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Economia

Intesa Sanpaolo, utile netto 2023 tocca i 7,7 mld di euro

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MILANO (ITALPRESS) – Il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo ha approvato i risultati d’esercizio e consolidati al 31 dicembre 2023.
‘I risultati del 2023 confermano la capacità del Gruppo Intesa Sanpaolo di generare una redditività sostenibile anche in contesti complessi grazie al modello di business ben diversificato e resiliente, con un utile netto trainato dagli interessi netti che è ammontato a 7,7 miliardi di eurò, spiega una nota. ‘Il solido andamento economico e patrimoniale dell’anno si è tradotto in una significativa creazione di valore per tutti gli stakeholder, fondata anche sul forte impegno ESG del Gruppò, continua la nota del gruppo nella quale si evidenziano ‘un significativo ritorno cash per gli azionisti: proposta all’assemblea di dividendi complessivi pari a 5,4 miliardi di euro (2,6 miliardi di acconto dividendi 2023 pagato a novembre 2023 e proposta di 2,8 miliardi di saldo dividendi 2023 da pagare a maggio 2024) e intenzione di eseguire un buyback pari a circa 55 centesimi di punto di Common Equity Tier 1 ratio al 31 dicembre 2023 da avviare a giugno 2024 subordinatamente all’approvazione della BCE e dell’Assembleà.
Inoltre: ‘4,6 miliardi di euro di imposte generate e aumentate di circa 1,4 miliardi di euro rispetto al 2022 per effetto della crescita degli interessi netti che ha trainato l’aumento di circa 4,7 miliardi di euro del risultato corrente lordo; espansione del programma cibo e riparo per le persone in difficoltà (oltre 36,8 milioni di interventi tra il 2022 e il 2023); rafforzamento delle iniziative per contrastare le disuguaglianze e favorire l’inclusione finanziaria, sociale, educativa e culturale (circa 14,8 miliardi di euro di credito sociale e rigenerazione urbana tra il 2022 e il 2023); contributo pari a circa 1,5 miliardi di euro di costi complessivamente nel quinquennio 2023-2027 al supporto di iniziative per far fronte ai bisogni sociali (di cui circa 300 milioni di euro già inclusi nei risultati del 2023 e la restante parte inclusa pro-quota nelle prospettive di utile netto per il 2024-2025), con circa 1.000 persone dedicate a supportare le iniziative; – ruolo di forte promotore svolto per il rinnovo nel 2023 del contratto collettivo nazionale di lavoro del settore creditizio e finanziario, dopo avere erogato nel 2022 un contributo economico straordinario di circa 80 milioni di euro alle persone di Intesa Sanpaolo – escludendo i dirigenti – per mitigare l’impatto dell’inflazionè.
Nel 2023, per il Gruppo si registra: utile netto in crescita del 76,4% a 7.724 milioni di euro, da 4.379 milioni del 2022; risultato corrente lordo in crescita del 64,6% a 12.058 milioni di euro, da 7.325 milioni del 2022; risultato della gestione operativa in aumento del 31,4% rispetto al 2022; proventi operativi netti in crescita del 17,2% rispetto al 2022; costi operativi in aumento del 3,6% rispetto al 2022; un cost/income al 45,1% nel 2023, ‘tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europeè, evidenzia la nota del gruppo; costo del rischio del 2023 a 36 centesimi di punto, a 32 se si escludono gli stanziamenti effettuati nel quarto trimestre – pari a circa 150 milioni di euro – per favorire il de-risking (da 70 nel 2022, 30 se si escludono gli stanziamenti per l’esposizione a Russia e Ucraina, per overlay e per favorire il de-risking, al netto del rilascio a valere sulle rettifiche generiche effettuate nel 2020 per i futuri impatti di COVID-19), con un ammontare di overlay pari a 0,9 miliardi di euro; lo stock di crediti deteriorati a fine dicembre 2023 rispetto a fine dicembre 2022 diminuisce del 9,7% al netto delle rettifiche di valore e del 7% al lordo; l’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è pari all’ 1,2% al netto delle rettifiche di valore e al 2,3% al lordo. Considerando la metodologia adottata dall’EBA, l’incidenza dei crediti deteriorati è pari allo 0,9% al netto delle rettifiche di valore e all’1,8% al lordo; livello di copertura specifica dei crediti deteriorati al 49,8% a fine dicembre 2023, con una copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze al 72,4%’.
