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Cronaca

Cure palliative e terapia del dolore, forti disuguaglianze Nord-Sud

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ROMA (ITALPRESS) – Le cure palliative sarebbero necessarie per quasi 600mila persone l’anno (nell’84% dei decessi), ma la copertura risulta ancora insufficiente (secondo i dati del ministero della Salute più recenti circa una persona su 3) anche per i soli pazienti oncologici. E non è un dato che riguarda solo la popolazione anziana: tra i minori solo il 15% di chi ne ha bisogno (circa 30.000) le ottiene.
E c’è anche il dolore cronico, quello con cui le persone fanno i conti a lungo, mesi o anni: in Italia quello ‘severò colpisce circa un milione di persone che raddoppiano (due milioni) se si considera il dolore cronico moderato. Il costo medio di un paziente con dolore cronico è di oltre 4.500 euro con costi diretti per il Servizio Sanitario Nazionale di circa 1.400 euro (quindi su due milioni di individui si parla di quasi 3 miliardi) e altrettanto di costi indiretti (congedi, assenze per malattia ecc.).
Nelle cure palliative e terapia del dolore l’Italia ha un primato: è stata la prima in Europa a varare una legge-quadro (la 38/2010) per riconoscere il diritto alla misurazione e al trattamento del dolore, al trattamento delle sofferenze di paziente e familiari, alla formazione dei professionisti e a un’organizzazione secondo reti cliniche.
Ma le buone notizie sono affiancate da tante ombre. L’ultima relazione al Parlamento, che doveva essere annuale, risale al 31 gennaio 2019 e si riferisce all’intervallo di tempo 2015-2017, con un ‘vuotò di rendicontazione di 6 anni rispetto allo stato dell’arte, agli sviluppi della legge quadro, alla capacità di garantire ai pazienti e alle loro famiglie il diritto a non soffrire inutilmente.
Per questo Salutequità, attraverso il suo Osservatorio, vuole riportare l’attenzione sul tema che incrocia un interesse sensibile per i diritti dei pazienti così come per la qualità, l’efficienza e l’efficacia del SSN.
Dall’emanazione della legge si sono succedute una serie di norme tra cui la più recente legge di Bilancio del 2023 che ha definito un traguardo importante e non più procrastinabile: entro il 2028 le cure palliative dovranno raggiungere il 90% delle persone che ne hanno bisogno, ma la Corte dei Conti sottolinea come nel 2021 (ultimi dati disponibili) sia ‘ancora fortemente insufficiente l’assistenza prestata ai malati di tumore attraverso la rete delle cure palliative: appena 5 regioni, tutte del Centro-Nord, sono state in grado di garantire un livello adeguato; tra le regioni meridionali, solo la Puglia con una percentuale del 34,3 si avvicina alla soglia minima richiesta (35 per cento)’. I dati di Italialongeva riportano che nel 2022 solo una persona su tre deceduta per tumore, precisamente il 36%, aveva ricevuto assistenza di cure palliative: 61 mila persone.
‘I dati sulle cure palliative pediatriche – commenta Tonino Aceti, presidente di Salutequità – sono irricevibili per un SSN che dichiara di mettere al centro l’umanizzazione dell’assistenza. Su un fatto così grave, dopo l’acquisizione del dato ci aspettiamo interventi concreti e risolutivi in tempi brevi, perchè quelle famiglie tempo da perdere non ne hannò.
‘Dobbiamo recuperare terreno – aggiunge – sul fronte dell’offerta e adeguarla ai bisogni reali della popolazione. Questo vale sia per la terapia del dolore, che rischia di essere un diritto per chi vive al nord, come mostra la distribuzione dei centri e l’uso dei farmaci; sia per le cure palliative, dove ancora oggi misuriamo l’andamento considerando l’assistenza offerta ai soli pazienti oncologici. Ma stando a stime europee, rappresentano solo il 40% delle persone adulte che avrebbero necessità di cure palliative. Il restante 60% di chi ne ha bisogno è affetto da patologie croniche degenerative non oncologiche (dalle malattie cardiovascolari al Parkinson). E ad oggi non sono oggetto di valutazione nel Nuovo Sistema di Garanzia dei livelli essenziali di assistenza: in altre parole non è parametro di valutazione delle performance delle Regioni nella loro capacità di garantire i LEA’.
