Economia
Crèdit Agricole in Italia aumenta gli utili e accelera sull’innovazione
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1 anno fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Il Gruppo Crèdit Agricole in Italia nel 2023 ha fatto registrare un risultato netto aggregato pari a 1 miliardo e 310 milioni di euro (+19% su base annua).
Sotto la guida di Giampiero Maioli, Amministratore Delegato di Crèdit Agricole Italia e Senior Country Officer, le diverse linee di business hanno potenziato ulteriormente il loro coordinamento sinergico facendo registrare una crescita del totale dei finanziamenti all’economia pari a circa 100 miliardi di euro e una Raccolta Totale pari a 331 miliardi di euro.
Numeri ancora una volta in aumento per un Gruppo che in Italia, suo secondo mercato domestico, è presente con circa 16.200 collaboratori e circa 6 milioni di clienti. Il Gruppo è composto, oltre che da Crèdit Agricole Italia, anche dal Corporate e Investment Banking (CACIB), e dalle società di Servizi Finanziari Specializzati (Agos, CA Auto Bank), Leasing (Credit Agricole Leasing, parte di Credit Agricole Italia) e Factoring (CA Factor), Asset Management e Asset Services (Amundi, CACEIS), Assicurazioni (Crèdit Agricole Vita, Crèdit Agricole Assicurazioni, Crèdit Agricole Creditor Insurance) e Wealth Management (CA Indosuez Wealth Management in Italia e CA Indosuez Fiduciaria).
La grande attenzione del Gruppo per l’innovazione si è declinata nell’ulteriore sviluppo del sistema dei Village by CA, che annovera oltre 150 startup complessivamente ospitate dagli ecosistemi di Milano, Parma e Padova, imposti come punti di riferimento del settore a livello nazionale e regionale. Ed è di oggi l’inaugurazione a Sondrio del Village by CA delle Alpi, quarto acceleratore del Gruppo in Italia. Avamposto dell’innovazione per la Valtellina, è dedicato all’avvio di startup orientate all’economia della montagna declinata in 7 punti: agroalimentare, turismo, filiera del legno, ciclo dell’acqua, energie rinnovabili, qualità della vita e conversione biologica. “Continuiamo a investire sulla Valtellina, un territorio per noi strategico di cui conosciamo le potenzialità e di cui intendiamo sostenere la crescita attraverso un’offerta completa di servizi – ha dichiarato Giampiero Maioli -. Entrare nel network internazionale di Crèdit Agricole rappresenta un’opportunità di sviluppo aggiuntiva per molte aziende, sia storiche sia nascenti. Lo spirito è quello di collaborare per innovare ed è con questa convinzione che oggi inauguriamo un progetto di innovazione che ha già dimostrato in Italia e in Europa di essere una leva di sviluppo per le comunità ospitanti”.
Anche Crèdit Agricole Italia ha presentato i risultati relativi al 2023, confermando la capacità costante di generare utili in modo continuativo. L’utile netto consolidato si attesta a 708 milioni di euro (+63,7%).
Ulteriormente rafforzata la posizione patrimoniale con un Common Equity Tier 1 Fully Loaded che sale al 13,5%, e un Total Capital Ratio pari al 18,6%, mantenendo un buffer ampiamente superiore rispetto ai requisiti minimi assegnati dalla BCE. A dimostrazione della solidità del Gruppo e a seguito della revisione dell’outlook sul debito sovrano italiano, Moody’s ha confermato il rating (Baa1) al livello più alto del sistema bancario italiano, migliorando l’outlook a stabile.
Proseguito il forte sostegno finanziario a famiglie e imprese. In forte e progressiva crescita le erogazioni di mutui residenziali (+65% S2/S1): nel 2023 sono state realizzate erogazioni per quasi 4 miliardi (+10% vs 2022) con incremento in un solo semestre dal 12% al 18% della quota di mutui green. Segno più anche per gli impieghi del comparto Banca d’Impresa (+7% a/a), con deciso sviluppo dei volumi erogati alle piccole e medie imprese (+38% T4/T4), e per l’Agri-Agro, in aumento del +2,9% rispetto a dicembre 2022 (trend di settore in calo del -2,2% a/a) con quota di mercato stabile al 7,9%.
