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Cronaca

Una scultura di Paladino per il centenario dell’Università Cattolica

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MILANO (ITALPRESS) – Una scultura dedicata a Sant’Ambrogio e realizzata per l’Università Cattolica da Mimmo Paladino, indiscusso maestro dell’arte contemporanea. L’opera, installata nel Cortile d’Onore dell’Ateneo, è stata presentata in anteprima alla città di Milano con il suo svelamento mercoledì 11 ottobre in un incontro serale. Dopo il saluto del rettore Franco Anelli, l’artista, in dialogo con Davide Rampello, figura di riferimento nel panorama culturale italiano, ha raccontato l’ispirazione e il senso profondo della scultura ideata e creata per l’Ateneo di largo Gemelli. ‘L’opera si colloca nel solco di un’antica tradizione di questa Università, il cui corredo iconografico, fin dalla prime committenze, ha mirato a rendere perspicui i riferimenti, i valori e le intenzioni che hanno ispirato la fondazione e lo sviluppo della fabbrica dell’Università. Il monumento a Sant’Ambrogio di Mimmo Paladino segue questa antica traccia rileggendo le stratificazioni storiche, artistiche, religiose del luogo, attive a partire dall’epoca paleocristianà ha dichiarato il rettore Anelli spiegando lo spirito della committenza nata in occasione del Centenario dell’Università Cattolica. ‘Ho accettato con grandissima gioia l’invito a realizzare un’opera per l’Ateneo. Inoltre, mi piaceva molto questa idea di committenza che non è molto frequentè, ha detto Paladino rispondendo alle domande di Rampello. Un dialogo breve e intenso, preceduto dalla proiezione di un video descrittivo delle tappe per la realizzazione della scultura: dalla fonderia Brustolin di Verona, dove l’opera ha preso vita, fino alla collocazione nel Cortile d’Onore, posta in un dialogo ideale con la Basilica, che conserva le reliquie di Sant’Ambrogio, e la facciata dell’Ateneo di Giovanni Muzio. Due luoghi storici con cui l’artista si è profondamente confrontato per la creazione dell’opera. «Ho dovuto fare i conti con due importantissime situazioni architettoniche: da un lato, la Basilica di Sant’Ambrogio, dall’altro, un’antica e prestigiosa università dove si forgia l’istinto, la passione, la ragione». Ragione espressa in tutta la sua funzionalità anche nel «basamento», che è parte dell’opera ed è stato realizzato tenendo conto non solo delle «architetture circostanti» ma anche della presenza degli studenti, che quotidianamente vivono questo luogo: volevo offrire loro la possibilità di sostare, conversare piacevolmente, trovarvi la loro ‘piccola agorà’. Una scultura che è insieme ‘paesaggiò e ‘teatrò, ha ribadito Rampello. ‘L’opera è pensata per le lunghe distanze, per gli spettatori da qui a cent’anni e più, forse – ha detto Paladino -. E’ un omaggio a Sant’Ambrogio, eroe della conoscenza. Non ci sono riferimenti iconografici al Santo così come vengono tradizionalmente rappresentati. Ho preferito andare oltre, immaginare qualcosa di più, come don Chisciotte che vedeva guerrieri nei mulini a ventò. La scultura, realizzata in bronzo patinato, ha una dimensione di base di 220cmx180 e una altezza di 370cm per un peso di 1.680Kg. L’opera di Mimmo Paladino in tutti i suoi attributi iconografici ripercorre i tratti salienti della vita del patrono di Milano. Il ramo simboleggia il bastone pastorale, ma richiama anche lo staffile che rappresenta la forma, la veemenza e la profondità delle omelie che predicava al popolo. Il libro ricorda gli scritti di Ambrogio: l’epistolario, i trattati e gli inni ed è il simbolo della dottrina cristiana. La colomba dello Spirito Santo evoca Sant’Ambrogio a cavallo che scaccia gli Ariani. La sfera rappresenta la completezza della Dottrina. La colonna, invece, rimanda alla leggenda della lotta tra il santo e il diavolo che, cercando di colpire il vescovo con le corna, finì per conficcarle nella pietra creando due buchi. La tradizione popolare vuole che i due fori odorino di zolfo e che appoggiando l’orecchio alla colonna si possano sentire i suoni