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LA VOCE PAVESE – OLTREPÒ DEL VINO: “PATTO DI TERRITORIO” O COLONIA?

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LA VOCE PAVESE – OLTREPÒ DEL VINO: “PATTO DI TERRITORIO” O COLONIA?
Oltrepò Pavese al bivio: vecchia strada o strada nuova? Storia di un territorio di qualità che non genera valore e rischia di diventare una colonia, una terra di conquista. Serve un “patto di territorio”. L’Oltrepò Pavese della vite e del vino è di fronte a una scelta importante per il proprio futuro, ma per farla deve saper rileggere il passato, a partire da quello recente. Il tutto non si tiene. La prima? Ridurre immediatamente e per sempre le rese delle produzioni IGT a ragionevolezza. Togliendo di mezzo l’uva che non c’è e non potrà mai esserci si darà un segnale all’Italia e si proteggerà la nave del territorio dai galeoni dei pirati, altrimenti dopo l’ennesimo abbordaggio resteranno solo le scialuppe di salvataggio. La seconda? C’è un punto da sempre eluso: in Oltrepò è mancata e continua a mancare una regia nella programmazione strategica sui nuovi vigneti. Nonostante le annate scarse il territorio produce ancora troppa uva che non serve e lo fa con vigne di varietà diversa impiantate alla rinfusa, senza una precisa zonazione. Bisogna indicare cosa piantare e farlo fare secondo la vocazionalità delle diverse vallate, dei diversi terreni, delle esposizioni e del microclima. Se il viticoltore oggi si avvale di finanziamenti erogati occorre che il meccanismo premiante, quello che inietta soldi pubblici a calmiere degli investimenti aziendali, scatti solo per chi sostiene un progetto territoriale, scientificamente definito e scandito per logiche di mercato per il bene comune. Piantare nuovi vigneti che sono inutili al percorso di valorizzazione non solo non è efficace ma diventa controproducente. Bisogna lavorare su ciò che si può vendere. La svolta può arrivare solo dall’essere uniti in un percorso che parta dalla cooperazione del territorio: da chi vuol fare il bene dell’Oltrepò perché in Oltrepò vive, ha sede, ha radici e sente cucita addosso una missione per il bene comune.

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TG LOMBARDIA – 22/04/2025

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TG LOMBARDIA – 22/04/2025
In questa edizione: A Milano e Monza le visite di Papa Francesco nel 2017 – Il ricordo di Papa Francesco da Fontana e Sala – La conta dei danni in Borgo Ticino a Pavia e possibili paratie – A fuoco spogliatoi calcetto a Ca’ della Terra – Spaccio, violenze ed estorsioni, 4 arresti a Broni – A Breme svuotata cassaforte in azienda orafa – Anziano spara ai vicini e si suicida, due feriti – Omicidio a Milano, domani udienza convalida del fermo – 25 aprile, a Milano attenzione alla sicurezza – Per poter patteggiare imprenditore paga 4,2 milioni allo Stato – Torna il maltempo su Milano, nuova allerta gialla – ProntoMeteo Lombardia per 23 Aprile.

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Tg News 22/04/2025

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Tg News 22/04/2025
ROMA (ITALPRESS) – Sabato alle 10 i funerali di Papa Francesco, 5 giorni di lutto nazionale – Il Papa al suo infermiere: “Grazie per avermi riportato in piazza” – Premier Meloni: “Lunedì l’ultimo incontro con Papa Francesco” – 17enne ucciso a coltellate nel Siracusano, omicida confessa – Ragazzino disperso nel Tanaro, ricerche nel cuneese – Fmi rivede al ribasso la crescita dell’Italia – Fedeli da tutto il mondo a San Pietro per Papa Francesco – Previsioni 3B Meteo 23 Aprile.

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ALLUVIONE A PAVIA, IL SINDACO LISSIA PROMETTE UN CAMBIO DI ROTTA

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ALLUVIONE A PAVIA, IL SINDACO LISSIA PROMETTE UN CAMBIO DI ROTTA

A Pavia, la ribattezzata "alluvione di aprle" 2025, definita dal sindaco Michele Lissia come «la terza più grave degli ultimi trent’anni», diventa il punto di svolta per la protezione del Borgo Basso. E proprio da lì, dove il Ticino ha invaso il 90 per cento delle abitazioni, arriva l’impegno concreto del primo cittadino: migliorare il piano di emergenza, installare nuove paratie e fare chiarezza sul ruolo delle idrovore.

«Non lasceremo più i borghigiani in balìa di eventi che rischiano di diventare ingovernabili», ha dichiarato Lissia, che anche nel giorno di Pasquetta ha voluto essere tra i residenti colpiti dalla piena. Il progetto parte da via Milazzo, dove l’amministrazione punta a installare barriere mobili per contenere le piene meno gravi. Uno studio di fattibilità, affidato al Dipartimento di ingegneria civile e architettura dell’Università di Pavia, servirà a identificare la soluzione tecnica più efficace e stimare i costi. «Poi cercheremo le risorse con gli enti competenti», aggiunge Lissia, consapevole di dover affrontare quest’anno tagli statali per 700mila euro, che diventeranno tre milioni e mezzo nei prossimi anni.

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Ma l’attenzione non è solo sulle opere strutturali. Il Comune intende rafforzare il piano di emergenza, con corsi per i volontari e nuovi mezzi non a motore, capaci di muoversi anche con livelli bassi del fiume. «I gommoni non sono riusciti ad arrivare alle case e le onde avrebbero peggiorato la situazione», spiega il sindaco, che annuncia anche l’introduzione di megafoni per avvisare la popolazione in caso di allerta rossa, oltre alle notifiche digitali.

Previsto anche un censimento dei residenti del Borgo per informare meglio chi non conosce le dinamiche del fiume, e il potenziamento della distribuzione di sacchi di sabbia, con l’idea di predisporre scorte già insacchettate.

Sul fronte delle idrovore della Chiavica, il sindaco chiederà un incontro urgente al Consorzio Est Sesia. «C’è un protocollo che non coinvolge il Comune – spiega – ma dobbiamo fare chiarezza. Alcuni cittadini parlano di un incremento dei livelli d’acqua fino a 30 centimetri per effetto delle pompe».

Una richiesta condivisa dal Comitato Attenti al Ticino. Il presidente Enrico Bergonzi plaude all’attenzione mostrata da Lissia, ma chiede interventi concreti: «Le idrovore non vanno accese nel momento di massimo stress del fiume. In certe case l’acqua ha raggiunto un metro e mezzo di altezza». E avverte: «Non ha senso scaricare acqua verso il Borgo, quando dall’altra parte ci sono solo cantine e nessuna abitazione».

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