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Cronaca

Rapporto DEKRA, 70% degli incidenti stradali mortali avviene in città

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PALERMO (ITALPRESS) – La tecnologia e le persone sono interconnesse nel traffico stradale e il ruolo dell’uomo e le sue scelte sono fondamentali nel contesto urbano e cittadino. E’ quanto emerge dal Rapporto DEKRA sulla sicurezza stradale 2023, ‘Tecnologia e Personè, presentato alla Camera dei Deputati.
Il report ha individuato nello sviluppo della guida automatizzata una soluzione ai principali problemi stradali e, se implementata, potrà ridurre gli incidenti mortali che nel 70% dei casi avviene in città e vede fra le vittime principalmente coinvolte gli over 65.
Nel nostro Paese, secondo gli ultimi dati Istat relativi al periodo gennaio-giugno 2023, rispetto al 2022, sono in calo le vittime sulle autostrade (-9,7%), seguono quelle sulle strade extraurbane (-3,3%) e sulle strade urbane (-0,1%). Se da un lato, però, gli incidenti mortali sono in diminuzione, dall’altro si registra un calo molto limitato del numero degli incidenti stradali con lesioni a persone (79.124; -1%) e dei feriti (106.493; -0,9%).
Inoltre, dalla recente Indagine sulla qualità della vita del 2023 dell’Università Sapienza di Roma, emerge che nel 2022 le città più sicure sono: Prato, Gorizia e Genova con rispettivamente 118, 120 e 120 tra morti e feriti per 100 incidenti stradali. Fanalino di coda sono: Foggia, Cosenza e Crotone dove i numeri salgono, nell’ordine a 176, 170 e 169.
A livello internazionale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che attualmente ci siano circa 1,3 milioni di morti per incidenti stradali ogni anno. Stando ai dati pubblicati nel Rapporto DEKRA, nel 2020 nell’UE si è raggiunto il numero più basso di incidenti stradali, un valore che però nel 2022 è tornato a crescere. Il calo percentuale rispetto al 2001 si attesta, quindi, al 56%. I progetti europei, che prevedono il dimezzamento del numero di vittime sulle strade nell’UE entro il 2030 e la possibilità di eliminare completamente i decessi entro il 2050, sono finalità ancora lontane dall’essere raggiunte.
Uomo responsabile del 90% degli incidenti
Secondo il Rapporto DEKRA, l’uomo è responsabile di oltre il 90% degli incidenti e per questo l’industria automobilistica sta puntando, ormai da anni, su sistemi di assistenza alla guida in grado di riconoscere tempestivamente situazioni critiche del traffico o modalità di guida non sicure. Il continuo miglioramento della tecnologia (sensori, automazione, digitalizzazione) rappresenta una valida opportunità per ridurre significativamente il numero di incidenti tra veicoli a motore e utenti stradali vulnerabili. Ciò nonostante, così come evidenzia il report, rimane l’essere umano con i suoi comportamenti al volante e la sua condotta l’attore principale di una sana sicurezza stradale.
E’ necessario prestare particolare attenzione alle zone urbane e alle persone di età superiore ai 65 anni. Il 70% circa di tutti gli incidenti mortali di pedoni, ad esempio, si verifica nei centri urbani. Quasi la metà di tutte le vittime di incidenti stradali nell’UE rientra nella fascia di età superiore ai 65 anni, anche se la loro percentuale sulla popolazione totale nel 2021 era del 21% circa. Nel 99% di tutti gli incidenti stradali, che hanno interessato pedoni con lesioni mortali registrati nell’UE, erano coinvolte autovetture. Nell’ottica della ‘Vision Zerò, perseguita anche a livello internazionale, si chiede di sfruttare al meglio il potenziale a disposizione per migliorare ulteriormente la sicurezza stradale. Il rapporto fra uomo e tecnologia, in questo caso, può essere una componente essenziale per il raggiungimento di tali obiettivi.
