Cronaca
A Palermo il Cybercrime Forum della Fondazione Magna Grecia
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7 mesi fa-
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Redazione
PALERMO (ITALPRESS) – Il contrasto alla criminalità tra l’utilizzo dei social, cybercrime e nuove dipendenze: questi i temi al centro del I Cybercrime Forum organizzato dalla Fondazione Magna Grecia e ospitato nella giornata di ieri al Loggiato di San Bartolomeo di Palermo. Dopo i saluti iniziali di Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, che si è soffermato sulla trasformazione digitale attualmente in corso e sull’impatto che questo fenomeno sta avendo sulla società, ha preso la parola Nino Foti, Presidente Fondazione Magna Grecia, che ha introdotto i lavori del Forum: ‘Questo convegno nasce dopo due attività di ricerca della nostra Fondazionè, ha commentato, ‘uno sull’influenza dei social sulla criminalità organizzata e l’altro sul cybercrime, che abbiamo recentemente presentato alle Nazioni Unite, che ha posto una particolare attenzione sul dark web, la parte più oscura, quella che riguarda l’attività che un personaggio criminale può agire stando seduto nel suo salotto e operare dall’altra parte del pianeta. Basti pensare che con le criptovalute è possibile comprare quantitativi importanti di droga senza le tradizionali transazioni finanziariè. ‘La legislazione italiana e quella degli Stati europei – ha concluso Foti – sono indietro rispetto a questi fenomeni. Proprio per questo è necessario che vi sia un’iniziativa legislativa che possa normare alcune attività illegali perchè, da quello che è la nostra esperienza, siamo in una fase molto pericolosa perchè purtroppo le organizzazioni criminali sono organizzate meglio dello Statò. Il primo panel, moderato dal giornalista di La7 Marco Piccaluga, dal titolo ‘Educare per proteggere: i giovani fra social network e nuove dipendenzè ha visto la partecipazione di Nuccia Albano, Assessore Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro della Regione Siciliana, di Padre Francesco P. Biondolillo, Presidente e Fondatore ‘La Casa del sorrisò e Claudia Caramanna, Procuratore della Repubblica Tribunale Minori Palermo che ha illustrato dati allarmanti: ‘il 44,6% di bambini nella fascia tra i 6 ei 10 anni utilizzano quotidianamente internet ed accedono a piattaforme come TikTok, Instagram o altrò ha dichiarato. ‘E’ chiaro che questo crea i presupposti per una dipendenza in età futura. ‘Le nuove tecnologie chiaramente creano una dipendenzà ha aggiunto ‘e favoriscono talvolta la criminalità e certamente c’è un mondo all’interno dei social e del web che è assolutamente scriteriatò. A seguire sono intervenuti Ismaele La Vardera, deputato dell’Assemblea regionale siciliana e Presidente dell’Integruppo Parlamentare contro le droghe e le dipendenze nei giovani, Biagio Sciortino, Presidente nazionale Intercear Coordinamento nazionale dei servizi e delle comunità terapeutiche, Vincenzo Di Piazza, Dirigente Centro Operativo della Polizia Postale di Palermo, Bartolomeo Romano, Professore Ordinario Diritto Penale dell’Università di Palermo e Marcello Ravveduto, Direttore del Laboratorio Digital Public History dell’Università di Salerno, che ha parlato di come le mafie si presentano sui social network, come si sviluppa la mentalità criminosa dall’analogico al digitale e ha anche annunciato che nel marzo 2025 la Fondazione Magna Grecia presenterà il secondo rapporto sulle Mafie nell’era digitale con focus sul social network TikTok. Martina Semenzato, Deputata della Repubblica e Presidente Commissione Parlamentare di inchiesta sul Femminicidio, nonchè su ogni forma di violenza di genere, si è soffermata su come