Economia
Dal Checco “Digitale sempre più trasversale e in crescita”
Pubblicato
1 anno fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – “Il digitale è in crescita ed è trasversale: ormai è quasi impensabile riuscire a fare qualunque tipo di attività senza un supporto digitale. Da questo punto di vista questo è un settore che non ha una visione di decrescita. In realtà vediamo una prospettiva molto positiva. Quest’anno dovevamo crescere del 3,1 e invece siamo cresciuti del 2,8 ma per i prossimi 4-5 anni si prevede una crescita intorno al 4-4,5%, quindi passeremo dal valore di 79 miliardi di Pil prodotto dal nostro settore a 90 miliardi”. Lo ha detto Massimo Dal Checco, presidente di Anitec-Assinform, l’associazione aderente a Confindustria che raggruppa le imprese ICT e dell’Elettronica di Consumo in Italia, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy.
Dal Checco è stato recentemente eletto presidente di Anitec-Assinform e guiderà l’associazione nel quadriennio 2024-2028. “La sfida per i prossimi quattro anni – ha spiegato – è avere un giusto colloquio con gli stakeholder esterni, prima di tutto l’Europa. Abbiamo visto che sta legiferando tantissimo anche nel nostro settore”. Un dialogo pure “con il governo italiano” che “si è strutturato moto bene – ha affermato – in termini di organizzazione per quanto riguarda il nostro settore” e quindi occorre “riuscire a rispondere in maniera adeguata”.
“Siamo molto democratici – ha poi aggiunto – dal punto di vista aziendale: abbiamo grandi multinazionali che hanno investito molto nel nostro paese, grandi aziende di proprietà di fondi, grandi imprese italiane private o quotate, tante Pmi italiane, piattaforme che oggi hanno un impatto molto forte. Il panorama delle aziende associate è veramente ampio”, quindi, secondo Dal Checco, è importante “riuscire a trovare un minimo comune denominatore e rispettare gli interessi di tutti”.
Parlando del futuro del settore si pensa anche ai giovani e alla loro formazione. “Il problema – ha evidenziato – è il calo della natalità, quindi meno giovani con un impatto non indifferente, e la popolazione che invecchia. Sulla formazione stiamo lavorando tantissimo. Il tema della formazione e quindi delle competenze è alla base ed è trasversale rispetto alle sfide che avremo in futuro”.
Un altro tema fondamentale è quello della cybersicurezza. “La parte della sicurezza dal punto di vista informatico – ha affermato – non è esclusivamente tecnologia ma c’è anche molta cultura soprattutto oggi in cui è diffuso lo smartworking” perchè “per chi fa gli attacchi è più semplice accedere”.
“C’è un problema di organizzazione all’interno dell’impresa e una serie di strumenti a cui non bisogna pensare esclusivamente come un costo”, ha aggiunto.
Ad aprile si è svolta la conferenza Tech7, promossa da Anitec-Assinform insieme alle associazioni Tech dei paesi G7 per discutere sulle priorità in tema di innovazione digitale, cybersicurezza e sviluppo delle tecnologie di frontiera. Per Dal Checco l’aspetto “più interessante” è che “gli argomenti trattati erano comuni a tutti”. “Sono stati toccati – ha spiegato – sette punti: la promozione della cooperazione internazionale, quindi supportare le Nazioni nello sviluppo del digitale, investimenti nelle tecnologie emergenti, riduzione del divario digitale e miglioramento delle competenze digitali, la promozione della sicurezza informatica e della resilienza delle infrastrutture digitali, l’accelerazione della trasformazione digitale delle Pmi e del settore pubblico, la promozione di un commercio digitale aperto e responsabile e della libera circolazione dei dati e l’utilizzo delle tecnologie digitali per la sostenibilità e la lotta al cambiamento climatico”.
Dal Checco è anche presidente di Assafrica & Mediterraneo, la rappresentanza internazionale di Confindustria che supporta le imprese italiane nel loro percorso di crescita in Africa e Medio Oriente.
Dal suo punto di vista, il Piano Mattei è “un piano vero, reale dove ci sono veramente capitali per poter fare investimenti in Africa e quindi – ha sottolineato – è un’opportunità enorme per il nostro paese e per le nostre imprese di poter partecipare alla crescita che ci sarà nel mondo africano”. Per Dal Checco se l’Africa “cresce in un’ottica occidentale avremo un vicino con cui potremo convivere in maniera più semplice, anche come opportunità di economia per le nostre imprese”.
– Foto Italpress –
(ITALPRESS).
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Economia
A giugno il mercato dell’auto in calo del 17,4% su base annua
Pubblicato
11 ore fa-
1 Luglio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – A giugno 2025 sono state immatricolate 132.191 autovetture a fronte delle 160.120 nello stesso mese dell’anno precedente, con una diminuzione del 17,44%. Lo rende noto il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
I trasferimenti di proprietà sono stati 439.475 a fronte di 420.804 passaggi registrati a giugno 2024, con un aumento del 4,44%.
