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Cronaca

Pastore “Per Palermo ci sarò sempre, resterò nel mondo del calcio”

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PALERMO (ITALPRESS) – Javier Pastore e il Palermo. Un legame che col passare degli anni sembra rafforzarsi. Presente per la storica inaugurazione del Cfa di Torretta, poi anche per la sfida contro lo Spezia che ha visto dal vivo al Barbera. Il fantasista argentino, dopo aver iniziato nel suo paese è arrivato in Sicilia nell’estate del 2009 dall’Huracan, club con il quale aveva disputato una stagione eccezionale. In rosanero due stagioni incredibili tra grandi giocate e gol pesanti, con l’apice raggiunto nella finale di Coppa Italia contro l’Inter. Intervistato in esclusiva a Torretta Cafè, il nuovo talk show prodotto interamente dal Palermo FC, in oltre un’ora di talk a cuore aperto il Flaco ha messo a nudo le proprie emozioni come mai fatto prima. Le prime parole, però, sono dedicate proprio al centro sportivo di Torretta. ‘Sono stato qui per l’inaugurazione, è stata una bellissima giornata. Sto vedendo crescere un Palermo diverso rispetto a quello che ho vissuto io. Mi fa tanto piacere vedere un Palermo così con un centro sportivo dotato ad esempio di una sala da pranzo, una palestra ma anche di un posto come Torretta Cafè. Quando mi allenavo io a Boccadifalco era una cosa completamente diversa. Ho rivisto vecchi compagni di squadra all’inaugurazione. Stare insieme e ricordare i momenti vissuti è stato bellissimo. Ho vissuto due anni bellissimi qui a Palermo.
Ho costruito relazioni belle dentro e fuori dal campo. Ormai sono sposato (con la palermitana Chiara, ndr) e sono padre, quando sono arrivato a Palermo ero un bambino. Diversi calciatori più grandi mi hanno insegnato tante cose e hanno contribuito alla mia crescita come uomo – prosegue Pastore -. Mi ha fatto piacere vedere Migliaccio, quando sono arrivato a Palermo mi ha aiutato tanto, mi ha trasmesso tante cose. Sento Balzaretti, Migliaccio, Liverani. Con Miccoli ogni tanto scambiamo messaggi. Anche Hernandez, Santi Garcia, Munoz, Bertolo e Cavanì. Col Palermo è stato anche a New York per il lancio della nuova maglia: ‘Un’esperienza meravigliosa, non me lo sarei mai aspettato di fare questa pubblicità della maglia a New York. E’ stato bellissimo, abbiamo vissuto dei giorni che ci hanno portato tantissimi ricordi. Palermo è stata la mia porta per l’Europa e per la Nazionale argentina. Per questo club io ci sarò semprè. Adesso che ha più tempo per guardarsi indietro, Pastore si rende conto che il suo sogno lo ha realizzato. ‘Ho cominciato a pensare di avercela fatta soltanto adesso che non gioco più a calcio. Il mio percorso da calciatore l’ho vissuto normalmente, ogni cosa che mi succedeva credevo fosse normale. Arrivare a Palermo, giocare in una squadra con dei campioni o affrontare campioni di squadre come Inter, Juventus e Milan…L’ho vissuto come una normalità, come se stessi giocando con i miei amici in Argentina. Oggi mi rendo conto che ho fatto una carriera importante. Sono stato 7 anni al Psg con giocatori che hanno segnato in maniera profonda il calcio mondiale”. Il club dell’allora presidente Zamparini aveva messo gli occhi su di lui nel 2009. Su Pastore c’era anche l’interesse di Chelsea, Milan e Porto. ‘Al mio arrivo c’erano giocatori come Miccoli e Cavani, quest’ultimo era giovane ma con un talento incredibile. Il livello era veramente alto in allenamento. Il giorno che sono arrivato ho subito giocato un’amichevole contro una squadra austriaca – racconta il Flaco -. Una volta sceso dalla macchina con Sabatini e il mio procuratore si è avvicinato Zamparini che mi ha proposto di giocare la partita dopo aver fatto un viaggio di 14 ore da Buenos Aires a Milano. Non avevo neanche le scarpe, il presidente mi ha accompagnato in un centro commerciale lì vicino. Mi ha detto prendi tutto quello che vuoi, ho preso un paio di scarpe da calcio, i parastinchi e basta. Una volta tornati alla partita il magazziniere Pasquale mi ha dato il materiale per giocare. Zamparini ha detto al mister che sarei dovuto entrare nel secondo tempo. Il mister non capiva perchè dopo un viaggio così lungo sarei dovuto subito scendere in campo. Ho giocato una ventina di minuti