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LA VOCE PAVESE – COLDIRETTI, IL NUOVO MERCATO E LA SCOMMESSA SUL TERRITORIO

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LA VOCE PAVESE – COLDIRETTI, IL NUOVO MERCATO DI VIALE GOLGI E LA SCOMMESSA SUL TERRITORIO
Oltre 300 metri quadrati dedicati ai prodotti agroalimentari d’eccellenza del territorio pavese, con una quindicina di aziende agricole presenti e una zona dedicata agli eventi. Sono i numeri del nuovo Mercato Coperto di Campagna Amica inaugurato sabato 21 ottobre a Pavia da Coldiretti, in viale Golgi 84. Sono stati oltre 500 i cittadini che hanno partecipato all’inaugurazione del nuovo mercato, il primo di questo genere in provincia di Pavia, che per questa speciale occasione ha ospitato anche i cuochi contadini di Terranostra con le loro degustazioni e lo chef Sergio Barzetti, che ha realizzato un risotto con il Carnaroli da Carnaroli Pavese e Pinot nero dell’Oltrepò. Dal riso della Lomellina al vino dell’Oltrepò, dalla frutta alla verdura, dal miele ai formaggi, dalla carne ai salumi, passando anche per delle vere e proprie chicche come le nocciole e i fiori coltivati: sono tantissimi – spiega Coldiretti Pavia – i prodotti che i pavesi potranno trovare nel nuovo Mercato Coperto di Campagna Amica Pavia, che si trova in una zona centrale della città dietro la stazione ferroviaria e che sarà aperto il venerdì dalle 15.30 alle 20.00 e il sabato dalle 8.00 alle 13.30. Alla grande inaugurazione che ha colorato di giallo il quartiere dietro la stazione ferroviaria hanno preso parte, insieme al Presidente di Coldiretti Pavia Silvia Garavaglia e al Direttore Antonio Tessari, anche il Direttore della Fondazione Campagna Amica Carmelo Troccoli, il Presidente di Coldiretti Lombardia Gianfranco Comincioli, il Vice Presidente del Senato Gian Marco Centinaio, l’onorevole Alessandro Cattaneo e l’europarlamentare Angelo Ciocca. Presenti all’inaugurazione anche i consiglieri di Regione Lombardia Claudio Mangiarotti e Andrea Sala, insieme al Vescovo di Pavia Monsignor Corrado Sanguineti che, dopo il taglio del nastro, ha benedetto la struttura.

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Tg News 17/10/2024

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Tg News 17/10/2024
I fatti del giorno: Il leader di Hamas Sinwar ucciso a Gaza dall’esercito israeliano – Neonati morti, riesame dispone carcere per Chiara Petrolini – Milano, arrestato barista che ha ucciso il ladro di Gratta e Vinci – Donna uccisa a Firenze, arrestato nipote barricato in casa – Maltempo, chiuso casello A12 a Recco per allagamenti – La Bce taglia per la terza volta tasso di interesse di 0,25 punti – Istat, nel 2023 in povertà assoluta 2,2 milioni di famiglie – Anas al Festival dello Sport per la cultura della sicurezza stradale – Previsioni 3B Meteo 18 Ottobre

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BREAKING NEWS LOMBARDIA – 17/10/2024

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BREAKING NEWS LOMBARDIA – 17/10/2024
I fatti del giorno: Ladro ucciso a Milano con 20 colpi di forbice, fermati barista e complice – Disordini durante video: 3 anni al trapper Baby Gang – Arrestato per droga Domenico Papalia, figlio del boss – In metro a Milano con armi finte per fare video, denunciati – Operaio folgorato nel bresciano, è grave – Grave incidente sulla A4, tra Peschiera e Sirmione – Medico no vax radiato dall’Ordine a Cremona – Dieci scafisti arrestati, tre erano nel Pavese – La protesta degli studenti al liceo Volta di Pavia – Attacchi hacker alla sanità, Lombardia rafforza sicurezza. Previsioni del tempo in Lombardia per 18 Ottobre.

