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Economia

L’Inps per la cultura previdenziale puntando sui giovani

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ROMA (ITALPRESS) – Il quadro generale dei giovani non è confortante: il progressivo invecchiamento della popolazione, causato dall’incremento della speranza di vita e dalla riduzione del tasso di fecondità, le difficoltà o la rinuncia delle giovani generazioni a trovare un lavoro stabile e ben remunerato, la bassa percentuale di accesso alla formazione universitaria e le sfide connesse alla creazione di un nuovo nucleo familiare portano ad una vera e propria “questione giovanile”.
E’ quanto emerge dal XXIII rapporto annuale dell’Inps, presentato dal presidente, Gabriele Fava, alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella. “Da oltre un secolo, l’Istituto rappresenta un punto di riferimento per gli italiani. Nel corso degli anni, con l’incorporazione di altri enti previdenziali e il conseguente trasferimento di funzioni, l’Inps ha visto un costante ampliamento delle proprie competenze, in particolare nel settore assistenziale e nel sostegno alla famiglia. Questo processo ha progressivamente trasformato l’Inps nel principale pilastro del welfare italiano, consolidando il suo ruolo di ente di ‘protezione socialè e diventando il vero e proprio partner istituzionale che accompagna le persone lungo tutto il ciclo di vita”, ha sottolineato Fava.
Dal rapporto emerge che nel 2023 il numero di pensionati è rimasto sostanzialmente stabile, intorno ai 16 milioni, con una spesa di poco meno di 347 miliardi. Tuttavia, lo scenario demografico attuale, caratterizzato dall’aumento dell’età media della popolazione, dal calo della fecondità e dalla riduzione della popolazione in età lavorativa, non compensati dall’immigrazione, sta determinando un peggioramento del rapporto tra pensionati e contribuenti. Rispetto al 2022, l’importo lordo mensile medio delle pensioni è aumentato del 7,1%, in parte a causa della perequazione. “Uno degli obiettivi della nuova governance dell’Inps, in una prospettiva di educazione previdenziale, sarà di ‘ingaggiarè le giovani generazioni, anche chi è fuori dal mercato del lavoro o non ha un’occupazione stabile, sulla questione previdenziale, e aiutarle nella costruzione del proprio salvadanaio previdenziale, prima di tutto informando e formando meglio a partire dalle scuole e dalle università. Quella della promozione della cultura previdenziale – ha sottolineato Fava – è una delle sfide più importanti che ci siamo dati con il nuovo Cda, per accrescere nelle giovani generazioni la consapevolezza che la pensione di domani si costruisce con il lavoro di oggi”.
Gli importi medi pensionistici più elevati si registrano al Nord e nel Lazio, mentre i più bassi in Calabria e nel resto del Mezzogiorno. Il 96% dei pensionati italiani riceve almeno una prestazione dall’Inps, con oltre la metà della spesa destinata a pensioni di anzianità o anticipate. Le prestazioni assistenziali rappresentano l’8% del totale. Nel 2023, le nuove prestazioni previdenziali sono diminuite del 4,7%, principalmente a causa della riduzione delle pensioni anticipate (-15,5%) legata all’inasprimento dei requisiti di Quota 100. Al contrario, le prestazioni assistenziali sono aumentate del 5,7%. Le regioni del Nord (esclusa la Liguria) e la Toscana hanno beneficiato della maggior parte delle nuove pensioni previdenziali. Le prestazioni assistenziali, come le invalidità civili, sono predominanti in Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna.
“Complessivamente, oggi, l’Inps serve oltre 52 milioni di utenti, attraverso l’erogazione di più di 400 prestazioni socioassistenziali e previdenziali, che ne fanno una delle più grandi e articolate infrastrutture pubbliche d’Europa: grazie all’impegno quotidiano di 26 mila dipendenti, che operano in oltre 600 uffici dislocati su tutto il territorio nazionale”, ha aggiunto Fava. “E’ nel mercato del lavoro che l’Istituto svolge un’altra funzione fondamentale: i lavoratori rappresentano, infatti, i suoi principali utenti, tanto che nel 2023 si è registrato il numero record di 26,6 milioni di assicurati. L’incremento degli assicurati, che continua anche nei primi mesi del 2024, è sostenuto soprattutto dall’aumento dei lavoratori dipendenti, che hanno raggiunto i 21,8 milioni (1,2 milioni in più rispetto al 2019). Questo trend positivo rappresenta un chiaro segnale della crescita e della stabilizzazione dell’occupazione, che trova conferma anche nell’aumento dell’intensità occupazionale, misurata dal numero medio di settimane lavorate”. Grande attenzione nella relazione del Presidente anche alla questione demografica: nel 2050 i cittadini con 65 anni e più potrebbero rappresentare fino al 35% della popolazione nazionale e questo determina la necessità di ripensare l’attuale sistema di welfare. “Occorre essere consapevoli che gli anziani, i ‘diversamente giovanì, come preferisco chiamarli, rappresentano una grande risorsa della nostra società. Un esempio evidente è il ruolo svolto dai nonni che sostengono le famiglie e si prendono cura dei nipoti”, ha concluso.
(ITALPRESS).
-Foto: xc3/Italpress-

