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Economia

Risparmiare e Investire: differenze e consigli

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Risparmio e investimento sono due concetti chiave per costruire una solida base finanziaria, ma non sono la stessa cosa.

Entrambi possono contribuire a un futuro finanziario più sicuro, ma è fondamentale capire le differenze e sapere quando conviene risparmiare e quando invece è meglio investire.

La principale distinzione tra risparmio e investimento riguarda il livello di rischio.

Il risparmio, infatti, offre generalmente rendimenti più bassi con un rischio quasi nullo. Al contrario, l’investimento presenta opportunità di rendimento più elevato, ma comporta anche il rischio di perdite.

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Di seguito, esploriamo le differenze principali tra risparmio e investimento e perché è importante utilizzare entrambe le strategie per costruire ricchezza a lungo termine.

Differenze tra risparmio e investimento

Nonostante alcune somiglianze, risparmio e investimento differiscono in vari aspetti, soprattutto per quanto riguarda il tipo di asset.

Quando pensi al risparmio, considera prodotti bancari come conti di risparmio, mercati monetari e certificati di deposito (CD). L’investimento, invece, implica asset come azioni, ETF, obbligazioni e fondi comuni di investimento.

Pro e contro del risparmio

Il risparmio è generalmente più sicuro e consente di evitare perdite di capitale, offrendo anche la possibilità di accedere rapidamente ai fondi.

Vantaggi:

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  • Gli interessi sui conti di risparmio sono garantiti e conosciuti in anticipo.
  • I conti bancari sono garantiti dalla fondo interbancario fino a 100.000€ per depositante, per banca, per categoria di proprietà.
  • I prodotti bancari sono molto liquidi, consentendo di accedere rapidamente ai fondi.
  • Spese di gestione ridotte.

Svantaggi:

  • Rendimenti bassi, che potrebbero non superare l’inflazione.

Pro e contro dell’investimento

L’investimento presenta maggiori rischi rispetto al risparmio, ma offre anche la possibilità di ottenere rendimenti più elevati nel lungo termine.

Vantaggi:

  • Rendimenti potenzialmente più alti, come l’indice S&P 500 che storicamente ha restituito circa il 10% annuo.
  • Liquidità degli investimenti: azioni, obbligazioni ed ETF possono essere venduti facilmente.
  • Possibilità di superare l’inflazione nel lungo periodo con una strategia di diversificazione.

Svantaggi:

  • Rischio di perdita di capitale, soprattutto nel breve periodo.
  • Possibilità di non recuperare l’importo investito se si vende in momenti sfavorevoli.
  • Necessità di lasciare gli investimenti per un periodo di almeno cinque anni.

Somiglianze tra risparmio e investimento

Risparmio e investimento condividono l’obiettivo comune di accumulare denaro per il futuro.

Sia il risparmio che gli investimenti più sicuri richiedono l’apertura di conti presso istituzioni finanziarie. Per risparmiare, si possono aprire conti bancari o conti presso un’unione di credito.

Per investire, si aprono conti con un broker, anche se oggi molte banche offrono anche servizi di brokeraggio.

Tutti e due sottolineano l’importanza di avere fondi risparmiati per coprire spese impreviste prima di impegnare grosse somme in investimenti a lungo termine. Investire significa mettere da parte denaro per farlo crescere e contribuire ai propri sogni e al proprio futuro.

Quando scegliere di risparmiare

  • Se prevedi di avere bisogno dei soldi entro pochi anni, un conto di risparmio ad alto rendimento o un fondo del mercato monetario è probabilmente la scelta giusta.
  • Se non hai ancora costruito un fondo di emergenza, concentrati prima su questo obiettivo. Gli esperti consigliano di avere risparmi sufficienti a coprire almeno tre-sei mesi di spese.
  • Se hai debiti ad alto interesse, come carte di credito, è preferibile estinguerli prima di iniziare a investire.