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LA VOCE PAVESE – INFANZIA, LA LEZIONE DELLO SCRITTORE BRUNO MAIDA

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LA VOCE PAVESE – INFANZIA, LA LEZIONE DELLO SCRITTORE BRUNO MAIDA
Ieri sera la città di Voghera ha risposto con entusiasmo all’invito di Libreria Ticinum in Sala Zonca per la presentazione-dibattito con Bruno Maida, nell’ambito di VogherAutori, con il patrocinio del Comune di Voghera. A presentare l’ospite e il libro "Sciuscià" edito da Einaudi sono state con grande garbo ed efficacia Alessandra Bazardi (agente letteraria) e Federica Scarrione (docente dell’IIS Galilei). Tra il pubblico molti esponenti del mondo politico, del giornalismo, della scuola, delle professioni e tanti amanti della lettura. Si è parlato di passato ma anche di sfide che riguardano l’infanzia e l’integrazione ancora oggi, in un mondo forse più cambiato nelle parole che nei fatti, con tante convenzioni che restano lettera morta e tante iniziative che spesso non arrivano a quel risultato di far sentire pienamente parte di una comunità.
L’autore ha invitato ad abbassare la telecamera, come i grandi registi che hanno raccontato gli anni del dopoguerra, per cambiare il punto di vista sulla condizione di tanti minori che chiedono di essere guardati come individui e non come fossero anche loro parti di un sistema di burocrazie.
«Sciuscià» è una delle parole italiane piú conosciute al mondo. Resa celebre dall’omonimo film di Vittorio De Sica è arrivata a incarnare e rappresentare la condizione dell’infanzia povera e abbandonata nell’Italia nel dopoguerra, forse piú di ogni altro aspetto sociale ed economico. Dalla liberazione di Napoli nel 1943 fino alla fine del decennio, i bambini e i ragazzi di strada sono il simbolo del contrasto tra un’infanzia come immagine positiva del futuro e un’infanzia “pericolosa” che vive ai margini della società e spesso è costretta a delinquere. Nascono moltissime iniziative assistenziali, religiose e laiche, per nutrirli, vestirli, educarli. Gli sciuscià diventano cosí protagonisti di un progetto di salvezza dell’infanzia e le loro storie sono raccontate dal cinema, dalla letteratura, dalla fotografia, dai diari e dalle memorie.
Le pagine che si leggono in questo libro raccontano le vicende di quei bambini e ragazzi di strada chiamati «sciuscià». Non è quindi in senso stretto la storia dei lustrascarpe che nei primi anni del dopoguerra popolano le grandi città italiane, in particolare Roma e Napoli, invase dai militari alleati a cui di fatto si deve il nome. Non è neanche la storia del film di Vittorio De Sica, vincitore del premio Oscar come migliore pellicola straniera nel 1948, che ha reso la parola «sciuscià» famosa in tutto il mondo. Eppure questo libro è anche la storia dei lustrascarpe e del film di De Sica, per tre motivi. Il primo è politico e culturale. L’intreccio di creatività e avversità di cui parla la motivazione dell’Oscar al film sembra dipingere il tradizionale stereotipo dell’italiano che se la cava in qualche modo, si arrangia e alla fine o sparisce nel gorgo luciferino della miseria o, baciato dalla fortuna, conquista il successo. Il secondo motivo è che «sciuscià» è una sineddoche. I lustrascarpe sono la parte visibile di una massa di bambini e ragazzi orfani, poveri e profughi che vivono e sopravvivono nelle strade delle città italiane del dopoguerra. Il terzo motivo è il valore per cosí dire universale, nel tempo e nello spazio, dello sciuscià. La sua figura di bambino è quella che aggruma l’idea di tutte le infanzie vissute ai margini della società nel corso del Novecento: vittime dei cambiamenti che investono le comunità dopo guerre e catastrofi oppure espressioni icastiche dell’umanità dimenticata e offesa a ogni latitudine.

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