dell’inferno, in particolare il gorgogliare dello Stige, uno dei cinque fiumi degli inferi secondo la mitologia greca e romana. E, per finire, l’elmo ricorda come in epoca altomedioevale la basilica di Sant’Ambrogio divenne la sede tradizionale dove avveniva l’incoronazione a re d’Italia degli imperatori del Sacro Romano Impero e dove si effettuava l’investitura dei nuovi cavalieri, detti per questo motivo “militi di Sant’Ambrogio”. L’opera è collocata su una serie di piani inclinati in pietra grigia (beola) locale, al centro di due assi ortogonali e su una base con altezza di 140cm, posta frontale rispetto alla facciata laterale della Cappella del Sacro Cuore. Leggère pendenze dei piani e piccole altezze permettono ai visitatori di soffermarsi e sedersi lungo tutto lo spazio per osservare la scultura, ma anche di vedere lungo nuove direttrici prospettiche i monumenti circostanti. Particolare attenzione è riservata all’illuminazione, curata nei dettagli dallo stesso artista: la scultura è valorizzata con una luce quasi frontale e un controluce dal basso, mentre i piani inclinati hanno una luce lineare radente in modo da mettere in evidenza la materia della pietra. L’omaggio di Paladino a Sant’Ambrogio è anche ricco di riferimenti alle origini normanne e longobarde dell’artista: la colomba che può essere vista come un falco o i richiami a Federico II. Lo stesso iconico portale si ispira agli altri due lavori precedentemente realizzati dall’artista: la Porta del Mediterraneo di Lampedusa e la Porta dell’accoglienza del Refettorio di Milano. ‘C’è questa sorta di idea primitiva della casa, il dolmen, un architrave con due elementi verticali, che è anche una soglia che si varca». Una sorta di accesso-soglia a un’altra dimensione in cui, come ha suggerito Rampello, si intravede ‘misterò, ‘tensione verso il sacrò. ‘Il concetto della porta è quello dell’attraversamento, del superamento, dell’andare oltre quello che non si cono Inaugurata mercoledì 11 ottobre una scultura di Mimmo Paladino dedicata a Sant’Ambrogio per il Centenario dell’Università Cattolicascè, ha spiegato Paladino. Del resto, ha affermato il rettore Anelli, ‘per l’idea di conoscenza che il nostro Ateneo coltiva non esiste una facile strada maestra: essa è piuttosto un punto di fuga verso cui tendono ragione e intuizione, scienza e spiritualità, teoria e prassi, storia e futuro. Nasce da una visione multidisciplinare, polifonica e dialogica del sapere, quella visione che l’espressione artistica, con la sua immediatezza e la sua capacità sintetica, è in grado di attivare, generando la platonica «scintilla» che conduce a un’intelligenza compiuta delle cose. In questo segno rinnoviamo oggi quell’antico patto tra arte e sapere che ha presieduto alla nascita dell’Università, aggiungendo al suo repertorio di figure il Sant’Ambrogio di Mimmo Paladino: come l’amato Don Chisciotte, egli condivide con gli altri “eroi della conoscenza”, che l’artista ha frequentato, la capacità di andare oltre la superficie e di “vedere cose che altri non vedono”. E di indicarle a noì. In questo senso, ‘l’opera di Paladino è un segno potente, forte, posto in un luogo a sua volta denso e ricco di segni storicì, ha affermato il vescovo monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, durante la presentazione della scultura alla comunità universitaria dell’Ateneo, giovedì 12 ottobre. Del resto, ‘l’artista è colui che proietta tramite segni percezioni della realtà, attraversa il tempo, lega la storia al passato, presente e futuro». E, «guardando quest’opera, la prima sensazione artistica è che Paladino ci abbia riconsegnato un Ambrogio vivente, presente in mezzo a noi, una presenza che impregna, plasma di significati questi luoghi assegnando loro un dinamismo ulteriore». Una sorta di faro che induce a puntare lo sguardo verso Sant’Ambrogio, lasciandosi però guidare dall’«ispirazione dei nostri fondatori». Dunque, «un patrimonio prezioso che ci riconsegna un pò di storia e ce la fa guardare aperti alle sfide future della libertà, della verità, della carità’.(ITALPRESS).

