion Compliance Organization – come sesto Consorzio del nostro Sistema che da anni opera per sostenere i Produttori nell’applicazione dell’EPR in diversi settori e che, nel solo 2022, ha gestito complessivamente, per conto dei propri Soci, oltre 300.000 tonnellate di rifiuti. Erion Textiles rappresenta un’occasione per tutti i Produttori di intraprendere insieme un percorso virtuoso per guidare e realizzare l’economia circolare di una filiera di eccellenza come quella del tessile italiano”.
Secondo l’edizione 2022 del Rapporto Rifiuti Urbani di Ispra, la raccolta differenziata complessiva relativa al settore del tessile nel 2021 è stata pari a 154.000 tonnellate, con una maggiore incidenza delle regioni del nord Italia dove si concentra il 50% della differenziata, seguite da quelle del Sud dove complessivamente sono state raccolte in maniera differenziata oltre 42.000 tonnellate di prodotti tessili, e del Centro (poco meno di 35.000 tonnellate complessive). Tra le regioni con livelli più elevati di raccolta differenziata dei tessili Lombardia (circa 27.000 tonnellate), Campania (15mila tonnellate) e Veneto (14mila tonnellate). Ancora particolarmente contenuto è anche il livello di raccolta differenziata pro-capite che, per la frazione tessile, nel 2021 è stata pari a 2,6 kg per abitante, con un leggero aumento rispetto ai 2,4 kg del 2020.

– Foto ufficio stampa Erion –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Sesto San Giovanni, un anziano si lancia dal sesto piano durante lo sfratto e muore

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MILANO (ITALPRESS) – Un uomo di 71 anni è deceduto dopo essersi gettato dal suo appartamento al sesto piano. Il fatto è avvenuto alle 9 di questa mattina in via Puricelli Guerra a Sesto San Giovanni nell’hinterland di Milano. L’uomo si è lanciato dal balcone all’arrivo del suo legale e dell’ufficiale giudiziario venuto a notificargli lo sfratto. Nell’appartamento il 71enne avrebbe lasciato una lettera di addio.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Cronaca

World Food Day, “Potatoes Forever!” celebra la sostenibilità

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ROMA (ITALPRESS) – In occasione del World Food Day, che si terrà il prossimo 16 ottobre, Potatoes Forever!, la campagna dell’Unione Europea promossa in Italia da UNAPA che mira ad informare il consumatore sulle pratiche sostenibili adottate all’interno della filiera, celebra il tubero più versatile e popolare della cucina europea: alleato del benessere, esempio di sostenibilità agricola e protagonista delle ricette più virali sui social. Le patate che oggi arricchiscono le nostre tavole hanno una storia che parte da molto lontano: secondo una recente ricerca, la loro origine risale a circa 9 milioni di anni fa nelle Ande sudamericane, quando un incrocio naturale tra una specie selvatica priva di tubero e un antenato del pomodoro diede vita alle patate che oggi conosciamo. Questa straordinaria combinazione genetica ha permesso alla patata di adattarsi ai climi difficili e, grazie alla capacità di moltiplicarsi facilmente, di diffondersi nelle Americhe e poi nel resto del mondo. Oggi le patate sono le protagoniste di Potatoes Forever!, la campagna dell’Unione Europea promossa in Italia da UNAPA che mira ad informare il consumatore sulle pratiche sostenibili adottate all’interno della filiera. L’Italia può contare su una filiera della patata ampia e differenziata, capace di offrire prodotti di qualità adatti alle diverse esigenze di mercato: secondo i dati Istat 2025, nel nostro Paese sono 47.529 gli ettari di superficie dedicati alla coltivazione delle patate, in crescita (+5%) rispetto agli anni precedenti. Tra i principali punti di forza della produzione italiana figurano la diversificazione del calendario produttivo, la segmentazione dell’offerta e standard elevati sia sotto il profilo qualitativo, con sei denominazioni DOP e IGP, sia sotto quello agronomico, grazie alla diffusa adesione ai protocolli di produzione integrata. A ciò si aggiunge un forte impegno per la sicurezza alimentare, sostenuto da sistemi di tracciabilità sempre più avanzati. La filiera pataticola rappresenta un settore chiave dell’agricoltura poichè fortemente integrata e vocata al mercato. Grazie all’alto livello di professionalità e ai costanti investimenti effettuati dai produttori, la resa media nell’Unione Europea – pari a 34 tonnellate per ettaro – risulta nettamente superiore alla media mondiale (22 t/ha). Nel 2023, la produzione totale europea ha raggiunto 48,3 milioni di tonnellate su circa 1,3 milioni di ettari, per un valore economico generato di 19,4 miliardi di euro.
La patata si contraddistingue inoltre come alimento a bassa impronta idrica, rappresentando un modello virtuoso di coltivazione sostenibile: secondo la Water Footprint Network, per produrre un chilogrammo di patate servono in media circa 287 litri d’acqua, molto meno rispetto ad altre fonti alimentari vegetali (322-962 l/kg) e infinitamente meno rispetto alle proteine animali – basti pensare alla carne bovina con oltre 15.400 litri per kg.
Le patate non sono soltanto un contorno: sono un alimento completo e naturalmente ricco di nutrienti. Secondo la Food and Agriculture Organization (FAO) e il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), una porzione media di patate cotte (circa 150-200 g) apporta circa 100-110 kcal, è praticamente priva di grassi e costituisce una fonte significativa di carboidrati complessi, il principale “carburante” per il nostro organismo. Tra i vari altri benefici nutrizionali, nelle patate troviamo un buon apporto di potassio, minerale essenziale per il normale funzionamento muscolare e la regolazione della pressione sanguigna, nonchè vitamina C e B6, entrambe importanti per il sistema immunitario e il metabolismo energetico. Inoltre, grazie alla presenza di fibre e all’assenza di glutine, si prestano bene a diete equilibrate, vegetariane e senza glutine.
Le patate riscuotono successo anche nel mondo del web, figurando tra gli ingredienti protagonisti di numerose ricette virali. Tra esse troviamo le Crispy Garlic Potatoes, mini patate croccanti fuori e filanti dentro, le Parmesan-Crusted Roasted Potatoes, una variante arrosto con golosa crosticina al parmigiano, e le iconiche patate a spirale, scenografiche e ottime per un feed estetico.
Anche Potatoes Forever! ha realizzato una breve survey sui propri canali social per comprendere come i follower percepiscano oggi le patate. I risultati mostrano che la maggioranza del campione (55,9%) le considera “troppo buone per essere solo un contorno”, mentre per il 26,5% rappresentano un superfood sottovalutato.
Anche sul fronte delle proprietà nutrizionali, le opinioni appaiono piuttosto definite: il 65,7% degli intervistati ritiene che le patate non facciano ingrassare, mentre solo l’8,6% è di parere opposto. Il restante 25,7% ammette di “non saperlo, ma di mangiarle comunque”. Infine, alla domanda sul proprio piatto a base di patate preferito, il 42,9% del campione ha scelto le patate al forno, seguite da una torta salata con verdure di stagione (40%) e, al terzo posto, dagli gnocchi fatti in casa (17,1%). “Dietro un prodotto semplice come la patata c’è una filiera che investe in sostenibilità, sicurezza e gusto. Il nostro obiettivo è dimostrare come questo tubero, il preferito di intere generazioni, possa oggi guidare la transizione verso un’agricoltura più responsabile e vicina ai consumatori”, dichiara Augusto Di Silvio, Presidente di UNAPA.

