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Marotta “A rischio default senza i capitali stranieri”

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ROMA (ITALPRESS) – “Sono andato da tifoso e da dirigente del calcio italiano e sono rimasto impressionato dal clima che si vive, dall’entusiasmo dei ragazzi e dell’allenatore. Sono molto ottimista per il futuro. Siamo campioni in carica e, come tali, siamo nel mirino dei nostri avversari. Ma è evidente che questo sia un gruppo con basi umane e tecniche di grande spessore”. Così il presidente dell’Inter Giuseppe Marotta ha raccontato ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’, su Rai Radio 1, le sue sensazioni sull’esordio europeo vincente della Nazionale di Spalletti contro l’Albania, vissute dal vivo allo stadio di Dortmund. Sul Mondiale per club del prossimo anno si sa ancora poco o nulla: “Le informazioni che abbiamo non sono molto concrete – prosegue il massimo dirigente dei campioni d’Italia – E’ evidente che questo Mondiale per club, motivo d’orgoglio per noi e vetrina importante a livello mondiale, rappresenti un ulteriore sovraccarico dei calendari, problema serio del nostro calcio che si acuirà ancor di più nella prossima stagione. Ci saranno più match con la nuova Champions, per aggiudicarsi la coppa si possono giocare anche 17 partite, inclusi i playoff. Il calendario si comprime sempre di più, andrebbe rivisto e poi la Serie A andrebbe ridotta a 18 squadre. Dobbiamo tutelare il lavoro dei nostri ragazzi, i carichi di lavori attuali non sono più sostenibili. Il rischio di infortunio è altissimo e rischia di pregiudicare anche lo spettacolo”. Per far capire, “nella stagione 2022-23, Barella ha giocato 52 partite da metà agosto a inizio giugno. In più la troppa offerta può generare un effetto negativo, il calcio potrebbe perdere di attrattività”. Tutte le grandi nazionali hanno un campione giovane come Bellingham o Musiala: “Credo che abbiamo un’età media giusta – sottolinea Marotta – Come diceva Buffon, questa è una squadra che ci darà grandi soddisfazioni tra un paio di anni, quando raggiungerà il top della maturità. Si stanno tracciando le basi per far sì che questo gruppo possa continuare, con inserimento occasionali, e che possa darci tante soddisfazioni”. Capitolo Frattesi: “Frattesi è un altro elemento molto valido, è un giocatore molto moderno. Fa della sua forza agonistica il suo fiore all’occhiello ma riesce ad adattarsi bene tatticamente. Il calcio va sempre alla ricerca di giocatori eclettici. Compito di noi dirigenti è cercare e trovare giocatori che abbiano queste caratteristiche”. Circa il ‘Pericolò petroldollari arabi per il prossimo mercato, il presidente nerazzurro ricorda che “lo sport rappresenta un grande rilevante patrimonio della nostra Italia, che va tutelato. Non siamo più l’Eldorado del calcio come a inizio anni ’90, oggi rappresentiamo un calcio di transizione. I nostri calciatori vengono spesso attratti da ingaggi notevoli e diventa difficile trattenerli. La capacità nostra dovrebbe essere quella di sostituirli degnamente e non creare barriere, andando a a pagare giocatori in modo sconsiderato”. Oggi, rimarca, “delle 20 proprietà di Serie A, 10 sono straniere: questo vuol dire che il nostro modello di mecenatismo degli anni 60-70 non c’è più. Dobbiamo prenderne atto, anzi meno male che arrivano capitali stranieri, altrimenti il nostro sarebbe un calcio poco competitivo e a rischio default. Da questo punto di vista è chiaro che questi investitori, come nel caso di Oaktree, manifestano una volontà di mantenere sempre continuità e stabilità nella loro gestione, ma con trasparenza con grande rigidità economico-finanziaria. Mi sembra giusto. No alle spese folli, sì alla valorizzazione dei giovani: questo è il motto che ci deve contraddistinguere”. Tra le spese folli ci sono anche le commissioni agli agenti sempre più care: “Assolutamente sì, nella scorsa stagione abbiamo quasi raggiunto un miliardo di commissioni, un miliardo che va fuori dal sistema e che quindi non prevede ulteriori investimenti. Capisco che debba esistere questa professione, ma spesso si assistono a situazioni non chiare. Vanno regolamentate le azioni di questi professionisti che ormai fanno parte del nostro movimento”. Dopo Mancini e Spalletti, in futuro un altro allenatore nerazzurro come Inzaghi potrebbe sedere sulla panchina della Nazionale: “Inzaghi è molto giovane e ha ancora tempo per fare esperienza. Quest’anno ha fatto un salto in avanti notevole, è un tecnico moderno che coniuga qualità professionali a quelle umane. Ovviamente la pressione esercitata su di lui è tanta, è responsabile tecnico di un club mondiale e come tale si esige si raggiungano certi risultati. Sono molto contento e ottimista per il suo futuro, la speranza è che possa rimanere con noi per tanti anni. Conte al Napoli? Auspico che il nostro campionato sia sempre più attrattivo. Lo è nel momento in cui ci sono più squadre che competono per lo scudetto, allenate da tecnici vincenti. L’auspicio è che ci possa divertire. Poi è chiaro che la speranza è quella di vederci ancora una volta campioni d’Italia”. “Dove e quando sorgerà il nuovo stadio dell’Inter? Il problema degli stadi in Italia è veramente notevole e sentito. Oggi noi abbiamo delle grandi difficoltà, perchè c’è una lentezza burocratica di autorizzazioni che poi porta a far sì che ci sia quasi una fuga di potenziali investitori. Abbiamo stadi con un’età media dii quasi 70 anni. L’auspicio è che si possa trovare una collocazione definitiva, ci stiamo lavorando. Abbiamo individuato la zona di Rozzano, per cui il club che ha esteso fino al 2025 il contratto di esclusiva con la società proprietaria dei terreni. Poi c’è questa proposta da parte del sindaco di consegnare un progetto di riqualificazione dello stadio di San Siro. Vedremo un attimo, ma adesso è un pò prematuro”. Marotta ribadisce che per il rinnovo di capitan Lautaro Martinez è tutto fatto: “Virtualmente ha già firmato. Dobbiamo raccogliere la firma e, siccome è impegnato con la sua nazionale, è questione solo di qualche giorno ma non ci sono problemi. Consideriamo già acquisito il rinnovo di Lautaro”. Infine, sulla Champions League obiettivo principale per la prossima stagione: “Non dobbiamo porci limiti. Siamo l’Inter, rappresentiamo un club storico. C’è da grande orgoglio per la seconda stella, l’obiettivo da perseguire è essere competitivi sempre”, conclude Marotta.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Dal campo alla scrivania, la nuova vita di Ivan Cordoba

