Cronaca
Banca del Fucino, l’Assemblea approva il bilancio 2023 e nomina il CdA
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1 anno fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – L’Assemblea di Banca del Fucino, capogruppo del Gruppo Bancario Igea Banca, riunitosi a Roma ha approvato all’unanimità il progetto di bilancio al 31 dicembre 2023 presentato dall’Amministratore Delegato Francesco Maiolini e ha provveduto alla nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale e della Società di Revisione.
L’esercizio 2023 della Banca del Fucino ha evidenziato un notevole incremento di tutti i principali indicatori finanziari e aggregati. Le attività di credito verso la clientela sono cresciute a circa 2,1 miliardi di euro (+14%), la raccolta diretta ha superato i 3,6 miliardi di euro (+29% rispetto alla fine del 2022), e il prodotto bancario si è attestato a 6,5 miliardi di euro, con un +22% rispetto all’anno precedente, già caratterizzato da una crescita notevole. Il 2023 ha visto il margine di interesse arrivare a 78 milioni di euro (+54,12%) e il margine di intermediazione attestarsi a 132 milioni circa (+53,64%).
L’incremento dei ricavi, accompagnato da una prudente politica di provisioning, con accantonamenti per 21,2 milioni di euro, ha garantito il raggiungimento degli obiettivi reddituali da piano industriale. Il cost/income ratio si è attestato al 68,58%.
L’anno si è chiuso con un utile lordo di 20,27 milioni di euro e un utile netto di 17,13 milioni, in crescita rispetto al 2022.
L’esercizio 2023, si legge nella nota, è stato caratterizzato da un ulteriore marcato rafforzamento patrimoniale, che si è tradotto in una crescita dei fondi propri a 248,37 milioni a livello consolidato (erano 200,7 a fine 2022). Tutti i principali indici di vigilanza prudenziale sono ampiamente in linea con i requisiti patrimoniali e in crescita ulteriore rispetto al 31 dicembre 2022: CET1 al 14,26% (era 13,44%), Tier1 al 14,46% (13,69%) e TCR al 16,02% (15,62%).
Unitamente all’approvazione del progetto di bilancio al 31 dicembre 2023 e della Dichiarazione consolidata di carattere non finanziario 2023 (ai sensi del D.Lgs. 254/2016), l’Assemblea ha approvato la distribuzione di un dividendo pari a 6 milioni di euro e la costituzione di una riserva non distribuibile di 9.113.634 euro, ai sensi dell’art. 26, comma 5 bis, del d.l. 10 agosto 2023, n. 104.
Nella medesima seduta è stato nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione, composto da 12 membri, per la durata di 3 esercizi, e quindi sino alla data dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo all’esercizio in chiusura al 31 dicembre 2026. Sono stati confermati i vertici Mauro Masi (Presidente) e Francesco Maiolini (Amministratore Delegato) e nominati gli altri dieci Consiglieri d’Amministrazione: Luigi Alio, Luca Bergamotto, Francesca Brunori, Gabriella Covino, Giulio Gallazzi, Bernardino Lattarulo, Susanna Levantesi, Sonia Locantore, Domenico Pimpinella, Fabio Scaccia.
Più in particolare, hanno fatto il loro ingresso nel Consiglio di Amministrazione di Banca del Fucino, l’imprenditore abruzzese Luca Bergamotto, Francesca Brunori, responsabile area credito e finanza di Confindustria, Sonia Locantore, giurista specializzata nei servizi finanziari e in materia di diritto societario e Domenico Pimpinella, che riveste anche la carica di direttore generale di ENPAM.
E’ stato altresì rinnovato il Collegio Sindacale, che ha visto la riconferma di Valeria Conti (Presidente) e Gianluca Piredda e l’ingresso di Eugenio D’Amico, professore ordinario di economia aziendale all’università Roma Tre.
L’assemblea ha infine attribuito a PwC l’incarico di revisione legale dei conti con riferimento al bilancio della Banca e del Gruppo per il novennio 2024-2032.
– foto ufficio stampa Banca del Fucino –
(ITALPRESS).
