Cronaca
Pmi motore dell’Italia tra rischi e opportunità dell’economia globale
Pubblicato
2 anni fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Le Pmi sono “il motore” dell’Italia, perchè “valgono metà del Pil nazionale e hanno l’80% per cento dei lavoratori”, ma “sicuramente hanno sofferto” le conseguenze “del Covid e della guerra, l’impatto dell’inflazione, il costo dell’energia”, senza trascurare l’impatto di “due direttrici che ormai sono diventate fondamentali per loro, la transizione digitale ed ecologica”: insomma, “i nostri imprenditori hanno tante gatte da pelare. Muoversi in sistemi finanziari, legali e fiscali complessi è complicato, quindi per noi diventa fondamentale la vicinanza”. Lo ha detto Raffaele Perrone, socio e partner di PwC Italia, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy.
“Oggi, in un mercato che cambia, le sfide sono tante: cerchiamo di aiutare con delle risposte innovative e di qualità che servono a stare sulla competizione”, spiega Perrone, raccontando l’impegno di PwC. “Serve la vicinanza con gli imprenditori e con le imprese perchè, se non si vivono anche le problematiche locali, si rischia di andare fuori dai binari. Conoscere i mercati locali e le esigenze degli imprenditori locali all’interno di un contesto internazionale diventa una carta vincente: abbiamo 24 uffici su tutto il territorio” e “questa vicinanza riesce a integrare risposte e dare immediate soluzioni ai nostri imprenditori”.
Nel sistema imprenditoriale italiano “ci sono delle realtà molto attente e oculate, ma anche degli imprenditori e delle famiglie imprenditoriali un pò più distratti e meno accorti su quello che sta succedendo, però la stragrande maggioranza queste tematiche se le pone: gli investimenti in managerializzazione, in innovazione, ricerca e sviluppo diventano fondamentali, ma è ancor più fondamentale” sapere “che ci confrontiamo con un’economia globale: le Pmi italiane oggi non si fanno concorrenza tra di loro, ma fanno concorrenza con una globalità di aziende che sono molto evolute e che molto spesso, soprattutto in alcuni Paesi, hanno più capitali a disposizione. Quindi la partita si gioca sulla propria capacità di deliverare prodotti e servizi, di far venir fuori il famoso Made in Italy ma anche sulla capacità imprenditoriale di riuscire a raggiungere i propri clienti, che oggi si trovano a Milano, ma anche a New York o a Singapore”.
PwC collabora “con moltissime aziende tecnologiche che sono in una fase molto innovativa: quello che cerchiamo di trasmettere sempre ai giovani imprenditori è che non si può ormai più pensare di vendere un prodotto o un servizio guardando nel proprio orticello. Bisogna pensare fin dall’inizio che ciò che l’azienda produce o vende deve raggiungere clienti internazionali: questo è il primo step”.
Poi, sicuramente “bisogna saper conoscere la cultura, avere la capacità organizzativa per gestire certe dinamiche: i manager hanno un ruolo fondamentale per traghettare le esigenze imprenditoriali delle aziende, per allargarsi e crescere”, sottolinea Perrone.
“Veniamo da mesi difficili, il trend generale si è un pò rallentato, abbiamo però evidenza che ci sono dei segnali importanti di ripartenza e crediamo che sia il secondo semestre del 23 sia il primo del 24 possano ricreare quella base solida per un’accelerazione”. Nonostante il rallentamento, “l’interesse internazionale nei confronti delle nostre Pmi è rimasto stabile: in generale c’è molta attenzione a tantissimi comparti di eccellenza, dall’ingegneria al mondo della farmaceutica. Siamo molto apprezzati, credo che in Italia ci siano degli asset che debbano essere valorizzati in maniera oculata e attenta”, dice il partner di PwC Italia.
Anche “i trend tecnologici sono dirompenti: gli investitori stanno attenti a coloro che sono capaci di rispondere a queste esigenze, quindi alle società che producono software o servizi it. C’è ancora tanto da esplorare”, ad esempio anche nel segmento dell’intelligenza artificiale che è “effettivamente molto invadente nei processi delle aziende: quelle che hanno la competenza di sviluppare soluzioni in quest’ambito sono molto appetibili per il mercato”. E’ vero che “ci sono degli impatti sul capitale umano, ma ci sono tantissimi effetti positivi di cui beneficiamo” anche per il “miglioramento dei processi aziendali: vuol dire più capacità, più disponibilità economica, più posti di lavoro magari in altri comparti aziendali: non la vedo in maniera pessimistica. Bisogna sicuramente controllarla – e su questo si sta un pò nicchiando – ma sono ottimista”, conclude Perrone.
– Foto Italpress –
(ITALPRESS).
