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Cronaca

Dipendenze, aumenta l’impatto sulla società ma diminuiscono le risorse

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ROMA (ITALPRESS) – Un euro speso per la presa in carico sociosanitaria dei soggetti dipendenti fa risparmiare quattro euro di spesa complessiva; in termini economici, i fenomeni di dipendenza da stupefacenti e da alcol, generano un costo (diretto) annuo di assistenza per il Paese di 8,3 miliardi, di cui 7,0 miliardi il primo (considerando anche i poli-consumatori) e 1,3 miliardi il secondo, senza considerare i costi indiretti (perdite di produttività) ed i costi della patologie in parte riconducibili all’abuso di alcol, e il valore delle sostanze stupefacenti che viene stimato in circa 15,5 miliardi, portando l’impatto economico complessivo a 22,5 miliardi (1% del PIL italiano).
OISED, Osservatorio sull’impatto Socio-Economico delle dipendenze, il primo Centro Studi e think thank interamente dedicato allo sviluppo di analisi a supporto della governance e la sostenibilità del settore per la cura delle dipendenze, parla chiaro: ‘Servono azioni sugli standard organizzativi, sulla presa in carico precoce degli utenti, sulla continuità del trattamento attraverso un potenziamento dell’aderenza allo stesso potenziando anche la sfera psicosociale, e per farlo sono necessarie ulteriori risorse, che però, in base all’analisi contenuta nel Rapporto, generano complessivamente risparmi per la società’.
L’analisi e le considerazioni sono nel primo Rapporto elaborato dal nuovo Centro Studi interamente dedicato allo sviluppo di analisi a supporto della governance e la sostenibilità del settore per la cura delle Dipendenze, nato nel 2022 da una iniziativa congiunta del Centro di ricerca C.R.E.A. Sanità (Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità) e di Ce.R.Co (Centro Studi e Ricerche Consumi e Dipendenze) con l’obiettivo di colmare le lacune nelle conoscenze e informazioni sul settore delle dipendenze, e favorire il confronto tra istituzioni e principali stakeholder.
La spesa complessiva per l’assistenza, spiega OISED, sfiora i 2,3 miliardi, di cui oltre 1,5 per la presa in carico nei Ser.D (Servizi per le dipendenze), in aumento nel post pandemia del +6% rispetto al 2019.
La spesa è diversa da Regione a Regione, con un gap di spesa pari a dieci volte tra la Regione con la spesa più alta e quella con quella più bassa (max 146,5 euro – min 14,1 euro).
Un tossicodipendente ha un costo (diretto) per il sistema Paese pari a circa tre volte quello di un soggetto con dipendenza da alcol. Rapportando il dato alla popolazione, il rapporto tra i due fenomeni sale a oltre cinque volte: si passa da 21,6 euro pro-capite per la dipendenza da alcol a 118,4 euro per quella da stupefacenti.
Nella sua analisi OISED valuta che le azioni finalizzate a contenere gli ‘esiti del fenomenò rappresentino un investimento, con risparmi per il Paese che, per ogni euro investito in termini di presa in carico socio-sanitaria (farmaci, incremento visite etc.), sarebbero pari ad almeno 4 euro.
Stesso discorso per i risparmi ottenibili con gli effetti di una riduzione del ricorso alla detenzione a favore di pene alternative alla stessa, quali inserimenti in strutture riabilitative, che consentirebbero un risparmio annuo di 59 milioni per ogni punto percentuale di riduzione dei casi ‘a rischiò.
Sono oltre 250.000 gli utenti in carico ai servizi per le dipendenze: 65,9% tossicodipendenti, 24,6% alcolisti, 6% con dipendenza da gioco d’azzardo, 3% da tabagismo e 1,3% con altre dipendenze (internet, social, sex addiction ecc.).
Analizzando le dipendenze maggiori, per quella da stupefacenti, prevalgono i maschi (86% dell’utenza), italiani (92,6%, per il 2,8% di soggetti provenienti dall’Africa Settentrionale e, per il restante 4,6%, di soggetti provenienti da Paesi americani e asiatici) e si tratta di un’utenza ‘giovanè: circa il 60% si concentra nella fascia d’età 35-54 anni, il 18,5% in quella 25-34 anni ed il 16,9% in quella 55-64 anni.