e ho subito fatto un sombrero, un tunnel, un passaggio lungo a Miccoli che ha fermato la palla di petto e fatto gol. Zamparini si mise a piangere in tribuna, era innamorato delle mie giocate. Me lo hanno raccontato persone che stavano lì come il mio procuratore”. Ambientarsi in Italia non è stato semplice. Ad aiutare Pastore, però, ci hanno pensato anche i compagni di squadra, con i quali all’inizio c’è stato anche qualche momento particolare, che è stato utile per la sua crescita. “All’inizio ho avuto problemi per il mio modo di giocare. Non erano abituati ad avere in squadra un compagno che facesse 5 tunnel ogni allenamento. Non lo facevo per prendere in giro, era il mio modo di giocare. Due mesi dopo il mio arrivo feci un tunnel a Migliaccio, mi diede un calcio, così una seconda e una terza volta. Noi come argentini abbiamo una forma di insultare che non è riguardo la persona ma riguardo la situazione. Allora mi è uscito un insulto, non contro di lui. Lui ha sentito questo insulto, lo ha capito e si è diretto verso di me mentre ero ancora a terra. Mi ha alzato dal collo in piedi dicendomi di non insultarlo più. Mi chiedevo in che posto fossi arrivato. Il giorno dopo abbiamo fatto una riunione con Zamparini e Sabatini. Abbiamo parlato, ci siamo capiti, da quel momento in poi il mio miglior compagno è stato Giulio. Pirlo e Gattuso? Erano idoli, ma gli ho fatto il tunnel. Quello che mi mettevo in testa mi riusciva, in allenamento facevo tanti scherzi… contavo i tunnel, facevo scommesse”. Resta il rammarico per la finale di Coppa Italia persa contro l’Inter all’Olimpico di Roma. ‘Abbiamo giocato contro squadre come Roma e Milan. Abbiamo eliminato squadre forti. Non ho mai rivisto la finale contro l’Inter però resta il ricordo, tutta la mia famiglia è venuta a vedere questa partita. Quei tre giorni a Roma tutte le piazze erano rosanero. Non lo so quante persone sono rimaste fuori dallo stadio, forse 10-20 mila persone. Il risultato conta sempre, ma il percorso che abbiamo fatto in Coppa Italia è stato bellissimo. Le emozioni delle persone non le leva nessuno, quell’anno è sato magico. Potevamo vincere o meno, ma il percorso è stato pazzescò, dice Pastore che ha giocato con tanti campioni, Messi in primis. “Il miglior giocatore di sempre, in allenamento e in partita fa delle cose che non puoi neanche immaginare. Quando vuole una cosa e si accende è finita per gli altri. Ho 35 anni, Maradona non l’ho visto giocare ma l’ho avuto come allenatore. Ho avuto la fortuna di vivere Maradona e Messi nello stesso spogliatoio. Incredibile, una cosa unicà. Tra i rimpianti per la carriera la sua avventura alla Roma. ‘Gli ultimi due anni non sono stati quelli che avrei voluto, il fisico non mi ha accompagnato. Mi faceva tanto male arrivare a Trigoria e non poter dare quello che potevo dare. Quella è stata la frustrazione più grande provata nel mondo del calcio, mi sentivo proprio malè. Pastore ha anche parlato del suo futuro: ‘Non gioco più a calcio da un anno e sette mesi. Mi sono operato 8 mesi fa, adesso sto benissimo non ho più dolori però ho perso tanto tempo. Non ho continuato ad allenarmi in un modo professionale. Ogni anno il calcio cambia tantissimo. Oggi è più importante il fisico, i giocatori sono atleti. Non ho in testa di tornare in campo, penso che prima di giugno 2025 annuncerò ufficialmente il mio ritiro dal calcio giocato, ma sto studiando per restare in questo mondo che amò. Ancora presto per capire cosa farà. ‘Non lo so, mi piacerebbe restare nel calcio perchè lo amo e mi piacerebbe tanto aiutare i bambini a crescere e a formarsi. E’ qualcosa che mi interessa fare, mi sto preparando. Sto facendo un corso di management con la Fifa, è molto interessante perchè mi dà la possibilità di conoscere le persone che lavorano in diversi ambiti dei club. Mi sto riempiendo di informazioni per capire veramente in che momento mi senta pronto per fare qualcosa nel calcio. Farò anche il corso di direttore sportivo, però per il momento non ho deciso bene che strada prendere nel mondo del calcio. Mi sto preparando per decidere nei prossimi annì. Di sicuro c’è che per Palermo ci sarà sempre e che il popolo palermitano porterà il ‘Flacò Pastore sempre nel cuore.
– Foto ufficio stampa Palermo Fc –
(ITALPRESS).