Per quanto riguarda lo stato patrimoniale consolidato, al 31 dicembre 2023 i finanziamenti verso la clientela sono pari a 430 miliardi di euro, in diminuzione del 3,9% rispetto al 31 dicembre 2022 (in diminuzione dello 0,5% rispetto al terzo trimestre 2023 e del 4,8% rispetto al 2022 considerando i volumi medi di periodo). Il complesso dei crediti deteriorati (in sofferenza, inadempienze probabili e scaduti/sconfinanti) ammonta, al netto delle rettifiche di valore, a 4.965 milioni di euro, in diminuzione del 9,7% rispetto ai 5.496 milioni del 31 dicembre 2022. In quest’ambito, i crediti in sofferenza ammontano a 937 milioni di euro rispetto ai 1.131 milioni del 31 dicembre 2022, con un’incidenza sui crediti complessivi pari allo 0,2% (0,3% al 31 dicembre 2022), e un grado di copertura al 72,4% (69,2% a fine 2022). Le inadempienze probabili diminuiscono a 3.571 milioni di euro da 3.952 milioni del dicembre 2022 e i crediti scaduti/sconfinanti ammontano a 457 milioni di euro rispetto a 413 milioni a fine 202 Le attività finanziarie della clientela risultano pari a 1.306 miliardi di euro, in crescita dell’ 8,4% rispetto al 31 dicembre 2022. Nell’ambito delle attività finanziarie della clientela, la raccolta diretta bancaria ammonta a 576 miliardi, in aumento del 5,6% rispetto al 31 dicembre 2022. La raccolta diretta assicurativa è pari a 173 miliardi, in flessione dello 0,5% rispetto al 31 dicembre 2022. La raccolta indiretta ammonta a 722 miliardi, in aumento del 10% rispetto al 31 dicembre 2022. L’ammontare di risparmio gestito è pari a 444 miliardi, in crescita del 3,2% rispetto al 31 dicembre 2022; la nuova produzione vita nel 2023 ammonta a 14,9 miliardi di euro. La raccolta amministrata è pari a 278 miliardi, in crescita del 22,8% rispetto al 31 dicembre 2022.
I coefficienti patrimoniali al 31 dicembre 2023 – calcolati deducendo dal capitale 2,6 miliardi di euro di acconto dividendi 2023 pagato a novembre 2023 e 2,8 miliardi di saldo dividendi 2023 proposto – risultano pari a: – 13,7% per il Common Equity Tier 1 ratio (13,5% a fine 2022), – 16,3% per il Tier 1 ratio (16% a fine 2022), – 19,2% per il coefficiente patrimoniale totale (19% a fine 2022).
Deducendo dal capitale anche l’impatto di circa 55 centesimi di punto del buyback che si intende avviare a giugno 2024, i coefficienti patrimoniali al 31 dicembre 2023 risultano pari a: – 13,2% per il Common Equity Tier 1 ratio, – 15,7% per il Tier 1 ratio, – 18,6% per il coefficiente patrimoniale totale.
‘Intesa Sanpaolo nel secondo anno di realizzazione del Piano d’Impresa ha superato gli obiettivi previsti a fine 2025’. Lo dichiara Carlo Messina consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo in occasione dei risultati al 31 dicembre 2023. Il nostro è un modello unico: la profittabilità elevata e sostenibile trae forza dalla consolidata leadership commerciale delle divisioni al servizio di famiglie e imprese; dalla significativa componente del Wealth Management and Protection, dall’offerta digitale tecnologicamente avanzata, dalla gestione delle attività internazionali improntata all’efficienza e dalla nostra condizione di Banca ‘Zero NPL’. Nel 2024 proseguiremo nel disegnare le nuove strategie di leader europeo, mantenendo l’impegno verso il più importante progetto per la coesione sociale nel Paese, con rilevante beneficio per tutti gli stakeholders. Un progetto reso possibile dalla solidità e dalla redditività della Banca: l’utile netto nel 2023 è stato di 7,7 miliardi, il migliore anno di sempre; considerando i 300 milioni impegnati nel 2023 nel progetto per il sociale, l’utile netto sfiora gli 8 miliardi di eurò. Aggiunge Messina.