-foto ufficio stampa Italia Campagna EU “Potatoes Forever!”-
(ITALPRESS).

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Medicina nucleare al San Raffaele Milano, diagnosi e terapie innovative

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MILANO (ITALPRESS) – “La medicina nucleare utilizza molecole che sono radiofarmaci marcati con isotopi radioattivi a scopo diagnostico e terapeutico. L’utilizzo principale di queste metodiche di imaging è nel campo oncologico ma possiamo studiare anche altre patologie come quelle neurologiche, malattie infiammatorie e patologie endocrinologiche”. A spiegarlo è Lidija Antunovic, medico nucleare e aiuto primario presso l’Unità Operativa di Medicina Nucleare dell’IRCCS Ospedale San Raffaele. “Nel campo dell’oncologia, la medicina nucleare è coinvolta in tutti gli stadi di valutazione del paziente, dalla prima valutazione, quindi stadiazione di malattia, alla pianificazione del trattamento, dalla valutazione della risposta alla terapia e anche durante il follow up del paziente. In ambito terapeutico, possiamo utilizzare i radiofarmaci marcati con isotopi ad alta energia che sono molto specifici per determinati tipi di tumore e si legano alla superficie della cellula o entrano all’interno della cellula e la colpiscono direttamente, uccidendola”. L’Unità Operativa di Medicina Nucleare del San Raffaele, ospedale di eccellenza in campo oncologico, è dotata di diverse apparecchiature PET-TAC e di un’apparecchiatura PET-Risonanza. Con questi macchinari, “riusciamo a studiare diversi tipi di tumori, partendo dal tumore del polmone, tumore della mammella, tumori del sistema nervoso centrale, passando poi per quelli gastroenterici, urologici, come per esempio il tumore della prostata”, precisa Antunovic. “La nuova PET-TAC digitale installata recentemente all’Ospedale San Raffaele di Milano è una metodica innovativa che utilizza dei rilevatori molto più sensibili e quindi riusciamo a ottenere una qualità delle immagini superiori. Questo permette di ridurre la dose somministrata al paziente, riducendo così anche l’esposizione alle radiazioni e i tempi di acquisizione”. All’interno della struttura, viene adottato un approccio teranostico. “La teranostica si basa sul principio secondo il quale la stessa molecola che viene utilizzata per la diagnostica poi viene traslata e utilizzata anche a livello terapeutico”, spiega
la dottoressa. Questo approccio permette di utilizzare “un isotopo a breve emivita per la stadiazione di tutto il corpo e poi la stessa molecola viene marcata con un isotopo ad alta energia e somministrata al paziente colpendo le stesse zone che abbiamo visualizzato dall’immagine PET”. Inoltre, evidenzia l’aiuto primario, “la nostra Unità operativa è autorizzata a effettuare studi di fase 1 grazie anche alla radio farmacia in loco”. Questo permette all’Unità di studiare “nuovi radiofarmaci che sono in via di sviluppo e sono sicura che nel prossimo futuro riusciremo ad avere anche un’applicazione terapeutica di queste molecole”, conclude Antunovic.
-foto IRCCS Ospedale San Raffaele –
(ITALPRESS).

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