Anche tra gli alcolisti prevalgono gli uomini: il rapporto maschi/femmine è di 3,7, oltre il 70% degli utenti trattati hanno un’età compresa tra 30 e 59 anni; un terzo della casistica totale trattata si concentra nella fascia d’età 50-59 anni; i giovani al di sotto dei 30 anni rappresentano il 7,5 per cento.
Nella popolazione carceraria, i detenuti per reati connessi agli artt. 73 e 74 del Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti (spaccio di sostanze stupefacenti) rappresentano il 31,8% della popolazione carceraria. I detenuti tossicodipendenti (al 31/12/2022) sono 16.845, in aumento rispetto al 2015 del 25,1% (13.465 detenuti) e in riduzione rispetto al 2019 del -0,5% (16.934 detenuti). Il 32,9% dei detenuti è straniero (5.548 detenuti), dato in aumento rispetto al 2015 del +37,5% (4.034 detenuti) ed in riduzione rispetto al 2019 del -4,4 per cento.
In Italia, nel 2022, sono attivi 570 servizi pubblici per le dipendenze (SerD), articolati in 612 sedi: un SerD ogni 100.000 abitanti, passando da un valore massimo pari a 1,1 nel Nord-Ovest, a uno minimo, cioè 0,8 del Nord-Est (0,9 nel Centro); il Molise è la Regione con più SerD per 100.000 abitanti: 2,1, la P.A. di Trento quello con il valore minimo: 0,2. Friuli-Venezia Giulia e Lazio hanno un valore inferiore a 0,8, e Piemonte e Puglia un valore superiore a 1,5.
Nel periodo 2015-2022, il numero di SerD in rapporto alla popolazione si è ridotto del -11,2% ogni 100.000 abitanti. Questo soprattutto nel Nord: P.A. di Trento, Friuli-Venezia Giulia e Piemonte hanno registrato una diminuzione rispettivamente del -67,4%, -49,6% e -37,9%. Aumento invece in Sardegna e Molise, (+64,1% e +23,3%).
Nei SerD, nel 2021, operavano 6.213 operatori dedicati all’assistenza delle persone con problemi di dipendenza da sostanze, escluso ad esempio il gioco d’azzardo e l’alcol: il numero si è ridotto del -6,2% rispetto all’anno pre-pandemico, attestandosi a 12,0 operatori ogni 100.000 abitanti (-0,8 unità rispetto al 2019), con un valore massimo pari a 13,9 nel Nord-Ovest del Paese, seguito dal Nord-Est con 12,3, dal Centro con 11,3; il dimensionamento minore si riscontra nel Mezzogiorno, ed è pari a 10,8 unità ogni 100.000 abitanti. La riduzione delle risorse umane rispetto al periodo pre-pandemico (anno 2019) ha interessato soprattutto il Nord-Est ed il Mezzogiorno: -8,4% e -6,1%, rispettivamente.
A livello regionale, il livello massimo di personale rispetto alla popolazione, pari a 20,13 unità (ogni 100.000 abitanti), si riscontra in Valle d’Aosta; la minima, pari a 7,9, in Basilicata e nella P.A. di Trento; Lazio, Abruzzo, Calabria, Basilicata e Sicilia registrano un valore inferiore a 19,0, Molise, Umbria, Emilia-Romagna, Liguria e P.A. di Bolzano e Friuli-Venezia Giulia un valore superiore a 14,0 unità ogni 100.000 abitanti.
Presso i servizi di alcologia, nel 2021, operano 4.326 unità, sebbene meno di un terzo lo è in modo esclusivo.
In media gli infermieri sono un terzo dell’organico (32,4%), poi medici (21,3%), psicologi (15,1%), assistenti sociali (13,9%), educatori professionali (10,6%), personale amministrativo (4,1%). Il 2,6% sono altre figure professionali.
Nel 2022 si registrano 20,1 utenti (ogni 10.000 ab.) con dipendenza da stupefacenti in carico presso i SerD, in riduzione del -9,3% rispetto al 2015.