Il volume globale delle vendite mensili, pari a 571.666, ha interessato per il 23,12% vetture nuove e per il 76,88% vetture usate.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Economia
Un’impresa su tre assumerà lavoratori stranieri extra Ue entro il 2026
Pubblicato
15 ore fa-
1 Luglio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Un’impresa su tre ha in programma di assumere lavoratori stranieri extra Ue entro il 2026 o lo ha già fatto tra il 2021 e il 2023. A spingere gli imprenditori a rivolgersi all’estero per soddisfare il proprio fabbisogno occupazionale è principalmente la mancanza di lavoratori italiani segnalata dal 73,5% delle imprese. Anche per questo il 68,7% delle aziende è disposto ad investire entro il 2026 in formazione del personale straniero, a fronte del 54,5% di quelle che non assumono lavoratori extra-UE. È quanto emerge dall’indagine di Unioncamere e Centro Studi Tagliacarne su un campione di 4.500 imprese manifatturiere e dei servizi con addetti compresi tra 5 e 499.
“L’Italia comincia ad avvertire gli effetti dell’invecchiamento della popolazione dovuto alle dinamiche demografiche”, evidenzia il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “I lavoratori immigrati sono quindi sempre di più una risorsa indispensabile per far fronte alla domanda di occupazione delle imprese. C’è anche un bacino di italiani di seconda o terza generazione che vivono soprattutto nel Sud America al quale il nostro Paese dovrebbe guardare con attenzione – aggiunge -. Si tratta spesso di giovani con competenze già consolidate e con un legame di lingua e di storia familiare con l’Italia, che potrebbero essere interessati a trasferirsi nel nostro Paese”.
Il 47,1% delle imprese prevede di assumere operai specializzati extra UE entro il 2026 o li ha assunti tra 2021e il 2023. Mentre il 32,6% assumerà o ha assunto operai generici, il 13,3% lavoratori del terziario, l’11,1% artigiani, il 9,3% per tecnici specializzati, il 4,9% per professionisti altamente qualificati e appena l’1,1% per manager. Sono soprattutto le imprese del Nord Est a ricorrere a lavoratori stranieri per fare fronte ai loro piani di assunzione. Il 36,5% delle imprese del Triveneto assumerà personale extra UE entro il 2026 o lo ha già fatto tra il 2021-23, a fronte del 31,8% del totale del sistema imprenditoriale italiano. A trainare sono soprattutto le imprese del Trentino-Alto Adige/Südtirol (39,1%), seguite da quelle del Veneto (37,6%) e del Friuli-Venezia (36,8%). Sul fronte opposto meno dinamica è la domanda proveniente dal Mezzogiorno, solo il 28,6% delle imprese meridionali ha in programma o ha programmato di assumere lavoratori non europei.
La difficoltà di trovare lavoratori italiani motiva il 73,5% delle imprese a cercare personale straniero fuori dall’Unione europea. A seguire, anche se in misura sensibilmente minore, tra le altre motivazioni indicate troviamo: la mancanza di giovani derivante dal calo demografico (12,6%), migliori competenze tecniche da parte dei lavoratori stranieri (9,4%) e, solo marginalmente, il minore costo del lavoro (3,0%). Più imprese manifatturiere, più tecnologiche, più grandi: è questo l’identikit delle realtà imprenditoriali che mostrano una maggiore propensione ad assumere lavoratori extra europei. Il 37,2% delle imprese industriali ha pianificato di farlo entro il 2026 o lo ha fatto tra il 2021 e il 2023, a fronte del 27,4% di quelle dei servizi. E se nel manifatturiero, il 40,2% delle imprese che ricorre al mercato del lavoro al di fuori dell’UE appartiene ai settori ad alta tecnologia, nei servizi il 36,2% opera nei settori a bassa intensità tecnologica. Nel complesso la metà delle aziende che assumono stranieri non europei, impiega tra 50 e 499 addetti, a fronte del 27,3% delle piccole.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Economia
Conti pubblici, Cdm approva il rendiconto 2024. Migliorati i saldi
Pubblicato
1 giorno fa-
30 Giugno 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato due disegni di legge, recanti rispettivamente il “Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per il 2024” e “Disposizioni per l’assestamento del bilancio di previsione dello Stato per l’anno 2025”. Il Rendiconto generale dello Stato 2024, che è stato parificato dalla Corte dei conti nella seduta del 26 giugno 2025, evidenzia un miglioramento di tutti i saldi sia per competenza sia per cassa.
“Si evidenzia che, in base ai risultati della gestione finanziaria 2024, in termini di competenza il saldo netto da finanziare e il ricorso al mercato sono stati rispettivamente pari a 107.543 milioni e 393.108 milioni – spiega Palazzo Chigi nel comunicato diffuso dopo il Cdm -. In termini di cassa, i livelli effettivamente conseguiti dai saldi sono stati pari, rispettivamente, a -151.482 milioni per il saldo netto da finanziare e a -435.411 milioni per il ricorso al mercato. Il disegno di legge di assestamento prevede l’aggiornamento per l’anno 2025 delle previsioni di entrata e degli stanziamenti di bilancio delle spese”.
“L’aggiornamento tiene conto del livello dei saldi di finanza pubblica previsti a legislazione vigente dalla legge di bilancio. Nel complesso, le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento determinano un miglioramento del saldo netto da finanziare di circa 800 milioni di euro in termini di competenza e di circa 600 milioni di euro in termini di cassa rispetto al saldo risultante dalla legge di bilancio – prosegue la nota -. Inoltre, il provvedimento reca un miglioramento dell’indebitamento netto, rispetto al DFP, pari a circa 500 milioni di euro”.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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