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Cronaca

TERRE D’OLTREPÒ, UN ANNO DI TRASFORMAZIONI E RIASSETTO. LA VERSA TORNA DA MEDAGLIA D’ORO

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Nel cuore dell’Oltrepò Pavese, una delle regioni vinicole più storiche e vocate d’Italia, il gruppo Terre d’Oltrepò (Cantina di Broni, Cantina di Casteggio e La Versa) sta riscrivendo la sua storia. Quello che fino a pochi anni fa era visto come un “cantinone”, oggi si sta dando tutti gli strumenti per essere un’industria del vino di caratura internazionale, grazie a una profonda trasformazione avviata sotto la guida di Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò. Una rivoluzione che non nega l’identità aziendale ma che punta a rafforzarla all’insegna di efficienza, etica e mangerialità. Negli ultimi dodici mesi, Terre d’Oltrepò ha intrapreso un percorso di rinnovamento radicale, che ha toccato ogni aspetto dell’azienda: dalla viticoltura alla vinificazione, dalla comunicazione alla distribuzione. La parola d’ordine è stata innovazione, ma sempre nel rispetto della tradizione e delle radici profonde che legano la cantina al territorio. Un equilibrio delicato, ma che ha portato ai primi risultati tangibili e per certi aspetti impensabili visti quelli che erano i punti di partenza. E’ un cammino ancora lungo ma i segnali di discontinuità danno fiducia e lasciano ben sperare.
La trasformazione non sarebbe stata possibile senza l’impegno collettivo di ogni singolo membro del team: viticoltori, enologi, tecnici e amministratori hanno lavorato condividendo un’unica visione tra innovazione, meritocrazia e qualità. Per quanto concerne vigna e cantina Terre d’Oltrepò è diventata la prima filiera certificata di Regione Lombardia. In cantina, inoltre, la manutenzione e la modernizzazione degli impianti permetterà un controllo sempre più preciso ed efficiente dei processi aziendali (vinificazione, gestione magazzini ed imbottigliamento), garantendo prodotti finali di un’eccellenza costante.

Umberto Callegari (CEO di Terre d’Oltrepò)

Questo sforzo collettivo ha portato a risultati tangibili. La recente assegnazione di cinque Gold Awards da parte di The WineHunter (Merano Wine Festival) è solo l’ultimo di una serie di riconoscimenti che attestano l’alta qualità dei vini del gruppo Terre d’Oltrepò, in particolare le linee La Versa e Casteggio sono state premiate per la loro eccellenza. La Versa è stata anche incoronata come la bollicina più premiata d’Italia.

Questi prestigiosi riconoscimenti non rappresentano solo un motivo di orgoglio per la cantina, ma sono anche una conferma della bontà del percorso intrapreso. “Questi premi testimoniano il lavoro, la dedizione e la qualità di ogni singolo membro della nostra squadra in questo straordinario percorso di rinascita,” ha dichiarato Umberto Callegari. “Essere riconosciuti a livello nazionale come una delle cantine con il maggior numero di Gold Awards è una conferma che stiamo andando nella direzione giusta”.

Guardando al futuro, Terre d’Oltrepò non intende fermarsi. Callegari ha già delineato un piano industriale ambizioso. Il successo dell’azienda non si misura solo in termini di qualità del prodotto. La cantina sta infatti lavorando per rafforzare il proprio brand a livello internazionale, puntando su una comunicazione fresca, efficace e su relazioni di rilievo. La missione è chiara: fare di Terre d’Oltrepò un ambasciatore del vino italiano anche nel mondo, portando l’Oltrepò Pavese sui palcoscenici più prestigiosi.

Un altro aspetto fondamentale della trasformazione di Terre d’Oltrepò è stato e sarà il ruolo dei soci. Le centinaia di viticoltori che fanno parte della cooperativa sono la parte più importante del meccanismo verso la concretizzazione di ogni step del processo di rinnovamento che si sta declinando. Il legame tra Terre d’Oltrepò e i suoi soci è stato rafforzato da un nuovo approccio alla governance, basato su trasparenza, condivisione e coinvolgimento. Ogni decisione strategica è stata e sarà presa con l’obiettivo di creare valore non solo per la cantina ma per l’intero territorio dell’Oltrepò Pavese. Queste le ottime premesse della vendemmia 2024 che per i soci di Terre d’Oltrepò inizia domani.