Economia

Alleanza Assicurazioni e Banca Generali, partnership nell’insurbanking

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MILANO (ITALPRESS) – Generali amplia l’offerta per i clienti nell’”insurbanking” – segmento in forte crescita – grazie alla partnership tra due eccellenze: la forza e la qualità distributiva di Alleanza Assicurazioni e il know how di Banca Generali nel private banking e nella gestione degli investimenti.
L’iniziativa, presentata questa mattina nella sede Generali di Piazza Tre Torri a Milano, segna l’avvio di una collaborazione strategica che unisce competenze bancarie e assicurative per offrire ai clienti una consulenza integrata e soluzioni finanziarie più complete.
L’annuncio è stato dato da Giancarlo Fancel, Country Manager e CEO di Generali Italia, Davide Passero, Amministratore Delegato di Alleanza Assicurazioni, e Gian Maria Mossa, Amministratore Delegato di Banca Generali.
Il progetto introduce un nuovo modello operativo chiamato appunto “insurbanking”, che integra in un’unica esperienza prodotti e servizi assicurativi con strumenti bancari.
Due le principali novità: Conto Unico, un conto corrente semplice ed efficiente, e Stile Unico, una polizza multiramo ad alto contenuto finanziario che combina protezione e investimento. La distribuzione delle nuove soluzioni partirà ufficialmente il 12 ottobre, mentre il lancio ufficiale sarà accompagnato da una campagna di comunicazione all’inizio del 2026.
“Con questa innovativa partnership nell’insurbanking, Alleanza Assicurazioni e Banca Generali pongono le basi per una nuova generazione di servizi assicurativi e bancari integrati e stabiliscono un importante percorso di sviluppo per Generali in Italia – ha dichiarato Fancel -. Un modello che si integra con quello attuale della Country Italia e rafforza il ruolo di Generali come partner di riferimento per le famiglie italiane, anticipando l’evoluzione del settore e consolidando la leadership nel mercato. Grazie al consolidato know how di Banca Generali e all’eccellente consulenza della Rete di Alleanza, questo accordo rappresenta un esempio virtuoso di sinergia creando valore per i nostri clienti”.
La collaborazione apre nuove prospettive per entrambe le società: Alleanza Assicurazioni punta a incrementare la propria quota di mercato e a rafforzare la redditività, mentre Banca Generali mira a sviluppare il segmento Affluent attraverso la rete distributiva di Alleanza.
Il progetto coinvolgerà i 2.700 Private Advisor di Alleanza presenti sul territorio nazionale, che saranno formati con il supporto congiunto delle due società. L’obiettivo è raggiungere i 4.000 consulenti entro il 2030, grazie anche all’integrazione dei sistemi informativi e all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per semplificare i processi e migliorare l’esperienza dei clienti.
La proposta di valore è racchiusa nel messaggio “Proteggersi prima per investire meglio”, che riassume l’approccio del nuovo modello “insurbanking”: partire dalla sicurezza e dalla pianificazione per creare valore nel tempo.
“Alleanza da 127 anni interpreta con responsabilità e visione i cambiamenti socio-economici del Paese. La Compagnia è diventata un caso di successo nel change management e nell’innovazione nel settore assicurativo, rendendosi protagonista di una scalata nella classifica nazionale delle Compagnie Vita che l’ha portata in 10 anni dalla nona all’attuale terza posizione e diventando un leader nella top 10 del segmento Salute – ha detto Passero -. Grazie a questa importante intesa con Banca Generali vogliamo proporre agli italiani di “proteggersi prima per investire meglio”, dando una risposta concreta alle famiglie che continuano a detenere grandi somme di liquidità ferma nei depositi come forma di auto-protezione: assicurandosi si liberano risorse da destinare a una maggior diversificazione del portafoglio con un allungamento dell’orizzonte temporale, così da ottimizzare il rendimento dei propri capitali”.
Mossa ha sottolineato il valore strategico e sociale dell’iniziativa. “Si apre una nuova fase di sviluppo per la banca che, grazie al grande lavoro a stretto contatto col Gruppo e con Alleanza, ha l’opportunità di avvicinare la qualità dei nostri prodotti bancari e la grande esperienza maturata nella selezione e nella gestione degli investimenti ad una nuova larga base di clientela. Valorizzazione del digitale, gestione avanzata dei dati, efficienza e qualità bancaria e grandi competenze gestionali, sono tutte messe a disposizione di una delle reti agenziali più forti in Italia per competere con un approccio a 360° nel settore Affluent nel Paese. Le eccellenze all’interno del nostro Gruppo si uniscono per portare alle famiglie una vera alternativa all’approccio tradizionale di gestione della liquidità, risparmio ed investimenti, mettendo al centro protezione e qualità delle persone”.
In Italia la ricchezza finanziaria delle famiglie supera i 3.600 miliardi di euro, di cui circa il 30% è fermo in liquidità. Per Generali, questa è una grande opportunità per trasformare risparmi inattivi in investimenti utili a sostenere la crescita e la stabilità economica delle famiglie.

