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Catania incorona i nuovi campioni italiani di para powerlifting

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CATANIA (ITALPRESS) – Concluse a Catania le finali dei campionati italiani assoluti di para powerlifting. Dopo le gare femminili di ieri, oggi, all’International Airport Hotel, sono andate in scena quelle maschili. Presenti alla competizione, organizzata dalla Polisportiva Giuseppe Primo, anche il delegato federale Salvatore Scarantino, il presidente del Comitato Sicilia, Salvatore Parla, la delegata provinciale Cip, Cristina Greco, e il deputato Giuseppe Lombardo, che hanno premiato i neo campioni italiani. Presenti anche i vertici della direzione nazionale paralimpica, il dt Sandro Boraschi, e i tecnici Filippo Piegari e Antonio Di Rubbo. Nella categoria fino a 49 kg sfida accesissima tra il giovanissimo neofita Gabriele Di Cristina e il veterano Giuseppe Dello Russo: alla fine la spunta quest’ultimo con un’ultima alzata a 85 kg ma Di Cristina si mette comunque in mostra non solo per la medaglia d’oro juniores, ma anche per il nuovo record italiano con 77 kg sollevati. Nella 54 kg ottima prova del giovane, classe 2007, Nicolò Agrò, oro juniores con 60 kg sollevati in ultima prova dopo un trittico di prove valide; oro a Calogero Andolina con 95 kg. Nella 59 kg Paolo Agosti batte la concorrenza con 132, 138 e infine con 140 kg sollevati in terza prova. Argento a Mohamed Bashir Abukabda con 100 kg, bronzo ad Angelo Bellofatto con 75 kg. Sfida all’ultima alzata nella categoria fino a 65 kg tra Giuseppe Colantuoni e Paolo Bressi: è il primo a spuntarla con 140 kg, uno solo in più dell’avversario, argento con 139. Bronzo a Rosario Balsamo con 115 kg. Nella categoria fino a 72 kg spicca Salvatore Pio Modica con tre alzate valide su tre, di cui la migliore a 142 kg, che gli vale l’oro di categoria; argento a Fabio Amante con 115, bronzo a Flavio Manardi con 101. Nella 80 kg dominio assoluto di Donato Telesca che, non solo vince l’oro ma mette la firma sul nuovo record italiano con 206 kg, una misura che lo proietta con fiducia alle prossime gare internazionali valevoli per le qualificazioni olimpiche per Parigi 2024. L’azzurro prova anche 212 kg che però non salgono per pochissimo. Argento a Daniele Magri con 97 kg. Nella 88 kg ottima prova di Fabio Filippi che conquista il primo posto con 146 kg sollevati in seconda prova; argento per Alberto Chiola con 130 kg, bronzo con 105 kg con David Jennewein. Nella 97 kg trionfa Pietro Preziosi con tre prove positive, a 127, 133 e 136 kg; argento per Lorenzo Scirocco con 126, bronzo a Nicky Russo con 125. Record italiano nella categoria fino a 107 kg per Andrea Quarto, che vince la medaglia d’oro con 200 kg; argento a Gianmatteo Punzurudu con 108, bronzo a Giuseppe Gennaro con 85 kg. Chiude la giornata, la gara per atleti +107 kg dove trionfa Lorenzo Tonetto con 140 kg, argento a Francesco Gibilterra con 85 kg.
– foto ufficio stampa Fipe –
(ITALPRESS).

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Velasco “Felice di aver visto le azzurre forti dentro. Sappiamo che da adesso sarà ancora più dura”

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TRENTO (ITALPRESS) – “L’obbligo di vincere è la cosa più difficile da gestire per una squadra o per un atleta. A inizio stagione ho detto che il modo in cui abbiamo vinto le Olimpiadi era l’eccezione, la regola è giocare punto a punto. L’abbiamo ripetuto molte volte che è difficile ripetersi e che dovevamo essere pronte. Soprattutto perché si era fatta male Fahr e dopo un po’ dall’inizio della partita è uscita Orro. Bisogna essere forti dentro e sono molto felice di questo, molto di più di quando abbiamo vinto facilmente”. Così il ct della Nazionale femminile di volley, Julio Velasco, al Festival dello Sport di Trento. “Alle ragazze avevo posto obiettivo di essere autonome e autorevoli a inizio biennio. E questo lo hanno dimostrato. Nei momenti difficili la squadra non sembrava né impaurita né persa. Dico che bisogna saper giocare male, ovvero bisogna saper giocare quei momenti in cui giochiamo peggio degli avversari. Bisogna tenere duro, evitare che loro prendano controllo della partita. Ma non lo hanno fatto perché l’ho insegnato io, io cerco di tirare fuori cose che hanno già dentro”.

“La Nazionale maschile viveva molto emozioni per diversi fattori. Un po’ per l’infortunio di Lavia e un po’ perché hanno ricevuto molte critiche, e questo lascia il segno. Non solo nelle sconfitte precedenti, sempre in finale tranne alle Olimpiadi, ma anche dopo la partita contro il Belgio. Accumulavano tensione e rabbia. Ogni momento ha un’emozione speciale, lo sport è bello perché è emozione, non è calcolo”, ha aggiunto.