Nello stesso anno sono stati effettuati 19.623 ricoveri ospedalieri associati a diagnosi (principale o secondarie) di patologie droga-correlate: l’89,3% (17.515) in acuzie, il 10,2% (1.997) in riabilitazione e lo 0,6% (111) in lungodegenza. Si tratta di ricoveri effettuati quasi esclusivamente (96,7%) in regime ordinario. Oltre l’80% sono in tre discipline: il 62,6% in psichiatria, il 10,1% nei reparti di recupero e riabilitazione funzionale e l’8,5% in medicina generale. A livello regionale, la Valle d’Aosta, con 59,7 ricoveri, registra il tasso più alto, la Campania, con 9,3, il più basso. Il ricorso all’ospedalizzazione è maggiore per il genere maschile: 42,4 ricoveri ogni 100.000 maschi vs 16,1 per le femmine.
Per la dipendenza da alcool, invece, nel 2022, risultano in carico presso i servizi di alcologia 12,4 utenti (ogni 10.000 ab.), in riduzione del -7,4% rispetto al 2015.
Nel 2022 si sono avuti 46.181 ricoveri ospedalieri associati a diagnosi (anche secondarie) di patologie alcol-correlate, di cui il 90,4% (41.769) in acuzie, il 7,6% (3.498) in riabilitazione e il 2,0% (914) in lungodegenza. Si tratta di ricoveri effettuati quasi esclusivamente (94,0%) in regime ordinario. Oltre l’80% dei ricoveri vengono effettuati in cinque discipline: il 40,7% in Medicina generale, il 19,5% in Psichiatria, l’11,3% in Gastroenterologia, il 7,5% in Recupero e riabilitazione funzionale e il 4,2% in Chirurgia generale. Il ricorso all’ospedalizzazione è maggiore per il genere maschile: 111,3 ricoveri ogni 100.000 maschi vs 28,8 per le femmine.
Sia per gli stupefacenti che per l’alcol, all’ospedale si accede spesso in emergenza-urgenza.
Oltre il 60% degli accessi al pronto soccorso per entrambi i fenomeni avviene con l’intervento del 118.
Per le droghe, nel 2022 si sono registrati 8.631 accessi al pronto soccorso (per abuso droghe o psicosi da sostanza psicotrope): 13,9 accessi medi ogni 100.000 abitanti. Il 42% ha riguardato persone tra 25-44 anni e quasi il 10% minorenni. Al 51% degli accessi al pronto soccorso è stata attribuita la diagnosi di psicosi indotta da droghe. Il livello di accesso massimo, 18,4 accessi ogni 100.000 abitanti, è nel Nord-Ovest, il minimo nel Mezzogiorno (6,2).
L’accesso al PS nel 2022 ha visto un incremento del 31% rispetto al 2021
Per l’alcol, sono stati effettuati 29.362 accessi al pronto soccorso, 59,6 ogni 100.000 abitanti, con il valore massimo nel Nord-Est (93,5) e il minimo (21,3) nel Mezzogiorno. Il 53,6% degli accessi è associato a un codice di triage verde (poco critico), il 32,0% a un codice giallo (mediamente critico), l’11,1% ad un codice bianco (non critico), il 2,5% a un codice rosso e lo 0,12% al decesso, mentre il 10,3% dei pazienti è ricoverato dal pronto soccorso in reparto e il 7,1% in OBI (Osservazione Breve Intensiva).
In base all’elevato impatto del fenomeno delle dipendenze, a livello organizzativo, giudiziario ed economico, OISED ritiene auspicabile: l’applicazione dei recenti standard organizzativi finalizzati ad allineare l’offerta al fabbisogno ‘realè, adattandoli agli specifici contesti organizzativi (con sviluppo e applicazione di indicazioni legislative); l’introduzione di percorsi di presa in carico degli utenti, trasversali tra servizi pubblici (ambulatoriali e ospedalieri), del privato sociale (servizi a bassa soglia, residenze e semi residenze, comunità etc.) e carcere, finalizzati a: aumentare il numero di nuovi utenti che i SerD possono prendere in carico al fine di prevenire il verificarsi di ‘esitì ed implicazioni a livello sociale (incidenti, denunce, etc.); garantire continuità nella presa in carico, in particolare per i detenuti stranieri messi in libertà;
attenzione alle fasce di età giovanili; garantire equità di trattamento; l’adozione di azioni finalizzate ad aumentare l’aderenza al trattamento, anche riducendo lo stigma, quali il potenziamento dell’approccio psicosociale, il ricorso ai recenti approcci farmacologici quali i long acting, etc..