La tecnologia e, in particolare, i sistemi di guida automatizzati e connessi svolgono un ruolo importante. Dotando i veicoli di sistemi di assistenza specifici e rendendoli in grado di comunicare reciprocamente, è possibile individuare tempestivamente le situazioni di pericolo ed evitare gli incidenti o almeno limitarne le conseguenze. Tuttavia, i sistemi di assistenza non esonerano i conducenti dalle loro responsabilità. In fondo, scegliere di adottare una condotta responsabile o meno fa sempre parte delle determinazioni della persona. Sebbene la tecnologia sia molto utile, il Rapporto DEKRA sottolinea come sia necessario accertarsi che essa non finisca per distrarre o stressare eccessivamente chi è alla guida. Il prerequisito fondamentale per l’utilizzo dei sistemi di assistenza è, quindi, che essi siano facilmente fruibili da parte di tutti gli utenti.
Le misure dell’UE per la sicurezza stradale 2020-2030 evidenziano come le politiche sulla mobilità devono adeguarsi ai cambiamenti in atto, per affrontare le sfide e le nuove opportunità come la trasformazione dei modelli di mobilità, la connettività e l’automazione. Anche se i progressi sono troppo lenti, l’Europa non intende rallentare, ma garantire che sulle strade viaggino solo tecnologie sicure. L’obiettivo è quello di assicurare il massimo livello di sicurezza e un processo normativo uniforme. La creazione di un assetto di regole dell’UE per i veicoli automatizzati rafforzerebbe la competitività globale delle case automobilistiche europee. La guida connessa e automatizzata ha un grande potenziale e la volontà nell’Unione Europea è quella di lavorare velocemente per creare le giuste condizioni per il suo sviluppo.
Per Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei Deputati, ‘quello della sicurezza stradale è un tema di prioritaria importanza, in relazione al quale l’attenzione del Parlamento è particolarmente alta. Lo dimostra il recente avvio, nella IX Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, dell’esame della proposta governativa di riforma del Codice della Strada. In base agli ultimi dati presenti nella Relazione illustrativa al disegno di legge si evidenzia come nel 2022 i livelli d’incidentalità nel nostro Paese siano rimasti elevati. Credo che molto possa e debba essere fatto per aumentare la sicurezza e prevenire gli incidenti, anche attraverso il ricorso alle nuove tecnologie. Occorre, inoltre, promuovere e diffondere la cultura della responsabilità, per accrescere la consapevolezza circa i rischi alla guidà.
Secondo Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ‘il tema della sicurezza stradale è tra le priorità del mio dicastero. In questi giorni è in discussione alla Camera il Disegno di Legge per la modifica del Codice della Strada e conto che entro la fine dell’anno almeno un ramo del Parlamento lo approverà. Dalle ultime indagini è stato confermato che la distrazione al telefono è tra le principali cause di incidentalità. In questo senso, ho deciso di intervenire con strumenti deterrenti più che con sanzioni. Per quanto riguarda la mobilità a due ruote, nello specifico per i monopattini, prevediamo a tutela di tutti, l’utilizzo del casco, della targa e dell’assicurazione. Nei prossimi anni, vorremmo inoltre destinare fondi del MIT per la manutenzione delle strade provinciali e comunali e per la sostituzione di guardrail innovativi. La sicurezza stradale è una questione complessa che va affrontata anche con l’aiuto di realtà private importanti come DEKRA Italia così da raggiungere l’obiettivo di rendere le strade più sicurè.
Galeazzo Bignami, Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha osservato che ‘nell’evoluzione dei Rapporti DEKRA registriamo questa significativa attenzione verso le nuove frontiere della sicurezza e quest’anno, in particolare, sul tema della sinergia fra uomo e tecnologia. I dati che si evincono dal Rapporto fotografano una certa diffidenza verso l’utilizzo della guida assistita e degli altri sistemi tecnologici. E’ altrettanto interessante il fatto che circa due intervistati su tre dichiarino che la provenienza di questi strumenti sia per loro indicativa. L’esigenza di una performance da parte dei Paesi produttori e la ricerca della qualità è un aspetto che l’Europa deve continuare a salvaguardare. Il Rapporto, inoltre pone anche il tema della formazione, soprattutto con riferimento agli anziani, molti dei quali restano refrattari all’utilizzo di tali strumentì.