Tutte le Regioni avrebbero dovuto realizzare la Rete di cure palliative, secondo quanto previsto dalla legge 38/2010, ma a distanza di 13 anni due regioni a dicembre 2021, secondo le rilevazioni dell’Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, non avevano l’avevano istituita: Abruzzo e Marche. Tutte le reti esistenti dichiarano di prendere in carico pazienti oncologici e non oncologici; 14 non avevano attivato la procedura di accreditamento.
La situazione è sensibilmente peggiore per le cure palliative pediatriche, che non risultava istituita in otto Regioni: Abruzzo, Calabria, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna, Umbria, Valle d’Aosta.
Per la terapia del dolore invece, in assenza di dati istituzionali, viene in soccorso il censimento SIAARTI che nel 2021 ha rilevato 305 centri di terapia del dolore non oncologico, anch’essi collocati in modo eterogeneo sul territorio: 164 al Nord, 64 al Centro e 77 al Sud.
Non va meglio anche su altri due fronti essenziali per l’applicazione della legge.
L’ultima relazione al Parlamento giudicava l’offerta formativa disomogenea sul territorio nazionale -confermata, peraltro, nel 2021 dall’Istruttoria Agenas- con 9 Regioni che non avevano attivato corsi di formazione per i professionisti per le cure palliative. Sul fronte ECM, l’analisi di Salutequità della banca dati Agenas mostra che dal 2019 a oggi l’attenzione e l’aggiornamento professionale sul tema ha avuto una flessione verso il basso: la pandemia ha fatto passare in secondo piano questi aspetti, anche se si colgono segnali di ripresa.
L’utilizzo dei farmaci per il trattamento del dolore mostra, ancora una volta differenze Nord-Sud, che richiederebbero una valutazione omnicomprensiva rispetto all’organizzazione e allo sviluppo delle reti cliniche di riferimento, così come di gap di diagnosi e cura a partire dal dolore cronico non oncologico.
Nel 2022 il Rapporto OsMed dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) evidenzia che il ricorso ai farmaci contro il dolore riguarda prevalentemente il dolore neuropatico (41% delle dosi giornaliere totali in aumento del 4,8% rispetto al 2021). L’uso di questi farmaci si riduce spostandosi da Nord a Sud, dove il consumo è di 6,2 DDD, di circa il 22% inferiori alla media nazionale (7.9); per contro le Regioni del Nord hanno un livello di consumo del 14% superiore (9). Le regioni nelle quali l’uso dei farmaci contro il dolore (dosi per mille abitanti al giorno) è superiore alla media nazionale sono quasi tutte al nord: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana. Le regioni in cui l’uso è notevolmente al di sotto tra 5.4 e 5.8 DDD sono: Calabria, Campania, Molise, Sicilia. Colpisce anche che di fronte ad un dolore cronico, metà dei pazienti sia stato trattato per meno di due settimane e oltre un terzo (34%) abbia ricevuto un’unica prescrizione nel corso dell’anno; le Regioni del Sud riportano i livelli più alti di utilizzatori sporadici (37,8%).
Di fronte a una legge dello Stato ancora vigente e oggetto di Accordi Stato-Regioni non può essere e non deve essere applicata parzialmente soprattutto quando in ballo c’è la qualità di vita delle persone e l’efficienza del SSN. Secondo Salutequità, quindi, è indispensabile: 1. Garantire accountability, facendo il punto aggiornato sulla legge 38/2010 sia sulle cure palliative, sia sulla terapia del dolore. Il prossimo appuntamento da non bucare è dicembre 2023 con l’auspicio che rappresenti il riavvio delle relazioni annuali al Parlamento sullo stato di attuazione della legge 38/10, anche in vista del raggiungimento del 90% nel 2028 di cure palliative previste nella legge di bilancio 2023.
2. Colmare le iniquità di accesso agendo sui ritardi nell’attuazione della legge. E’ urgente adeguare l’offerta assistenziale in termini quantitativi delle cure palliative in età adulta e pediatrica, così come di terapia del dolore al bisogno effettivo della popolazione considerando anche l’andamento demografico ed epidemiologico. E’ inoltre essenziale colmare le differenze nord-sud e intraregionali, sul consumo dei farmaci appropriati e necessari al trattamento del dolore
3. Aggiornare gli indicatori LEA del Nuovo Sistema di Garanzia inserendo anche la capacità di assicurare cure palliative e terapia del dolore ai pazienti cronici non oncologici.
4. Misurare l’assistenza in termini non solo quantitativi, ma anche qualitativi (es. audit clinici indicati da AIFA)
5. Garantire che il personale che opera tanto in cure palliative, quanto in terapia del dolore abbia sempre una formazione adeguata e specialistica.
-foto Agenzia Fotogramma-
(ITALPRESS).