Quando scegliere di investire

  • Se non avrai bisogno dei soldi per almeno cinque anni e sei disposto a tollerare un certo rischio, investire potrebbe offrire rendimenti migliori rispetto al risparmio.
  • Se hai un piano pensionistico abbinato al datore di lavoro, contribuisci abbastanza per ottenere l’abbinamento: è essenzialmente denaro gratuito.
  • Se hai già costruito il tuo fondo di emergenza e hai pagato i debiti ad alto interesse, investire il denaro in eccesso potrebbe aiutarti a costruire ricchezza nel tempo. L’investimento è essenziale se desideri raggiungere obiettivi a lungo termine come la pensione.

Gli esempi reali sono spesso utili per illustrare questi concetti. Per esempio, i soldi per pagare le tasse universitarie di tuo figlio il prossimo semestre dovrebbero essere tenuti in un conto di risparmio, un fondo del mercato monetario o un CD a breve termine, per avere la certezza che saranno disponibili quando necessari.

Altrimenti qualcuno potrebbe pensare, ‘Beh, ho un anno di tempo e sto comprando una casa, forse dovrei investire in azioni”. In quel caso si tratta più di una scommessa che di una strategia prudente.

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Lo stesso vale per un fondo di emergenza, che non dovrebbe mai essere investito ma piuttosto tenuto in risparmio per garantire liquidità immediata.

Se ti ammali, perdi il lavoro o ti capita qualche imprevisto, non devi ricorrere a debiti. Hai risparmiato apposta per essere preparato alle sfide della vita.

Quando è meglio investire?

L’investimento è più adatto per il denaro a lungo termine, denaro che si desidera far crescere in modo più aggressivo. In base al tuo livello di tolleranza al rischio, investire in fondi indicizzati in borsa o in fondi comuni di investimento potrebbe essere una buona opzione.

Se puoi permetterti di mantenere il denaro investito a lungo, avrai maggiori possibilità di superare le fluttuazioni dei mercati finanziari. Pertanto, l’investimento è una scelta eccellente quando hai un orizzonte temporale lungo (idealmente di molti anni) e non hai necessità di accedere ai fondi a breve. Investire è il solo modo di tentare di battere l’inflazione.

Se qualcuno vuole iniziare a investire, meglio considerare fondi comuni di investimento come punto di partenza. Così puoi comprendere meglio come funziona il mercato e come può crescere il denaro nel tempo.

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Conclusione

Sebbene investire possa sembrare complicato, ci sono modi semplici per cominciare. Il primo passo è informarsi meglio sugli investimenti e capire se sono la scelta giusta per garantire un futuro finanziario più sicuro.

Economia

Bankitalia “Prospettive crescita contenute, debito pubblico fattore vulnerabilità”

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ROMA (ITALPRESS) – Dalla scorsa primavera, i prezzi delle attività più rischiose nei mercati finanziari internazionali sono “notevolmente saliti” e “la volatilità è tornata su livelli molto bassi, nonostante la perdurante incertezza e le tensioni geopolitiche”. Il rischio di “correzioni improvvise è aumentato”, soprattutto “qualora le valutazioni si discostassero dai fondamentali economici”, ma “gli investitori appaiono particolarmente fiduciosi, malgrado l’elevata incertezza del quadro macroeconomico globale e i profondi cambiamenti in ambito geopolitico”. E’ il quadro tracciato dal secondo Rapporto di Stabilità Finanziaria del 2025 di Bankitalia.

In Italia, i rischi per la stabilità finanziaria riconducibili a fattori interni “permangono contenuti”, mentre “sono non trascurabili quelli connessi con l’instabilità a livello internazionale”. Il quadro macrofinanziario “è rimasto complessivamente stabile rispetto allo scorso aprile” e beneficia “della moderata ripresa del credito, della tenuta dei redditi da lavoro, della bassa disoccupazione, della prudente impostazione della politica di bilancio, del contenuto debito privato e della posizione creditoria netta sull’estero”. Le prospettive di crescita “restano tuttavia contenute e soggette a rischi legati prevalentemente a fattori esterni”, rileva il Rapporto. “Da un lato, la tenuta dei redditi da lavoro, la bassa disoccupazione, la posizione netta sull’estero largamente creditoria e il debito privato contenuto costituiscono elementi di forza. Dall’altro lato, l’elevato debito pubblico rimane un fattore di vulnerabilità.