Francesco Paolo Sisto, Viceministro della Giustizia ha sottolineato che ‘il Rapporto ci mette di fronte a fenomeni che richiamano la coscienza di tutti. Il diritto tuttavia non basta, incrementare le pene neanche. Le tecnologie aiutano il conducente a essere attento e a rispettare le regole, al contempo, si richiede un percorso formativo partendo dalla più tenera età. Qualsiasi forma di cultura si trasforma in una maggiore probabilità di legalità. Il sistema deve quindi mettere insieme diversi fattori: l’educazione, anche familiare, e infine la prevenzione che non è una vacua applicazione di regole ma richiede l’attenzione di ciascuno. Senza questo, non c’è norma, investimento o sanzione che possa bastarè.
‘Il Rapporto DEKRA 2023 evidenzia la profonda interconnessione fra l’uomo e la tecnologia, oggi essenziale nella sicurezza stradale – ha affermato Toni Purcaro, Executive Vice President di DEKRA Group e Presidente di DEKRA Italia -. Come sottolinea la ricerca, il 90% degli incidenti, purtroppo, è causato dall’errore umano e, pertanto, è necessario implementare sistemi di assistenza alla guida in grado di riconoscere tempestivamente situazioni critiche. Pur essendo l’uomo con la sua condotta determinante nella sicurezza stradale, appare imprescindibile puntare sull’innovazione tecnologica in grado di supportare in modo efficace i soggetti coinvolti nella circolazione stradale e raggiungere così l’ambizioso obiettivo ‘Vision Zerò di eliminare del tutto le vittime della strada entro il 2050’.
Filiberto Mastrapasqua, Direttore del Servizio Polizia Stradale delegato dal Capo della Polizia Prefetto Vittorio Pisani, ha rilevato che ‘la sicurezza stradale è una delle voci più rilevanti delle agende istituzionali degli Stati membri dell’Unione europea. Molti passi in avanti sono stati fatti ma siamo ancora molto lontani dall’obiettivo del Piano nazionale sulla sicurezza stradale, cioè da una riduzione delle vittime del 50% entro il 2030 a zero morti sulle strade nel 2050. Occorre un cambiamento culturale che consideri la guida un’attività complessa. I tempi dettati dall’agenda internazionale non sembrano compatibili con l’applicazione della guida autonoma, in grado sulla carta di abbattere gli indici di incidentalità. La cultura della guida sicura deve diventare un valore comune e la sicurezza stradale un impegno corale, in un’ottica di sicurezza partecipata. L’attività della Polizia Stradale non si ferma all’azione di prevenzione e repressione delle condotte, ma si sviluppa anche nell’area della comunicazione e formazione, in particolare per sensibilizzare le giovani generazionì.
‘I dati del Rapporto riguardanti gli incidenti stradali non fotografano soltanto numeri ma persone che devono restare al centro dei nostri interventi – ha sottolineato Eugenio Patanè, Assessore alla Mobilità delegato dal Sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri -. Ragionare e discutere di soluzioni sulla base di dati oggettivi che vengono portati alla nostra attenzione è il modo più adeguato per tentare di fare dei passi in avanti in questo settore molto complesso e drammaticamente all’attenzione dell’opinione pubblica quotidianamente. Il nostro compito come amministratori è quello di comprendere i fenomeni, rilevare dove si verificano gli incidenti e qual è il costo sociale, isolando i cosiddetti Blackpoint. Il tema sicurezza deve essere sempre più legato alle politiche sulla mobilità, incentivando la riduzione dei veicoli in circolazione, investendo sulle infrastrutture e sull’informazione, sull’educazione e sulla formazione nelle scuolè.