– foto ufficio stampa Banca Generali –
(ITALPRESS).

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Inps, Fava “Nel 2024 utile di 15 miliardi. Futuro del Paese dipende dai giovani”

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CATANIA (ITALPRESS) – “La crescita del paese dipende dai giovani. Vogliamo accompagnarli nel mercato del lavoro dove possono trovare la loro gratificazione professionale. Dalla loro realizzazione dipende anche il nostro futuro. Dall’inizio del mio mandato è questo l’obiettivo che ci siamo prefissati”. Lo ha dichiarato il presidente dell’Inps, Gabriele Fava, a margine della presentazione del XXIV Rapporto dell’istituto organizzato al Palazzo del Rettorato dell’Università di Catania. Fava ha anche ricordato la solidità dei conti Inps: “I conti stanno bene: l’Inps è solida – ha sottolineato -. Abbiamo chiuso il 2024 con un utile di 15 miliardi e una crescita retributiva del 5,5 per cento, sono dati che confermano la solidità dell’istituto. Siamo pronti ad affrontare sfide importanti, come la denatalità, e a superarle insieme al Governo”. 

-Foto IPA Agency-

(ITALPRESS).

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Bankitalia, giudizi sull’economia delle imprese migliorano ma restano sfavorevoli

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ROMA (ITALPRESS) – Nell’indagine condotta dalla Banca d’Italia tra il 26 agosto e il 19 settembre 2025 presso le imprese italiane dell’industria e dei servizi con almeno 50 addetti, i giudizi sulla situazione economica generale sono complessivamente sfavorevoli, seppure in miglioramento rispetto a quelli formulati a inizio anno.

La domanda complessiva ha ristagnato nel terzo trimestre, risentendo anche dell’applicazione dei dazi sulle esportazioni verso gli Stati Uniti e dell’apprezzamento dell’euro. Le attese delle imprese per il trimestre successivo continuano a prefigurare una ripresa delle proprie vendite, ma sono meno ottimistiche rispetto alla rilevazione precedente e permangono preoccupazioni sulle condizioni operative. Coerentemente, le attese sull’occupazione sono divenute meno favorevoli, specialmente nei servizi e nelle costruzioni. Le imprese prevedono una crescita degli investimenti nel 2025, favorita da condizioni di accesso al credito stabili e da un livello di liquidità ritenuto adeguato. I listini praticati negli ultimi 12 mesi sono cresciuti a un ritmo sostanzialmente stabile rispetto alla precedente rilevazione; per i prossimi 12 mesi, le imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi continuano ad attendersi una crescita dei propri prezzi moderata, mentre nelle costruzioni la dinamica sarebbe più sostenuta. Le aspettative sull’inflazione al consumo sono lievemente diminuite, soprattutto sugli orizzonti di breve periodo.