Cronaca

Maserati celebra 2025 all’insegna di inclusione e valorizzazione talento femminile

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MODENA (ITALPRESS) – Volge a conclusione un 2025 denso di progetti e iniziative di successo verso una cultura aziendale inclusiva, che hanno rafforzato il ruolo di primo piano del Maserati Women’s Business Resource Group (BRG Donna), la community interna nata per valorizzare il talento femminile e favorire lo sviluppo professionale in un ambiente aperto, internazionale e multiculturale. “Del resto – spiega Maserati in una nota -, negli ultimi anni la Casa del Tridente ha visto crescere in modo significativo la presenza femminile in posizioni chiave e nel proprio Board, confermando una direzione chiara verso modelli di leadership più equilibrati e rappresentativi della ricchezza dell’organizzazione globale”.
Il BRG Maserati Donna è un’iniziativa interamente volontaria, ideata e portata avanti da dipendenti provenienti da funzioni, Paesi e background differenti. Questa eterogeneità costituisce il cuore del progetto, che mira a creare consapevolezza, sostegno reciproco e occasioni di crescita attraverso momenti di scambio autentico. Tra questi le coinvolgenti attività realizzate nel corso del 2025, a conferma della vitalità della community. Si è parti a marzo con l’International Women’s Day, che ha riunito numerosi partecipanti per una sessione di confronto culminata in oltre cinquanta contributi, per poi proseguire il mese successivo con il workshop di allyship “Through Her Eyes” con il coinvolgimento di ospiti e della leadership aziendale.
A giugno, poi, è stata la volta dell’incontro “Breaking Through & Lifting Others – Two Generations, One Journey”, seguito da un rilevante numero di partecipanti online e inserito nel progetto “Inspirational Talks”, ovvero conversazioni on line con speakers provenienti da mondi diversi dall’automotive, come quello musicale, accademico e della moda. Nel secondo semestre, l’evento “From Heritage to the Future” organizzato a settembre al Museo Panini ha raccolto diverse persone in un dialogo intergenerazionale che ha intrecciato identità, futuro e appartenenza, mentre l’adesione all’International Day of the Girl Child di ottobre ha dato voce a svariati contributi creativi. Infine, a novembre, il workshop dedicato al tema dell’Impostor Syndrome ha aggiunto un ulteriore tassello a un percorso ampio e partecipato.
Tra gli elementi più significativi di questo ricco calendario di iniziative firmate BRG Maserati Donna è un costante aumento dei partecipanti alle iniziative, con un passaggio fluido dalle iniziative digitali a quelle in persona. Da sottolineare anche il crescente coinvolgimento maschile, che evidenzia come l’allyship sia non solo un atto individuale, ma un indicatore essenziale di un’evoluzione culturale condivisa.
Per il prossimo anno, Maserati rinnova il proprio impegno a proseguire su questa strada con nuovi progetti e il chiaro obiettivo di allargare ulteriormente la partecipazione. “Solo così sarà possibile creare una comunità trasversale e attiva, capace di rafforzare il senso di appartenenza e di generare conversazioni autentiche sui temi della diversity, dell’equità e dell’inclusione”, prosegue la nota.
“BRG Maserati Donna rappresenta un esempio concreto di come la collaborazione spontanea e la condivisione di esperienze possano incidere in profondità sulla cultura aziendale – afferma Santo Ficili, COO di Maserati -. Siamo orgogliosi dei progressi compiuti e continueremo a investire sulla valorizzazione dei talenti della nostra organizzazione”.
“Il nostro obiettivo è creare spazi sicuri e stimolanti, in cui ogni collega possa sentirsi supportato – ha aggiunto Julie Taieb-Doutriaux, Chair del BRG Maserati Donna -. Quando ho assunto la posizione di presidente nel marzo 2023, il mio obiettivo è stato quello di creare eventi interattivi e conversazioni di valore. In tre anni abbiamo creato una comunità diversificata e dinamica di donne e uomini”.