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Cronaca
Germania rimontata, Portogallo in finale di Nations League
Pubblicato
1 ora fa-
5 Giugno 2025di
Redazione
MONACO DI BAVIERA (GERMANIA) (ITALPRESS) – Il Portogallo espugna l’Allianz Arena e vola in finale di Nations League. Sono Conceiçào e Ronaldo a rimontare l’iniziale vantaggio della Germania firmato da Wirtz e a mettere la firma sul 2-1 finale. I tedeschi partono bene e sfiorano il vantaggio al 19′, quando Pavlovic cade in area, la palla schizza su Woltemade che ci prova con il destro, ma Diogo Costa ci mette i guantoni e salva i suoi in corner. L’estremo difensore lusitano si ripete due minuti più tardi, quando riesce ad abbassarsi in un lampo su un destro improvviso dal limite di Goretzka, deviando nuovamente in angolo. Il primo tempo si chiude a reti inviolate. Gli uomini di Nagelsmann partono forte e al 3′ passano già in vantaggio. Wirtz serve Kimmich, che dal limite dell’area gli restituisce la palla con un preciso scavetto che il fantasista del Bayer Leverkusen, molto corteggiato dal Liverpool, sfrutta al meglio battendo Diogo Costa con un colpo di testa millimetrico. La successiva revisione al Var di Vincic per un possibile fuorigioco di Woltemade non fa cambiare l’idea all’arbitro, che conferma l’1-0. Sul fronte opposto, al 12′, è Bruno Fernandes a provarci con un destro a giro che, sfiorato da un difensore, termina di poco a lato la sua corsa. La musica cambia con le sostituzioni e, al 18′, gli ospiti trovano il pareggio. Il neo entrato Conceiçào lascia sul posto Gosens, avanza verso il limite dell’area a lascia partire un sinistro magico che si infila sotto l’incrocio dei pali lontano per l’1-1. La rimonta si completa al 23′. Nuno Mendes chiede e ottiene il triangolo da Bruno Fernandes, entra in area e serve al centro un pallone comodo per Ronaldo, che insacca a porta quasi vuota per il 2-1. Conceiçào è scatenato e al 37′ conclude fuori di un soffio con il sinistro al termine di una rapida ripartenza. Sul capovolgimento di fronte, il neo entrato Adeyemi entra in area e ci prova con un sinistro improvviso, centrando il palo esterno. L’ultima occasione dell’incontro arriva al 44′ ed è per i ragazzi di Martìnez, quando Ter Stegen compie un doppio miracolo ravvicinato, prima su Diogo Jota e poi sul solito Conceiçào. Il risultato non cambierà più. Il Portogallo attende ora la vincente della sfida di domani tra Spagna e Francia per scoprire quale sarà la sua avversaria nella finalissima di domenica.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
Urso “Via libera del Consiglio dei Ministri al ddl concorrenza”
Pubblicato
3 ore fa-
4 Giugno 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Il Consiglio dei ministri ha approvato la legge annuale sulla concorrenza 2025, la terza legge annuale del governo di Giorgia Meloni, confermando così la buona prassi di ripristinare la cadenza annuale. Nei 14 anni precedenti sono state fatte solo due leggi annuali, nel nostro governo una all’anno”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi. “In questo caso, abbiamo concentrato l’attenzione su come rendere più efficienti i servizi pubblici locali per i Comuni con oltre 5000 abitanti”, ha spiegato.
Foto: IPA Agency
(ITALPRESS).
Cronaca
L’ADDIO DI INZAGHI: DOVERI, VALORI E RICONOSCENZA IN FRANTUMI IN NOME DEL VIL DENARO
Pubblicato
4 ore fa-
4 Giugno 2025di
Redazione
Da ieri pomeriggio non si fa che parlare dell’addio di Inzaghi all’Inter, mentre si è in attesa di un sì da Fabregas, che stasera a Londra vedrà Piero Ausilio. I tifosi sui social sono scatenati per il modo in cui questo addio è avvenuto, ovvero la riunione in sede perfettamente inutile, perché era già tutto concordato con gli arabi da diversi giorni, contratto biennale da 50 milioni, che mai l’Inter avrebbe potuto garantirgli (insieme ad un mercato faraonico). Inoltre sono emersi particolari che hanno fatto infuriare chi ama i colori nerazzurri: sul Corriere si scrive chiaramente che aveva chiesto ai suoi fedelissimi di seguirlo (Barella, Bastoni, DiMarco, Acerbi). Si spiega così l’espressione strana e furba di Barella in conferenza stampa della vigilia, alla domanda sul futuro del tecnico. Di sicuro la sera della sfida con il Psg il gruppo non era già più unito. Venerdì 30 maggio, Inzaghi, secondo gli arabi, avrebbe incontrato in quel di Monaco