‘Le previsioni per il 2024 e 2025 sono di un utile netto superiore agli 8 miliardi. Prevediamo un significativo ritorno cash per gli azionisti: la proposta alla prossima Assemblea sarà di 5,4 miliardi di euro di dividendi, cui si somma l’intenzione di eseguire un buyback pari a circa 55 centesimi di punto di CET 1 Ratio da avviare a giugno 2024, una volta approvato dalla BCE e dall’Assemblea. La nostra banca risulta la prima in Europa quanto a dividend yield: è da sottolineare che circa il 40% dei dividendi è destinato alle famiglie italiane e alla Fondazioni nostre azioniste, consentendo importanti interventi di carattere sociale nei territori di appartenenza. Le imposte dirette e indirette sostenute nel 2023 sono pari a 4,6 miliardi di euro, ciò comporta un aumento di 1,4 miliardi rispetto al 2022, con un incremento del beneficio apportato dai risultati di Intesa Sanpaolo al bilancio pubblico. Il credito a medio e lungo termine erogato in Italia nel 2023 supera i 40 miliardi di euro; le aziende da noi sostenute nel ritorno da temporanee difficoltà alla normale operatività sono 3.600 nei dodici mesi, con beneficio nella salvaguardia dei posti di lavorò.
‘Siamo un’istituzione al servizio del Paese: sosteniamo con 1,5 miliardi di euro entro il 2027 – in aggiunta al miliardo del periodo 2018 – 2021 – e con mille professionisti della Banca, il principale progetto di coesione sociale del Paese, per promuovere una società più equa in modo strutturale e concretò afferma Carlo Messina. ‘L’impegno per il Paese nasce dalla comunità di Intesa Sanpaolo e dalle sue 100mila persone. In una situazione caratterizzata da un forte aumento del costo della vita, abbiamo avuto un ruolo guida nella definizione del nuovo contratto nazionale con un importante incremento retributivo. La tutela dell’occupazione rimane la nostra priorità assoluta, anche in questo contesto a forte spinta tecnologica.
Al centro delle nostre strategie e delle nostre capacità di crescita e sviluppo ci sono i clienti, la loro fiducia nella solidità della Banca e nella sua leadership tecnologica, il forte rapporto con i professionisti al loro servizio per il credito e la consulenza. La nostra priorità è l’ascolto delle loro esigenzè.
‘L’innovazione tecnologica – fattore chiave del nostro successo – fornirà una componente aggiuntiva al risultato corrente lordo 2025 di circa 500 milioni di euro non previsti nel Piano di Impresà dice il Ceo di Intesa Sanpaolo. ‘I programmi di maggiore rilievo sono rappresentati da: la nuova piattaforma tecnologica nativa cloud isytech, con 2,8 miliardi di investimenti IT già effettuati e circa 1.550 specialisti IT già assunti;
isybank, la banca digitale del Gruppo che porterà circa un milione di nuovi clienti entro il 2025; Fideuram Direct, la piattaforma di Wealth Management digitale per il Private Banking, che avrà 150.000 clienti nel 2025; l’intelligenza artificiale, con circa 150 App e 300 specialisti a fine piano.
Intesa Sanpaolo gode di una condizione unica per la crescita dei ricavi derivante dell’attività di Wealth Management, Protection & Advisory, in particolare in una prospettiva di tassi di interessi in riduzione: 1.300 miliardi di euro di attività finanziarie della clientela, oltre 16.000 professionisti dedicati, un’offerta digitale all’avanguardia, le società assicurative e dell’Asset Management di proprietà. Abbiamo identificato 100 miliardi di attività finanziarie dei clienti per dare impulso alla crescita del risparmio gestito del nostro Gruppo. Tutto questo colloca Intesa Sanpaolo ai vertici del settore in Europa, con un ruolo di rilevanza unica nel nostro Paese, a beneficio della crescita economica e di una società più inclusiva. La qualità professionale delle nostre persone è elemento determinante per raggiungere risultati solidi e sostenibili a favore di tutti gli stakeholder: a loro va il nostro graziè conclude Messina.

