Cronaca
Giorgio Napolitano il più citato a settembre su radio e tv italiane
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2 anni fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Settembre 2023 nel segno di Giorgio Napolitano: il nome del Presidente emerito, scomparso all’età di 98 anni il 22 settembre scorso, ha avuto la visibilità maggiore (2053 citazioni) sulle radio e sulle tv italiane. E’ quanto emerge dal monitoraggio sui principali canali televisivi e radiofonici, nazionali e locali, svolto da Mediamonitor.it, piattaforma che utilizza tecnologie sviluppate da Cedat 85, azienda attiva da oltre 35 anni nella fornitura dei contenuti provenienti dal parlato. Mediamonitor.it ha analizzato quali sono stati, da lunedì 28 agosto a mercoledì 27 settembre, i nomi più citati sulle emittenti radio-televisive nazionali e regionali.
La morte del Presidente emerito della Repubblica con gli omaggi, la celebrazione del funerale laico nell’aula di Montecitorio e il dibattitto sulla sua figura politica hanno catalizzato l’attenzione mediatica italiana. Settembre è stato anche il mese del grande dibattitto europeo sugli sbarchi di immigrati a Lampedusa e non solo. Il secondo posto per numero di citazioni va al vicepremier Matteo Salvini (1978) con le sue numerose uscite, tra linea dura contro l’immigrazione e proposte di condoni edilizi. Medaglia di bronzo per Ursula von der Leyen (1733 menzioni), al centro del dibattito sulla crisi dei migranti, che insieme alla premier Meloni, ha visitato l’isola di Lampedusa.
In quarta posizione l’analisi di Mediamonitor.it colloca Elly Schlein (1697), la segretaria PD che ha fatto parlare di sè per le sue proposte di un piano in sette punti per gestire il fenomeno migratorio e il suo sostegno alla “settimana corta” di lavoro, precede Sergio Mattarella, con 1577 citazioni. L’attuale inquilino del Quirinale ha sferzato il dibattito pubblico con numerosi interventi in quest’ultimo mese, l’ultimo dei quali sul trattato europeo che regola il diritto d’asilo in UE definito dal Capo dello Stato “preistorico”.
Al sesto posto troviamo il Ministro degli Esteri Antonio Tajani (1337) che supera il presidente statunitense Joe Biden (1287). Anche Tajani è al lavoro da settimane con i suoi colleghi europei per cercare una soluzione condivisa sulla questione migratoria.
Il cinquantesimo compleanno ha permesso al difensore ed ex capitano della Nazionale di calcio campione del mondo 2006, Fabio Cannavaro di raggiungere l’ottava piazza (1207). Nono il dittatore nordcoreano Kim Jong-Un in visita in Russia al fine di scambiare armi per tecnologia (1196). Luciano Spalletti, dal Napoli campione d’Italia all’esordio in veste di commissario tecnico degli Azzurri, chiude la Top Ten di Mediamonitor.it con 1139 citazioni.
– foto ufficio stampa Cedat85 –
(ITALPRESS).
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L’assemblea di Mediobanca boccia l’Ops su Banca Generali
Cronaca
Renzi “Chi abbandona la ‘tenda riformista’ regala il Paese alla destra”
Pubblicato
1 ora fa-
21 Agosto 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Ricevo email di persone con il mal di pancia per gli accordi che vengono fatti anche con la sinistra radicale e i Cinque Stelle. Voglio essere molto chiaro, cari amici. Se crediamo nel bipolarismo è evidente che ci si debba alleare con compagni di strada anche lontani dalle nostre idee. Dall’altra parte, del resto, ci sono Vannacci, leghisti e complottisti vari NoVax lollobrigidiani: sono le regole del bipolarismo. Capisco molto bene chi dice: eh ma rischiamo di annacquare il profilo riformista. Di non contare dentro il centrosinistra. Sì, è un rischio reale. Ma il modo per non farsi ‘annacquarè è solo uno: prendere i voti. Lo dico a chi su Twitter annuncia sfaceli, a chi sui social promette rivoluzioni, a chi nelle chat grida il proprio disgusto”. Così il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, nella sue enews. “Se volete incidere, in democrazia, un tweet in meno e un voto in più. Un post in meno e un candidato che prenda voti in più. Uno sfogo in meno e una telefonata all’amico incerto in più. Ve la dico ancora più chiara: gli equilibri della coalizione dipendono dai voti, non dalle chiacchiere”, aggiunge.