Foto: Ufficio Stampa Università Cattolica

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Roma, sgombero e abbattimento di immobili abusivi in zona Casilino

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Milano-Cortina, da Open Fiber 900 km di fibra ottica

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Fibra ultraveloce per Milano-Cortina, da Open Fiber rete da 900 km

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MILANO (ITALPRESS) – Un ambizioso progetto, già avviato, per garantire una connessione di rete ad alta velocità nei principali presidi di pronto intervento in vista dei giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026.
E’ questa la base dell’accordo operativo presentato oggi tra la Città metropolitana di Milano e Open Fiber.
Come illustrato da Stefano Mazzitelli, direttore commerciale di Open Fiber, “in totale sono circa 900 km di rete nuova per i tre anelli previsti. Dal punto di vista economico parliamo di un ordine di grandezza di circa 3 milioni di euro. Le tempistiche del progetto sono molto strette: le Olimpiadi sono alle porte e quindi dobbiamo completarlo fra novembre e gennaio. Mi piace annunciare il fatto che c’è stata una richiesta specifica di accelerare un progetto per l’ospedale Niguarda e la linea Milano-Livigno è già operativa. La nostra rete FTTH, grazie a caratteristiche di resilienza, affidabilità e altissima velocità, si conferma il mezzo ideale per sostenere servizi di pubblica utilità e sicurezza, garantendo comunicazioni real-time e mission critical fondamentali per la protezione del territorio e la gestione di informazioni delicate”.
I tre anelli in fibra ottica ad altissima velocità saranno in grado di garantire una connessione sicura e protetta fino a 10 Gigabit al secondo. Nello specifico, il primo anello riguarderà la Polizia di Stato e raggiungerà la Centrale Operativa Interforze Semogo a Valdidentro (SO), l’Ufficio Polizia di Frontiera a Tirano, la Questura di Sondrio e il Commissariato di Sesto S. Giovanni (MI).
Il secondo anello interesserà diversi enti del territorio di Sondrio: la Questura, la Polizia stradale, il Comune, la Prefettura e il Comando Provinciale dei Carabinieri.
Il terzo anello invece collegherà i presidi di Livigno, Bormio e Sondalo con l’ospedale Niguarda di Milano.
“La sinergia sviluppata con Città Metropolitana di Milano ci consentirà di completare rapidamente un progetto fondamentale, collegando enti pubblici strategici che devono scambiarsi informazioni sensibili in tempo reale con la massima sicurezza, un’esigenza cruciale soprattutto in occasione di un evento globale come i giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026”, ha aggiunto Mazzitelli.
Francesco Vassallo, Vicesindaco della Città metropolitana di Milano, ha definito il progetto “il risultato di oltre vent’anni di lavoro silenzioso ma determinato, frutto di una visione chiara e condivisa: dotare il territorio metropolitano di un’infrastruttura digitale robusta e pubblica”. Il riferimento è ai circa 8000 km di fibra ottica posti dal 2005 che circondano la città metropolitana di Milano. Un’infrastruttura che collega circa 100 comuni metropolitani, 156 istituti scolastici, ospedali, la questura di Milano e la Polizia Postale e delle Comunicazioni della Lombardia.
“Oggi mettiamo a disposizione la nostra esperienza consolidata in 25 anni: fornire connettività di qualità agli organi istituzionali che ne fanno richiesta – ha aggiunto Vassallo – vogliamo offrire una connettività che al termine delle olimpiadi rimarrà a disposizione delle comunità stesse. La nostra rete non è solo un insieme di cavi, ma il cuore pulsante di una nuova amministrazione intelligente, capace di integrare scuola, sanità, sicurezza e immobilità sostenibile in un sistema digitale realmente connesso e al servizio dei cittadini”.
Sull’importanza che questo progetto avrà non soltanto per la durata delle Olimpiadi, ma anche per il futuro del territorio si è soffermato anche Alberto Zoli, Direttore generale dell’ospedale Niguarda di Milano e Medical Care manager per la Lombardia per i giochi olimpici Milano-Cortina 2026.
“Sarà un sostanziale miglioramento perchè riusciremo a garantire in una sorta di ospedale diffuso le trasmissioni di immagini, dati e quant’altro occorre per il trattamento dei pazienti. I nostri pazienti avranno come punti di riferimento non solo le Medical Station e i policlinici nelle venue, ma soprattutto nei villaggi olimpici peraltro diffusi in Alto Valtellina – ha affermato – Saranno erogate delle prestazioni sanitarie anche di tipo diagnostico, dove immagini e dati saranno sostanzialmente quelle che faranno la differenza tra esserci o non esserci. E la telemedicina sarà quella che farà da padrone da questo punto di vista”.
Alla fine “rimarrà – aggiunge – un ospedale diffuso che terrà in collegamento diretto e concreto l’ospedale di Sondalo con l’ospedale Niguarda di Milano. Molti operatori dell’ospedale di Milano sono già impegnati in Alta Valtellina e quindi stanno lavorando”.
Per il Questore di Milano Bruno Megale “questo progetto ha consentito di portare la fibra ottica in tutti gli uffici della Questura di Milano e nei commissariati distaccati. Un collegamento che ha accelerato la trasmissione dei dati e le attività di sicurezza, soprattutto per quanto riguarda la trasmissione dei video, delle immagini, ma anche i servizi per il cittadino”.
“Con questi collegamenti siamo riusciti anche a implementare servizi tipo i passaporti, l’ufficio immigrazione… servizi che interessano direttamente tutta la cittadinanza di Milano. Quindi un collegamento attivo all’avanguardia tra la questura centrale e tutti gli uffici distaccati sul territorio”, ha aggiunto Megale ricordando la centrale operativa comune in via Drago “che permetterà di seguire tutti gli eventi in tempo reale”.
-foto f14/Italpress –
(ITALPRESS).

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