governare il cambiamento tecnologico che può rappresentare una risorsa, puntando sull’educazione digitale dei più giovani mentre la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Eugenia Maria Roccella, ha concluso questo panel dichiarando: ‘Il web è una grande opportunità, ma anche una fonte di rischio per i minori e la prevenzione di questo rischio ci vede impegnati su vari fronti. Innanzitutto, sollecitando il ruolo educativo delle famiglie, che sono e restano il primo luogo di formazione: nessuna sfida educativa potrà essere vinta se non si parte dalla famiglia. Con il decreto Caivano, ad esempio, abbiamo promosso e potenziato l’utilizzo dei sistemi di controllo parentale sui device, che consentono di monitorare l’attività online dei figli minori, ma lo abbiamo fatto puntando innanzi tutto sulla consapevolezza e sul ruolo centrale dei genitori. L’accesso precoce alla pornografia e alla violenza è un pericolo che può condizionare la vita dei giovanissimi oggi e degli adulti di domani. Stiamo lavorando molto anche sulla prevenzione del cyberbullismo, un’insidia che bisogna saper cogliere e che può lasciare il segno nei nostri ragazzi. E quest’anno abbiamo promosso un collegamento ideale anche fra il tema dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e il contrasto della violenza contro le donne, perchè il rispetto è un valore che si deve apprendere fin da piccoli, nelle famiglie, a scuola e in ogni ambito della nostra società.”Sullo sfondo di tutto c’è poi il tema demografico: una società senza figli è una società di solitudini, di famiglie smagliate, una società senza prospettive e senza senso del futuro, dunque una società di persone più fragili e più vulnerabili. Contrastare il calo demografico e investire sulle famiglie significa anche proteggere i nostri ragazzi, perchè il rapporto fra i propri pari non è sufficiente e quando diventa esclusivo pone un problema educativo che si riflette su tutto ciò di cui stiamo discutendò, ha concluso la Ministra Roccella. Il secondo panel, condotto dalla giornalista Silvia Perdichizzi, si è focalizzato sul tema ‘Formare per difendersi: come la criminalità si muove nel dark web’. In collegamento è intervenuto Antonio Nicaso, Docente Queen’s University Canada e componente Comitato Scientifico FMG, che ha parlato della globalizzazione delle strategie criminali attualmente in atto, dei sistemi delle criptovalute, al metaverso e all’IA, evidenziando le difficoltà da parte degli apparati investigativi a far fronte a queste nuove strategie criminali perchè non ci sono stati adeguati investimenti nella tecnologia. A seguire gli interventi di Ranieri Razzante, Componente del Comitato per la strategia sull’IA della Presidenza del Consiglio, Antonio Balsamo, Sostituto Procuratore Generale della Cassazione e già Presidente Tribunale di Palermo, che si è soffermato sul mondo dei crimini informatici organizzati. In collegamento Sandro Raimondi, Procuratore della Repubblica di Trento è intervenuto sul tema del cybercrime nell’ambito delle imprese. Gli interventi di Raffaele Bonsignore, avvocato Penalista, Roberto Cao Pinna, Responsabile Servizi Speciali Tecninf, Michele Carbone, Direttore della Direzione Investigativa Antimafia, Marzia Sabella, Procuratore Aggiunto Tribunale Palermo e Giovanni Pitruzzella, Giudice della Corte Costituzionale, hanno approfondito diversi aspetti di questi fenomeni criminosi, del darkweb e soffermandosi su quali possibilità e strumenti abbia lo Stato per fronteggiarli. Francesco Saverio Romano, Presidente Commissione Parlamentare per la Semplificazione ha quindi aggiunto: ‘I rischi del cybercrime per la pubblica amministrazione sono quotidiani e elevatissimi. La commissione che