Nel terzo trimestre del 2025, i giudizi delle imprese sulla situazione economica generale del Paese sono rimasti nel complesso sfavorevoli, sebbene il saldo negativo tra le valutazioni di miglioramento e quelle di peggioramento si sia nuovamente attenuato; continua a essere largamente prevalente la quota di aziende che ha espresso giudizi di stabilità. I saldi tra la quota di giudizi di miglioramento e di peggioramento delle vendite complessive e di quelle sui soli mercati esteri (scesi rispettivamente da 9 a 1 e da 7 a 1) indicano una sostanziale stabilità della domanda nel terzo trimestre. Questa stabilità sintetizza un ritmo di crescita meno intenso nei servizi e nelle costruzioni, dove il saldo si è attestato a 4 da 12 e a 19 da 24 rispettivamente, e una contrazione nell’industria a -5 da 3 (con un calo più forte tra le imprese con una maggiore incidenza delle esportazioni sulle vendite complessive). L’andamento della domanda estera avrebbe solo in parte risentito del recente apprezzamento dell’euro rispetto alle principali valute e dell’applicazione dei dazi sulle esportazioni verso gli Stati Uniti: il 42 per cento delle imprese industriali e il 17 di quelle dei servizi ritiene che questi fattori abbiano avuto un moderato impatto negativo sulla domanda; per l’8 e il 4 per cento, rispettivamente, l’effetto negativo sarebbe stato marcato. Per le imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi, le attese sulla dinamica delle vendite nel trimestre successivo si sono deteriorate rispetto alla scorsa indagine: il saldo tra le previsioni di espansione e quelle di contrazione è sceso a circa 18 punti percentuali (da 25). Il saldo si è invece rafforzato nelle costruzioni (da 33 a 38).

Anche le attese sulle esportazioni sono meno positive, soprattutto per via del peggioramento dei giudizi delle imprese dei servizi, dove il saldo, pur rimanendo positivo, si è ridotto di 15 punti percentuali (a 4); tra le imprese industriali invece, il saldo risulta stazionario a 18 punti percentuali. L’aumento atteso dell’occupazione si è ridimensionato rispetto a quanto prefigurato nella scorsa rilevazione, specialmente nel terziario. La percentuale di imprese che prevede un allargamento della compagine supera quella di chi ne anticipa una contrazione di 6 punti percentuali nell’industria (da 10), 7 nei servizi (da 18) e 14 nelle costruzioni (da 25).

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Le prospettive delle imprese sulle proprie condizioni operative nei prossimi tre mesi risentono ancora dell’incertezza imputabile a fattori economici e politici e delle preoccupazioni sulle politiche legate agli scambi e agli investimenti internazionali: rispetto alla precedente rilevazione, il saldo negativo tra i giudizi di miglioramento e di peggioramento delle condizioni operative si è ampliato sia nell’industria in senso stretto (a -9 punti percentuali da -5) sia, in misura più contenuta, nei servizi (a -3 da – 1). Per contro tra le imprese delle costruzioni le valutazioni si confermano positive e in miglioramento, anche grazie all’impulso fornito dai provvedimenti connessi con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), del quale circa il 60 per cento delle imprese si attende di beneficiare nel secondo semestre dell’anno.

La maggior parte delle imprese prevede un’espansione della spesa per investimenti nel 2025, con un saldo tra le valutazioni di aumento e di diminuzione rimasto stabile rispetto alla precedente rilevazione, a 17 punti percentuali. Circa tre quarti delle imprese giudicano invariate le condizioni per investire, tra le rimanenti le valutazioni si sono solo lievemente deteriorate. Le aziende in tutti i comparti segnalano una sostanziale stabilità sia delle condizioni di accesso al credito sia della propria posizione complessiva di liquidità: la quasi totalità delle imprese non prefigura significative criticità nel prossimo trimestre.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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