Cronaca

Esordio agevole agli Us Open per Sinner: “Ora sto bene”

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NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Jannik Sinner accede al secondo turno degli Us Open 2025. L’azzurro, numero uno del mondo e del seeding, nonchè campione in carica, non sbaglia all’esordio e vince nettamente contro il ceco Vit Kopriva (numero 89 del ranking Atp). 6-1 6-1 6-2, in un’ora e 38 minuti di gioco, il punteggio in favore dell’azzurro. Sarà Alexei Popyrin l’avversario di Jannik al secondo turno. L’australiano, numero 36 del ranking Atp, ha eliminato in tre set il finlandese Emil Ruusuvuori, vincendo con il punteggio di 6-3 6-3 7-6 (3). Sarà il secondo scontro diretto tra Sinner e Popyrin, che ha vinto l’unico precedente, datato però 2021.
“L’atmosfera a New York è bellissima . Sono felice di essere tornato in campo e di stare bene. Abbiamo lavorato molto per essere pronti per oggi e tornare al top. Sono contento di essere riuscito a iniziare al meglio il mio percorso”, ha detto a caldo il numero uno del mondo. “Non c’è da preoccuparsi per la vescica alla mano: volevo solo proteggerla un pò oggi. La vescica mi viene spesso quando non gioco per un paio di giorni. La partita di oggi nel complesso è stata buona: ci sono un pò di cose da migliorare, ma in generale sono contento. Oggi non tornerò ad allenarmi, Simone (Vagnozzi ndr.) ha detto di no. Domani mi allenerò per trovare più ritmo possibile. Siamo molto sul pezzo e vedremo come andrà”, ha aggiunto poi Sinner, ai microfoni di Sky Sport.
Vittoria anche per Lorenzo Musetti. Il tennista toscano, numero 10 del mondo e del seeding, batte all’esordio, in rimonta, il francese Giovanni Mpetshi Perricard. 6-7 (3) 6-3 6-4 6-4, in poco più di due ore e mezza di gioco, il punteggio in favore dell’azzurro. Musetti al secondo turno attende il vincente della sfida tra Quentin Halys e David Goffin.
Sconfitto invece Matteo Arnaldi. Il sanremese si arrende al quinto set, al primo turno, contro l’argentino Francisco Cerundolo, 19 del mondo e del seeding, dopo tre ore e 45 di lotta. L’azzurro non sfrutta due set e un break di vantaggio e cede al sudamericano con il punteggio di 3-6 2-6 7-5 6-4 6-3.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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“I giovani e la sfida della formazione”, dibattito al Meeting di Rimini