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Cronaca
Il 46^ Meeting di Rimini si apre nel segno delle “madri per la pace”
Pubblicato
2 ore fa-
22 Agosto 2025di
Redazione
RIMINI (ITALPRESS) – Chi sono Layla el-Sheik, Elana Kaminka, suor Azezet Habtezghi Kidane? Cosa accomuna le loro vite e quali le affinità con il tema del Meeting? La 46esima edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli si è aperta con un incontro al femminile di straordinaria intensità: Madri per la pace. Sul palco tre donne unite dall’esperienza del dolore e dalla scelta coraggiosa di trasformarlo in un impegno di riconciliazione: Laila, madre musulmana di Betlemme che ha perso un figlio piccolo nella seconda Intifada; Elana, israeliana, madre di Yannai soldato ucciso il 7 ottobre del 2003; suor Azezet, missionaria comboniana da anni attiva in Terra Santa e prima in Sudan e Etiopia. Intervistate da Alessandra Buzzetti, corrispondente di TV2000, hanno fatto una narrazione lucida e ricca di spunti di riflessione.
Il presidente della Fondazione Meeting, Bernard Scholz, nel saluto iniziale ha sottolineato come l’edizione di quest’anno intenda testimoniare la possibilità di costruire “mattoni nuovi” anche nei deserti della guerra, della solitudine e dell’indifferenza. Ha ricordato che “la costruzione di un luogo di pace e di bellezza non è frutto di automatismo, ma nasce dall’impegno di ciascuno”. Il titolo scelto, “Nei luoghi deserti costruiremo mattoni nuovi”, è stato interpretato come invito alla speranza.
L’incontro è stato arricchito dalla lettura del messaggio inviato da Papa Leone XIV al vescovo di Rimini, monsignor Niccolò Anselmi. Il Pontefice ha esortato i presenti a trasformare i deserti della storia in giardini di speranza, incoraggiando la Chiesa a farsi casa della pace e laboratorio di riconciliazione. Ha ricordato che “la pace non è un’utopia spirituale, ma una via umile, fatta di gesti quotidiani che intrecciano pazienza e coraggio, ascolto e azione”. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rivolto il suo saluto affermando l’importanza sociale che il Meeting, da sempre, ricopre.
Elana Kaminka, madre di quattro figli, ha perso il primogenito Yanai, giovane ufficiale di 21 anni, ucciso il 7 ottobre 2023 durante l’attacco di Hamas. Prima di morire, il figlio aveva salvato numerosi commilitoni e civili. “Yannai era mio figlio, ma anche un maestro – ha raccontato -. Credeva che il primo compito di un leader fosse amare le persone affidate alla sua responsabilità”. Dopo la tragedia, Elana ha scelto di unirsi al Parent Circle, associazione che riunisce genitori israeliani e palestinesi.
Laila Al Shaikh, madre di cinque figli, ha raccontato la perdita del piccolo Qusay, morto a soli sei mesi durante la seconda intifada a causa di un ritardo imposto da un check point. «Per anni non ho parlato con i miei figli di quella ferita – ha spiegato -. Non volevo che crescessero con il desiderio di vendetta”. Dopo sedici anni ha trovato il coraggio di unirsi al Parent Circle: “La prima volta che ho visto israeliani e palestinesi ridere insieme, ho capito che l’altro non è un nemico, ma un essere umano”.
La testimonianza di suor Aziza, comboniana eritrea, ha portato lo sguardo sulle comunità più vulnerabili: i beduini della Cisgiordania, i profughi, i più poveri dei poveri. “Abbiamo imparato – ha raccontato – che l’incontro con l’altro nasce dall’ascolto e dal riconoscimento della sua dignità”. Nella sua missione ha lavorato con ebrei, musulmani e cristiani, costruendo spazi di dialogo e convivenza. “Quando si vede il volto dell’altro, si vede il volto di Dio. Solo così è possibile il perdono”.
Tutte e tre le protagoniste hanno testimoniato come il perdono non sia un atto immediato nè scontato, ma un cammino personale e comunitario. Laila ha raccontato l’incontro con un ex soldato israeliano che anni prima aveva impedito a una madre palestinese di raggiungere l’ospedale: “Per me è stato come rivivere la morte di mio figlio. Ma il suo coraggio nel confessare la verità mi ha spinta a perdonarlo”. Elana ha sottolineato che «non possiamo vivere di generalizzazioni: chi ha compiuto il massacro del 7 Ottobre.
L’incontro si è concluso con un appello rivolto soprattutto ai giovani, troppo spesso travolti dall’odio e dalla propaganda. “Abbiamo aspettato per 77 anni i leader politici – ha detto Layla -. Ora tocca a noi madri mostrare ai nostri figli che la violenza non porta alla pace». Elana ha raccontato la scelta del secondogenito di servire nell’esercito come paramedico: «Ha deciso che il suo compito sarà salvare vite, non toglierle. E’ questo l’esempio che vogliamo dare”.
