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Grand Depart a Firenze, arrivo a Nizza: ecco il Tour 2024

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PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – La storica Grand Depart in Italia, due cronometro compresa quella dell’ultima tappa con arrivo a Nizza e un menu di salite fra Appenino, Alpi e Pirenei con 4 arrivi in alta quota. L’edizione numero 111 del Tour de France, svelata oggi al Palais de Congres di Parigi, si annuncia durissima, con 52.320 metri complessivi di dislivello. Si parte il 29 giugno, come ufficializzato lo scorso dicembre, per la prima volta in Italia: Firenze-Rimini (206 km), Cesenatico-Bologna (200 km) e Piacenza-Torino (229 km) le prime tre frazioni fra Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte, cento anni dopo il primo italiano in maglia gialla al traguardo (Ottavio Bottecchia nel 1924). “La Grand Depart è un sogno che si avvera – le parole dal palco di Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna – un evento di portata storica per il nostro Paese, un’opportunità straordinaria frutto dell’eccezionale lavoro di squadra fra istituzioni nazionali e territori, lungo tre anni. E citando Gianni Mura, saremo buoni compagni di viaggio, pronti ad accogliere corridori, staff e appassionati”. Si parte subito forte, con i corridori che attraverseranno l’Appennino, percorrendo luoghi iconici del ciclismo italiano con omaggi a Bartali, Pantani e Coppi. E la quarta frazione, con partenza da Pinerolo, propone già le prime impegnative ascese: Sestriere, Monginevro e il Col du Galibier. La settima frazione, da Nuits-Saint-Georges a Gevrey-Chambertin, è quella della prima prova contro il tempo (25 km), mentre il 7 luglio la Grand Boucle si dipanerà fra 14 settori di strade bianche, per un totale di 32 chilometri.
Dopo il primo giorno di riposo un pò di tregua, poi l’undicesima tappa con Col de Neronne, Puy Mary Pas de Peyrol e Col de Pertus prima dell’arrivo sui Pirenei: si comincia con Tourmalet, Hourquette d’Ancizan e arrivo a Pla d’Adet, il giorno dopo – il 14 luglio, festa nazionale francese – nella 15esima tappa ecco Peyresourde, Col d’Agnes e Port de Lers prima dell’ascesa finale a Plateau de Beille. I corridori avranno quindi la seconda e ultima opportunità di ricaricare le pile prima del gran finale: 17esima tappa con Col Bayard e Col du Noyer, nella 19^ si sale sul Col de Vars e quindi La Bonette, che con i suoi 2802 metri rappresenta la cima più alta dell’intero percorso. Ma a decidere i giochi potrebbero essere le ultime due prove: la 20esima tappa prevede Col de Braus, Col de Turini, Col de la Colmiane e arrivo sul Col de la Couillole, con ascesa finale di 15,7 km con pendenza media del 7,1%. Dulcis in fundo, il 21 luglio, la cronometro individuale di 34 km fra Monaco e Nizza, chiamata a sostituire Parigi visto che cinque giorni dopo inizieranno le Olimpiadi.
Un percorso tosto, che rende quasi impossibile pensare a un’accoppiata Giro-Tour, ma che sulla carta garantisce spettacolo: Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar si daranno battaglia ma occhio al possibile terzo incomodo, da Remco Evenepoel a Primoz Roglic.
– foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).

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Baldini “La generazione di oggi non sa cosa vuol dire indossare la maglia azzurra”

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ROMA (ITALPRESS) – “Se l’Italia ha perso 3-0 contro la Norvegia non è il problema se c’è Spalletti, c’è Conte, c’è Lippi, c’è Capello. Il problema è che creano una generazione di persone che non sanno più nemmeno che cos’è la bandiera italiana, che cosa vuol dire indossare la maglia azzurra”. Così il tecnico del Pescara Silvio Baldini, ai microfroni di Rai Sport, al termine della finale dei playoff di serie C conclusa con la vittoria ai rigori degli abruzzesi. “La nazionale, quella vera, per me era quella dell’ottantadue. Quella che ha vinto con Scirea, con Tardelli, con Conti, con Graziani, con Rossi, quelli lì sono stati eroi. Zoff, Collovati, tutti questi giocatori. Quello era il calcio, quelle erano persone che per il loro allenatore hanno vestito la maglia azzurra. E quindi se i nostri dirigenti non capiscono queste cose andranno sempre avanti lestofanti”.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Record mondiale nei 400 Stile Libero della canadese Summer McIntosh

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ROMA (ITALPRESS) – Record mondiale di Summer McIntosh nei 400 metri stile libero. A un mese dai Mondiali di Singapore la nuotatrice canadese, in occasione dei trials canadesi di Victoria, ha fermato il cronometro a 3’54″18, migliorando di 1″20 il precedente primato (3’55″38) che era stato ottenuto dall’australiana Ariarne Titmus nel 2023.

– Foto: Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Gravina “La Norvegia è più forte di noi, ma perdere in questo modo non lo accetto”

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ROMA (ITALPRESS) – “Dobbiamo riconoscere che la Norvegia ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi anni. Credo che sia una delle Nazionali più forti in assoluto, ma non solo sotto il profilo tecnico, fisico e atletico, ma rappresenta anche qualità con campioni straordinari. In questo momento sono più forti di noi. Si può anche perdere, il problema è capire come si perde. Credo che un approccio diverso, che solleticava quel fuoco dentro al quale fa riferimento Buffon, poteva e doveva dare un epilogo diverso. Perdere in questo modo non lo accetto. Spero che l’importanza della partita fosse percepita, se così non fosse ci sarebbe da fare un’analisi ancora più profonda”. Così il presidente della Figc, Gabriele Gravina, nel corso del Festival della Serie A a Parma, commenta la sconfitta dell‘Italia contro la Norvegia nella prima partita delle qualificazioni mondiali.

“È un obiettivo che dobbiamo comunque centrare. Oggi si cercano alibi, momenti di comfort zone per cercare di proiettarsi nel proprio miglior equilibrio di prospettiva futura come singolo, non come appartenenza a una straordinaria forza sociale rappresentata da un colore che indossi e che hai il dovere di onorare”, ha aggiunto.

Italia fuori dal Mondiale per la terza volta consecutiva? Non ci voglio pensare, accantono questa idea, mi fa stare male. Credo in questa squadra, in questo progetto che va avanti da sei anni. Abbiamo investito tantissime energie, sento tante critiche. Ma provate a vedere i risultati giovanili, sono risultati storici. È assurdo non valorizzare degli aspetti fondamentali di una rivoluzione progettuale partita sei anni fa – aggiunge -. L’Italia non poteva vivere di rendita dopo l’addio di grandissimi campioni. La storia si costruisce, non si tramanda in termini di eredità di branding. La Nazionale di riferimento dei giovani talenti è l’Under 17, la vedremo tra qualche anno. Avrei dovuto accelerare questo processo, abbiamo sbagliato i tempi? Accelereremo sulla valorizzazione dei giovani, sulla fusione di tre macroaree (settore giovanile, settore tecnico e Club Italia) che oggi non dialogano tra loro”.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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