presiedo ha iniziato una serie di audizioni per comprendere come la digitalizzazione della nostra pubblica amministrazione possa non subire attacchi hacker e abbiamo scoperto che questi attacchi sono quotidiani. Quello che occorre è la formazione. Il 56% degli italiani non è digitalizzato o meglio non è alfabetizzato dal punto di vista digitale, così come gli operatori della pubblica amministrazionè. ‘Il fenomeno dell’ingerenza dei sociali anche su altri fenomeni che sono quelli della criminalità da un lato e della fragilità, delle difficoltà, dall’altro, che aggredite dalla criminalità anche attraverso i social diventano qualcosa da contrastare, ma occorre farlo attraverso la conoscenzà, ha concluso Romano. Le conclusioni del Forum sono state affidate ad Antonello Colosimo, Presidente di Sezione Corte dei Conti e Presidente ODV della Fondazione Magna Grecia che ha evidenziato: ‘In questo incontro, grazie ai contributi dei diversi relatori che si sono alternati, è emersa l’inadeguatezza, a vari livelli, dell’approccio nei confronti del fenomeno della globalizzazione che è dirompente e che è letteralmente esploso negli ultimi anni. Registriamo anche l’evoluzione degli strumenti tecnologici e abbiamo bisogno di tecniche investigative all’avanguardia per far fronte a questi crimini di nuova generazione, e un alleggerimento nella normazione. Dobbiamo convivere con questo fenomeno e ce lo dimostra Trump, visto che ha dichiarato di voler fare degli Stati Uniti la prima Nazione democratica con uso della moneta digitale. E, citando, Benjamin Franklin, padre fondatore degli Stati Uniti d’America, chiudo questo incontro affermando che ‘l’umanità soffre per metà schiacciata sotto il peso dei progressi che ha fattò.
-foto ufficio stampa Fondazione Magna Grecia –
(ITALPRESS).
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Via libera al decreto flussi, 497 mila ingressi in 3 anni
Pubblicato
2 ore fa-
30 Giugno 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giorgia Meloni, del ministro dell’interno Matteo Piantedosi, del ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, del ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani, del ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida e del ministro del turismo Daniela Santanchè, ha approvato, in esame preliminare, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri relativo ai flussi migratori per il triennio 2026-2028, che programma per tale periodo gli ingressi regolari in Italia di lavoratori non comunitari.
“L’obiettivo del provvedimento è di consentire l’ingresso in Italia di manodopera indispensabile al sistema economico e produttivo nazionale e altrimenti non reperibile – spiega Palazzo Chigi nel comunicato diffuso dopo il Cdm -. Inoltre, con la stabile individuazione di un meccanismo d’immigrazione legale e controllato, si attivano canali di comunicazione fondamentali nel dialogo con i Paesi di origine dei flussi migratori e si costruisce uno strumento per il contrasto a fenomeni di irregolarità nell’ingresso e permanenza nel nostro Paese, nella lotta contro il lavoro sommerso e allo sfruttamento dei lavoratori”.
Il decreto prevede, per il 2026, 164.850 ingressi autorizzati. Nell’arco del triennio 2026-2028 le unità autorizzate saranno 497.550, con la seguente ripartizione: lavoro subordinato non stagionale e autonomo, 230.550 unità; lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico, 267.000 unità.
Le quote sono state determinate tenendo conto dei fabbisogni espressi dalle parti sociali e delle domande di nulla osta al lavoro effettivamente presentate negli anni scorsi, con l’obiettivo di una programmazione che recepisca le esigenze delle imprese e che sia anche realistica.
