Cronaca
De Laurentiis “Il mio errore è stato lasciar andare Spalletti”
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2 anni fa-
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Redazione
NAPOLI (ITALPRESS) – “Se fossi io il problema, mi sarei già fatto da parte. E non è vero che ho un brutto carattere, chi mi conosce dice che sono una persona adorabile, altrimenti mia moglie, da buona svizzera, non sarebbe con me da 50 anni”. Quasi due ore di conferenza stampa per raccontare la sua verità e provare a spiegare come il Napoli sia passato dal dominare in campionato a rischiare di non giocare la prossima Champions. Aurelio De Laurentiis è un fiume in piena nella conferenza stampa di Castevolturno e, dando seguito a quel “è colpa mia” pronunciato a fine dicembre, parte da lontano, dal rinnovo di Luciano Spalletti. “Nell’uscita dalla Champions che mi aspettavo di vincere ci sono rimasto molto ma molto male. Vincere lo scudetto era importante ma se avessimo vinto il titolo europeo mi avrebbe portato al Mondiale che vale 100 milioni. Il 24 marzo al premio Bearzot avevo detto che Spalletti sarebbe rimasto con noi. E lui non smentì”. Poi arrivarono le partite col Milan, con due sconfitte e un pareggio e l’eliminazione dalla Champions. “Il 21 aprile per caricare Spalletti gli mandai l’esercizio di rinnovo via Pec. I contratti non si fanno in amicizia. Mai avrei creduto che nella cena del 12 maggio mi comunicasse che voleva andare in campagna per riposarsi. Ma io non mi davo per vinto. Volevo trattenerlo amichevolmente. Mi era venuto il dubbio che Gravina lo avesse contattato. Quale è stato il mio errore? Accettare la sua richiesta per riconoscenza. Dici di amare la città e poi dici che non vuoi più allenare. Non è perchè Kim andava via decidi di chiuderla. La motivazione tecnica di Spalletti di andare via? Forse ha immaginato che aveva tirato il massimo dal gruppo – ha aggiunto De Laurentiis – E’ umano che uno che non ha vinto nulla in Europa esca dalla scena da vincitore. Se poi lui avesse già pregustato la Nazionale non lo so dire”. E sulla penale rivela: “E’ una cosa in mano agli avvocati, per me i soldi sono un mezzo, non un fine. Quel che sarà, sarà”. Fra i candidati al dopo Spalletti, De Laurentiis conferma che c’era Thiago Motta “ma in una conversazione mi disse che voleva allenare all’estero. Quando tu vai a fare una scelta di un allenatore, è bilaterale. Quando sono venuti gli agenti di Lui Enrique ne abbiamo parlato ma poi lui ha scelto il Psg. Questi club hanno più blasone”. E allora ecco Garcia. “Non era per niente bollito se andavamo a vedere le sue credenziali, in Europa aveva fatto meglio di Spalletti. Quando più avanti dimostrò di voler andare avanti per un suo percorso, se lo avessi mandato subito a casa, voi e la piazza cosa avreste detto? Rivoluzione? Se avessi portato subito Mazzarri come doctor tuttofare, cosa avreste detto? Che ero impazzito. Ho cercato di dare a Garcia delle opportunità e delle possibilità. Parlandoci, quando mi ha ascoltato come a Lecce, abbiamo vinto. Appena mi allontanavo faceva delle cose discutibili e perdevamo”. Ora c’è Mazzarri, per il quale non viene esclusa la conferma. “E’ venuto perchè è un amico di famiglia, ha capito che quando aveva deciso di provare l’Inter forse commise un errore di valutazione. Lasciatelo lavorare in pace e, come dice una canzone, sarà quel che sarà. Siamo a febbraio, ad aprile vedremo”. Il Napoli sta già lavorando per il futuro (“Rinnovo Kvara? Il suo clan mi ha detto che stanno bene qui e a fine stagione parleremo”), che sia con o senza Champions. “Lo scudetto è un evento straordinario, tanto che è arrivato dopo 33 anni. Sapevo che sarebbe stato difficilmente ripetibile e a Napoli, anzichè aspettare che gli altri decidano di andarsene, sei tu che devi fare i cambi. Per ritornare vincenti forse ci metteremo 3 anni ma mi impegno, anche senza Champions. Io vinco al cinema da 50 anni, anche con le serie televisive, per vincere ci vogliono impegno e gli investimenti giusti, sapendo che ci sono 19 concorrenti e che non giochi da solo”. Anche se “combattiamo in un contesto che è sbagliato. Ci sono tante modifiche da fare nel calcio, noi siamo l’unica squadra italiana che ha un