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Cronaca

Federalimentare guarda al futuro, transizione tecnologica tema chiave

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ROMA (ITALPRESS) – Creare nuove opportunità strategiche per la catena del valore agroalimentare del Made in Italy attraverso investimenti nella transizione tecnologica che stimolino un legame virtuoso tra imprese ed ecosistema delle startup e dell’innovazione. E’ questo l’obiettivo del convegno promosso al Senato in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione da Federalimentare, Riello Investimenti Sgr con il suo fondo Linfa e dal Centro di Ricerca Luiss X.ITE, dal titolo “Federalimentare guarda al futuro. La transizione tecnologica dell’agroalimentare Made in Italy”. Il tema chiave è la transizione tecnologica dell’agroalimentare, un processo ineludibile e non procrastinabile per mantenere la global leadership del nostro Paese, potenziando al contempo sostenibilità e competitività delle imprese italiane.
Secondo i dati più recenti del Rapporto Federalimentare-Censis, il settore agroalimentare aggregato, che comprende agricoltura, industria, distribuzione e ristorazione, con i settori di beni e servizi interdipendenti in una logica B2B (business-to-business), genera oltre 600 miliardi di euro di fatturato, contribuisce a circa il 32% del PIL, ha 1,3 milioni di imprese e più di 3,6 milioni di occupati, con una crescita di tutti i principali indicatori di performance confermata anche nel 2023 (+7,1% del fatturato, +6,6% dell’export).
Inoltre, la catena del valore dell’agroalimentare italiano non è solo rappresentata dall’eccellenza dei prodotti alimentari e dai suoi marchi Doc, Igp e Docg, ma anche dalla tecnologia manifatturiera (primo comparto del manifatturiero italiano), dalla leadership nella produzione di impianti di trasformazione e di packaging, dalla capacità logistica e, non ultimo, da brevetti e innovazioni esportati in tutto il mondo.
Al recente “G7 – Agricoltura e Pesca” è stata, ancora una volta, sottolineata la necessità di investire responsabilmente in agricoltura sostenibile e in sistemi alimentari in grado di fornire cibo sicuro, e di qualità per tutti, riducendo le perdite e gli sprechi alimentari, dalla produzione al consumo. La filiera globale del cibo, infatti, produce circa il 32% dei gas serra totali (fonte FAO 2024), non può quindi esserci una lotta al riscaldamento globale che non passi per la trasformazione della filiera agroalimentare. In questo scenario, il documento finale del G7 ribadisce il contributo che la scienza e l’innovazione possono dare per mitigare il cambiamento climatico e per rispondere alla domanda di cibo sicuro a livello globale. Il ruolo dell’innovazione tecnologica nell’accompagnare la transizione dell’agroalimentare, insomma, è una indiscussa priorità per mantenere la leadership globale della filiera del cibo italiano.
A fronte di queste enormi opportunità, l’ecosistema dell’innovazione Agrifoodtech in Italia è ancora in una fase embrionale. Il 2023 ha visto investimenti complessivi per circa 250 milioni di euro (Fonte: AGfunder), significativamente inferiori agli investimenti in startup innovative del settore Agrifoodtech nei principali paesi europei, e incomparabile rispetto alla Silicon Valley. Inoltre, un’analisi di Forward Fooding ha indicato che l’Italia è al 4° posto in Europa per numerosità di startup Agrifoodtech, ma solo al 10° per capitali raccolti.
La partnership tra Federalimentare, il fondo Linfa gestito da Riello Investimenti Sgr e il Centro di Ricerca Luiss X.ITE nasce quindi con l’obiettivo di creare un legame virtuoso tra imprese ed ecosistema delle startup e dell’innovazione, al fine di stimolare crescita dell’innovazione e scala economica della nuova imprenditorialità tecnologica. Il tutto, col fine ultimo di accelerare l’adozione di nuove tecnologie e sviluppare un ecosistema che sostenga lo sforzo innovativo che tutte le imprese italiane stanno affrontando. Uno sforzo che dovrà essere gestito con ancora maggiore vigore a partire da una maggiore consapevolezza dell’ecosistema delle startup e delle tecnologie per la trasformazione dell’agroalimentare Made in Italy. Ragione per cui Federalimentare promuove con il Centro di Ricerca Luiss X.ITE e il contributo del fondo Linfa gestito da Riello Investimenti Sgr un “Osservatorio sulla Transizione Tecnologica dell’Agroalimentare Made in Italy”.