“Se i Cinque Stelle e la sinistra radicale prendono il 10% e noi prendiamo l’1%, il problema è nostro, non loro. Se invece riusciamo a fare un buon risultato (come faremo, ne sono certo, non solo in Calabria e Toscana), allora la tenda riformista diventa credibile. E decisiva per la vittoria alle politiche. In democrazia contano i voti. Noi siamo forti e credibili – spiega – perchè quando abbiamo portato il nostro contributo abbiamo fatto la differenza (pensate solo alla differenza nelle elezioni a Genova dopo le regionali in Liguria). Ma adesso ci sono da fare due cose: eleggere consiglieri regionali decisivi e portare le idee dalla Leopolda al Paese. Punto. Tutto il resto è noia. Chi vuole un centrosinistra riformista ci dia una mano. Adesso. Chi abbandona il campo per la presenza di Cinque Stelle e AVS regala il centrosinistra alla sinistra radicale e il Paese alla trimurti Meloni, Salvini, Lollobrigida. E’ chiaro adesso perchè insisto sul fatto che noi siamo decisivi? Se noi facciamo un bel risultato riequilibriamo la coalizione e vinciamo le elezioni. Se noi andiamo male la coalizione scivola a sinistra e perdiamo le elezioni. Tocca a noi. La differenza la fanno i voti, non i tweet”, conclude Renzi.
-Foto: Ipa Agency-
(ITALPRESS).
Cronaca
Assemblea di Mediobanca boccia l’ops su Banca Generali
Pubblicato
1 ora fa-
21 Agosto 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – L’assemblea degli azionisti di Mediobanca ha respinto la proposta del Cda in merito all’autorizzazione per dare esecuzione all’offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni ordinarie di Banca Generali. I favorevoli sono stati pari al 35% del capitale sociale, rappresentato per il 25% da investitori istituzionali e per il 10% da investitori privati; contrari pari al 10% del capitale sociale, sostanzialmente il Gruppo Caltagirone; astenuti pari al 32% del capitale sociale, di cui il 20% Delfin, 5% Casse Previdenziali italiane (Enasarco, Enpam, Forense), 3% investitori istituzionali (Amundi, Anima, Tages), 2% Edizione Holding, 2% Unicredit.
Mediobanca, preso atto dell’esito dell’assemblea, dichiara decaduta l’offerta su Banca Generali.
Per l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, si tratta di “un’opportunità mancata per effetto del voto espresso, in particolare, da azionisti che, anche nell’attività di engagement, hanno manifestato un evidente conflitto di interesse, anteponendo quello relativo ad altre situazioni/asset italiani a quello di azionisti di Mediobanca. Risulta, infatti, evidente dal voto che coloro i quali non si sono trovati in questa posizione si sono espressi a favore (mercato in primis), in linea con le
raccomandazioni dei proxy advisors internazionali. Si tratta chiaramente di un’opportunità, per ora, mancata per lo sviluppo della nostra Banca e del sistema finanziario italiano. Continueremo ad essere concentrati sull’esecuzione del nostro piano ‘One Brand – One Culturè convinti della superiore generazione di valore rispetto all’alternativa rappresentata dall’offerta di Mps”, conclude Nagel.
(ITALPRESS).
-Foto: Ipa Agency-
Cronaca
Zelensky “La Cina non può essere garante della nostra sicurezza”
Pubblicato
1 ora fa-
21 Agosto 2025di
Redazione
KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – La scorsa notte “l’esercito russo ha stabilito uno dei suoi folli anti-record. Ha preso di mira infrastrutture civili, edifici residenziali e la nostra popolazione”. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sui social, aggiungendo che “diversi missili sono stati lanciati contro un’azienda di proprietà americana in Transcarpazia. Si trattava di una normale attività civile, sostenuta da investimenti americani, che produceva articoli di uso quotidiano come macchine da caffè. Eppure, era anche un bersaglio per i russi. Questo è molto significativo”, afferma. E sottolinea che “i russi hanno condotto questo attacco come se nulla fosse cambiato, come se non ci fossero sforzi globali per fermare questa guerra. Tutto questo richiede una risposta. Non c’è ancora alcun segnale da parte di Mosca di impegnarsi davvero in negoziati sostanziali e porre fine a questa guerra. E’ necessaria pressione. Sanzioni severe, dazi elevati”.
Parlando con i giornalisti, Zelensky ha indicato Svizzera, Austria o Turchia come possibili sedi per potenziali colloqui di pace con il suo omologo russo Vladimir Putin. No a un possibile ruolo della Cina per garantire la sicurezza dell’Ucraina.
“In primo luogo – ha spiegato Zelensky – la Cina non ci ha aiutato a fermare questa guerra fin dall’inizio. In secondo luogo, la Cina ha aiutato la Russia aprendo il suo mercato dei droni… Non abbiamo bisogno di garanti che non aiutino l’Ucraina e che non l’abbiano aiutata nel momento in cui ne avevamo veramente bisogno”. E l’incontro con Putin, ha concluso Zelensky, sarà possibile “dopo che saranno state concordate garanzie di sicurezza”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).


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