Il Meeting ha voluto aprirsi con questo incontro perchè la pace non è solo questione diplomatica, ma esperienza quotidiana che nasce dal basso. Le tre donne, con coraggio e determinazione, hanno mostrato che dai deserti del dolore possono nascere oasi di riconciliazione. Un messaggio che travalica i confini della Terra Santa e parla a tutti i popoli, chiamati a costruire con “mattoni nuovi” una civiltà fondata sul dialogo, sulla giustizia e sull’amore reciproco.
– Foto Meeting di Rimini 2025 –
(ITALPRESS).
Cronaca
Draghi “Dall’Ucraina a Gaza, Ue marginale e spettatrice”
Pubblicato
2 ore fa-
22 Agosto 2025di
Redazione
RIMINI (ITALPRESS) – “Per anni l’Ue ha creduto che la dimensione economica con 450 milioni di consumatori portasse con sè potere geopolitico e nelle relazioni commerciali. Quest’anno sarà ricordato come l’anno in cui questa illusione è evaporata. Abbiamo dovuto rassegnarci ai dazi Usa, siamo stati spinti dallo stesso alleato ad aumentare la spesa militare, decisione che forse avremmo dovuto prendere ma non in queste forme e modi”. Così Mario Draghi, intervenendo al 46° Meeting di Rimini. “L’Ue – ha aggiunto – ha avuto un ruolo marginale per i negoziati per la pace in Ucraina. L’Ue è stata spettatrice anche quando siti nucleari iraniani venivano bombardati e il massacro di Gaza si intensificava”.
Secondo l’ex premier “l’Europa deve trasformarsi da spettatore, o da comprimario, in attore protagonista, deve mutare anche la sua organizzazione politica che è inseparabile dalla sua capacità di raggiungere i suoi obiettivi economici e strategici e le riforme in campo economico restano necessarie”.
“L’Europa è la migliore opportunità per un futuro di pace e sicurezza. E una democrazia, siete voi, siamo noi, sono gli europei che decidono le sue priorità”, le parole di Draghi, ricordando che “in passato ho parlato di “debito buono e debito cattivo. Oggi però in alcuni settori il debito buono non è possibile a livello nazionale perchè investimenti fatti in isolamento non possono aumentare la produttività. Solo forme di
debito comune possono sostenere progetti europei di grande ampiezza che sforzi frammentati e insufficienti non riuscirebbero ad ampliare. Questo vale per la difesa, per l’energia, per le tecnologie dirompenti”.
C’è stata una “sveglia molto brutale che ci ha dato Trump, le relazioni con gli Usa hanno cambiato tutto. La prima cosa da fare è: stringiamoci tutti insieme. Ma c’è una situazione politica, sociale e psicologica che fa sperare bene circa una diversa forma di organizzazione politica, bisogna imparare ad andare d’accordo. Rigidità e passività creano inazione, è un pò quello che abbiamo visto negli ultimi 10-15 anni, l’inazione è il peggior nemico dell’Europa”.
“Non è sorprendente che lo scetticismo nei confronti dell’Europa abbia raggiunto nuovi picchi – sottolinea l’ex premier -. E’ importante chiedersi quale sia veramente l’oggetto di questo scetticismo, a mio avviso non è nei confronti dei valori su cui era stata fondata, credo riguardi la capacità dell’Ue di difendere questi valori. In parte questo è comprensibile, i modelli di organizzazione emergono anche per risolvere problemi del loro tempo e, quando questi cambiano, questa deve cambiare”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
Usb “Voli con armi da Malpensa a Israele”, Leonardo “Segnalazione senza fondamento”
Pubblicato
2 ore fa-
22 Agosto 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – “Voci sempre più insistenti segnalano che dall’aeroporto di Malpensa partono carichi di armi per Israele”. Così in una nota l’Unione Sindacale di Base, che prosegue: “L’ultima è una notizia molto più dettagliata e segnala che l’aereo X6610 della Challenge Air Cargo con un carico della Leonardo Spa diretto a Karmiel (Israele) per la Elbit (azienda israeliana attiva nel settore della difesa) è stato programmato per sabato 23 agosto alle ore 24.00. Successivamente il volo è stato cancellato, ma non è escluso che possa essere riprogrammato a breve. Questa segnalazione è la ennesima riprova che l’Italia continua a rifornire l’esercito israeliano e che le chiacchiere dei ministri del governo Meloni, riguardo l’interruzione delle attività di sostegno militare al governo genocida di Netanyahu, sono prive di fondamento”, conclude l’USB, dichiarando che “qualora il volo dovesse essere ripristinato è già pronta ad indire lo sciopero immediato di tutti i lavoratori coinvolti nelle operazioni di carico”.
“Leonardo ha sempre agito nel pieno rispetto della normativa nazionale e internazionale in materia di export di materiale d’armamento. Nella fattispecie la segnalazione è priva di qualsiasi fondamento”, fa sapere l’ufficio stampa di Leonardo, contattato dall’agenzia Italpress.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).


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