Per il Presidente di Federalimentare Paolo Mascarino ‘siamo consapevoli che la strada per continuare a essere competitivi sui mercati globali non possa prescindere dall’innovazione tecnologica per continuare a produrre cibo di qualità, sicuro e sostenibile, di gusto unico e inimitabile. La competitività e la concorrenza a livello globale sono le sfide che ci attendono, e l’industria alimentare italiana deve sostenere e far crescere il suo vantaggio competitivo. Il “Rapporto Draghi” sulla competitività europea ha richiamato la responsabilità degli Stati membri a promuovere sforzi collettivi per colmare il divario di innovazione con gli Stati Uniti e la Cina. Questo messaggio non deve rimanere inascoltato, ma attuato. E per innovare con successo, le imprese hanno bisogno del contributo delle università, dei centri di ricerca, di politiche pubbliche di sostegno alla ricerca e delle istituzioni finanziarie. Per questo – continua – Federalimentare ha deciso di avviare e sostenere l’Osservatorio sulla Transizione Tecnologica dell’Agroalimentare Made in Italy, in collaborazione con il Centro Ricerche X.ITE dell’Università Luiss, e anche di collaborare con il Fondo Linfa di Riello Investimenti Sgr, dedicato al sostegno dell’innovazione sostenibile del settore agroalimentare. Queste attività, unite alle altre iniziative in corso con il Cluster CLAN Agrifood, saranno fondamentali per le imprese del nostro settore, per continuare a innovare e restare competitivi sui mercati internazionalì.
Secondo Nicola Riello, Founder e Presidente di Riello Investimenti Sgr, ‘il settore agroalimentare ricopre un ruolo di primo piano per l’economia italiana e anche nei nostri investimenti è trasversalmente presente in tutte le asset class che gestiamo. In questo momento storico, in cui assumono particolare rilevanza le transizioni tecnologica e ambientale, riteniamo che sia particolarmente importante investire sul tema delle tecnologie nell’agroalimentare ed è su questo presupposto che abbiamo deciso di ampliare la gamma dei fondi gestiti con il fondo Linfa, estendendo così il nostro intervento a realtà più giovani, dinamiche e in forte crescita. Siamo onorati della collaborazione con Federalimentare – continua -. Insieme riusciremo a raggiungere due importanti obiettivi comuni: lo sviluppo e la crescita dell’ecosistema dell’Agrifoodtech in Italia e la mappatura dei progressi attraverso un Osservatorio appositamente formato presso l’università Luiss di Roma. Ciò ci consentirà di contribuire ulteriormente allo sviluppo del Sistema Paese Italia e di offrire ai nostri investitori sempre nuove opportunità di investimento di grande qualità’.
Per Marco Gaiani, Founder & Partner del Fondo Linfa gestito da Riello Investimenti Sgr, ‘in Italia ci sono tutte le condizioni per la creazione di un ecosistema innovativo nel food di livello europeo: talenti, imprenditorialità diffusa, tradizione e cultura del cibo, know how industriale e Università di ottimo livello. Questa sfida è ancora più importante se si prende in considerazione il ruolo che l’innovazione può giocare per la transizione della filiera agroalimentare italiana verso modelli più sostenibili di produzione e distribuzione. Come Team di Linfa – primo fondo italiano focalizzato sull’Agrifoodtech a impatto ambientale – intendiamo dare il nostro contributo di competenze e capitali per andare in questa direzione. La partnership con Federalimentare è un tassello fondamentale di questa strategià.