– Foto ufficio stampa Maserati –

(ITALPRESS).

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Women Value Company 2025, Intesa Sanpaolo premia 33 Pmi del Nord Italia

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MILANO (ITALPRESS) – Si è svolta a Milano la tappa finale del Premio Women Value Company Intesa Sanpaolo organizzato dal Gruppo bancario guidato da Carlo Messina, in collaborazione con Fondazione Marisa Bellisario e, da quest’anno, con la partecipazione di Intesa Sanpaolo Innovation Center.
L’iniziativa, riconosciuta come categoria speciale del Premio Marisa Bellisario e giunta quest’anno alla nona edizione, è dedicata alla valorizzazione dell’imprenditoria femminile d’eccellenza per l’impegno nel promuovere la parità di genere. Impegno anche finanziario, grazie al miliardo di euro per investimenti a favore dell’imprenditoria femminile messo a disposizione dalla Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo diretta da Stefano Barrese, che nei primi nove mesi dell’anno ha erogato complessivamente 43 miliardi di euro in Italia a famiglie e PMI.
Sono circa un migliaio le candidature al Premio pervenute quest’anno da tutta Italia, di queste sono 80 le imprese selezionate e premiate in tre incontri – a Bologna, Napoli e Milano – oltre a due le Mele d’Oro assegnate da Fondazione Bellisario e Intesa Sanpaolo lo scorso giugno, durante la cerimonia della 37^ edizione del Premio Marisa Bellisario. Women Value Company Intesa Sanpaolo ha, inoltre, raccolto fino ad oggi oltre 7.500 candidature, assegnato 18 mele d’oro, premiato circa 900 PMI grazie a oltre 20 incontri di valorizzazione sul territorio.
Dopo l’incontro di Bologna e Napoli, in quello milanese si è svolta la premiazione di 33 imprese del Nord Italia, tra le 80 vincitrici del Premio Women Value Company Intesa Sanpaolo 2025, e l’assegnazione delle menzioni speciali: Menzione per l’innovazione, istituita sotto l’egida di Intesa Sanpaolo Innovation Center, a Optec (Busto Garolfo – MI) www.optec.eu; Menzione per il Sociale a Cooperativa Orizzonti (Padova – PD) www.orizzonticoop.it; oltre alla celebrazione della Mela d’Oro Piccola Impresa, MyLime (Cremona – CR) www.my-lime.com
‘Ringrazio ancora una volta Intesa Sanpaolo per aver reso possibile questa splendida iniziativa e le aziende selezionate per il grande contributo che danno all’economia dei loro territori e alla diffusione di una cultura di parità – ha detto
Lella Golfo, Presidente della Fondazione Marisa Bellisario -. Il loro modello di gestione ci conferma che investire sulle donne, valorizzare le loro idee e competenze, favorire la loro crescita professionale sono tutte scommesse vincenti. Con Women Value Company premiamo l’impegno, l’equità e la lungimiranza di tante PMI italiane perchè il loro modello di crescita inclusiva e sostenibile diventi un esempio per tutte le nostre realtà produttivè.
‘Intesa Sanpaolo come banca di riferimento delle PMI, forza dell’Italia, dedica credito, iniziative di valorizzazione oltre a supporto alla formazione con attenzione specifica all’imprenditoria femminile particolarmente presente nel Nord Italia, motore dello sviluppo economico e produttivo – ha sottolineato Anna Roscio, Executive Director Sales & Marketing Imprese Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo -. Abbiamo messo a disposizione un miliardo di euro di credito per gli investimenti delle imprese femminili a beneficio di un modello di crescita sostenibile ed evoluto. In questa tappa finale, la collaborazione e il Premio con Fondazione Bellisario offrono un meritato riconoscimento al valore distintivo delle donne imprenditrici di tutta la Penisola per la loro capacità di innovazione e per l’impatto positivo sul tessuto economico e sociale dei territori di appartenenzà.
‘Il nostro contributo al Premio Women Value Company conferma l’impegno di Intesa Sanpaolo Innovation Center nel valorizzare il talento femminile quale leva strategica di innovazione per una crescita sostenibile, inclusiva e competitiva del Paese – le parole di Viviana Bacigalupo, Direttrice Generale Intesa Sanpaolo Innovation Center -. L’innovazione è un acceleratore di sviluppo economico e sociale, e con la menzione speciale all’innovazione intendiamo riconoscere e valorizzare imprenditrici orientate al cambiamento, perchè dove ci sono visione, cultura della parità e capacità di innovare, le imprese prosperano e generano impatto positivo per le comunità. Come Innovation Center siamo al loro fianco per favorire lo sviluppo di nuove realtà innovative e supportarne la crescità.