Per Marco Granelli, Assessore alla Sicurezza delegato dal Sindaco di Milano Giuseppe Sala, ‘stiamo lavorando per intervenire sulle regole, sulle infrastrutture e sui comportamenti dei guidatori, per prevenire gli incidenti e rafforzare la sicurezza stradale. La distrazione alla guida resta una delle maggiori cause di incidenti, pertanto abbiamo incentivato l’installazione di telecamere per monitorare le infrazioni e indurre un cambiamento dei comportamenti dei cittadini attraverso l’attività sanzionatoria. Urgono, al contempo, modifiche strutturali anche attraverso l’innovazione nel campo della segnaletica stradale e l’introduzione degli autovelox per incentivare l’automobilista a ridurre la velocità nelle zone abitate. Stiamo intervenendo, infine, nelle scuole promuovendo il dialogo con gli adolescenti per implementare la formazionè.
‘E’ necessario, in primo luogo, individuare percorsi formativi adeguati per rafforzare la sicurezza stradale. Nel nostro Paese, inoltre, circolano auto troppo vecchie, con più di dieci anni di immatricolazione – ha detto Angelo Sticchi Damiani, Presidente ACI -. Si tratta di un problema economico, sociale e ambientale che aumenta il rischio di incidenti e che, pertanto, deve essere affrontato con misure strutturalì.
Hanno preso parte all’evento: Elisabetta Oliveri, Presidente Autostrade per l’Italia; Antonio Ragonesi, Responsabile dell’Area Sicurezza e legalità di ANCI e Roberto Mastrangelo, Responsabile Gestione Rete Anas.
La presentazione del Rapporto DEKRA si è svolta nell’ambito degli eventi organizzati in occasione della Giornata mondiale in memoria delle Vittime della Strada, istituita dall’ONU, volta a promuovere una campagna per la prevenzione degli incidenti mortali e con lesioni gravi e rendere omaggio alle squadre di emergenza, alle forze dell’ordine e agli operatori sanitari. L’ufficio stampa dell’evento è stato curato da Ital Communications di Attilio Lombardi.

– Foto Ital Communications –

(ITALPRESS).

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BREAKING NEWS LOMBARDIA – 7 OTTOBRE 2025

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I fatti del giorno: Pavia, spaccatura in giunta sul trasferimento dei Sinti – Garlasco, chiarimenti sul computer di Sempio – Voghera, Stefano Boeri incaricato per il futuro dell’ex caserma – Milano, nuova super perizia per la morte di Ramy Elgaml – Statale, occupazione degli studenti per la Palestina – Addio ad Aimo Moroni, il cuoco che ha fatto la storia della cucina italiana – Pronto Meteo Lombardia 8 Ottobre.

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Scompenso cardiaco, presentato il paper con le nuove linee di azione

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ROMA (ITALPRESS) – Si è tenuto oggi a Roma l’evento di presentazione del policy paper “Verso un piano nazionale per lo Scompenso Cardiaco”, alla presenza di rappresentanti delle Istituzioni, esperti clinici e associazioni di pazienti. L’iniziativa, realizzata con il contributo non condizionante di AstraZeneca Italia, Roche Diagnostics e Bayer Italia, ha presentato i risultati del documento elaborato dal Gruppo di Lavoro dedicato, che negli ultimi mesi si è riunito periodicamente per affrontare le principali criticità legate a una patologia in costante crescita come lo scompenso cardiaco.
In Italia lo scompenso cardiaco interessa circa un milione di persone ed è la prima causa di ospedalizzazione negli over 65. Le riospedalizzazioni, in particolare, rappresentano la voce più rilevante della spesa sanitaria correlata allo scompenso: circa l’85% dei costi annui sostenuti dal Servizio Sanitario Nazionale per la gestione di ciascun caso, stimati in 11.800 euro, è infatti riconducibile ai ricoveri. Il Gruppo di Lavoro ha pertanto individuato tre direttrici di intervento prioritarie: rafforzare la diagnosi precoce attraverso l’accessibilità al test NT-proBNP, definire percorsi di presa in carico strutturati e multidisciplinari mediante PDTA gestionali regionali, favorendo una collaborazione continuativa tra medici di medicina generale, specialisti ospedalieri e territoriali, e consolidare l’integrazione ospedale-territorio con il supporto di strumenti digitali come il Fascicolo Sanitario Elettronico, la telemedicina e il telemonitoraggio.