Per assicurare una sua significativa riduzione in rapporto al prodotto sarà necessario combinare azioni concrete per sostenere la crescita con il mantenimento della prudente gestione delle finanze pubbliche, uno dei fattori alla base delle recenti revisioni al rialzo del merito di credito del Paese”.

Per le famiglie “i rischi restano contenuti”. L’incertezza sulle prospettive economiche “si riflette su una propensione al risparmio ancora superiore ai livelli precedenti la pandemia”, spiega Bankitalia. “Nonostante l’accelerazione del credito, l’indebitamento in rapporto al reddito ha continuato a ridursi, portandosi su valori storicamente bassi. La dinamica dei prestiti riflette soprattutto quella dei mutui, erogati prevalentemente a tasso fisso”. Per le imprese, le condizioni finanziarie delle imprese “rimangono complessivamente buone, sostenute dalla redditività e da un indebitamento che ha continuato a ridursi in rapporto al PIL”.

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Anche il credito “ha mostrato segnali di ripresa, dopo una fase di contrazione iniziata nel 2023”. La crescita “è stata trainata dalle grandi imprese, ma si è osservata anche per quelle più solide tra le minori”. Complessivamente, “le condizioni finanziarie delle imprese rimangono buone, sostenute dalla redditività e da un indebitamento che ha continuato a ridursi in rapporto al PIL”. L’andamento del credito finora ha “risentito in misura limitata dell’innalzamento dei dazi statunitensi”: dalla fine dello scorso anno, rileva Bankitalia, la domanda di finanziamenti da parte delle imprese attive nei settori più esposti alle tensioni commerciali con gli Stati Uniti è stata “solo leggermente inferiore rispetto a quella relativa al resto dell’economia”.

Le condizioni del sistema bancario “sono nell’insieme solide. Gli indicatori di mercato rimangono favorevoli e migliori di quelli dei principali intermediari dell’area dell’euro. La redditività, ancora elevata nell’anno in corso, è prevista in moderata diminuzione nel prossimo biennio”. Per il settore assicurativo, “la patrimonializzazione si è rafforzata. E’ proseguito il miglioramento della redditività e delle condizioni di liquidità, favorito dal significativo incremento della raccolta premi e dalla diminuzione dei riscatti”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Economia

Cristian Camisa confermato presidente di Confapi

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ROMA (ITALPRESS) – Cristian Camisa è stato confermato presidente di Confapi per il prossimo triennio nel corso dell’Assemblea generale privata svoltasi oggi al Parco dei Principi Grand Hotel di Roma. Piacentino, 51 anni, Camisa è presidente e amministratore delegato della T.T.A., azienda che opera nel settore meccanico. Alla guida della Confederazione italiana della Piccole e Medie industrie private italiane da novembre del 2022, è attualmente anche membro del Cese, il Comitato Economico e Sociale Europeo.

“Sono commosso e onorato – le prime parole del presidente Camisa dopo l’elezione – Ringrazio l’assemblea e tutte le imprenditrici e imprenditori di Confapi per la fiducia che mi è stata rinnovata. Una grande responsabilità nel rappresentare una parte così importante del sistema produttivo italiano in un momento storico così delicato e carico di sfide, tra cui quelle legate a innovazione e sostenibilità, per continuare a essere competitivi sui mercati internazionali. Continueremo a portare avanti con ancora più forza e determinazione le istanze delle nostre imprenditrici e dei nostri imprenditori, staremo loro vicini, saremo il megafono delle loro esigenze senza compromessi e alchimie dialettiche”.