Queste azioni richiedono evidentemente un incremento di risorse economiche che però, alla luce di quanto emerso dall’analisi, generano complessivamente dei risparmi per la società.
E per quanto riguarda l’impatto sul sistema giudiziario OISED sottolinea che sarebbe auspicabile che il momento terapeutico fosse sempre preminente rispetto a quello sanzionatorio e che, nella difficile ricerca di un punto di equilibrio tra pena e terapia, prevalesse sempre il rispetto del principio personalista e del corretto sviluppo della persona.
Dall’11 ottobre sarà possibile consultare la banca dati OISED – data che, con 40 indicatori aggiornati continuamente, consente l’analisi della situazione di tutti i parametri relativi alle Dipendenze sia a livello nazionale che di singole Regioni.
-foto Agenzia Fotogramma-
(ITALPRESS).

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Ucraina, Zelensky “Siamo vivi, obiettivo è pace duratura”

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KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – “Il 24 febbraio 2025, tre anni dopo l’inizio della “operazione militare speciale” di tre giorni di Putin, l’Ucraina è viva, combatte e il nostro Paese ha più amici che mai nel mondo. Il nostro rispetto a quei popoli e ai loro leader che oggi sono venuti a Kiev per il vertice per il Sostegno all’Ucraina”. Così su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
“I Presidenti di Finlandia, Lettonia, Lituania, il Presidente del Consiglio Europeo e il Presidente della Commissione Europea, i Primi Ministri di Canada, Danimarca, Estonia, Islanda, Norvegia, Spagna, Svezia, il Segretario Generale dell’OSCE, il Ministro degli Affari Europei della Francia – aggiunge -. Decine di altri amici online: leader del G7, leader e rappresentanti dei paesi europei e della NATO, istituzioni internazionali. Grazie a tutti per il vostro supporto! E grazie per il fatto che in tre anni non abbiamo perso l’unità, non abbiamo perso la verità e non abbiamo tradito il nostro obiettivo: una pace affidabile e duratura per l’Ucraina”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Ucraina, Von der Leyen “E’ in gioco il destino dell’Europa”

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KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – “Il 24 febbraio 2022 è un giorno che vivrà per sempre nell’infamia. Oggi ci uniamo a te nel ricordare gli eroi caduti dell’Ucraina e coloro che stanno ancora combattendo in prima linea”. Lo ha detto la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, rivolgendosi al presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Summit Internazionale sul Sostegno all’Ucraina, a Kiev, nel terzo anniversario dell’inizio dell’invasione russa.
“Una nazione pacifica è stata invasa, senza motivo se non l’ossessione imperialista di Putin. Ma noi crediamo in un’Ucraina libera e sovrana nel suo cammino verso l’Unione Europea – ha aggiunto Von der Leyen -. E ci uniamo a te per costruire insieme questo futuro. La guerra in Ucraina rimane la crisi più centrale e significativa per il futuro dell’Europa. Putin sta cercando più che mai di vincere questa guerra sul campo. Il suo obiettivo rimane la capitolazione dell’Ucraina. E poi sappiamo cosa potrebbe succedere dopo. Perchè è già successo prima. Non è solo il destino dell’Ucraina che è in gioco. E’ il destino dell’Europa. Quindi la nostra priorità principale rimane potenziare la resistenza dell’Ucraina”.
“Fino ad ora, la nostra Unione e gli Stati membri hanno supportato l’Ucraina con 134 miliardi di euro. Più di chiunque altro. Grazie alla nostra Facility per l’Ucraina e al prestito del G7, abbiamo colmato il divario di bilancio dell’Ucraina per l’intero anno 2025. In parallelo, dobbiamo accelerare la consegna immediata di armi e munizioni. E questo sarà al centro del nostro lavoro nelle prossime settimane. Oggi, sono qui con il Collegio della Commissione Europea – ha proseguito la presidente -. Un’Ucraina libera e sovrana non è solo nell’interesse europeo, ma anche nell’interesse dell’intero mondo. Gli autocrati di tutto il mondo stanno osservando molto da vicino se c’è impunità per chi invade il proprio vicino e viola i confini internazionali. O se c’è una vera deterrenza. Questo non è solo fondamentale per l’Europa. E’ importante anche per l’Asia, per l’Africa e per entrambi i lati dell’Atlantico. Un investimento nella sovranità dell’Ucraina è un investimento nella prevenzione delle future guerre. E c’è di più per l’Europa e per il mondo. L’Ucraina ha un’industria della difesa altamente innovativa e fiorente. Questo non dovrebbe mai alimentare gli arsenali di una potenza aggressiva, ma rafforzare la resilienza di un’Unione Europea che sta assumendo maggiore responsabilità per la propria sicurezza”.
