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Il sogno degli italiani di Iserlohn “Finale Italia-Germania”

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Di Antonio Ricotta
ISERLOHN (GERMANIA) (ITALPRESS) – Circa 92mila abitanti, oltre il 15% di origine straniera e la fetta di italiani che contribuisce a comporre questo dato è più che abbondante. E quando la Figc ha ufficializzato la scelta della città di Iserlohn come sede del ritiro della Nazionale agli Europei di Germania, di bottiglie di spumante da queste parti se ne sono stappate tantissime. Loro l’attesa per Euro2024 la vivono da mesi e attendono il grande giorno: nei calendari è segnato in rosso l’11 giugno, ovvero martedì pomeriggio quando i ragazzi di Spalletti (domani l’arrivo in città con destinazione hotel Vierjahreszeiten) sosterranno il primo allenamento in terra tedesca. Una seduta che, per l’occasione, sarà aperta al pubblico e che porterà all’Hemberg Stadion Nord oltre 4mila persone. La comunità italiana è davvero in fermento e già nei pressi di Casa Azzurri e del campo di allenamento (poche centinaia di metri di distanza), si vedono tanti ‘paisà’ in pellegrinaggio. C’è un clima di festa e di condivisione, ma anche un misto di calcisticamente parlando, “ansia e speranza”, dice Alfredo (per gli amici Alfio) Zappalà, ristoratore che da oltre 40 anni vive in Germania.
“Sono di Modica, torno sempre in Italia quando posso, lì ho casa, ma la mia vità è qui a Iserlohn. C’è grande attesa per l’arrivo della Nazionale, siamo felici che sia stata scelta proprio questa città e ci scherziamo su con gli amici tedeschi, loro ci temono, con noi non vincono mai e hanno paura. Gli ricordo spesso il minuto 119 di Germania-Italia, ero a Dortmund, che emozione stupenda”, dice Zappalà che sul muro adiacente l’ingresso del suo locale, la trattoria-pizzeria “Bella Italia”, ha affisso lo striscione “Forza Azzurri – Deutschland em 2024”. “Devo dire che nelle ultime settimane si ha la sensazione che stiamo per vivere qualcosa di particolare, un momento importante per tutti noi”, dice Federico Zappalà, 30enne figlio del signor Alfio che vive a Magonza, ma che in questi giorni si è trasferito a Iserlohn per lavoro. Aiuta gli italiani che arrivano qui per seguire la Nazionale, un punto di riferimento per questioni logistiche “adesso sommerso dalle richieste”, confessa. “Più si avvicina l’arrivo degli azzurri e più si sente l’atmosfera del grande evento qui a Iserlohn, una città in genere molto tranquilla”. Al lavoro nel locale della famiglia Zappalà c’è anche Valentina Timpanelli di Gela, qui da 5 anni.
“Siamo felici che sia stata scelta Iserlohn, per noi è bellissimo avere la Nazionale qui, noi che lavoriamo all’estero sentiamo molto il legame con la nostra terra e quando gioca l’Italia viviamo la partita con grande trasporto. Secondo me possiamo fare un grande Europeo, io punto su Chiesa”, dice Valentina, mentre Alfio Zappalà considera “Scamacca e Barella i giocatori essenziali” e ha fiducia in Spalletti: “Sono contento che abbia puntato sui giovani, io dico che tra le prime 4 possiamo arrivare, poi il sogno è diventare campioni d’Europa battendo la Germania in finale”. Chi crede ciecamente nel ct è Bruno Lacaria. Napoletano, in Germania da 43 anni, lavora nella pizzeria “L’Italiano” di Iserlohn. “Il mister ha fatto grandi cose con il Napoli ed è andato via perchè è stato spinto a farlo, altrimenti non credo che avrebbe lasciato. Ma adesso è in Nazionale e può ripetersi. Io ci credo, i tedeschi ci temono. Tra noi emigrati c’è grande entusiasmo per l’arrivo degli azzurri, la comunità italiana di Iserlohn e dei paesi limitrofi è in fibrillazione”. Nicola Raiolo e la moglie, Kathy Messina, lui di Terravecchia (Cosenza) e lei di Valguarnera Caropepe (Enna), sono di Hagen, a circa 20 km di distanza da Iserlohn. “Martedì ci saremo all’allenamento, siamo riusciti ad avere i biglietti, oggi siamo venuti a ‘studiarè la zona”, dice la signora Messina.
“C’è grande entusiasmo tra noi italiani che viviamo in Germania, i tedeschi sanno che nelle partite che contano siamo un brutto avversario e infatti tifano sempre contro di noi anche quando giochiamo contro le altre nazionali – spiega Nicola Raiolo -. Noi siamo nel girone più duro e forse non abbiamo la squadra migliore degli ultimi anni, ma il sogno è una finale Italia-Germania, per loro sarebbe un incubo, la semifinale di Dortmund non l’hanno ancora dimenticata”.
– Foto Italpress –
(ITALPRESS).