Nel corso del suo intervento in Assemblea, Camisa ha ricordato i risultati conseguiti in questo triennio da Confapi. “Abbiamo consolidato in modo significativo – ha detto – il nostro ruolo nel sistema della rappresentanza imprenditoriale italiana, ampliando la nostra presenza non solo nei principali tavoli decisionali nazionali, ma anche in quelli europei. Siamo rientrati nel Cnel, siamo stati riconfermati al Cese e siamo stati nominati nella Cabina di regia del Piano Mattei e dell’Internazionalizzazione. Sempre sul fronte dell’internazionalizzazione abbiamo stipulato protocolli d’intesa con Sace e Simest e collaboriamo fattivamente con Ice per supportare le nostre aziende per massimizzare l’efficacia delle azioni internazionali sotto ogni punto di vista. Sul fronte della bilateralità, vero pilastro del welfare e dell’assistenza sanitaria per i nostri dipendenti, collaboriamo con Cgil, Cisl e Uil”.

Il Presidente ha quindi presentato il programma strategico per il suo prossimo mandato che metterà i territori ancora di più al centro della Confederazione. “La ricchezza di Confapi – ha sottolineato – risiede proprio nella pluralità dei nostri territori: farli dialogare, metterli in rete e valorizzarne le specificità significa rendere l’Associazione più forte, più rappresentativa e al servizio di chi fa impresa. Promuoveremo un’agenda di dialogo e proposte per affrontare le crisi industriali del Centro-Nord, il cuore produttivo del Paese, rafforzare le filiere, sostenere la transizione verde e digitale nonché valorizzare il capitale umano come leva di competitività e coesione. Per il Sud del Paese, invece, avvieremo un progetto che punterà su legalità, innovazione, reti e sviluppo sostenibile, creeremo sportelli territoriali e percorsi di formazione per dirigenti. Continueremo a svolgere il nostro ruolo all’interno delle Istituzioni, italiane ed europee, e a incidere sulle politiche industriali, promuovendo un modello di sviluppo fondato su innovazione, equità e competitività”.

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“I prossimi tre anni saranno fondamentali per rimanere competitivi sui mercati nazionali e internazionali. Per farlo – ha concluso – vogliamo sempre di più essere un punto di riferimento come l’unica vera Confederazione della piccola e media industria privata italiana”.

L’assemblea di Confapi ha eletto all’unanimità Filiberto Martinetto presidente emerito della Confederazione che prende il posto di Maurizio Casasco che da oggi non ricopre più alcun ruolo all’interno di Confapi. Martinetto, 91 anni, è uno dei pilastri di CONFAPI dove ricopre l’incarico di Tesoriere nonché di Presidente della Commissione dei Saggi.

– Foto ufficio stampa Confapi –

(ITALPRESS).

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Economia

Caltagirone Editore, Roberto Napoletano torna alla direzione del Messaggero. Vincenzo Di Vincenzo guiderà Il Mattino

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ROMA (ITALPRESS) – Caltagirone Editore rende noto che, a partire dal 2 dicembre, Roberto Napoletano assumerà l’incarico di direttore de Il Messaggero. Nato a La Spezia nel 1961, Napoletano torna alla guida del quotidiano di Roma che ha già diretto dal 2006 al 2011 passando successivamente alla direzione de Il Sole 24 Ore. Dall’aprile del 2024 Napoletano ha ricoperto il ruolo di direttore de Il Mattino di Napoli. L’editore ringrazia il direttore uscente, Massimo Martinelli, che assumerà la direzione del master in Giornalismo e Media Communication “Paolo Graldi” e rivolge a Napoletano i migliori auguri di buon lavoro.

Inoltre, a decorrere dal prossimo 2 dicembre, Vincenzo Di Vincenzo sarà il direttore del quotidiano Il Mattino. Nato a Napoli nel 1959, Di Vincenzo ha svolto la sua carriera all’interno dell’agenzia Ansa dove ha ricoperto incarichi di crescente responsabilità a Napoli, Roma e Milano. Dallo scorso 27 maggio Di Vincenzo ha ricoperto il ruolo di vice direttore del quotidiano. L’editore rivolge a Vincenzo Di Vincenzo i migliori auguri di buon lavoro e ringrazia il direttore uscente Roberto Napoletano.

– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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