Michele Costabile, Università Luiss “Guido Carli” di Roma, Direttore del Centro di Ricerca Luiss X.ITE su tecnologie e comportamenti di mercato, ha affermato: “Siamo onorati di essere ancora una volta al fianco di Federalimentare nell’esplorare una delle più importanti transizioni tecnologiche per il nostro Paese. Intendiamo, infatti, servire le migliaia di imprese dell’agroalimentare Made in Italy, fornendo periodici report e outlook sulle dinamiche della trasformazione tecnologica e sull’ecosistema dell’innovazione. E riteniamo che, anche grazie alla partnership con il team del fondo Linfa, potremo produrre risultati connotati da rigore metodologico e rilevanza per il business. L’Osservatorio sostenuto da Federalimentare adotterà diversi modelli di classificazione delle innovazioni agrifoodtech per servire tanto la business community quanto la comunità degli innovatori e quella degli investitori in agrifoodtech. Il tutto – evidenzia – rafforzando attraverso conoscenze condivise e momenti di confronto periodico quelle connessioni che servono a rendere l’Agridoodtech made in Italy un ecosistema di valore globalè.
Gian Marco Centinaio, Vicepresidente del Senato, ha inviato una lettera al Presidente di Federalimentare Mascarino, rilevando che “Federalimentare guarda al futuro” “non è un titolo programmatico, è già una realtà. L’iniziativa è un passo in più nella giusta direzione, perchè mette insieme il mondo delle imprese, quello della finanza e quello della ricerca. In Italia abbiamo eccellenze in tutti e tre i campi. Il quarto soggetto in questo confronto devono essere le Istituzioni. In Parlamento siamo riusciti a dare il via libera alle TEA, abbiamo tutelato la qualità dei nostri prodotti, riconosciuto il principio che l’agricoltore è il primo custode del territorio, allontanato lo spettro della sugar tax. Sono esempi concreti, che dimostrano come sia importante che pubblico e privato continuino a lavorare insieme per valorizzare la filiera agroalimentare made in Italy. Sono certo che Federalimentare saprà mantenere quello sguardo rivolto al futuro, che ha sempre caratterizzato la sua azionè.
Per Alessandro Morelli, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Coordinamento della Politica Economica e di Programmazione degli Investimenti Pubblici): “Il settore agroalimentare italiano rappresenta una delle eccellenze mondiali e ha la possibilità di guidare una vera rivoluzione produttiva grazie alle nuove tecnologie. Le potenzialità sono immense: l’agricoltura di precisione, l’uso dei big data, l’intelligenza artificiale e la blockchain possono migliorare l’efficienza delle aziende agricole, ridurre gli sprechi, e garantire ai consumatori una tracciabilità completa e trasparente dei prodotti. E’ essenziale investire in formazione e ricerca, collaborando con università, centri di innovazione e imprese private, affinchè le soluzioni più avanzate siano applicabili anche alle realtà agricole più tradizionali, senza lasciare indietro nessuno. Questa transizione tecnologica, tuttavia, deve avvenire all’insegna della sostenibilità che sappia coniugare i costi economici con quelli sociali. Non possiamo più permetterci un modello produttivo che ignora l’impatto ambientale e che non vada di pari passo con la tutela del lavoro. Oggi – aggiunge – le tecnologie ci offrono strumenti che permettono di conciliare produttività e rispetto per l’ambiente per cui la transizione verso un settore agroalimentare più tecnologico, sostenibile e competitivo è un percorso che dobbiamo affrontare con visione strategica e spirito di collaborazione. La sinergia tra pubblico e privato, sostenuta da politiche istituzionali lungimiranti, è la chiave per garantire che il nostro agroalimentare non solo continui a rappresentare un’eccellenza a livello globale, ma diventi un modello di innovazione e sostenibilità per tutto il mondò.
Secondo Massimo Bitonci, Sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ‘l’agroalimentare è un settore estremamente importante in termini di fatturato per il Made in Italy, comprensivo di tutte le aziende che operano nella produzione e nella trasformazione, ambiti nei quali l’Italia è tra i maggiori Paesi europei e non solo. L’innovazione è uno dei principali fattori di sviluppo delle imprese e l’agroindustria, senza dubbio, rappresenta una delle nostre eccellenze. Il settore purtroppo è colpito da quello che viene chiamato “italian sounding’, cioè il tentativo di copiare i prodotti italiani. Le politiche messe in campo dal Governo vanno nella direzione di contrastare tali pratiche e proteggere le nostre imprese”.
Tra gli altri, ha preso parte all’evento Alessio Conforti, Head of Institutional Relationships Southern Europe del Fondo Europeo per gli Investimenti.