“L’Ucraina ha una scena di start-up vivace con molta esperienza in settori emergenti come l’Intelligenza Artificiale e i droni. L’atteggiamento proattivo e lo spirito imprenditoriale delle giovani e dinamiche aziende ucraine possono fornire importanti impulsi alla competitività dell’Europa. L’Europa è qui per rafforzare l’Ucraina in questo momento critico. Posso annunciare che un nuovo pagamento di 3,5 miliardi di euro per l’Ucraina arriverà già a marzo. E come ha appena detto il presidente Costa, ci sarà un Consiglio europeo speciale. Presenterò un piano complessivo su come aumentare la nostra produzione europea di armi e le capacità di difesa – ha proseguito -. E anche l’Ucraina ne beneficerà. Quando parliamo di sicurezza, non stiamo parlando solo della dimensione militare. Le persone qui in Ucraina lo sanno molto bene. Da tre anni, la Russia ha cercato di immergere l’Ucraina nell’oscurità colpendo incessantemente l’infrastruttura energetica. Abbiamo preparato un pacchetto ambizioso sulla sicurezza energetica. L’obiettivo è garantire un sistema energetico resiliente, sicuro e competitivo per l’Ucraina. Integreremo completamente il mercato elettrico dell’Ucraina e della Moldavia con il nostro mercato elettrico entro la fine del prossimo anno”.
“E sfrutteremo tutto il potenziale dei vasti stoccaggi di gas dell’Ucraina, di cui l’80% si trova vicino agli Stati membri dell’UE. Questo genera entrate per l’Ucraina. E accelereremo gli investimenti nelle energie rinnovabili dell’Ucraina. Tutti questi sforzi porteranno a una maggiore sicurezza energetica sia per l’Ucraina che per l’Unione Europea. Infine, nessuno desidera più della pace del popolo ucraino. Ma una pace giusta e duratura arriva solo attraverso la forza – ha concluso Von der Leyen -. Ecco perchè rafforziamo la tua economia. Ecco perchè aumentiamo la resilienza della tua fornitura di energia. Ecco perchè continueremo a formare e equipaggiare le tue truppe. Pensa, ad esempio, all’importanza delle munizioni per l’artiglieria. E oggi stiamo adottando il nostro 16° pacchetto di sanzioni. Aumenteremo le sanzioni punitive contro la Russia, a meno che non dimostrino una vera volontà di raggiungere un accordo di pace duraturo. Slava Ukraini”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Con Cariplo “Porte Aperte” a sostegno dei giovani negli oratori

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MILANO (ITALPRESS) – Un’azione che mette al centro i giovani e i loro bisogni educativi e di socializzazione, valorizzando la rete degli oratori e potenziando le alleanze educative territoriali. Questo è il Bando Porte Aperte. I risultati della prima edizione sono stati presentati questa mattina all’incontro tenutosi al MEET Digital Culture Center di Milano nel corso del quale è stata lanciata la seconda edizione del bando, promossa da Fondazione Cariplo in collaborazione con Fondazione Peppino Vismara e le 16 Fondazioni di Comunità.
Un’iniziativa che viene rilanciata dopo il successo della prima edizione: in quell’occasione sono pervenuti infatti oltre 160 progetti, una richiesta che ha portato all’aumentare il budget iniziale di 2.250.000 euro fino a raggiungere la quota di contributi complessivamente deliberati di 3.238.600 euro a sostegno specifico di 50 progetti. 10 proposte finanziate si configurano come “progetti di sistema” in quanto prevedono una collaborazione e un lavoro di rete tra almeno 10 oratori.
