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L’11 anti-Albania o 1-2 cambi per sostenere l’esame di spagnolo

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Di Antonio Ricotta
ISERLOHN (GERMANIA) (ITALPRESS) – Cancelli chiusi all’Hemberg Stadion. Sotto la pioggia e con la presunta minaccia di un tornado che a Iserlohn non si è visto, l’Italia prepara il test di spagnolo isolandosi. Se 526.317 ragazzi si preparano a vivere la famosa “notte prima degli esami”, i 26 azzurri si buttano sui libri del campo, dei video e dei match analyst. Quella di giovedì contro la Spagna è una partita di fondamentale importanza per i campioni d’Europa. Dopo la prima giornata si parte dal primato in classifica condiviso (furie rosse avanti per differenza reti). Ovvio che dopo appena 90 dei 270 minuti previsti dalla fase a gironi, è presto per fare calcoli e disegnare cammini immaginari. Bisogna mettersi al sicuro e dimostrare che l’obiettivo è difendere il titolo e, in questo senso, affrontare una delle più credibili pretendenti è un gran bell’esame. “La Spagna è una grande Nazionale, ma abbiamo le carte in regola per farle male”, è il messaggio che Giacomo Raspadori manda alle truppe iberiche. Un pò quello che hanno fatto nei giorni precedenti gli altri azzurri. La fiducia c’è, le idee pure, ma c’è anche l’avversario, certamente di assoluto valore.
Toccherà a Spalletti trovare il vestito migliore per presentarsi all’appuntamento. Le ipotesi sono tante. Potrebbe schierare lo stesso 11 di Dortmund, quello del debutto contro l’Albania. C’è un’altra strada che sempre percorribile, anche perchè si tratterebbe di uno-due cambi. Partiamo dalla difesa: quella d’esordio è stata Di Lorenzo-Bastoni-Calafiori-Dimarco. La Spagna non è l’Albania, ma al di là dell’erroraccio di Dimarco e dell’ultima azione di Manaj sventata da Donnarumma (sull’unica leggerezza di Calafiori), la linea si è rivelata affidabile. Potrebbe trovare spazio un centrale più…di ruolo: uno come Mancini o come Buongiorno. Alvaro Morata è un centravanti insidiosissimo, lo sanno bene gli azzurri campioni d’Europa che nel 2021 furono puniti all’80° dall’ex Juve. Poi andò bene ai rigori, ma che Morata sa far male si sa. L’altro cambio potrebbe essere a centrocampo, con Cristante che scalpita per una maglia. Il centrocampista della Roma garantirebbe maggiore solidità al reparto, darebbe anche la possibilità a Barella di avanzare di qualche metro e magari tenere d’occhio Rodri.
Eventualmente a fargli spazio potrebbero essere uno tra Pellegrini e Frattesi. Ma c’è ancora un giorno intero, più il match-day per decidere. Comunque sia Spalletti proverà a giocarsela con le sue idee, inseguendo quel “giocar bene”, per lui lo strumento ideale per ottenere il risultato.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Pogacar trionfa ancora al Giro di Lombardia, quinto successo come Fausto Coppi

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BERGAMO (ITALPRESS) – Tadej Pogacar come Fausto Coppi ma sempre più sulle orme di Eddy Merckx. Il 2025 da record dello sloveno fa tappa a Bergamo dove, come da pronostico, mette il timbro sulla 119esima edizione de Il Lombardia: quinta affermazione di fila per il 27enne campione del mondo e d’Europa (la decima in carriera in una Monumento) ed eguagliato Coppi come plurivincitore della Classica delle Foglie Morte. Anche il Campionissimo era riuscito a imporsi in 5 edizioni ma non consecutive (dal 1946 al 1949 e poi nel 1954).

Il fuoriclasse della UAE Emirates XRG continua così ad aggiornare i libri di storia: primo atleta a centrare per tre volte l’accoppiata Tour-Lombardia, il secondo a imporsi in tre Monumento nella stessa stagione dopo il Cannibale (che ci riuscì in quattro occasioni). Nessuno prima di Pogacar era però riuscito a conquistare il Lombardia per due volte in maglia iridata nè a collezionare 5 podi nelle Monumento nella stessa stagione, nemmeno Merckx che però all’età di Pogacar ne aveva vinte due in più (12).

Numeri, statistiche, che però non bastano a raccontare la grandezza dello sloveno, in questo 2025 capace di mettere in bacheca anche Strade Bianche, Fiandre, Freccia Vallone, Liegi e Tre Valli Varesine, le classifiche di UAE Tour, Delfinato e Tour e i due titoli in linea fra Mondiali ed Europei.