– foto ufficio stampa ItalCommunications –
(ITALPRESS).

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Benessere psicofisico, animali domestici un toccasana per gli italiani

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ROMA (ITALPRESS) – Gli animali da compagnia non sono solo amici fedeli, ma autentici alleati del benessere psicofisico, specialmente per le persone più fragili. Questo è quanto emerge dalla ricerca condotta da AISA – Federchimica, l’Associazione Nazionale Imprese Salute Animale, in collaborazione con l’Istituto di Ricerca SWG sul rapporto dei cittadini italiani con gli animali da compagnia. Dallo studio emerge che l’88% degli intervistati ritiene che avere cura di un animale domestico contribuisca in modo significativo alla salute psicofisica delle persone più fragili, come gli anziani.
Tra gli anziani, il 63% di chi vive con un animale domestico valuta il proprio benessere psicologico in modo più positivo rispetto a chi non possiede un pet. Inoltre, il 79% degli italiani ritiene che vivere con un animale domestico o prendersene cura contribuisca significativamente a migliorare la salute fisica, evidenziando quanto i pet siano fondamentali anche per il benessere fisico.
Sono questi alcuni degli spunti approfonditi oggi durante la tavola rotonda ‘Pet e Salute: Benessere reciproco e valore sociale nel nostro rapporto con gli animali da compagnià, promossa da AISA – Federchimica in cui sono intervenuti Angelica Maggio, Direttore dell’ufficio medicinali veterinari della Direzione Generale della sanità animale e dei farmaci veterinari del Ministero della Salute, Marco Melosi, Presidente dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI), Antonio Sorice, Presidente della Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva (SIMeVeP), Maria Cristina Cantù, Vicepresidente della Commissione Affari Sociali del Senato, Maria Chiara Gadda, Vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati.
Un ruolo centrale nel mantenimento di questo benessere reciproco è svolto dal settore veterinario. Secondo il sondaggio, 1 italiano su 3 considera essenziale il contributo dei veterinari, non solo per curare gli animali, ma per promuovere pratiche di prevenzione e modelli di gestione sostenibili, che possano garantire il benessere complessivo delle famiglie e della comunità.
La prevenzione è un tema cruciale anche per la salute degli animali stessi. Più di 1 italiano su 2 ritiene che le pratiche preventive siano fondamentali per preservare la salute dei propri animali domestici e, di riflesso, il benessere delle persone che li accudiscono. In questo contesto, il ruolo dei veterinari e della tecnologia diventa sempre più rilevante per migliorare la qualità della vita sia degli animali che dei loro proprietari.
‘Gli animali da compagnia sono una fonte insostituibile di benessere per milioni di italiani, in particolare per le persone più fragili. Il loro impatto positivo sul benessere psicofisico è evidente, come dimostrato dai dati presentati oggì sottolinea Paolo Sani, Presidente di AISA- Federchimica. ‘Affinchè i benefici di questo legame uomo-animale possano esprimersi al meglio, è essenziale continuare a investire nella prevenzione e nelle cure veterinarie. Prendersi cura di un animale significa migliorare la qualità della vita di tutta la famiglia, e noi di AISA siamo impegnati a promuovere modelli sostenibili che proteggano e migliorino la salute di tuttì.
Gli animali da compagnia, del resto, non solo arricchiscono la vita dei loro proprietari, ma giocano anche un ruolo fondamentale nel migliorare le relazioni e il benessere sociale. Prendersi cura di un pet significa prendersi cura di sè stessi e degli altri: per l’83% degli italiani, infatti, gli animali domestici aiutano a creare un ambiente più sereno e positivo, favorendo legami più forti tra le persone. Dalle famiglie con bambini agli anziani, i pet si confermano preziosi alleati per il benessere psicologico e relazionale, contribuendo a migliorare la qualità della vita quotidiana.
‘La donazione di farmaci veterinari inutilizzati sarebbe l’ultimo fondamentale tassello della Legge 166 del 2016 antispreco. Molti enti del terzo settore si prendono cura degli animali, pensiamo alle attività svolte dai volontari nei canili o nei gattili. In più, gli animali d’affezione sono fondamentali per tante persone, a partire dagli anziani, persone con disabilità o vulnerabilì ha sottolineato Maria Chiara Gadda, Vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati. ‘Dobbiamo lavorare affinchè le norme siano coerenti e trasparenti. Non serve oggi scrivere nuove norme ma potenziare quelle esistenti che hanno già dimostrato di funzionare come la legge 166, che già prevede la donazione di farmaci ad uso umano. La legge antispreco premia fiscalmente le imprese che attraverso la donazione per solidarietà sociale declinano la loro responsabilità sociale. Avere un testo unico sulle donazioni garantisce trasparenza, e soprattutto un quadro normativo stabile e funzionale per le imprese e il terzo settorè.