La visione sul futuro dell’imprenditoria femminile e della gender equality all’interno delle PMI italiane è il focus dell’edizione 2025, che ha premiato l’impegno per l’accesso e la valorizzazione del talento femminile nel mondo del lavoro, riconoscendo come il loro contributo sia determinante per la crescita aziendale, per la produttività e per una visione inclusiva nel futuro.
Grazie alla collaborazione di Intesa Sanpaolo Innovation Center avviata da quest’anno, Women Value Company Intesa Sanpaolo 2025 ha definito una nuova menzione speciale dedicata all’innovazione, consegnata da Viviana Bacigalupo.
L’iniziativa è parte del più ampio Premio Marisa Bellisario dell’omonima Fondazione: ogni anno una Commissione esaminatrice, presieduta da Lella Golfo e da Gianni Letta, seleziona e assegna le Mele d’Oro a imprenditrici, manager, donne delle istituzioni, della cultura e della scienza che si sono particolarmente distinte e che con il loro impegno hanno creato valore. Tra queste ha ricevuto la Mela d’Oro per la categoria Management Maria Luisa Gota, responsabile della Divisione Asset Management di Intesa Sanpaolo, amministratore delegato Eurizon e prima donna alla guida di Assogestioni.
Le Mele d’oro Women Value Company 2025 sono state assegnate a MyLime per la categoria piccole imprese, giovane microimpresa innovativa che crea valore e trasparenza sul ciclo di vita dei prodotti attraverso il Digital Product Passport, mentre per la categoria media impresa la Mela d’oro è stata riconosciuta a Mulan Group, azienda alimentare che collabora con le principali catene della grande distribuzione in tutta Europa.
Le 80 PMI vincitrici sono per il 18% Micro-imprese, 63% Piccole Imprese e per il 19% Medie Imprese, distribuite per il 38% nel Nord Italia, il 35% nel Centro e il 27% al Sud. L’ 85% ha avviato iniziative volte a conciliare vita professionale e vita personale dei dipendenti (smart working, asili, flessibilità, mensa, permessi, agevolazioni trasporto). L’86% ha attivato iniziative volte ad incrementare il benessere dei dipendenti (premi, benefit, assistenza sanitaria, agevolazioni tempo libero e genitorialità). 30 PMI hanno già ottenuto o fatto domanda per ottenere la certificazione per la parità di genere.
La nona edizione del Premio conferma che investire sulle persone e il loro benessere, sul welfare e sulla formazione genera un contesto favorevole per la crescita dell’impresa e del business: il 94% ha stimato il fatturato in aumento o stabile (YoY); il 64% ha avviato e/o consolidato attività di export e internazionalizzazione; ben oltre la metà (65%) sono PMI con più di venti anni di attività alle spalle; manifatturiero, healthcare e servizi si confermano i settori più rappresentati.
Oltre al miliardo di euro messo a disposizione per le imprese femminili che avviano una nuova attività o investono nel rafforzamento della propria impresa agendo sui filoni quali la digitalizzazione, l’innovazione e l’ampliamento delle competenze, Intesa Sanpaolo aggiunge supporto finanziario attraverso S-Loan Diversity, una soluzione innovativa abbinabile ad alcuni finanziamenti a medio lungo termine che premia con una riduzione di tasso gli sforzi delle imprese nella direzione della parità di genere, nello sviluppo di programmi di incremento del welfare, nell’incremento di nuove assunzioni di dipendenti donne. Ad oggi sono stati erogati 183 finanziamenti per oltre 250 milioni di euro.
La Banca ha inoltre strutturato un’offerta per agevolare l’accesso ai benefici statali: Business Gemma è il finanziamento a medio e lungo termine dedicato alle imprese femminili e alle lavoratrici autonome, che beneficia del Fondo di Garanzia per le PMI e della sospensione fino a un anno della quota capitale delle rate; mamma@work, il finanziamento a condizioni vantaggiose per le mamme lavoratrici, anche autonome, che integra le disponibilità economiche per favorire la conciliazione tra vita professionale e impegni familiari; Welfare Hub, il servizio con cui le aziende possono incrementare il benessere personale e familiare dei propri dipendenti, grazie all’accesso a una piattaforma digitale in cui è possibile spendere il proprio ‘credito welfarè scegliendo tra beni e servizi nelle aree di maggiore interesse (casa e famiglia, salute e benessere, risparmio e tempo libero).