Il trionfo di Bergamo arriva in solitaria ma stavolta niente cavalcate epiche: a proiettare Pogacar verso la storia è lo straordinario lavoro di una squadra fortissima. La prima fuga di giornata scatta infatti ben prima della Madonna del Ghisallo: 14 corridori – fra questi anche Pello Bilbao e Filippo Ganna – vanno a cercare gloria ma in testa al gruppo UAE Emirates e Red Bull-Hansgrohe sono attente a tenere sotto controllo il distacco. Ma se già la discesa della Roncola inizia a sfilacciare i battistrada, le successive salite del Berbenno e del Passo della Crocetta fanno una prima vera scrematura: in dieci resistono davanti ma il vantaggio inizia a scendere e allora Quinn Simmons prova a sparigliare le carte staccando i compagni di fuga. I big stanno a guardare, almeno fino al Passo di Ganda, dove il ritmo aumenta vertiginosamente.

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La UAE Emirates prende in mano la situazione: Jay Vine decide di fare selezione, con lui restano solo in cinque, poi ai -36 se ne va Pogacar. Il grande rivale, Remco Evenepoel, non riesce a rispondere, lo sloveno in un paio di chilometri ricuce anche su Simmons e poi va via. Il belga è comunque l’unico che ci prova ma come un anno fa e come già a Kigali e, domenica scorsa, agli Europei in Francia deve accontentarsi della seconda piazza, staccato di 1’48”.

Completa il podio a 3’14” da Pogacar l’australiano della Tudor Pro Cycling Team, Michael Storer, mentre la UAE piazza nella Top Ten anche Isaac Del Toro (quinto a 4’16”) e Jay Vine (nono).

“Vincere questa corsa cinque volte, ad ogni partecipazione, è qualcosa di incredibile – ammette lo sloveno – Grande merito anche ai miei compagni di squadra, a partire da Novak e Sivakov che hanno controllato la corsa e mi hanno protetto sulle prime salite. E’ il settimo anno di fila che a fine stagione dico di aver vissuto la miglior stagione di sempre ed è un concetto che posso ribadire con forza anche oggi”. E se queste sono le premesse, a fine 2026 nessuno si stupirebbe di sentire le stesse parole.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Roberto Mancini “Mi manca allenare. Speravo di essere io il dopo Spalletti per la Nazionale”

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TRENTO (ITALPRESS) – “Era difficile ma anche facile accettare l’incarico di allenare la Nazionale. Quella con l’Italia è stata l’esperienza più bella e più importante, quella che ho sentito di più. Siamo riusciti a fare un qualcosa di impossibile e impensabile, ma sempre con merito. Speravo di vincere anche il Mondiale oltre all’Europeo e di poter essere il dopo Spalletti. Il sogno Mondiale resta sempre. L’addio? Ci sono state un po’ di incomprensioni che forse andavano chiarite”. Queste le parole di Roberto Mancini, ex calciatore e ct della Nazionale, nel suo intervento al Festival dello Sport di Trento. “Pafundi? È un giocatore giovane e talentuoso. A 18 anni giocava i Mondiali Under 20. È un mistero il perché non giochi in Serie A”, aggiunge Mancini su Pafundi, attualmente calciatore della Sampdoria.

“Mi manca il campo e mi manca vivere quell’ambiente, come manca a tutti gli ex calciatori. Vorrei tornare ad allenare, ma le proposte che avevo non mi davano stimoli adeguati. Vorrei chiudere la carriera da allenatore alla Sampdoria. Entrare in corsa? L’ho già fatto al Manchester City”, ha aggiunto.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Paolini sconfitta in semifinale a Wuhan, in finale ci va Gauff

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WUHAN (CINA) (ITALPRESS) – Jasmine Paolini si ferma nelle semifinali del “Dongfeng-Voyah Open”, ultimo torneo Wta 1000 della stagione, dotato di un montepremi totale pari a 3.654.963 dollari, che si sta disputando sui campi in cemento di Wuhan, in Cina. La tennista azzurra, numero 8 del mondo e settima forza del seeding, si è arresa in due set alla statunitense Coco Gauff, numero 3 Wta e del tabellone, vincente con il punteggio di 6-4 6-3.

Nella seconda semifinale in campo la bielorussa Aryna Sabalenka e la statunitense Jessica Pegula, rispettivamente numero 1 e 6 del ranking mondiale e del torneo cinese.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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