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ROMA (ITALPRESS) – “Passare dal campo alla scrivania fa sempre effetto, anche perchè da quando avevo 4 anni ho giocato col pallone, ma se uno si prepara qualche anno prima del ritiro su quello che vorrebbe poi fare, diventa più facile. Io pensavo già di poter entrare in una dirigenza e mi sono preparato su quello”. Lo ha detto Ivan Ramiro Cordoba, ex difensore dell’Inter e attuale dirigente del Venezia, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress: “Quello che si cerca nella vita è trasferire l’essenza di ognuno – ha spiegato il colombiano – Quello che ti aiuta a prepararti a smettere è capire come trasferire il proprio essere dal campo alla nuova attività”. Come altri grandi campioni del recente passato, anche Cordoba dopo aver appeso gli scarpini al chiodo si è seduto alla scrivania e ha portato al Venezia quell’esperienza che il manager puro non ha. La vita nello spogliatoio, lo stress delle partite, le difficoltà dopo gli infortuni, con un’azione di raccordo che spesso fa la differenza e il risultato.
“Quando abbiamo ottenuto la promozione col Venezia, ho detto ai ragazzi di godersi queste emozioni, perchè non gliele toglierà nessuno – ha raccontato – Quando si lotta per gli obiettivi sportivi prima di quelli economici, dopo è sicuro che arriverà anche il resto”.
E sul suo unico grande infortunio patito in carriera: “Mi sono sentito molto fragile, perchè finchè non hai mai avuto un infortunio pensi di avere dei superpoteri, quindi poi pensi ‘ma non è possibilè – ha ricordato Cordoba – Io non ci credevo quando mi è successo a Liverpool, in campo mi hanno applicato un antidolorifico e io volevo rientrare, ma i medici mi dicevano che il ginocchio non era a posto. E’ difficile da accettare quando c’è un infortunio importante”. “Quando c’è un gruppo di lavoro al tuo fianco, dottori e specialisti, se hai un rapporto trasparente tutto va per il meglio. Ho avuto Volpi e Combi come medici all’Inter, tutto parte anche dal fatto che il presidente Moratti ha sempre tutelato la persona ancor prima del calciatore – ha sottolineato l’ex difensore parlando della sua carriera all’Inter – E’ una cosa che ha un ritorno: se tu curi bene l’infortunio e dai tempo necessario per recuperare bene, allora hai un giocatore con più disponibilità”.
Cordoba ha anche avviato da tempo un progetto di solidarietà: “Io e mia moglie abbiamo cominciato da tempo ad aiutare ragazzi e anziani con delle difficoltà, pensiamo che sono le persone più deboli – ha spiegato Cordoba – Collaboriamo anche con altre fondazioni e nell’Inter abbiamo trovato un’isola felice, Moratti ha contribuito anche perchè ha sempre avuto la cultura del sociale”. E sul libro scritto dallo stesso ex calciatore in cui ha raccontato i retroscena della sua lunga carriera: “Il mio cognome oltre a Cordoba è anche Sepulveda e ho fatto un libro – ha scherzato – Mia moglie mi ha convinto a raccontare la mia storia, piena di tante esperienze, è bello far capire ai giovani come sono arrivato a giocare ad alti livelli. Quando ero ragazzino in Colombia non pensavo nemmeno nei sogni di ambire a questa carriera, il massimo che potevo pensare era arrivare alla nazionale colombiana e giocare all’estero, ma giocare all’Inter non lo pensavo proprio – ha ammesso – Ogni giorno all’Inter l’ho vissuto come un sogno”.
Infine, sulla possibilità di avere un erede nel mondo del calcio: “Non obbligo i miei figli a seguire le mie orme, nessuno dei tre ha preso questa strada, il piccolo gioca in una scuola calcio ma fa tanti sport, deciderà lui – ha concluso – L’importante è fare sport”.