Un tema centrale emerso nel paper riguarda la diagnosi precoce, considerata una leva decisiva per individuare tempestivamente i pazienti a rischio di scompenso cardiaco e avviare trattamenti in grado di modificare la prognosi, Fabrizio Oliva, Past President dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri – ANMCO, ha rimarcato l’importanza dell’integrazione del test NT-proBNP anche in contesti di primo livello e del ricorso a strumenti digitali per rafforzare la presa in carico: “individuare precocemente il paziente a rischio di insufficienza cardiaca è fondamentale per prevenire la progressione della malattia e ridurre il ricorso al ricovero, che incide in maniera significativa sulla prognosi. L’integrazione del test NT-proBNP nei setting territoriali permetterebbe non solo di attivare percorsi clinico-assistenziali tempestivi ed equi, ma anche di anticipare l’accesso ai trattamenti raccomandati, migliorando la qualità della presa in carico. In questo percorso, strumenti come la telemedicina e il Fascicolo Sanitario Elettronico possono favorire un dialogo più continuo tra specialisti e medici di medicina generale, garantendo un monitoraggio più ravvicinato e una gestione personalizzata nel tempo”.
All’interno del paper, inoltre, la necessità di rendere operativi PDTA gestionali unici per patologia, sintetici e realmente applicabili nei diversi contesti regionali, emerge come condizione abilitante per una presa in carico continua e multidisciplinare del paziente. In questa prospettiva, Stefania Paolillo, delegata della Società Italiana di Cardiologia – SIC, ha espresso l’esigenza di una regia clinica chiara, capace di coordinare medici di medicina generale e specialisti, valorizzando strumenti digitali validati per dare continuità informativa ai percorsi: “lo scompenso cardiaco è una condizione clinica che richiede un approccio multidisciplinare: senza un coordinatore del percorso il paziente si disperde tra esami e visite. Occorre un PDTA gestionale, conciso e pratico, che parta dalle esperienze regionali e converga verso un indirizzo nazionale condiviso, con ruoli e responsabilità definiti. La dimensione digitale non è accessoria: Fascicolo Sanitario Elettronico, teleconsulto e televisita, se implementati con strumenti validati e fruibili, costituiscono il filo conduttore che consente a tutti gli attori di sapere cosa è stato fatto, cosa resta da fare e perchè, rendendo il percorso effettivamente integrato e sostenibile”.
Il documento ha posto in evidenza i bisogni del paziente, sottolineando come la diagnosi precoce, la presa in carico del paziente secondo un percorso ben delineato dai PDTA regionali, incida sulla efficacia della cura e sulla qualità di vita del paziente cronico, ed in particolare del paziente affetto da scompenso cardiaco. Maria Rosaria Di Somma, Consigliera delegata dell’Associazione Scompensati Cardiaci – AISC, ha ricordato che la sostenibilità del sistema dipende dalla capacità di integrare ospedale e territorio, semplificando i percorsi e valorizzando i luoghi di prossimità: i pazienti hanno bisogno di percorsi chiari, multidisciplinari ed integrati, in grado di prevenire la fase acuta e di garantire continuità nella gestione della cronicità. Anche al fine di alleggerire l’ospedale preposto alla fase acuta, il territorio deve diventare il fulcro della cronicità: medici di medicina generale, farmacie, case di comunità devono poter eseguire, tra l’altro, test fondamentali come l’NT-proBNP per uno screening di prevenzione primaria e secondaria ed accompagnare il paziente in ogni fase di cura ed assistenza. Strumenti digitali come la telemedicina possono offrire un supporto prezioso, ma serve anche una decisa semplificazione burocratica: l’accesso alle terapie innovative è un diritto costituzionale e deve essere facilitato, alleggerendo il carico sia per i pazienti che per i medici.
La presentazione del paper rappresenta dunque un punto di partenza per consolidare un approccio condiviso e sostenibile, capace di fornire ulteriori strumenti alle Istituzioni, così da migliorare la qualità di vita dei pazienti con scompenso cardiaco.
-foto ufficio stampa Esperia Advocacy –
(ITALPRESS).