bilancio in attivo ma che gioca contro squadre indebitate a quasi un miliardo che non potrebbero nemmeno iscriversi. Ce la mettiamo tutta ma fatturiamo il 50% di quello che fatturano Inter, Juve e Milan. Noi dobbiamo essere perfetti”. De Laurentiis parla anche dello stadio. “Ho detto al sindaco: o ci mettiamo d’accordo nei prossimi 120 giorni o me lo vado a fare da un’altra parte. Lo costruirei probabilmente ad Afragola, dove arriva la metropolitana e dove c’è l’implementazione della ferrovia verso Bari. Il centro sportivo? Deve essere pronto entro 24 mesi, fra un anno e mezzo devo lasciare Castelvolturno”. Ma c’è spazio anche per parlare di Lega (“Vuole un’autonomia sul modello della Premier League? Sono assolutamente d’accordo, lo dico da almeno 10 anni. Ma non siamo strutturati come un’associazione di imprese, non siamo la vera Confindustria del calcio”) e Superlega. “Era sbagliata ma a Florentino Perez ho detto che ha avuto il merito di far partire l’elemento scatenante. Ci sono tante cose assolutamente sbagliate, se ragioni come monopolio sei antidemocratico. Ma Perez ha avuto dalla Corte europea la soluzione a tutti i problemi e con lui si sta studiando una competizione che parte da 5 miliardi di entrate e può arrivare anche a 100, che significherebbe la rivoluzione nel mondo del calcio”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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Redazione
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26 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – La Lazio ritrova i tre punti in casa battendo la Juventus per 1-0 nel match che chiude l’ottava giornata di Serie A. Nonostante le assenze, i biancocelesti fanno la partita con la mentalità e il “sacrificio” richiesti da Sarri e salgono a 11 punti, a una lunghezza dai bianconeri, che incappano nella terza sconfitta consecutiva tra campionato e coppa: nel complesso, la squadra di Tudor non vince da otto partite, da quella vinta contro l’Inter il 13 settembre. A decidere la gara dell’Olimpico è stato Basic. Tante le polemiche arbitrali nel corso del match (che seguiranno verosimilmente nel post-partita).
Sarri propone titolari Isaksen e Zaccagni e, per sopperire all’assenza di Tavares, sposta Marusic a sinistra con Lazzari a destra. Nella Juventus, per la prima volta Vlahovic e David giocano insieme dal primo minuto, con Yildiz che si accomoda inizialmente in panchina a causa del leggero fastidio al ginocchio. Proprio Isaksen si mette in luce dopo pochi minuti con uno slalom speciale ma senza trovare compagni in area. Il gol biancoceleste (che sarà decisivo) arriva al 9′: David sbaglia completamente la sponda per McKennie, Cataldi recupera palla e la scarica su Basic, il quale tira e batte Perin, complice la deviazione di Gatti. La risposta bianconera è affidata a Conceicao, da cui passano la maggior parte delle iniziative degli ospiti, come nell’occasione del cross per Cambiaso, il cui tiro si spegne sull’esterno della rete.
Poi, Gatti mura un tiro di Guendouzi e Provedel è ottimo nell’uscita su David, autore di una prova estremamente sottotono, così come Vlahovic e Dia: una serata decisamente complicata per i centravanti di entrambe le squadre. Al rientro dagli spogliatoi, Tudor rompe gli indugi e inserisce Yildiz, che però non riuscirà a incidere. La Juve si fa vedere con una traversa di Vlahovic da pochi passi (ma c’era fuorigioco di Kelly) e un tiro innocuo di Locatelli, ma al 56′ la Lazio protesta chiedendo il secondo giallo per McKennie. Passano pochi minuti e sono i bianconeri a protestare per un contatto tra Gila e Conceicao, giudicato non falloso da Colombo. Provedel si fa trovare pronto sul colpo di testa di Thuram, mentre Isaksen, autore di una grande partita, sfiora il raddoppio al 79′. Paradossalmente, nonostante il punteggio, è più la Lazio a cercare il secondo gol che non la Juve a inseguire il pareggio: anche Pedro, appena entrato, va vicinissimo alla rete mancando il bersaglio grosso di pochissimo. Il forcing finale, con tanto di colpo di testa centrale di Thuram, non basta agli ospiti, che tornano a Torino senza punti.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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