‘I dati della ricerca SWG confermano ciò che già sappiamo: gli animali da compagnia hanno un impatto significativo sulla salute psicofisica, specialmente tra gli anziani. E’ fondamentale che le istituzioni sostengano questo legame, attraverso politiche attive di prevenzione veterinaria, come l’istituzione di una Giornata Nazionale per la Prevenzione Veterinaria e le misure che ho promosso in molte mie iniziative legislative come il ddl 225 recentemente pubblicatò ha evidenziato la senatrice Maria Cristina Cantù, Vicepresidente della Commissione Affari Sociali del Senato. ‘In un’ottica One health, non possiamo parlare di qualità della vita senza considerare il benessere degli animali che vivono accanto a noi. Il 50% degli italiani considera il proprio animale domestico un membro della famiglia. Aggiungo inoltre, tra le iniziative suscettibili di implementazione: la possibilità di eventuali deduzioni fiscali fino a un certo ammontare per cure veterinarie nella logica della promozione e del sostegno di prevenzione e sicurezza nell’assistenza e cura delle persone anziane e fragili, rafforzando i processi di aiuto e mutuo aiuto che vedono negli animali da compagnia uno snodo fondamentale per l’invecchiamento attivo nelle politiche di welfare evoluto e integratò.
‘La ricetta veterinaria elettronica, che trova sempre maggiore applicazione per gli animali da compagnia, è un passo fondamentale per garantire una gestione più sicura dei medicinalì ha aggiunto Angelica Maggio, Direttore dell’ufficio medicinali veterinari della Direzione Generale della sanità animale e dei farmaci veterinari del Ministero della salute. ‘Occuparsi degli animali da compagnia significa anche prendersi cura dell’ambiente: il principio One Health dimostra come la salute animale, umana e ambientale siano interconnesse. La prescrizione elettronica è infatti essenziale nella lotta contro l’antimicrobico resistenza, un tema che non riguarda più solo gli animali da produzione alimentare, ma anche quelli da compagnià.
‘Gli studi hanno dimostrato che crescere con animali domestici, come cani e gatti, ha un impatto positivo sui bambini contribuendo a rafforzare il sistema immunitario. In generale, vivere con un animale porta benefici a tutte le età, migliorando la salute fisicà ha affermato Marco Melosi, Presidente dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI). ‘E’ quindi positivo che 9 italiani su 10 ritengano essenziale investire in prevenzione e profilassi per il benessere degli animali domestici, ormai membri delle nostre famiglie. Prendersi cura della loro salute significa proteggere anche la nostra, soprattutto quando condividiamo spazi ristretti con loro. Con vaccinazioni, profilassi e buone pratiche igieniche, il rischio di zoonosi si riduce quasi a zero; seguendo queste regole e programmando check-up regolari, soprattutto per gli animali più anziani, possiamo garantire il loro benessere, e il nostrò.
‘Per 8 italiani su 10 possedere un animale da compagnia aiuta a migliorare il benessere psicofisico, lo dice il report che viene presentato oggi e rappresenta la profonda connessione emotiva tra persone e animali sottolineando l’importanza degli animali d’affezione nella vita delle personè ha commentato Antonio Sorice, Presidente della Società italiana di Medicina Veterinaria Preventiva (SIMEVEP) . ‘Riduzione dello stress, dell’ansia e della depressione, miglioramento delle relazioni sociali, accompagnate da aumento dell’attività fisica, riduzione della pressione sanguigna e rafforzamento del sistema immunitario sono solo alcuni degli effetti benefici della compagnia dei nostri piccoli amici. Mi preme però sottolineare che l’importanza di scegliere l’animale giusto in base al proprio stile di vita ed alle proprie esigenze e che il benessere e la salute dei nostri amici sono strettamente legati a quello del proprietario, è quindi importante la prevenzione, visite periodiche dal veterinario, vaccinazioni e trattamenti antiparassitari garantiscono la salute degli animali da compagnia e consentono una convivenza serena anche tra le mura domestichè.
‘Negli ultimi anni, la prevenzione veterinaria ha fatto grandi progressi: i pet ricevono vaccinazioni annuali anche in età adulta, accompagnate da controlli regolari per combattere obesità e migliorare la salute. Questo impegno ha aumentato l’aspettativa di vita dei nostri animali di almeno un annò sottolinea Carlo Gazza, Vice Presidente di Federchimica AISA. ‘Del resto, è dalla collaborazione tra tutti gli stakeholder coinvolti – istituzioni, veterinari e aziende del settore del farmaco animale – che si ottengono risultati positivi per la collettività: politiche come il chip obbligatorio e la gestione del randagismo, insieme a campagne di sensibilizzazione sulla corretta gestione dei pet e, ovviamente, l’offerta di soluzione sempre migliori da parte delle aziende del settore, hanno contribuito a questo risultato e, ne sono certo, ne porteranno anche di maggiori in futurò.
– foto ufficio stampa Apco –
(ITALPRESS).