Acquisiti di 175 mila nuovi clienti (+16% a/a), grazie anche all’apporto del canale digitale (36% dic-23 vs 30% dic-22). Collocati oltre 8 miliardi di euro di prodotti Wealth Management ed è rilevante l’evoluzione dei premi delle polizze ramo danni (+14% a/a). Le performance riflettono l’apprezzamento della clientela, che fanno salire Crèdit Agricole Italia al 1° posto tra le banche tradizionali in Italia nell’Indice di Raccomandazione dei Clienti (IRC).
Il digitale e l’innovazione continuano a dare un contributo importante: cresce la quota dei digitalizzati (che hanno superato l’80%), degli utenti attivi sui canali digitali (pari al 60%) e delle transazioni effettuate in digitale (complessivamente pari a circa l’87%). In particolare, l’App registra livelli di utilizzo in costante aumento e si conferma il canale preferito.
Grande importanza hanno rivestito le misure approntate per i colleghi e le nuove generazioni. In linea con il programma di rinnovo generazionale “Next Generation”, il Gruppo ha realizzato circa 630 assunzioni di cui 550 di giovani under 35. Il Gruppo, oltre ad essere Top Employers per il sedicesimo anno consecutivo, ha ottenuto la Certificazione per la Parità di Genere, fondamentale riferimento a livello nazionale che conferma l’impegno per le tematiche ed i valori legati alla diversità e all’inclusione, e ha varato numerose misure nel campo della genitorialità.
In linea con gli obiettivi ESG e con l’adesione alla Net Zero Banking Alliance, Crèdit Agricole ha proseguito nella realizzazione dei suoi impegni a favore dell’ambiente. Nell’ambito dell’impegno nel sociale numerose le raccolte fondi legate a tematiche di inclusione, educazione, sanità, sport e cultura pubblicate su CrowdForLife.
Il Gruppo Crèdit Agricole ha ottenuto un utile netto reported di 8,258 miliardi di euro nel 2023, con ricavi pari a 36,492 miliardi di euro.
– Foto ufficio stampa Crèdit Agricole Italia –
(ITALPRESS).
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Fincantieri, Folgiero “La crescita dell’Ebitda è frutto dell’efficienza e del mix del prodotto”
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2 giorni fa-
2 Agosto 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Il +45% semestrale dell’Ebitda è il prodotto di due fattori. Da una parte stiamo raccogliendo i frutti di un duro lavoro di efficientamento sui costi e sulla produttività, dall’altra sta cambiando in modo significativo anche il mix di prodotti”. Così l’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, in un’intervista a Milano Finanza. “Quelli a marginalità più alta come la costruzione delle navi militari e il business della subacquea stanno crescendo di peso percentuale nei ricavi. Il miglioramento della performance è frutto delle azioni previste ed attivate nel piano industriale 2023-2027 che stiamo rispettando e superando”.
“Stiamo preparando nuovo piano perché il mercato richiede di aumentare la capacità produttiva, dando priorità alla difesa che è il nostro business più pregiato. Abbiamo la taglia per farlo perché Fincantieri è già il più grande costruttore occidentale di navi. L’aumento della capacità sarà in due fasi – ha proseguito Folgiero – La prima, a parità di investimenti e infrastrutture, verterà sull’introduzione nei cantieri militari di molte tecniche di costruzione e turnistiche che utilizziamo nella crocieristica. La seconda sarà conseguente agli investimenti che programmeremo.” Folgiero ha aggiunto: “Il nuovo piano industriale sarà pronto entro fine anno e ci permetterà di rispondere in modo ancora più efficace alla domanda crescente di navi militari, anche grazie a una supply chain più robusta e a una maggiore integrazione tra le diverse divisioni del Gruppo”.