– foto tratta da video Medicina Top –
(ITALPRESS).

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Lautaro trascina l’Argentina ai quarti in Copa America

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ROMA (ITALPRESS) – Prosegue il cammino dei campioni in carica
dell’Argentina in Copa America. Nella notte italiana l’Albiceleste ha conquistato l’accesso ai quarti di finale battendo 1-0 il Cile, al MetLife Stadium di East Rutherford. Decisiva la rete di Lautaro Martinez nel finale (all’88’), a segno per la seconda volta nella competizione. Gli uomini di Lionel Scaloni accedono, così, ai quarti. Nell’altra sfida del girone A, al Children’s Mercy Park di Kansas City, il Canada ha conquistato la sua prima vittoria: 1-0 al Perù grazie alla rete di Jonathan David. Il giocatore del Lille diventa, così, il primo marcatore del Canada in Copa America.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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La Polonia ferma la Francia 1-1, Mbappè e compagni secondi

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DORTMUND (GERMANIA) (ITALPRESS) – Un rigore per parte, trasformati dalle stelle Mbappè e Lewandowski, valgono il pareggio 1-1 tra Francia e Polonia al Signal Iduna Park di Dortmund. I transalpini vengono così superati dall’Austria, che chiude in testa il Girone D, e finiscono nella parte alta del tabellone dove agli ottavi incontreranno la seconda classificata del Girone E. Saluta Euro2024 la Polonia con un punto e la quarta piazza del raggruppamento. Deschamps ritrova Mbappè in versione “eroe mascherato” dopo essersi rotto il naso contro l’Austria. Con il neo madrileno, nel tridente transalpino ci sono Dembelè e a sorpresa Barcola: panchina per Thuram e Griezmann. Nella Polonia esordio dal primo minuto per Lewandoswski a cui Probierz affianca come sostegno sulla trequarti il duo Szymanski-Urbanski. Il primo tiro del match però è di Zielinski che fa le prove di derby e prova a sorprendere Maignan dalla distanza, il portiere del Milan blocca a terra senza difficoltà. Un altro rossonero, Theo Hernandez, calcia a botta sicura dopo lo spunto di Koundè che si beve Zalewski sull’out di destra: Skorupski si salva mettendo in angolo con la punta del piede.
E’ grande protagonista l’estremo difensore della Polonia che si oppone anche alla conclusione di Dembelè da posizione defilata e ad un’incursione di Mbappè, velocissimo nell’andare al tiro dopo l’uno-due in area di rigore con Barcola. Nel mezzo una chance dall’altro lato per Lewandoski il cui colpo di testa, su cross di Zielinski, termina di un soffio a lato alla destra della porta di Maignan. La pressione che la Francia aveva intensificato negli ultimi minuti del primo tempo diventa ancora più incisiva in avvio di ripresa. Skorupski fa un’altra bella parata su Mbappè che poi prova il diagonale rasoterra la cui corsa finisce poco lontana dal secondo palo. Il gol è nell’aria e arriva su calcio di rigore, fischiato da Guida quando Kiwior perde il duello in velocità con Dembelè e lo atterra in area: dagli undici metri Mbappè spiazza Skorupski per l’1-0. Il gol subìto e i cambi di Probierz scuotono la Polonia che con orgoglio si riporta in avanti. Lewandowski scippa la sfera a Tchouameni e calcia dalla distanza mancando la porta per qualche centimetro.
Poi, il neoentrato Swiderski, riceve palla in area e finisce giù dopo un contatto con Upamecano: per Guida è tutto regolare, ma il Var lo richiama perchè il fallo c’è e dopo la review il direttore di gara indica per la seconda volta il dischetto. Dagli undici metri si presenta Lewandowski le cui finte non ingannano Maignan, bravo a respingere la conclusione. Il portiere francese però, si stacca con troppo anticipo dalla linea di porta e il penalty va ripetuto. Due chance consecutive Lewandowski raramente le spreca e infatti il gol dell’1-1 arriva con la palla che sul tiro dell’attaccante si insacca dopo aver baciato il palo. Nel finale vibrante la Polonia prova addirittura a cercare il ribaltone e la Francia spinge per centrare il primo posto nel girone, ma grandi occasioni non se ne vedono e il risultato non cambia più.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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