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Cronaca

Pichetto Fratin “L’Italia ponte energetico del Mediterraneo”

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TRAPANI (ITALPRESS) – “Il Mediterraneo è uno snodo fondamentale su molti piani, come quello culturale e commerciale, ma lo sta diventando sempre di più anche dal punto di vista energetico, come ponte tra Europa, Africa e Asia. L’Italia ha la fortuna di trovarsi al centro del Mediterraneo e può davvero consolidarsi come ponte energetico tra Nord e Sud, Est ed Ovest del bacino”. Così il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervenendo al quarto Workshop dei Presidenti MEDREG (Associazione dell’Energia del Mediterraneo) in corso presso il sito archeologico di Selinunte, nel Trapanese.
“Il Mare Nostrum è già sede di molte infrastrutture energetiche, come collegamenti elettrici, gasdotti e terminali LNG – aggiunge -. La sfida che abbiamo davanti è rafforzare ed espandere le infrastrutture, in ottica di maggiore sicurezza energetica e decarbonizzazione, per raggiungere il traguardo della neutralità climatica entro la metà di questo secolo. Sfida che per il Mediterraneo è ancora più importante e significativa, perchè è una delle aree più vulnerabili ai cambiamenti climatici”.
“La cooperazione energetica – sottolinea il Ministro – è essenziale per mettere a fattore comune i punti di forza di ciascuno dei Paesi che aderiscono al MEDREG. In questo contesto, il ruolo dei Regolatori è fondamentale per stimolare l’integrazione regionale e lo scambio di energia tra i Paesi, favorendo il processo di transizione energetica”.
“In questi giorni – aggiunge Pichetto Fratin – stiamo ultimando l’aggiornamento del Piano Nazionale Energia Clima (PNEC), che definirà gli impegni energia-clima sull’orizzonte 2030, un passo cruciale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Dovremo consegnare la versione aggiornata del Piano alla Commissione Europea entro la fine di questo mese, partendo dal documento che abbiamo consegnato a luglio 2023. Nel processo di aggiornamento del Piano è stato seguito un approccio realistico e basato sulla neutralità tecnologica, che prevede comunque una forte accelerazione su: fonti rinnovabili elettriche; produzione di gas rinnovabili (biometano, idrogeno e altri biocarburanti compreso l’HVO – olio vegetale idrotrattato); ristrutturazioni edilizie, efficienza energetica, inclusa l’elettrificazione dei consumi finali”.
“L’Italia – prosegue il Ministro – sta inoltre valutando il ricorso alla fonte nucleare. Abbiamo avviato la Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile e recentemente abbiamo deciso di aderire come Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica all’Alleanza Industriale Europea sui piccoli reattori modulari (SMR – Small Modular Reactors), per confermare il sostegno del sistema Paese e dare un segnale concreto di interesse allo sviluppo di nuove tecnologie all’avanguardia, che possono dare un importante contributo alla decarbonizzazione”.
“Una parte di grande rilievo nel Piano Nazionale Energia e Clima italiano è la cooperazione regionale in termini di infrastrutture energetiche”, sottolinea il Ministro, facendo riferimento ad alcuni importanti progetti.
“Il corridoio Sud dell’idrogeno – spiega – è già stato selezionato a livello europeo come Progetto di interesse comune (PCI) contribuirà a raggiungere l’obiettivo di importazione di 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile entro il 2030 a livello UE. Il progetto è stato fortemente sostenuto dall’Italia sin dall’inizio e rientra pienamente nello spirito del piano Mattei per l’Africa. L’Italia, anche in veste di Presidenza G7, ha posto grande attenzione sulla cooperazione con l’Africa e ha ribadito l’importanza di rafforzare la collaborazione con i Paesi africani e di cooperare insieme per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e di transizione energetica a livello globale. Il continente africano offre grandi potenzialità che l’Italia vuole sostenere attraverso la creazione di partenariati mutualmente vantaggiosi su base paritaria, con l’obiettivo di rendere l’Italia un hub energetico del Mediterraneo, con la funzione di ponte tra l’Europa e l’Africa”.
“Gli interventi – prosegue il Ministro – avranno al centro il nesso clima-energia, punteranno a rafforzare l’efficienza energetica e l’impiego di energie rinnovabili, con azioni volte ad accelerare la transizione dei sistemi energetici, inclusa la generazione elettrica da fonti rinnovabili e le infrastrutture di trasmissione e distribuzione, nonchè lo sviluppo delle capacità e professionalità necessarie. Nel settore della finanza climatica, e in congiunzione con le finalità del Piano Mattei, vorrei sottolineare che l’Italia intende indirizzare una quota estremamente significativa del Fondo Italiano per il Clima – la cui dotazione complessiva è di oltre 4 miliardi di euro – su Africa e Medio Oriente. L’Italia ha inoltre lanciato il Processo di Roma, a cui aderiscono diversi dei Paesi che fanno parte anche del MEDREG. Lo spirito che anima tale iniziativa è quello di costruire partneriati su base paritaria al fine di elaborare risposte comuni alle sfide attuali ed urgenti che interessano i Paesi dei due continenti, dalle migrazioni alla transizione energetica. A conclusione di questo mio intervento ribadisco ancora una volta la centralità del Mare Mediterraneo nello scenario energetico globale e il ruolo fondamentale dei Regolatori per favorire la cooperazione energetica dei Paesi del Bacino e realizzare una transizione energetica socialmente equa che non lasci nessuno indietro”.
– foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