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Palazzo Bonaparte tempio dell’Art Nouveau, grande mostra su Mucha

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ROMA (ITALPRESS) – Da domani, 8 ottobre, Palazzo Bonaparte a Roma si trasforma nel tempio dell’Art Nouveau presentando la più ampia retrospettiva mai dedicata ad Alphonse Mucha (Ivancice, 24 luglio 1860 – Praga, 14 luglio 1939), artista ceco, padre e maestro indiscusso di quello stile raffinato e sensuale che ha rivoluzionato l’immaginario visivo di ogni tempo.
La mostra, con una selezione di oltre 150 opere, è un viaggio nell’intera opera di Mucha attraverso l’esposizione di tutti i suoi capolavori (tra cui Gismonda, 1894; Mèdèe, 1898; JOB, 1896; la serie The Stars del 1902 o quella sulle Pietre Preziose del 1900 o ancora gli studi sull’Epopea Slava) provenienti dal Mucha Museum di Praga, e allarga la visione all’importanza e alla centralità della bellezza nella storia dell’arte.
In mostra, infatti, anche straordinarie opere archeologiche e rinascimentali, passando a capolavori dell’Ottocento con l’eleganza de La contessa De Rasty (1879) di Boldini per giungere finalmente al Novecento con la sontuosa Semiramide (A Babilonia) del 1905 di Saccaggi.
Ad arricchire il percorso anche arredi, oggetti Art Nouveau e tanto altro: un dialogo inedito che illumina Mucha da prospettive nuove, rivelando la continuità dell’ideale di bellezza femminile nel tempo.
Ospite d’onore della mostra è la Venere di Botticelli (1485-1490), prestata in via del tutto eccezionale dai Musei Reali – Galleria Sabauda di Torino, perfetta sintesi del concetto di bellezza e seduzione.
La Venere, icona e testimonial mondiale del fascino senza tempo, stabilisce un ponte ideale tra l’arte rinascimentale e l’Art Nouveau. Il capolavoro quattrocentesco, recentemente oggetto di approfondite indagini diagnostiche, dialoga sorprendentemente con le figure femminili di Mucha, rivelando come l’ideale di bellezza attraversi i secoli con continuità straordinaria.
A Palazzo Bonaparte, Mucha viene raccontato attraverso i suoi celebri manifesti teatrali, pannelli decorativi, calendari e illustrazioni, testimoni di un’epoca in cui l’arte si fondeva con la vita quotidiana e ne impreziosiva ogni gesto.
Ma, su tutto, Mucha è colui che ha saputo reinventare l’immagine femminile nell’arte, trasformandola in icona di grazia e forza, protagonista indiscussa di un linguaggio decorativo – tra fiori, linee morbide e atmosfere oniriche – che ancora oggi ispira moda, grafica e design contemporaneo, fino ad influenzare il mondo dei più moderni tatuaggi dove i suoi soggetti sono diventati uno dei temi più ricorrenti e richiesti al mondo.
La mostra “Alphonse Mucha. Un trionfo di Bellezza e seduzione” non si limita a raccontare l’evoluzione dello stile di Mucha: invita il visitatore a entrare nel suo mondo, restituendo l’atmosfera vibrante della sua epoca.
L’allestimento sarà un’esperienza avvolgente, in cui ambienti, luci, profumi, musiche e cromie condurranno il pubblico in un vero e proprio passaggio temporale, riportandolo indietro nel tempo.
Accanto alle opere dell’artista, il pubblico potrà ammirare arredi, preziosi e oggetti di design, fotografie e materiali d’epoca, in un viaggio immersivo tra eleganza, natura e simbolismo, dove ogni dettaglio – visivo, sonoro, tattile – contribuirà a evocare l’incanto di un’epoca che ha reso l’arte parte integrante della vita.