“Sappiamo benissimo che ora sarà ancora più dura. Infatti, dopo aver letto il titolo di oggi, ‘Le invincibili’, ho toccato tutto per scaramanzia. Non avrei messo quel titolo, porta una sfortuna tremenda perché prima o poi perderemo. Non alimentiamo questa cosa per cui si vince e allora la cosa più normale è vincere di nuovo, perché, invece, per un discorso di probabilità la cosa più normale è perdere. Quando si iniziano i campionati partiamo tutti da zero punti”, ha concluso.

– foto IPA Agency –

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Spinazzola e la Nazionale ritrovata “Sono felice, ora dare tutto per il Mondiale”

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ROMA (ITALPRESS) – “Sono un altro giocatore. Sono felice dell’uomo e del giocatore che sono diventato”, così Leonardo Spinazzola ha parlato di sé in una lunga intervista concessa a Radio1 Rai. Tornato in Nazionale dopo oltre due anni, il terzino attualmente in forza al Napoli di Conte, si gode il momento e spiega di essere diverso rispetto al giocatore dell’Europeo del 2021, quando era un incontenibile esterno di fascia prima dell’infortunio grave, la rottura del tendine d’Achille sinistro durante la partita con il Belgio nei quarti di finale. Meno esplosivo sì, ma più maturo, più esperto. “Sono un altro giocatore rispetto all’Europeo”, ha detto Spinazzola, “sono andato avanti, ho oltrepassato quell’immagine dell’Europeo. Spero che lo facciano anche gli altri”. Dopo l’infortunio Spinazzola ha attraversato momenti difficili, ha avuto bisogno di un sostegno psicologico. “Succede”, ha spiegato al microfono di Radio1, “non c’è nulla di sbagliato. Ognuno di noi ha dei traumi, ha delle cose che ti tengono intrappolato. A me è successo e con questo aiuto ho fatto un grande percorso. Soprattutto per me uomo, ben più importante del me giocatore”.

Tra i tanti allenatori avuti, Spinazzola vede somiglianze tra Gattuso e De Rossi, compagni nell’Italia campione del mondo nel 2006: “Sono ex giocatori che con il loro carisma, anche con la loro simpatia, mettono in primo piano il gruppo e la serenità all’interno di questo”. Spinazzola si definisce un giocatore fortunato. “Ma la fortuna va cercata anche attraverso le sconfitte. E la fortuna più grande è la salute, quella della propria famiglia”. Gli scudetti con la Juventus e con il Napoli, la Conference League con la Roma e l’Europeo con la Nazionale. Manca la partecipazione al Mondiale. “Cosa rappresenterebbe? Tanto, tutto. Dobbiamo mettercela tutta per arrivarci”.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Spalletti “In Nazionale ho sbagliato. Questa Italia ai Mondiali ci va”

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TRENTO (ITALPRESS) – “L’Italia va ai Mondiali. I calciatori sono forti e Gattuso ha qualità di spessore, è stato molto bravo a far giocare insieme le due punte e trovare la grinta. La sua ricerca del carattere e del fisico è stata decisiva contro Israele, quella partita l’ha vinta lui senza dover per forza lavorare dal basso e ha delle soluzioni interessanti”. Così l’ex ct della Nazionale, Luciano Spalletti, ospite del Festival dello Sport di Trento. “Ogni volta che vedo l’Italia ripenso alle mie qualificazioni e alla Norvegia – sottolinea l’ex mister di Roma, Inter e Napoli – Siamo andati a giocare quella partita al termine di un campionato che ci aveva logorato, con l’Inter che aveva preso cinque gol tre giorni prima (nella finale di Champions col Psg, ndr) e tanti giocatori infortunati. Bastoni era in dubbio nella gara che ho giocato da esonerato, avevamo pochissimi calciatori e ha finito con grande sofferenza. Giocare quella gara in quel momento lì, non è la stessa cosa che avere la possibilità di scelta di venti giocatori di livello. Se non credessi nel movimento Italia, non sarei diventato ct”.

“In Nazionale ho commesso l’errore di trasferirgli troppo questo mio sentimento e questo mio amore per il calcio. Ci sono successe delle cose e ho sentito dire delle cose, ma ho tentato di trasferirgli quel mio modo di vivere lo sport e la professione e lì ho sbagliato”, ha ammesso raccontando il suo esonero dall’Italia dai microfoni del Festival dello Sport di Trento. “Li ho un po’ intasati tra cose dette e richieste, mentre ai calciatori ora serve essere leggeri perché le pressioni sono tante – spiega l’ex allenatore di Roma, Inter e Napoli – Devono arrivare alla partita e sentire la musica dentro lo spogliatoio, ormai coi social nel calcio tutti possono vedere tutto. Ho cercato di fargli capire che il calcio è una cosa seria, mi sono capitate subito due situazioni antipatiche con dei calciatori (Tonali e Zaniolo, ndr) che sono stati prelevati nel ritiro per il gioco… Però probabilmente gli sono entrato troppo negli ingranaggi e questo non ha fatto bene”.

– foto IPA Agency –

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