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Italia-Emirati Arabi, Mattarella “Amicizia e collaborazione crescente”

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ROMA (ITALPRESS) – “E’ la prima visita di Stato di un presidente degli Emirati Arabi Uniti in Italia e le sono grato per effettuarla, anche come segno dell’amicizia che intercorre tra Emirati Arabi Uniti e Italia e della volontà di intensificare la collaborazione in tanti aspetti”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante l’incontro col presidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mohamed Bin Zayed al Nahyan, al Quirinale. “E’ un piacere rinnovare il benvenuto a lei e alla delegazione che l’accompagna, la sua presenza a Roma è un onore per la Repubblica Italiana ed è per me un motivo di grande gioia averla al Quirinale ancora questa mattina. La ringrazio per il nostro scambio di opinioni ieri sera durante il pranzo e per quello che abbiamo appena avuto. Lei incontrerà tra poco la presidente del Consiglio e sarà un’occasione di approfondimento ulteriore del significato di questa sua vista, di cui la ringrazio”.
-foto Ipa Agency-
(ITALPRESS).

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Influenza, medici di famiglia “No alle cure fai da te”

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ROMA (ITALPRESS) – Il picco è superato, ma l’incidenza del tasso di influenza resta elevata, con i bambini che sono i più colpiti. In questa situazione, spesso, vi è il rischio di ricorrere a farmaci noti ma non sempre appropriati. Per questo i medici di famiglia della Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie intervengono per sottolineare i rischi e gli usi appropriati tra paracetamolo, antinfiammatori, antibiotici. Ogni farmaco deve essere assunto per uno scopo specifico, visto che la somministrazione di ciascuno di questi può non sortire l’effetto desiderato e generare effetti collaterali. L’influenza di quest’anno è stata spesso percepita come più aggressiva rispetto alle stagioni precedenti, con sintomi più intensi, una durata prolungata e un maggior rischio di complicanze. Diversi fattori possono aver contribuito: la possibilità di una variante più contagiosa del virus circolante; la minore immunità della popolazione dopo le misure di protezione per il Covid; le co-infezioni con altri virus respiratori come il virus respiratorio sinciziale o il rinovirus; le condizioni individuali come età e comorbosità. Tra i sintomi più comuni vi sono febbre alta, mal di testa, dolori muscolari e articolari, tosse secca e persistente.
Per affrontare l’influenza e i suoi sintomi vi è spesso confusione in riferimento ad antibiotici, antiinfiammatori, paracetamolo. La terapia deve essere focalizzata ad alleviare i sintomi che inficiano la qualità di vita del paziente, sintomi che peraltro possono avere un impatto variabile per la diversa tollerabilità individuale. La febbre, per esempio, è una reazione dell’organismo contro i virus, quindi, se è ben sopportata, non richiede obbligatoriamente l’assunzione di farmaci.
“Gli antinfiammatori contrastano le difese naturali dell’organismo prodotte nei confronti dei patogeni – spiega Alessandro Rossi, Presidente SIMG – Interrompono la risposta dell’organismo e non rispondono all’infezione. Questi farmaci comportano diversi rischi: prolungamento della malattia; aumento del rischio di complicanze come polmoniti; disturbi gastrointestinali; nei soggetti anziani, ripercussioni sulla funzionalità renale e sull’apparato cardiocircolatorio, provocando rialzi della pressione. I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) possono essere utilizzati (ma non nei primi giorni) per alleviare i sintomi qualora questi siano sostenuti da una chiara natura infiammatoria, ma devono essere usati con cautela, soprattutto in pazienti con problemi gastrointestinali o cardiovascolari; in ogni caso, prima di assumerli è sempre consigliabile consultare il medico prima del loro uso”.
“Il paracetamolo è il farmaco di maggiore affidabilità per ridurre la febbre e alleviare dolori associati alle sindromi virali come mal di testa o dolori muscolari: non interviene sul meccanismo di infiammazione, ma agisce solamente con scopo analgesico, ha un effetto peculiare sulla febbre ed è un farmaco sicuro, tanto che si raccomanda sia agli anziani che ai bambini, fino anche alle donne gravide”.
“Relativamente alla prescrizione degli antibiotici, la SIMG ha sensibilizzato i medici di famiglia a una somministrazione prudente e secondo reale necessità – evidenzia Alessandro Rossi – Gli antibiotici, infatti, non devono assolutamente essere presi in considerazione in caso di infezione virale. Devono essere assunti solo in caso di infezione batterica, previa prescrizione medica e per la durata indicata: il rischio, oltre a quello di effetti collaterali, è quello che i batteri sviluppino resistenza agli antibiotici, vanificandone l’impiego e alimentando un fenomeno che già è preoccupante a livello globale”. “Il medico di medicina generale può essere consultato in qualsiasi momento – aggiunge Alessandro Rossi – Certamente il suo coinvolgimento è necessario se la durata dei sintomi supera i 3-4 giorni, se vi è febbre persistente e resistente ai farmaci, se, soprattutto in soggetti fragili, compaiono sintomi nuovi come una dispnea, un dolore al petto o, nelle persone molto anziane, insorgenza di confusione mentale. In ogni caso, una consultazione anche solo telefonica rende il cittadino più sicuro e rende più agevole la gestione di sindromi virali di questo tipo. Il medico di famiglia, infatti, è quello che conosce da più tempo la storia personale del paziente, la sua situazione familiare e mantiene con lui un rapporto fiduciario e protratto nel tempo”.
-foto ufficio stampa Studio Diessecom –
(ITALPRESS).

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