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Cronaca

E’ morta Ornella Vanoni, leggenda della musica italiana

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ROMA (ITALPRESS) – E’ morta, all’età di 91 anni, Ornella Vanoni. “Con profondo dolore riceviamo la notizia della scomparsa di Ornella Vanoni. Grazie per tutto quello che ci hai regalato Ornella, lo terremo sempre nel nostro cuore” si legge sul profilo X di “Che tempo che fa”, programma in cui era stata spesso ospite.
Nata a Milano, considerata tra le maggiori interpreti della musica leggera italiana, è stata una delle artiste italiane dalla carriera più longeva. Inizia a lavorare nel 1956 (come attrice in “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello dopo avere studiato all’Accademia di arte drammatica” del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler del quale è diventata allieva prediletta e compagna). Nel 1957 il debutto canoro con le “canzoni della mala”, brani che traggono spunto da antiche ballate dialettali e raccontano storie di poliziotti e malfattori. Dopo gli esordi, il suo stile interpretativo unico e sofisticato le consente di attraversare un repertorio che comprende il pop d’autore, la bossa nova (da ricordare l’album “La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria” realizzato con Toquinho e Vinicius de Moraes) e il jazz che la porta a collaborare con musicisti del calibro di George Benson, Michael Brecker e Randy Brecker, solo per citarne alcuni. E a vendere oltre 55 milioni di dischi con i suoi 112 lavori pubblicati, tra album, EP e raccolte, con autori che portano il nome di Dario Fo, Paolo Conte, Fabrizio De Andrè, Ivano Fossati, Lucio Dalla, Franco Califano, Mogol, Renato Zero e Riccardo Cocciante.
Nel 1960 Vanoni incontra Gino Paoli con il quale nasce un’intensa stria d’amore che va di pari passo con la collaborazione artistica: basti citare l’indimenticabile “Senza fine”. Nonostante l’amore per Paoli, la cantante sposa l’impresario teatrale Lucio Ardenzi da cui si separa ancor prima che nasca il figlio Cristiano. Non a caso, il suo primo 45 giri di grande successo commerciali è “Cercami” dedicata proprio a Paoli. Mentre prosegue anche l’impegno teatrale (tra gli altri, è Rosetta in “Rugantino” di Garinei e Giovannini), arriva la prima (di otto) partecipazione al Festival di Sanremo: nel 1965, con “Abbracciami forte”. Seguono quelle nel 1966 (“Io ti darò di più”), nel 1967 (“La musica è finita”), nel 1968 (“Casa bianca”), nel 1970 (“Eternità”), nel 1989 (“Io come farò”), nel 1999 (“Alberi”, con Enzo Gragnaniello) e nel 2018 (“Imparare ad amarsi”, con Bungaro e Pacifico). Nonostante tutti i Festival, i suoi maggiori successi discografici sono altri: “Una ragione di più” (1969), “L’appuntamento” (1970), “Domani è un altro giorno” (1971), “Più” (1976, con Gepy).
Poi c’è la televisione, che vede la Vanoni impegnata negli anni come conduttrice, prima donna o ospite fissa: da “Giardino d’inverno” a “Studio Uno”, da “Senza rete” a “Serata d’onore”, da Fatti e fattacci” a “Risatissima”. E’ anche giudice in “Star Academy” e “Amici Celebrities”. Nella carriera sessantennale non manca nemmeno il cinema dal primo “Romolo e Remo” di Sergio Corbucci del 1961 all’ultimo “7 donne e un mistero” di Alessandro Genovesi del 2021. L’abbiamo vista anche nello sceneggiato “Il mulino del Po” di Sandro Bolchi e, in un cameo, nella fiction di Rai1 “La Compagnia del Cigno” di Ivan Cotroneo. Tra i premi assegnati a Ornella Vanoni ce ne sono tre del Club Tenco (due Premi e una Targa) e due volte il Premio Lunezia.
-foto Ipa Agency-
(ITALPRESS).

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L’Italia di Davis batte il Belgio 2-0 e vola in finale

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BOLOGNA (ITALPRESS) – L’Italia vola in finale in Coppa Davis. La nazionale capitanata da Filippo Volandri soffre ma batte il Belgio per 2-0, senza passare dal doppio decisivo. Bastano i due singolari agli azzurri nella prima semifinale delle Finals, in scena sul cemento indoor di Bologna. Dopo la vittoria di Matteo Berrettini contro Raphael Collignon (6-3 6-4), il punto del successo l’ha firmato Flavio Cobolli (22 del mondo), battendo Zizou Bergs (numero 43 del ranking Atp) col punteggio di 6-3 6-7 (5) 7-6 (15), dopo poco più di tre ore di autentica battaglia. L’azzurro ha annullato ben sette match point all’avversario. Di contro Cobolli ha chiuso la partita al settimo match point in suo favore (dopo che Bergs gli aveva annullato sei “punti match”).
Dopo la finale del 2023, vinta contro l’Australia, e quella dello scorso anno, vinta contro l’Olanda, l’Italia per il terzo anno consecutivo (prima volta nella storia) giocherà l’ultimo atto della Coppa Davis. L’ultima Nazione a giocare tre finali di fila è stata l’Australia, fra il 1999 e il 2001.
Si estende a 12 successi la striscia positiva dell’Italia nei match di Coppa Davis. L’ultimo ko risale al 2023, contro il Canada. Non riesce ad approdare alla finale di Davis, invece, il Belgio, ancora a secco di insalatiere e giunto alle Final Eight di Bologna attraverso le qualificazioni.
Domenica gli azzurri affronteranno nel match decisivo per la difesa del titolo la vincente dell’incontro tra Germania e Spagna, che si scontreranno domani, a partire dalle 12.
– foto Image –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Cina, think tank evidenzia progressi nella protezione e governance di fiumi

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NANCHINO (CINA) (ITALPRESS/XINHUA) – La foto mostra copie del rapporto del think tank intitolato “Sfruttare i fiumi per la prosperità nazionale e il benessere pubblico – Uno studio sulla strategia fluviale della nuova era”. Il rapporto è stato pubblicato venerdì dal National High-Level Think Tank dell’Agenzia di Stampa Xinhua e dal China Institute of Water Resources and Hydropower Research del Ministero delle Risorse Idriche, a Nanchino, nella provincia cinese orientale di Jiangsu.
(ITALPRESS).
-Foto Xinhua-

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