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In Giappone volano le Ktm: Binder davanti, settimo Bagnaia

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MOTEGI (GIAPPONE) (ITALPRESS) – A Motegi il protagonista che non
ti aspetti è Brad Binder che, in sella alla Ktm, chiude il venerdì giapponese davanti a tutti i rivali. Il pilota sudafricano piazza nel finale di Practice la zampata vincente, firmando il primo crono in 1’43″436. Segue Marc Marquez (+0″033), al secondo posto. Più attardati nella classifica dei tempi, invece, Martin (+0″132) e Bagnaia (+0″318), rispettivamente terzo e settimo. Quarto tempo per Pedro Acosta (+0″147), mentre chiude quinto Enea Bastianini (+0″169). In generale, la prima giornata sul circuito di Motegi ha riservato alcune insidie a livello di setup per tutti i piloti. Nel corso delle FP1 qualche goccia di pioggia ha scombussolato il lavoro dei team. Le condizioni miste poi sono via via scomparse col passare delle ore e nella Practice la pista era di fatto quasi del tutto asciutta. Il meteo, però, non è una variabile da trascurare e nelle qualifiche e nella Sprint di domani il rischio pioggia sarà piuttosto elevato. A livello di performance, come raccontato, ha sorpreso la Ktm, apparsa molto convincente sia con Binder che con Acosta.
Buona prestazione anche per Pecco Bagnaia, che già ieri in conferenza stampa aveva raccontato di considerare Motegi una pista più nelle su corde. Il settimo posto nella Practice non deve trarre in inganno, anche perchè Pecco è andato lungo alla curva 11 nel corso dell’ultimo time attack: pertanto, il tempo di Binder era assolutamente alla portata. “Il mio giudizio sulla giornata di oggi è positivo. Sin da subito mi sono trovato a mio agio in moto. Stiamo lavorando nella giusta direzione”, ha dichiarato il pilota di Chivasso. Qualche patema in
più, invece, sia per Martin che per Marquez, nonostante il buon
piazzamento. “Le Ktm sono molto in forma, ma nel passo gara non
vedo tanti piloti al mio livello. Sto comunque faticando un pò
con l’anteriore”, ha confessato Martin. Marquez, invece, ha
raccontato di aver dovuto cambiare più volte l’assetto della moto, a causa di alcuni dettagli fuori posto: “La gomma usata è la mia personale incognita: non ci ho fatto dei giri di qualità. E’ stata una giornata molto strana: sono migliorato solo nelle ultime due uscite”. Guardando anche le altre posizioni, Maverick Vinales chiude sesto ed è l’unica Aprilia ad accedere al Q2 diretto. Ottavo, invece, Alex Marquez (Ducati Gresini). Gli ultimi posti disponibili in top ten vengono occupati dalle Ducati Pertamina di Fabio Di Giannantonio e Marco Bezzecchi, rispettivamente nono e decimo. Tra gli altri, Quartararo, Miller, Espargaro e Morbidelli saranno costretti a passare dal Q1. Non solo questioni di pista, ma anche ufficialità e notizie di mercato. La situazione dei piloti per il 2025 è ormai delineata, ma occhio anche agli spostamenti di tecnici e ingegneri. Nella mattinata è arrivata, infatti, l’ufficialità di Fabiano Sterlacchini come nuovo direttore tecnico di Aprilia, al posto di Romano Albesiano: quest’ultimo, invece, si accaserà in Honda. Per quanto riguarda gli orari della giornata di domani, le qualifiche di MotoGp sono in programma nella notte italiana, alle 3.45. L’appuntamento con la Sprint Race, invece, è fissato per domani mattina alle 8.00.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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La Fiorentina fatica, ma piega 2-0 i campioni del Galles