foto: Agenzia Fotogramma

(ITALPRESS).

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Accordo Confcommercio-Intesa Sanpaolo, 5 miliardi per la competitività

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ROMA (ITALPRESS) – Confcommercio Imprese per l’Italia e Intesa Sanpaolo hanno siglato un accordo che mette a disposizione delle imprese associate 5 miliardi di nuovo credito per finanziamenti a favore della competitività e delle transizioni innovative e prevede commissioni agevolate per l’intero 2025 sui pagamenti Pos per accrescerne la competitività e favorire la nascita di nuove attività commerciali. Con l’accordo si rinnova la partnership che da circa un decennio si prefigge l’obiettivo di accompagnare le piccole e microimprese del settore in programmi di crescita e di rafforzamento. Nel periodo 2020-2024, infatti, Intesa Sanpaolo ha erogato circa 18 miliardi alle aziende del commercio al dettaglio e all’ingrosso italiane. L’iniziativa odierna si rivolge alle imprese associate a Confcommercio con soluzioni finanziarie e condizioni dedicate, servizi di consulenza e iniziative congiunte sul territorio e, in particolare, si caratterizza per l’azzeramento delle commissioni sui micropagamenti Pos, una misura di grande attenzione verso gli esercenti che la banca aveva già attivato nel 2022 e che oggi conferma per l’intero 2025 rispondendo così a una esigenza manifestata a più riprese soprattutto dalle realtà commerciali più piccole, con l’obiettivo di favorire la diffusione dei pagamenti digitali.
Viene inoltre agevolato l’accesso al credito delle imprese di minori dimensioni grazie a soluzioni completamente digitali: i finanziamenti a breve termine saranno direttamente accessibili dal canale internet dedicato – sia in fase di domanda che in fase di perfezionamento – con la possibilità di mantenere la consulenza del proprio gestore bancario e potendo al contempo amministrare l’operatività dalla propria azienda.
Tra i fondamenti dell’accordo: soluzioni e strumenti di pagamento multicanale ed evoluti che abilitano molteplici servizi; accesso ad un nuovo innovativo processo del credito dematerializzato e digitalizzato; supporto ai progetti di investimento in digitalizzazione ed energie rinnovabili; definizione di modelli di business in chiave sostenibile, anche grazie ai Laboratori ESG di Intesa Sanpaolo; strumenti per facilitare la nascita di nuove attività e lo sviluppo dell’imprenditoria femminile.
I contenuti dell’accordo saranno presentati agli associati in una serie di incontri locali congiunti che coinvolgeranno le rispettive strutture territoriali di Confcommercio e Intesa Sanpaolo. Per Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia, “il rinnovo dell’accordo con Intesa Sanpaolo è un’importante iniziativa nel quadro di una partnership di lungo termine tra la Confederazione e il primo istituto bancario italiano. Nello specifico, l’accordo offre una serie di soluzioni molto richieste dalle nostre imprese nel settore dei pagamenti, cruciale per tutte le imprese del terziario nel loro quotidiano rapporto con i clienti/consumatori. Apprezziamo, in particolare, l’attenzione di Intesa Sanpaolo alla digitalizzazione e ai temi Esg dei nostri associati, argomenti che orientano la competitività presente e futura delle filiere e delle singole imprese”.
Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, ha sottolineato come “l’accordo conferma che la collaborazione con le associazioni di categoria e l’ascolto dei nostri clienti è fondamentale per fornire risposte concrete alle loro esigenze. Commissioni sui micropagamenti azzerate, altre agevolazioni sui POS e facilità di accesso al credito grazie ai nostri canali digitali ci consentiranno di supportare gli investimenti per migliorare il business. L’obiettivo che condividiamo con Confcommercio è stimolare l’innovazione tecnologica e digitale del settore, così come l’efficientamento energetico che assume un sempre maggior impatto anche sui piccoli esercizi”.
(ITALPRESS).
-Foto: ufficio stampa Intesa Sanpaolo-

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Osservatorio Giovani Editori, confermata piena fiducia a Ceccherini

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ROMA (ITALPRESS) – L’assemblea dei soci dell’Osservatorio Permanente Giovani Editori, riunita ieri a Firenze, ha confermato all’unanimità piena fiducia al presidente Andrea Ceccherini, esprimendogli “sincera gratitudine per l’indipendenza dimostrata negli anni, per la significativa crescita impressa all’organizzazione sotto la sua leadership, nonchè per la reputazione ed il prestigio raggiunto a livello nazionale ed internazionale”. L’assemblea ha salutato con favore il programma delle celebrazioni per il venticinquesimo anniversario dell’organizzazione, aperto da un evento pubblico di confronto con il capo dello Stato e proseguito con un momento di dialogo con il Santo Padre, nell’ambito della prima udienza giubilare dell’anno. L’assemblea ha deliberato inoltre di procedere nel prossimo triennio nello sviluppo delle proprie attività strategiche nel mondo dell’education europeo, incentrando la propria azione in particolare sull’opera di formazione del pensiero critico e dell’educazione economico finanziaria dei giovani, consolidando allo stesso tempo il primato raggiunto in Italia nel mondo della scuola secondaria superiore con i propri progetti leader di educazione alla cittadinanza.
(ITALPRESS).
-Foto: ufficio stampa Osservatorio Giovani Editori-