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RIMINI (ITALPRESS) – L’educazione è una delle sfide decisive per il futuro dell’Italia e dell’Europa. Lo dimostra la grande partecipazione all’incontro “I giovani e la sfida della formazione”, organizzato al Meeting di Rimini in collaborazione con CdO Opere Educative/FOE, Diesse, Di.S.A.L e l’Associazione Culturale Il Rischio Educativo, trasmesso in diretta da IlSussidiario Tv. A confrontarsi sul palco sono stati Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, insieme a Luca Bergantini (SCM Group), Paolo Maino (Di.S.A.L.), Andrea Siciliano (Istituto Alberghiero Don Gnocchi), Guido Torrielli (Rete ITS Italia). L’incontro è stato moderato da Massimiliano Tonarini, presidente CdO Opere Educative/FOE. Il dialogo ha intrecciato esperienze concrete di scuole, università, ITS e imprese, offrendo uno spaccato di come il mondo educativo e quello produttivo possano collaborare per mettere i giovani e i loro talenti al centro.
Andrea Siciliano ha raccontato l’esperienza dell’Istituto Alberghiero Don Gnocchi, nato dalla vivacità di un gruppo di famiglie e divenuto un punto di riferimento territoriale grazie al ristorante didattico “Sapori in mente”: “Aprirlo al pubblico è stata una scelta di realtà: solo nel confronto con clienti veri i ragazzi potevano crescere davvero. Per noi il lavoro è conoscenza, cultura, occasione di espressione personale. Il cuoco deve essere colto, deve conoscere la storia a cui appartiene. Non formiamo solo professionisti, ma adulti capaci di esprimere un ideale attraverso ciò che fanno”. Da qui le domande al Ministro: come rilanciare il valore formativo del lavoro e come dare continuità alla filiera 4+2 per rafforzare il legame tra scuola e impresa.
Il ministro Valditara ha risposto con forza: “La scuola serve a valorizzare i talenti di ogni giovane. Troppo spesso oggi il lavoro non è percepito come aspirazione positiva. Dobbiamo riscoprirne la bellezza e la centralità, ricordando che è attraverso il lavoro che una persona realizza sè stessa». Ha ricordato l’articolo 4 della Costituzione e la rivoluzione culturale di San Benedetto: «Ora et labora ha introdotto una visione in cui il lavoro è dignità, diritti e doveri. Ecco perchè la filiera 4+2 è una vera rivoluzione: un percorso che unisce persona, diversità e talenti al mondo delle imprese». Valditara ha raccontato esperienze di scuole professionali capaci di trasformare ragazzi in difficoltà in giovani entusiasti, pronti a entrare nel mondo del lavoro: «Una scuola che sa valorizzare i talenti è lo strumento più potente contro dispersione, bullismo e devianza”.
Paolo Maino, dirigente scolastico e presidente Di.S.A.L., ha richiamato l’attenzione sulla dispersione implicita: “Troppi diplomati escono dalla scuola senza le competenze di base. L’autonomia scolastica, se liberata da vincoli burocratici, può permettere risposte personalizzate e creative”.
La domanda al Ministro: come sviluppare percorsi formativi più personalizzati, capaci di guidare davvero gli studenti nelle scelte. Valditara ha ricordato i risultati già raggiunti: “La dispersione esplicita è crollata all’8,3%. Agenda Sud e Agenda Nord, con scuole aperte al pomeriggio, sport, teatro e musica, stanno dando risultati straordinari. Ma ora dobbiamo vincere la sfida delle competenze: personalizzazione e orientamento sono le chiavi”.
Guido Torrielli, presidente di Rete ITS Italia, ha definito gli Istituti Tecnici Superiori “la rivoluzione del buon senso”, riprendendo il titolo di un saggio pubblicato dallo stesso Valditara. Gli ITS sono: “Un sistema nato dall’incontro tra imprese e formazione, che oggi conta 22 mila iscritti e punta a 40 mila. Sono il fiore all’occhiello italiano, un modello che Germania e Francia ci invidiano”. Ha chiesto al Ministro come rafforzare ulteriormente questo sistema e come garantire continuità di risorse e qualità. Valditara ha assicurato: “Gli ITS sono ormai un asse portante della formazione italiana. Li finanzieremo stabilmente e li collegheremo sempre di più con la filiera 4+2. Non un percorso di serie B, ma scuole di eccellenza che dialogano con le imprese, innovano, formano competenze. Sono anche uno strumento di cooperazione internazionale: aprire ITS all’estero significa aiutare quei Paesi a crescere e offrire alle imprese italiane giovani già formati”.
Dal mondo dell’impresa, Luca Bergantini ha portato la testimonianza di SCM Group, leader mondiale nelle tecnologie per la lavorazione del legno e di altri materiali: “Siamo un’azienda di 4.000 dipendenti e quasi un miliardo di fatturato. Collaboriamo con scuole e università, ma viviamo ancora tre gap: contenuti non sempre allineati con le esigenze delle aziende, scarsa presenza femminile nei settori tecnici e difficoltà a rendere attrattivi percorsi come CFP e ITS”.
La richiesta al Ministro: norme e risorse per fluidificare i rapporti tra scuola e imprese e una campagna culturale per far capire a famiglie e ragazzi che i percorsi tecnico-professionali non sono di serie B. Valditara ha risposto: “E’ tempo di una rivoluzione culturale: dobbiamo convincere le famiglie che istituti tecnici, professionali e ITS sono percorsi di eccellenza. Basta con la vecchia gerarchia dei licei al vertice. Ci sono molte intelligenze, tutte con pari dignità. E il nostro compito è valorizzarle”.
Il dialogo si è concluso con un appello comune: fare della scuola un luogo che mette al centro la persona e i suoi talenti, che educa al lavoro come forma di cultura, che unisce famiglie, docenti, imprese e istituzioni. “Un cuoco deve essere colto”, ha detto Siciliano. “Un tecnico può essere un genio creativo”, ha ribadito Valditara. La sfida della formazione non è insegnare solo un mestiere, ma educare a vivere, trasformando la conoscenza in responsabilità e il lavoro in vocazione.