– foto xh7/Italpress –
(ITALPRESS).

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UVET, Patanè “Per il business travel prospettive positive”

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MILANO (ITALPRESS) – Settecento milioni di euro di giro d’affari, 300 milioni di fatturato e un EBITDA di 21,5 milioni di euro. Sono i numeri del Gruppo Uvet, realtà milanese specializzata nel business travel che oggi conta 700 occupati diretti e 11 alberghi in gestione. A tracciare il bilancio dell’anno e le prospettive future è il presidente Luca Patanè, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy.
“Il 2025 è stato un ottimo anno, è andato meglio del 2024, e ci aspettiamo per il 2026 una crescita ulteriore”, spiega Patanè, che guida un’azienda articolata su più fronti: business travel per le aziende, organizzazione eventi, agenzie di viaggio retail e tour operating. La presenza del gruppo sul territorio nazionale è capillare, con sedi a Milano, Bologna, Treviso, Torino, Roma, Matera e Firenze.
Le prospettive nel settore del business travel, secondo il presidente, sono di lieve ma costante crescita, strettamente legata agli andamenti dell’economia. “Al crescere dell’economia c’è un crescere delle trasferte”, sintetizza Patanè, sottolineando come tra i clienti figurino numerose piccole e medie imprese italiane, oltre alle grandi aziende.
Negli ultimi anni la filiera del travel ha vissuto una profonda trasformazione. “Sono cambiati i fornitori – alberghi, compagnie aeree, autonoleggi – che sono maturati e hanno affrontato richieste particolari legate alla sostenibilità”, spiega il presidente. Le strutture ricettive hanno dovuto adeguarsi agli standard ambientali, mentre le compagnie aeree hanno affrontato la sfida dei carburanti a basso impatto per ridurre le emissioni di CO2. Questi cambiamenti hanno influenzato anche il comportamento dei consumatori, sempre più orientati verso scelte sostenibili.
La digitalizzazione ha rivoluzionato il rapporto con i clienti. “Comunichiamo molto attraverso i tool”, spiega Patanè, riferendosi agli strumenti digitali che permettono prenotazioni, commenti e integrazione con i sistemi aziendali. L’evoluzione tecnologica consente oggi di mandare videomessaggi o messaggi vocali per prenotare un volo, ma il tocco umano resta insostituibile.
“Rimane un lavoro ancora abbastanza manuale quando devi assistere nelle difficoltà il viaggiatore, perchè ci sono mille imprevisti”, sottolinea il presidente del gruppo Uvet. Con clienti che viaggiano in tutto il mondo, spesso in aree complesse, serve una professionalità costruita negli anni per gestire emergenze, interfacciarsi con fornitori che non parlano le lingue internazionali e risolvere problemi in tempo reale.
Sul fronte dell’innovazione tecnologica, Patanè adotta un approccio pragmatico. “I big data ti aiutano a conoscere bene il cliente, però gli devi fare le domande giuste, altrimenti ti dicono solo cose banali”, avverte. La sfida è saper leggere tra le righe delle richieste, anticipare i bisogni non espressi, evitare risposte automatiche che “fanno perdere più tempo”.
“Bisogna in maniera magistrale seguire lo sviluppo della tecnologia nei prossimi dieci anni per capire il reale peso dell’uomo e della macchina”, sottolinea.
Infine, Patanè evidenzia il successo dell’ultima edizione del Biztravel Forum, evento organizzato da Uvet e giunto alla ventitreesima edizione. Quest’anno la location scelta è stata il Palazzo del Ghiaccio di Milano, nei pressi del CONI, per celebrare l’anno olimpico con la partecipazione di aziende sponsor dei Giochi. Era presente anche il ministro del Turismo Daniela Santanchè.
“E’ un think tank che portiamo avanti adattando i formati al cambiamento del mood dei consumatori”, spiega Patanè. L’evento è diventato “un punto di riferimento per rinsaldare il rapporto tra fornitori, clienti e agenzie, fondamentale per disegnare i trend futuri”.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

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