“Negli USA stiamo ribadendo il ruolo e la disponibilità di Fincantieri nel progetto di rinascita della cantieristica, dove abbiamo investito circa 800 milioni e siamo presenti da 15 anni con quattro stabilimenti – ha spiegato Folgiero – Siamo disponibili a lavorare alla ripartenza Usa anche sul civile con le navi rompighiaccio a Sturgeon Bay, le posacavi e i cantieri in Florida, ora dedicati alla manutenzione. Se necessario, questi ultimi potranno anche trasformarsi in siti produttivi”, ha aggiunto.
“Il nuovo piano disegnerà un’azienda più grande dal punto di vista produttivo a fronte della maggiore domanda sulla difesa, sarà un catalizzatore per un rerating e una nuova valutazione dell’azienda. Quindi i “fondamentali” alla base della nostra valutazione cresceranno ulteriormente. Fincantieri si trova già in cima alla riserva per entrare nel Ftse-Mib. Siamo già candidati a farlo dunque e con la super Fincantieri avremo ottime chance”, ha concluso.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).
Economia
Cna, con i dazi contraccolpo maggiore per Abruzzo, Toscana e Molise
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2 giorni fa-
1 Agosto 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Per 17 regioni italiane gli Stati Uniti sono tra i tre principali mercati di sbocco delle esportazioni che l’anno scorso hanno sfiorato i 65 miliardi di euro. Se in termini assoluti oltre il 50% dell’export parte da Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana, in termini relativi le regioni che subiranno il maggior contraccolpo dall’introduzione dei dazi sono Abruzzo, Toscana e Molise. È quanto emerge dall’analisi dell’Area studi e ricerche di CNA sui flussi delle vendite dirette sul mercato a stelle e strisce. Gli Stati Uniti rappresentano il 10,4% dell’export totale dell’Italia ma per l’Abruzzo è di gran lunga il principale mercato con il 17,1% e oltre 1,6 miliardi di esportazioni dirette con un peso rilevante della farmaceutica che sfiora il miliardo di euro. A seguire la Toscana con il 16,2% e oltre 10 miliardi.
Il volume d’affari regionale dipende in larga parte dalla farmaceutica che rappresenta il 37% del totale nazionale. Sul podio anche il Molise con il 13,4% dell’export verso gli USA di cui oltre la metà riguarda prodotti chimici. Rispetto al 10,4% della media nazionale, il mercato americano vale il 12,5% dell’export dell’Emilia-Romagna con i mezzi di trasporto che rappresentano un terzo dei 10 miliardi di vendite regionali. Per l’Umbria e il Friuli-Venezia Giulia è il 12,4% e l’11,3% per il Lazio che presenta vendite totali in USA per 3,6 miliardi di cui il 52% riguarda la farmaceutica. In termini assoluti la Lombardia è la prima regione per flussi diretti pari a 13,7 miliardi (quasi la metà dei prodotti della chimica e della metallurgia) ma il peso del mercato americano è inferiore alla media nazionale attestandosi all’8,4%, sulla stessa linea il Piemonte all’8,3% mentre il Veneto è al 9,1% con 7,3 miliardi di vendite dirette.
Osservando la propensione all’export su base regionale, per l’Emilia-Romagna le vendite all’estero rappresentano il 44,3% del valore aggiunto rispetto al dato nazionale del 29,4%. Sopra il 40% anche il Friuli-Venezia Giulia (42,2%), Veneto (41,5%), Piemonte (40,7%), Marche (40,5%), Toscana (40,2%), Lombardia (33,3%) a conferma della diffusa vitalità e capacità nell’export da parte del tessuto produttivo. Scomponendo su base regionale le principali categorie merceologiche, il 59% di macchinari e apparecchi parte da Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana, il 65% della farmaceutica ha origine in Toscana, Lazio e Abruzzo, il 75% dei mezzi di trasporto è assicurato da Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte. Più distribuito sul territorio l’agroalimentare con il 65% di export verso gli USA che parte da Toscana, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Campania.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Economia
Unicredit, 76 minibond per il rilancio dell’industria al Sud e 310 milioni alle imprese
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2 giorni fa-
1 Agosto 2025di
Redazione
NAPOLI (ITALPRESS) – UniCredit raggiunge un traguardo significativo: dal 2017 ad oggi, ha strutturato e sottoscritto 76 minibond nel Sud Italia (Campania, Calabria, Puglia e Basilicata), per un controvalore complessivo di 310 milioni di euro. E’ quanto si legge in una nota.