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Centri migranti in Albania, Piantedosi “Ue conferma valore progetto”

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ROMA (ITALPRESS) – Il protocollo sottoscritto con l’Albania è “un’iniziativa che si prefigge di contrastare l’immigrazione illegale senza incidere sulle garanzie dei diritti fondamentali delle persone” e “la lettera della presidente von der Leyen indirizzata ai capi di Stato e di Governo in vista del prossimo Consiglio Europeo, ne costituisce ulteriore conferma”. Le parole di von der Leyen “evidenziano la rinnovata attenzione in Europa per l’avanzamento verso un approccio comune ed una maggiore efficacia in materia di rimpatri”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, al question time in Aula alla Camera. “Il forte calo del numero degli arrivi via mare dei migranti, -62% rispetto all’anno scorso e meno 30% rispetto al 2022, è frutto dell’efficacia degli interventi del governo e della sua capacità di creare convergenza a livello internazionale sulle proprie linee di azione”, ha sottolineato il ministro.
“Saremo sempre attenti e proattivi anche sul piano operativo affinchè la strategia delineata possa produrre al più presto risultati concreti, contribuendo a ricondurre i flussi migratori entro una cornice di piena legalità e sostenibilità ed evitando che un’immigrazione incontrollata diventi un fattore di insicurezza”. La linea del governo in materia di politiche migratorie “si muove su un doppio binario: da un lato la lotta al vergognoso traffico dei migranti e all’immigrazione illegale, dall’altro la promozione di canali di migrazione legale, con regole certe, semplici e chiare, per cui abbiamo favorito una migliore programmazione degli ingressi regolari, con numeri di gran lunga superiori a quelli del passato e con modalità più rispondenti alle esigenze del nostro sistema produttivo”.
Per la realizzazione dei centri per migranti “vi è stato un unico operatore economico selezionato a cui sono stati affidati i lavori”, ha ricordato Piantedosi, e a “tale impresa è stata sottoposta alle verifiche e ai controlli tramite la banca dati nazionale antimafia” e “non sono emerse criticità nei confronti dei soci e degli amministratori”.
Inoltre “tutti i contratti stipulati con gli operatori economici prevedono il divieto di subappalto” e “nella fase esecutiva dei lavori non risultano essere state segnalate violazioni del divieto all’accesso in cantiere di personale diverso da quello delle imprese esecutrici autorizzate”. Sui costi, lo stanziamento previsto “è riferito all’arco di 5 anni e consiste in 134 milioni di euro all’anno e riguarda un impianto polifunzionale: si tratta di un investimento che sul lungo periodo dovrà consentire di abbattere le spese di gestione di prima accoglienza straordinaria che sono oggi pari a circa un miliardo e 700 milioni di euro all’anno”.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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APP TABUI, VOGHERA AVVIA LA MAPPATURA DIGITALE DI TUTTE LE ATTIVITÀ COMMERCIALI CITTADINE: DAL CENTRO AI QUARTIERI