Al termine delle attività previste dai progetti – la cui durata sarà compresa tra 24 e 36 mesi – si stima di coinvolgere oltre 59.000 tra minori e giovani (sino a 25 anni) e 15.000 adulti (tra animatori, educatori e volontari) coinvolgendo in totale ben 271 oratori.
In continuità con la precedente edizione, il bando (destinato a enti della Lombardia e delle province di Novara e del Verbano Cusio Ossola) intende sostenere iniziative per potenziare gli oratori attivi sul territorio, il rafforzamento di alleanze territoriali e il supporto alla funzione educativa degli adulti e della comunità.
Si sono confrontati sulle linee del bando e su come gli oratori possano essere un presidio importante a questo scopo Giovanni Azzone, Presidente di Fondazione Cariplo; S.E. Card. Matteo Zuppi, Presidente della CEI – Conferenza Episcopale Italiana; Enrico Mentana, giornalista e fondatore di OPEN; Elena Marta, Professoressa di Psicologia Sociale e di Comunità dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Paolo Morerio, Presidente della Fondazione Peppino Vismara.
Per il presidente Azzone, “l’obiettivo è quello di fare in modo di aiutare i nostri giovani non solo a essere parte di una comunità, ma di sentirsi parte di una comunità. Abbiamo bisogno di tanti strumenti. Gli oratori soprattutto in Lombardia sono un luogo forte di integrazione che si trova a competere con tanti altri stimoli. Avere un luogo fisico che può generare solidarietà e senso di appartenenza ci sembra importante”.
Commentando gli ottimi risultati della prima edizione del bando, Azzone ha definito “emblematico già solo il fatto che abbiamo dovuto aumentare il budget destinato a questa iniziativa rispetto alle previsioni. L’obiettivo in questo primo e secondo anno è avere un ventaglio di esperienze diverse per capire quali di queste possono essere di maggiore successo”.
“Abbiamo pertanto colto con estremo favore la disponibilità di Fondazione Cariplo e delle Fondazioni di Comunità ad unire gli sforzi affinchè si possa offrire uno strumento di sostegno che, pur nella sua sperimentalità, possa spingere gli oratori ad “aprire le proprie porte”, a “contaminare” e a farsi “contaminare” dalle diverse esperienze presenti nelle varie comunità che abbiano a cuore la crescita e la formazione delle nuove generazioni”, ha commentato Paolo Morerio, confidando che da queste iniziative si possano “generare occasioni di aggregazione e socializzazione, restituendo agli oratori il ruolo di presidio educativo aperto e di facile fruizione, stimolando al contempo anche un responsabile coinvolgimento degli adulti, indispensabile in un processo di costruzione della comunità educante”.
Per il bando di quest’anno sono stati messi a disposizione 2,3 milioni di euro e ai progetti, presentabili entro il 16 aprile, potrà essere destinato un contributo compreso tra 30.000 euro e 60.000 euro, non superiore al 90% dei costi totali.
Nel suo intervento, il cardinale Zuppi ha sottolineato come “la grande forza degli oratori sia quella di insegnare, preparare al futuro, seminando qualcosa che aiuterà ad orientarsi in un mondo sempre più confuso. Per questo l’intuizione del presidente Azzone di aiutare gli oratori è molto saggia”.
Il cardinale Zuppi ha poi evidenziato il ruolo dell’alleanza sociale “che deve alimentare la speranza e quindi il futuro. Dopotutto, è lo stesso tema di questo Giubileo della speranza. Non dobbiamo aver paura delle porte aperte perchè ci aiutano a farci sentire a casa e a non restare soli”.
Spostando lo sguardo sull’attualità, anche il fondatore di Open Mentana ha raccomandato di riflettere sul modello educativo che trasmettiamo ai giovani.
“Ci vuole un’idea di futuro, ma ad oggi nessuna forza politica o elemento importante (della società, ndr) ci offre un traguardo futuro. Il rischio è che un giovane sia sempre più deresponsabilizzato perchè esiste un assistente virtuale che valuta e decide al suo posto – ha affermato – Dobbiamo invece avere un progetto di società futura che non sia delegata a soggetti come l’intelligenza artificiale o Elon Musk”.
-foto ufficio stampa Fondazione Cariplo –
(ITALPRESS).

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