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Saipem, intesa per la fusione con la norvegese Subsea7

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MILANO (ITALPRESS) – Saipem e Subsea7 hanno raggiunto un accordo sui principali termini di una possibile fusione delle due società tramite la sottoscrizione di un Memorandum of Understanding. La Proposed Combination darebbe vita a un leader globale nel settore energy services.
La società risultante dalla fusione tra Saipem e Subsea7 (la “Combined Company”) sarà ridenominata Saipem7 e avrà un portafoglio ordini aggregato di 43 miliardi di euro, Ricavi per circa 20 miliardi di euro[3] ed EBITDA di oltre 2 miliardi di euro.
Avrà un’organizzazione globale con oltre 45.000 persone, fra cui più di 9.000 ingegneri e project manager.
Potrà contare su una forte complementarità in termini di presenza geografica, competenze e capacità, flotte navali e tecnologie, al servizio di una base di clienti globale
Gli azionisti di Saipem e Subsea7 deterranno in misura paritetica (in rapporto 50-50) il capitale sociale della Combined Company
Gli azionisti di Subsea7 riceveranno 6,688 azioni di Saipem per ogni azione Subsea7 detenuta. Subsea7 distribuirà un dividendo straordinario di 450 milioni di euro immediatamente prima del perfezionamento dell’operazione
Ci si aspetta che la Proposed Combination generi un valore significativo per gli azionisti di Saipem e Subsea7. Si prevedono sinergie annuali pari a circa 300 milioni di euro dal terzo anno successivo al completamento della fusione, con costi one-off connessi all’ottenimento di tali sinergie pari a circa 270 milioni di euro
Siem Industries, azionista di riferimento di Subsea7, CDP Equity ed Eni, azionisti di riferimento di Saipem, hanno espresso il loro forte supporto e hanno indicato l’impegno a votare a favore dell’operazione.
Il perfezionamento dell’operazione è previsto nella seconda metà del 2026.
I top management di Saipem e Subsea7 condividono la convinzione che vi sia un solido razionale nella creazione di un leader globale nel settore energy services, considerando, in particolare, le crescenti dimensioni dei progetti dei Clienti. Saipem e Subsea7 sono fortemente complementari in termini di offerta di mercato e di aree geografiche. L’unione dei due business creerebbe ulteriore valore per gli azionisti sia nell’attuale contesto di mercato, sia nel lungo termine.
CDP Equity, Eni e Siem Industries hanno sottoscritto un Memorandum of Understanding separato, in cui si sono impegnati a sostenere la Proposed Combination e concordato i termini di un Patto Parasociale che sarà efficace dal completamento della stessa. In tale ambito è previsto che il Presidente del Consiglio di Amministrazione della Combined Company sia designato da Siem Industries, mentre l’Amministratore Delegato sia designato da CDP Equity ed Eni. In aggiunta, è attualmente previsto che Alessandro Puliti sia nominato Amministratore Delegato della Combined Company[5], mentre è attualmente previsto che John Evans sia nominato Amministratore Delegato della società che gestirà il business Offshore della Combined Company. Tale business comprenderà tutte le attività di Subsea7 e le attività Offshore Engineering & Construction di Saipem.
La Combined Company sarebbe creata mediante fusione per incorporazione transfrontaliera di Subsea7 in Saipem, ai sensi della normativa UE, con quest’ultima ridenominata Saipem7. La Combined Company avrebbe sede legale a Milano e le sue azioni sarebbero quotate sia sulla borsa di Milano che su quella di Oslo
Siem Industries (azionista di riferimento di Subsea7) risulterebbe titolare di circa l’11,9% del capitale sociale della Combined Company, mentre Eni e CDP Equity (azionisti di riferimento di Saipem) ne deterrebbero, rispettivamente, circa il 10,6% e circa il 6,4%,

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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