Con 23,5 milioni di euro già emessi nell’ultimo anno da sei imprese del Sud Italia, sottolinea la nota, UniCredit conferma il proprio impegno per un modello di sviluppo sostenibile e radicato nei territori, attraverso il programma Basket Bond OpenSud ESG, che vede la collaborazione di Mediocredito Centrale (MCC) e di Sace. Il programma consente alle aziende meridionali di accedere in modo innovativo al mercato dei capitali emettendo minibond ESG, strumenti finanziari destinati a sostenere piani di sviluppo green e ad alto impatto occupazionale in cui è previsto un light assessment da parte di Cerved rating Agency attraverso la piattaforma Open-es.
Dalla produzione di idrogeno verde ad Avellino al rilancio del comparto surgelati nel Foggiano, passando per la sicurezza nei cantieri e l’innovazione in campo farmaceutico, i fondi sono stati già destinati a finanziare: Gruppo Farmaimpresa Srl (2 milioni di euro) per la ristrutturazione dello stabilimento e l’acquisto di nuove attrezzature a Teverola (Caserta) con un utilizzo di tecnologie efficienti dal punto di vista energetico; questi investimenti consentiranno inoltre l’ottenimento delle nuove marcature CE dei dispositivi medici; Comac International (2 milioni di euro), azienda specializzata nella progettazione e costruzione di parti per turbine avioniche ed energetiche, per un nuovo opificio industriale dotato di impianti ad alta tecnologia in linea con gli standard energetici nazionali a Caserta; Edil Sanfelice Spa Società Benefit (4 milioni di euro) per investimenti in sicurezza e sostenibilità edilizia; FMC Srl (1,5 milioni di euro) per realizzare uno dei primi hub di produzione ed erogazione dell’idrogeno verde nell’area industriale di Avellino in Campania; GM Zincatura (4 milioni di euro) per aumentare la capacità produttiva in provincia di Napoli con un’attenzione in particolare al miglioramento delle condizioni di sicurezza sul lavoro. L’investimento sarà accompagnato anche dalla realizzazione di un nuovo impianto fotovoltaico di 400 Kw; OP Natura Dauna (10 milioni di euro) per potenziare le linee del fresco e surgelato nel rispetto della filiera “dal campo alla tavola”.
In parallelo, attraverso il prodotto ESG Finanziamento Futuro Sostenibile Plus, UniCredit ha già accompagnato nel 2025 oltre 60 aziende del Sud Italia con quasi 100 milioni di euro complessivi, in un percorso di transizione sostenibile personalizzata su target ESG concreti individuati e monitorati mediante assesment sulla sezione dedicata ai clienti di UniCredit all’interno della piattaforma Open Es: energie rinnovabili, gestione dei rifiuti, parità di genere nel management, rafforzamento della filiera con adozione di policy per selezione dei fornitori con criteri ESG.
“Con il Basket Bond OpenSud ESG e il Finanziamento Futuro Sostenibile Plus stiamo dimostrando che anche le piccole e medie imprese del Mezzogiorno possono accedere a soluzioni finanziarie innovative e orientate al futuro. Questa forma di credito permette di coniugare obiettivi industriali e impatto ambientale e sociale: rigenerazione urbana, energie pulite, sicurezza alimentare e valorizzazione del capitale umano diventano driver economici misurabili”, dichiara Ferdinando Natali, Regional Manager Sud UniCredit.
– foto ufficio stampa Unicredit –
(ITALPRESS).

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