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Il Comune di Voghera ha annunciato nei giorni scorsi l’adesione al network dell’applicazione Tabui, startup innovativa che promuove lo sviluppo digitale, turistico e commerciale delle città. Voghera è la prima città in Lombardia a entrare a far parte di questo progetto, aprendo nuove possibilità di visibilità e promozione per tutte le realtà locali.

AppTabui permette alle attività commerciali e turistiche della città di essere inserite e promosse non solo a livello locale, ma anche nazionale e internazionale. L’App contribuirà anche a veicolare gli eventi, dando tante ragioni in più agli utenti per far visita a Voghera abbinando l’opportunità dello shopping.

L’iniziativa è stata accolta con grande entusiasmo durante la presentazione a Palazzo Gounela, alla quale hanno partecipato le associazioni Ascom e Voghera da Scoprire.

Molti commercianti hanno già manifestato interesse ad aderire, chiedendo informazioni su come inserire la propria attività all’interno della piattaforma. Per facilitare l’adesione e l’inserimento delle informazioni è stato pubblicato sulle pagine social e sul sito ufficiale del Comune di Voghera (www.comune.voghera.pv.it ) un vademecum dettagliato che fornisce tutte le indicazioni necessarie su come procedere con l’iscrizione e i contatti della redazione di Tabui, il cui team continuerà a supportare le attività nel caricamento delle informazioni e nella promozione.

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Maria Cristina Malvicini, assessore comunale al Commercio, spiega: “L’obiettivo dell’amministrazione comunale è valorizzare l’intero tessuto commerciale cittadino come non è mai stato fatto con questa portata e capillarità. L’opportunità di esserci e farsi trovare sull’App è infatti aperta alle attività del centro storico e a quelle di tutti i quartieri. Nei prossimi giorni procederemo a una campagna di affissioni per rendere più capillare ancora la chiamata all’azione di tutte le attività ed esercizi commerciali. Il futuro è digitale. TabUi è un passo importante verso un futuro in cui la tecnologia sarà sempre più al servizio della nostra comunità, creando nuove opportunità economiche e iniziando a creare un turismo locale interconnesso con la città. In questi anni molti eventi e manifestazioni avrebbero potuto abbracciare e collegarsi di più con le proposte di chi ogni giorno apre il proprio negozio a Voghera. TabUi ci aiuterà in questo senso”.

Gloria Chindamo, consigliere comunale con delega alla digitalizzazione della città, spiega: “L’adesione del Comune di Voghera all’applicazione App Tabui rappresenta un passo importante per valorizzare e promuovere il nostro territorio in modo innovativo ed efficace. Con Tabui le attività commerciali, turistiche ed enogastronomiche della nostra città avranno una vetrina nazionale e internazionale, senza la necessità di sviluppare una piattaforma interna. Questa sinergia ci permetterà di focalizzarci sulla crescita e lo sviluppo della nostra comunità, lasciando la gestione della promozione a un team esperto che saprà darci visibilità oltre i confini locali. Voghera merita di essere scoperta e apprezzata e sono convinta che questa iniziativa possa fare la differenza se sapremo cogliere l’opportunità’’.

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