– foto Meeting di Rimini 2025 –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Fitto “Nessuna proroga del Pnrr, l’Italia su una strada positiva”

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RIMINI (ITALPRESS) – “Non si tratta di una proroga del Pnrr, che non è possibile. La scadenza è quella nota ed è agosto del 2026. Quello che è possibile, e che il ministro Foti ha citato, sono gli strumenti finanziari che sono già previsti all’interno dei Piani nazionali di ripresa e resilienza in tutti i Paesi europei e che non hanno la l’obbligo di individuare e completare la spesa entro agosto del 2026, ma di individuare il beneficiario finale prima di quella data. Successivamente possono essere utilizzate queste risorse”. Così il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea con delega alla Coesione e alle Riforme, Raffaele Fitto, a margine del Meeting di Rimini. “Mi sembra di poter esprimere un giudizio positivo – osserva -. L’Italia sta proseguendo su una strada positiva, con dei risultati che sono sotto gli occhi di tutti e che sicuramente contribuiranno in modo notevole anche alla crescita economica; inoltre, sta incidendo in modo positivo su una serie di riforme e investimenti messi in campo. L’Italia ha raggiunto il risultato della settima rata, per quanto riguarda l’ottava rata è stata presentata la richiesta di pagamento, la Commissione ha presentato una comunicazione indicando le linee guida per la revisione finale per i Piani. Nelle prossime settimane ci aspettiamo delle proposte concrete che possano modificare ulteriormente i Piani – aggiunge – perchè lo strumento della flessibilità, anche in questo caso, è fondamentale”.

Sui dazi, “il 15% sarebbe meglio se non ci fosse ma, se lo confrontiamo con altri Paesi, l’Europa ha avuto un accordo migliore. Si deve continuare a lavorare su questa direzione. L’accordo che la Commissione ha fatto è serio, non facile, ma il migliore possibile alle condizioni date”, sottolinea Fitto. L’idea di un fondo sovrano europeo per intervenire nelle aziende, invece, “è un tema che riguarda un chiaro coinvolgimento per gli Stati membri, quindi non entro in questo ambito perchè non è una competenza diretta e, a livello europeo, si lavorerà sul rafforzamento del sistema imprenditoriale europeo. Lo abbiamo fatto e lo stiamo facendo con diversi interventi, ma è un elemento che riguarderà anche un dialogo e un’interlocuzione forte con gli Stati membri”, conclude Fitto.

– foto: Ipa Agency –

(ITALPRESS).

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