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FIRENZE (ITALPRESS) – Massimo sforzo, minimo risultato. La Fiorentina vince la propria gara di esordio nel girone unico di Conference battendo i gallesi dei The New Saints per 2-0. Servono però un possesso palla superiore al 70%, dodici angoli e soprattutto l’inserimento di alcuni titolarissimi, fra cui Kean e Gudmundsson, per avere la meglio sui modesti campioni di Galles. Proprio l’ex Juve trova di nuovo il gol personale che serve per rimpinguare il punteggio dopo che Adli al 70′ aveva sbloccato la gara. Prestazione complessivamente opaca però per Biraghi e compagni che soprattutto nella ora iniziale di gioco mostrano tantissimi limiti. Il primo tempo viola soprattutto è vicino all’essere sconcertante. I gigliati schierati da Palladino con il 4-2-3-1, con Biraghi adattato a centrale difensivo vista l’assenza contemporanea di Martinez Quarta, Comuzzo e Luca Ranieri, offrono una prestazione altamente deludente. Su tutti spicca la prova di Ikonè, insufficiente in ogni iniziativa. Non è un caso che all’intervallo i tifosi di casa fischino i propri beniamini. Le uniche occasioni sono estemporanee e quasi sempre firmate da Kouame, mentre Mandragora centra un incrocio dei pali prima di farsi male al ginocchio sinistro e lasciare spazio a Richardson.
La formazione gallese si chiude e prova a ripartire ma senza mai troppa convinzione. Al 13′ della ripresa Palladino stravolge la sua Fiorentina: fuori Kayode, Beltran e Sottil, quest’ultimo pesantemente fischiato, dentro Dodo, Kean e Gudmunsson. Passano 8′ e i padroni di casa passano grazie ad Adli su assist di Kouame. Tre minuti e Kean raddoppia, chiudendo di fatto la gara e tornando a far cantare il Franchi. Proprio il numero 20 viola con sufficienza fallisce il tap-in per il raddoppio personale al 78′. Il risultato non cambia più fino al triplice fischio finale, per i gigliati una piccola boccata d’ossigeno in campo europeo.
– Foto Image –
(ITALPRESS).

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Per la Roma di Juric primo ko in Svezia, l’Elfsborg vince 1-0

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BORAS (SVEZIA) (ITALPRESS) – La Roma subisce in Svezia la prima sconfitta dell’era Ivan Juric. Alla Boras Arena l’Elfsborg vince 1-0 con un rigore di Baidoo e complica il percorso in Europa League dei giallorossi, che hanno un solo punto in classifica, ottenuto all’Olimpico con l’Athletic Bilbao alla prima giornata. Rispetto alla partita contro il Venezia, Juric ne cambia sei. Nel primo tempo della Roma c’è tanto possesso palla (67%), ma poche soluzioni offensive in area. Undici le conclusioni dei giallorossi, tre delle quali di Soulè, ma di fatto la Roma non è mai pericolosa dalle parti di Pettersson nei quarantacinque minuti d’apertura. L’Elfsborg tiene meno palla (109 i passaggi completati contro i 371 della Roma), ma è più concreto. Al 17′ si accendono i fratelli Zeneli: Arber innesca Besfort, che scappa a Ndicka e calcia col destro trovando l’opposizione di Svilar. Il portiere della Roma si ripete al 19′ su un colpo di testa di Henriksson e al 43′ su un tiro al volo del solito Besfort Zeneli, ma in questo caso l’azione parte da un tocco di mano in area di Baldanzi che sfugge all’arbitro Tohver ma non al Var: Baidoo si prende l’incarico del rigore e dagli undici metri non sbaglia.
Per i primi cambi di Ivan Juric bisogna aspettare il 65′: Shomurodov, Abdulhamid e Soulè lasciano il posto a Dovbyk, El Shaarawy e Dybala. La scossa è immediata. El Shaarawy crossa dalla destra, Pisilli calcia a botta sicura a centro area ma Pettersson d’istinto nega il gol al prodotto del vivaio giallorosso. Al 72′ il tecnico romanista si gioca la carta Pellegrini al posto di Baldanzi. Quattro minuti dopo il numero 7 ha la palla dell’1-1: duetta con Dovbyk, si libera nello stretto in area ma calcia sull’esterno della rete. All’83’ Pellegrini ci riprova e aggiusta la mira, ma stavolta è la traversa a negargli la rete. La Roma torna a casa con una sconfitta e vede complicarsi il percorso europeo.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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