Resta ferma la volontà di incentivare gli ingressi fuori quota, anche nella prospettiva di un ridimensionamento del meccanismo del “click day”, che potrà avvenire seguendo un percorso graduale, che riguardi anzitutto i profili professionali più ricercati dai datori di lavoro e che potenzi la formazione dei lavoratori nei Paesi di origine.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
Alla Camera la borsa che Paolo Borsellino aveva in via D’Amelio
Pubblicato
2 ore fa-
30 Giugno 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Sarà esposta fino al 30 ottobre, nel Transatlantico di Montecitorio, la borsa che il giudice Paolo Borsellino aveva con sè il giorno della strage di Via D’Amelio, il 19 luglio 1992. Alla cerimonia in memoria del giudice erano presenti, tra gli altri, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella; il presidente della Camera, Lorenzo Fontana; il presidente del Senato, Ignazio La Russa; il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni; i figli di Paolo Borsellino, Lucia e Manfredi, e Manuela Canale, figlia del tenente colonnello Carmelo Canale, tra i più stretti collaboratori di Paolo Borsellino, oltre a Chiara Colosimo, presidente della Commissione Antimafia. “Ho raccontato di aver cominciato il mio impegno politico all’indomani della strage, conservo un’immagine nitida del caldo, delle immagini al telegiornale di quella devastazione e di quell’improvviso senso di urgenza, quella sensazione che non avesse senso provare rabbia se non si riusciva anche a trasformarla in qualcosa, un gesto, un impegno, una mobilitazione. Quel giorno inizia il cammino che mi ha portato ad essere presidente del Consiglio – ha ricordato la premier, Giorgia Meloni -. Il sacrificio di Borsellino e dei servitori dello Stato che erano al suo fianco non ha motivato solo me, la mia è la storia di tantissime persone, di tanti altri che da quelle stragi di mafia hanno deciso di impegnarsi. Da quelle stragi è partito un movimento di popolo che per la prima volta ha detto visibilmente no, ha detto no alla violenza, al ricatto, all’illegalità, all’omertà in cui la mafia avrebbe voluto condannare l’Italia”.
“Milioni di italiani hanno preferito l’impegno all’indifferenza, hanno preferito il coraggio, hanno scelto di percorrere la strada dell’onore della nazione contro il finto onore di uomini che si proclamano d’onore. Borsellino ci ha insegnato che avere paura è umano, ma quando si combatte in ciò in cui si crede il coraggio è più forte della paura. E’ così sì che è stata la scintilla di un incendio di speranza, giustizia e di amore per l’Italia. A 33 anni di distanza il suo testimone è ancora saldo nelle mani di tanti, trova forma e sostanza nell’impegno che le istituzioni portano avanti”, ha proseguito Meloni che ha avvertito: “Il popolo italiano ha il diritto di conoscere la verità. Ogni sforzo deve essere sostenuto”.
La borsa di Paolo Borsellino “è il simbolo del dovere e dell’attaccamento al servizio in ogni momento della vita. Borsellino, come Falcone e Livatino, non faceva il magistrato, era un magistrato innamorato della giustizia, della verità, della libertà. La cosa più giusta e bella per onorare questi uomini straordinari, credo sia combattere per affermare gli stessi valori con la stessa determinazione e lo stesso coraggio ogni minuto di ogni singolo giorno”, ha aggiunto Meloni.
Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha ricordato come anche dopo la strage di Capaci Paolo Borsellino “non si è tirato indietro dinanzi a quella feroce violenza e ha continuato il suo lavoro da autentico servitore dello Stato. Il suo esempio di rigore morale, coerenza e tenacia è un’eredità che ispira tutti i giorni chi si impegna contro la criminalità organizzata. Paolo Borsellino, come Giovanni Falcone, credeva in un futuro libero dall’oppressione della mafia. Sosteneva che per vincere questa battaglia occorresse agire innanzitutto sul piano culturale. Era convinto della fondamentale importanza del ruolo dei giovani e della loro adesione ai valori democratici – ha proseguito -. Il suo insegnamento deve essere custodito dalle Istituzioni a beneficio delle nuove generazioni, che vanno esortate a perseguire la cultura della legalità e a ripudiare ogni forma di violenza e di prevaricazione. Ricordare Paolo Borsellino e ricordare la storia delle donne e degli uomini vittime della criminalità organizzata è quindi un dovere. Il loro sacrificio ha contribuito a far maturare nel Paese un profondo sentimento di rifiuto del fenomeno mafioso. Ma la lotta alla mafia si nutre anche di simboli. Per questo, da oggi fino al 30 ottobre, la borsa del giudice Paolo Borsellino è esposta qui nel Transatlantico e successivamente sarà trasferita nell’aula della Commissione antimafia a Palazzo San Macuto”.
Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha poi raccontato un suo personale ricordo di quel 19 luglio 1992 “quando la notizia dell’attentato esplosivo che a Palermo aveva spezzato la vita di Paolo Borsellino e di 5 agenti della sua scorta è arrivata pesante come un macigno. Ricordo soprattutto lo sgomento di quelle ore e la rabbia con cui – da parlamentare e da siciliano – non riuscivo ad accettare l’idea che, dopo Giovanni Falcone, la mafia fosse riuscita ad infliggere un altro colpo così crudele. Solo due mesi prima durante la votazione per l’elezione del Presidente della Repubblica, insieme a tutti i parlamentari del partito in cui militavo, avevamo votato simbolicamente come Presidente della Repubblica Paolo Borsellino perchè nella nostra intenzione vi era l’indicazione di un uomo al di sopra delle parti, la sua caparbietà nel non indietreggiare di fronte al pericolo”, ha concluso.
“La borsa di papà rappresenta più di ogni altro il simbolo della sua dedizione al lavoro, la sacralità con cui concepiva il suo servizio verso lo Stato e verso le istituzioni. Anche quella domenica, che doveva essere dedicata al riposo, non ha mancato di portare con sè la sua borsa dove aveva riposto, oltre agli effetti personali, anche le sue agende e alcuni documenti la cui importanza era ritenuta tale da non riuscire a distoglierne l’attenzione – ha ricordato Lucia Borsellino, figlia del giudice -. In quei giorni il suo viso portava ancora vividi i segni del dolore per la strage di Capaci dove persero la vita i suoi amici e colleghi. E’ superfluo sottolineare quanto questa borsa costituisca per noi un valore affettivo inestimabile”.
Manuela Canale, figlia di Carmelo, collaboratore di Borsellino, la cui borsa è stata donata dalla famiglia del giudice, si è detta “orgogliosa di lasciare qui alla Camera la sua borsa, che venne recuperata nell’inferno di via D’Amelio, perchè questo luogo è espressione di giustizia e custode dei valori di democrazia. Sono certa che attraverso questa borsa Paolo Borsellino continuerà a trasmettere i valori di legalità e di grande umanità a tutti coloro i quali avranno il privilegio di poterla vedere. Ringrazio la famiglia Borsellino, in particolar modo la signora Agnese, che si è ricordata di me, bambina che attraverso quella borsa aveva visto la fiducia verso il futuro e l’abnegazione”. Infine, Chiara Colosimo, presidente della Commissione Antimafia, ha ricordato come 33 anni fa “il magistrato era a Roma, avrà preso questa borsa piena di carte e, seppur cambiato dal dolore di 40 giorni prima, determinato e triste era qui a continuare il suo lavoro a fare la sua lotta. La borsa è tornata ancora a Roma, è vuota e ha l’odore acre di pelle bruciata che mi è rimasto tra le mani, come il filone delle indagini che ha segnato e segna la mia vita di donna e rappresentante delle istituzioni. Dentro è intatta come intatto è il suo insegnamento, un uomo solo che ha incarnato il senso del dovere più profondo, la sete di giustizia per la sua Palermo e la sua patria tutta”, ha concluso.
– Foto xb1/Italpress –
(ITALPRESS).
Cronaca
PRONTO METEO – PREVISIONI PER IL 1 LUGLIO 2025
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2 ore fa-
30 Giugno 2025di
Redazione
Pronto Meteo è il servizio di meteorologia di Pavia Uno Tv e Lombardia Live 24 in onda ogni giorno alle 19,30. Fornisce interessanti bollettini meteo per il fine settimana su Pavia e provincia e le province confinanti, visionabili anche sui nostri siti paviaunotv.it, lombardialive24 e sui nostri canali social. Ogni giorno, poi, ci sono aggiornamenti nelle Breaking News della sera e un sito dedicato alle previsioni, prontometeo.it, edito sempre da Agenzia CreativaMente.

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