un emissario dell’Al Hilal e di fatto ha gestito malissimo tutto l’avvicinamento alla partita che valeva una stagione. Questione di vil denaro, di irriconoscenza, di valori che non esistono più di fronte a contratti faraonici. Stamane il direttore della Gazzetta Stefano Barigelli nel suo editoriale ha chiarito bene le cose, a partire dal titolo “Ha avuto più Inzaghi dall’Inter che l’Inter da Inzaghi”. E poi scrive: “Uscire di scena così è quasi peggio che perdere cinque a zero. Inzaghi chiude le quattro stagioni con l’Inter lasciandosi alle spalle le macerie di una disfatta sportiva per firmare con un munifico club arabo un contratto favoloso. Diciamo che se si voleva una fotografia di cosa sia diventato il calcio non poteva essercene una più emblematica. Parole come contratto, riconoscenza, dovere non esistono più. Al loro posto comandano altre parole: interesse personale, guadagno, bonus. Se infatti Inzaghi è arrivato a quel contratto lo deve all’Inter che lo volle a tutti i costi quando già aveva promesso a Lotito di restare alla Lazio. C’era da sostituire Conte, non uno qualsiasi, un tecnico che in due anni era arrivato secondo e primo. Per ripagare la scommessa sportiva fatta allora da Marotta e Zhang, che lo hanno fortemente voluto sulla panchina di uno dei club più importanti al mondo, Inzaghi sarebbe dovuto restare. Per tornare a vincere già l’anno prossimo. Un capo non lascia il gruppo che ha condotto alla sconfitta, ma rimane lì, per riportarlo a vincere. Dire che si è orgogliosi dei propri giocatori è facile, perché è gratis. Più difficile dimostrarlo con i fatti. Oltretutto Inzaghi aveva ancora un anno con il club nerazzurro. Ma i contratti in essere, come detto, ormai non contano niente. Prima bastava una stretta di mano, adesso non è sufficiente nemmeno un accordo scritto dagli avvocati con le penali annesse. Di questa offerta milionaria dell’Al Hilal preparata da tempo si era diffusamente parlato anche i giorni prima della sciagurata finale di Monaco, il che non credo abbia giovato alla causa. L’Inter quella partita non l’ha giocata e un peso certamente l’ha avuto la notizia, mai smentita, di un possibile addio dell’allenatore. La squadra più forte si è così ritrovata in pochi giorni, tra Lazio e Psg, a perdere tutto. Era per la verità già successo a Inzaghi in almeno un’altra circostanza. Il campionato buttato per strada e abilmente raccolto dal Milan di Pioli. Uno scudetto vinto e due persi per cumulo di errori tecnici. Non un gran bilancio, sinceramente. A Inzaghi vanno riconosciute alcune qualità: non è un allenatore egocentrico e sa sopportare lo stress del ruolo con educazione e rispetto per chi ha intorno o di fronte. Soprattutto ha confermato anche a Milano una spiccata capacità tattica nelle sfide di un giorno che hanno portato alla conquista di Coppe Italia e Supercoppe. Capacità, non sufficiente, tuttavia, per arrivare alla Champions. Dove però ha incontrato due squadre superiori (City e Psg), guidate da grandissimi tecnici, Guardiola e Luis Enrique, figli della medesima scuola, quella catalana, che ha sempre rappresentato uno dei vertici calcistici mondiali. A Istanbul è mancato il risultato ma non il coraggio, a Monaco è mancato tutto. Alla fine ha dato più l’Inter a Inzaghi di quanto abbia dato Inzaghi all’Inter. Ha saputo reggere anche quando il club si è trovato in difficoltà economiche e anche questo è un suo merito non trascurabile. Però alla fine non va in Premier ma in Arabia, in un campionato dove certo non ci sono fenomeni in panchina. L’Internazionale ha una sua storia e una sua anima, come tutti i grandi club. Disfatte fragorose e rinascite meravigliose fanno parte dell’identità nerazzurra: saprà venire fuori anche da questa situazione difficile in cui si è trovata all’improvviso. Fino a ieri Marotta era convinto di poter continuare con Inzaghi, a cui aveva peraltro offerto il rinnovo subito dopo i cinque gol presi dal Psg. Ma il calcio cambia velocemente e gli arabi pagano troppo bene. Da un male bisogna però saper trarre un bene. E allora l’Inter credo faccia bene ad aprirsi al nuovo, a un allenatore più giovane, più fresco, magari con meno esperienza in panchina ma più moderno. Magari non tornerà subito a vincere. O magari sì. Abbiamo visto fare all’Inter cose molto più pazze”.


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