“Nel celebrare il 25º anniversario di Arthemisia, sentivamo il dovere e insieme il desiderio – dichiara Iole Siena, Presidente di Arthemisia – di rendere omaggio a ciò che da sempre è il cuore pulsante della storia dell’arte: le donne e la bellezza femminile. Una bellezza che non è mai soltanto ornamento, ma che racchiude forza, grazia, mistero, seduzione, e che i secoli hanno saputo raccontare con linguaggi diversi e sempre attuali. Abbiamo scelto di farlo in un luogo che è ormai diventato un simbolo, un tempio consacrato alle grandi mostre d’arte: Palazzo Bonaparte, che ancora una volta si apre per accogliere un’esposizione inedita, intensa, emozionante. Questa mostra è un grande omaggio ad Alphonse Mucha, ma non solo: è un viaggio nell’universo della bellezza, dove il femminile si intreccia con linguaggi diversi, dall’arte antica al Rinascimento, dall’Art Nouveau fino alle arti decorative. L’incontro straordinario con la Venere di Botticelli, prestata eccezionalmente dai Musei Reali di Torino, suggella questo dialogo, ponendosi come emblema assoluto di seduzione classica a confronto con le donne eteree e visionarie di Mucha. Sono certa che questa mostra saprà parlare al cuore e agli occhi di chi la visiterà, regalando un’esperienza sensoriale unica, che resterà impressa nella memoria. E’ questo il dono più grande che l’arte può fare: toccare le corde più profonde della nostra sensibilità e ricordarci che la bellezza, in tutte le sue forme, è un valore universale da custodire e condividere”.
Per Alessandra Taccone, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, main partner della mostra: “Questo inizio d’autunno vede rinnovarsi la partnership di successo tra la Fondazione Terzo Pilastro e Arthemisia – dopo le grandi mostre di Botero, Munch ed Erwitt – nel segno di Alphonse Mucha, protagonista di spicco dell’Art Nouveau e cantore raffinato della bellezza e dell’eleganza femminili. Artista poliedrico, il quale si è cimentato, oltre che con la litografia e la pittura, anche con la fotografia, la scenografia, il design e la pubblicità, Mucha ha influenzato sensibilmente i linguaggi espressivi dell’Europa di inizio Novecento, interpretando con il suo stile iconico lo slancio progressista di un’epoca di grande rinnovamento sociale, economico e tecnologico. Le sue donne, conosciute in tutto il mondo, sono ammalianti, determinate, moderne nelle espressioni, nelle pose e nella gestualità: in una parola, sono protagoniste e non comprimarie. Ma – aggiunge – ciò che a mio parere rende grande Mucha, oltre al fatto di aver portato l’arte nelle strade trasformando in capolavori i manifesti promozionali di spettacoli o prodotti di consumo, è l’alto valore etico che egli assegnava alla creazione artistica: portatrice di un messaggio universale, accessibile a tutti e di immediato impatto, soprattutto capace di veicolare contenuti di spessore concettuale – come quelli legati al suo patriottismo – grazie ad un registro leggiadro e seducente, filtrato dai canoni dell’estetica, dell’edonismo, del decorativismo”.
Palazzo Bonaparte, nel cuore di Roma, si conferma ancora una volta come uno dei luoghi simbolo dell’arte internazionale. In primavera – in occasione dei 160 anni delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone – sarà teatro della più completa mostra mai dedicata in Italia ad Hokusai, il maggiore pittore e incisore giapponese e, in autunno, di una eccezionale esposizione su Kandinskij, padre fondatore dell’astrattismo.
Dopo mostre di straordinario successo come quelle dedicate a Monet, Escher, Van Gogh, e Munch, che hanno realizzato numeri record di visitatori, ospita ora un evento imperdibile che celebra la grazia e la forza di un artista capace di parlare ancora oggi al nostro tempo.
Con il patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura, dell’Ambasciata della Repubblica Ceca e del Centro Ceco presso Ambasciata della Repubblica Ceca, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia, in collaborazione con la Mucha Foundation e i Musei Reali di Torino, e in partnership con Generali Valore Cultura. La curatela è di Elizabeth Brooke e Annamaria Bava, con la direzione scientifica di Francesca Villanti.
Main partner della mostra è la Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale con Poema.

– foto fornita da Fondazione Terzo Pilastro, credits Marco Nardo –
(ITALPRESS).

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